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La verità, anche se una verità non c'è, è che tutto è relativo... guardi un'opera d'arte
pensando che sia meravigliosamente autentica, vivi un amore fatto di momenti reali e non ti rendi conto che tutto ciò che fai o ti circonda è un illusione concreta, ma pur sempre un'illusione... e questa atroce verità porta il protagonista alla follia: Per tutta la sua vita ha creduto di saper distinguere un falso da un vero, quando all'improvviso arriva lei e capisce che in realtà, i due non sono scindibili l'uno dall'altro perché in ogni falso c'è sempre qualcosa di autentico... Il loro amore, infatti, si scopre una triste finzione! Ma ripensando ai sentimentali attimi consumati insieme, occhi negli occhi, cuore a cuore, il protagonista si convince che l'ingannevole e teatrale "ti amo, qualsiasi cosa ci accada" della "sua" donna ha in sé, comunque, il dolce e rasserenante gusto della verità. Il compito di Claire era mentire, recitare, ingannare Oldman ma mentre lo faceva ha messo qualcosa di suo... Lo ha amato davvero. Perciò... tra le tante menzogne raccontante da lei, lui ne trova un'altra vera: Il posto, in cui è stata più felice...Oldman si siede in questo ristorante di Praga e lì, la vuole aspettare per tutta la vita.
C'è del pessimistico nell'arte, nell'amore come nella vita in generale ma il regista lascia intravvedere a noi, esseri sensibili, un briciolo di speranza: la simulazione non sarai perfettamente falsa! L'uomo è fragile e ogni suo falso prodotto rivelerà sempre la sua vera consistenza, un suo marchio.
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