Ci sono davvero pochissime cose che si possono salvare, in questa pellicola. Tra queste l'idea di partenza, che in sé è accattivante, ma che viene deturpata da una sceneggiatura pessima e da dialoghi e situazioni ai limiti del risibile.
Tutti i presunti colpi di scena sono prevedibilissimi, ma il vero problema non è questo, quanto piuttosto il fatto che Tornatore tenta di ingannare lo spettatore con una sceneggiatura che non funziona, il cui sviluppo è teoricamente basato su un meccanismo ad ingranaggio - come peraltro rimarcato biecamente lungo tutto il film -, che però tale non è. Tutto ciò che accade nel film, non accade in seguito ad un piano magistralmente costruito, ma solo perché il personaggio principale incappa per puro caso in una serie di spunti narrativi e reagisce non secondo logica, ma in maniera funzionale a dove Tornatore vuol far terminare la vicenda.
A questo si aggiunga un doppiaggio davvero privo di grazia, soprattutto da parte di Myriam Catania, delle scene di nudo gratuite e girate in maniera greve, una serie di buchi logici davvero giganteschi (un personaggio che afferma di essersi laureato con tesi su Vaucanson, ma che non lo riconosce? Gravi forme di agorafobia e misofobia curate nel giro di mezza inquadratura? Un banditore d'asta tra i migliori al mondo che non si informa per nulla su chi siano i propri clienti?), ed un finale malamente tirato via.
Deludente al massimo.
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