Anno | 2024 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Italia |
Durata | 84 minuti |
Al cinema | 106 sale cinematografiche |
Regia di | Giovanni Dota |
Attori | Carlo Buccirosso, Lino Musella, Nando Paone, Yari Gugliucci, Vittorio Ciorcalo Clotilde Sabatino, Iaia Forte, Biagio Manna. |
Uscita | giovedì 12 settembre 2024 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 10 settembre 2024
Due infermieri cinici e annoiati rompono la monotonia degli interminabili turni notturni scommettendo sulla resistenza di un anziano paziente.
CONSIGLIATO SÌ
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Angelo e Salvatore, due infermieri del Santi Martiri di Napoli, condividono tutto. Il lavoro in corsia, i racconti delle vacanze, persino il vizio delle scommesse. Quando la notte di Ferragosto arriva un paziente in coma, l'ottantenne signor Caputo, i due scommettono sulla sua vita. In palio ci sono 200 euro e una settimana di ferie tra Natale e Capodanno. Per vincere la scommessa i due infermieri faranno qualsiasi cosa, comprese pratiche decisamente poco deontologiche e passibili di denuncia penale.
È una commedia nera profondamente cinica, il nuovo film firmato da Giovanni Dota. Protagonisti assoluti dal primo all'ultimo minuto gli ottimi Carlo Buccirosso e Lino Musella, nei panni di due infermieri che portano avanti le incombenze quotidiane come possono e si raccontano nel mentre le proprie vite.
Uno è sposato (sua moglie è interpretata da Iaia Forte), ma si concede qualche scappatella in corsia, l'altro è appena tornato da una vacanza a Ibiza con la mamma. Hanno un vizio in comune: la febbre per la scommessa, per cui arrivano a rischiare qualsiasi cosa. La narrazione procede per crescendo dalla stipula della scommessa in poi, all'arrivo del moribondo di turno su una barella. Un crescendo di iettature, dispetti, congetture e tentazioni omicide innalza il livello di cinismo della commedia, che vorrebbe essere graffiante e amara come quelle a cui ci ha abituato il cinema italiano d'annata. Senz'altro valida l'intenzione di raccontare con feroce ironia uno spaccato troppo spesso edulcorato al cinema come in televisione, vale a dire il variegato microcosmo umano degli ospedali e in particolare di chi ci lavora, con turni massacranti, pochissimi mezzi e ancora meno soddisfazioni. Perché in certe notti gli ospedali diventano terre di nessuno, dove il confine tra legittimo e illegale è assolutamente labile e rischia di confondersi e far confondere. L'aspetto più interessante del film sta proprio in questa sua marcata volontà di mettere sullo stesso piano eroi e antieroi, i cattivi della storia sono proprio i buoni che sacrificano ogni loro giornata dedicandosi ai pazienti delle corsie.
Tuttavia la commedia di Dota finisce per premere troppo l'acceleratore su certi personaggi, finendo per caratterizzarli come caricature prive di spessore (dalla giovane dottoressa insicura, troppo insicura, ai personaggi di contorno in corsia), con poco approfondimento in scrittura e la mancanza di un respiro autoriale davvero originale. Pur strappando talora un sorriso con qualche battuta - pensata per lo più per un target maschile over 50 - e contando su un cast di tutto rispetto e valore attoriale, finisce per ricordare tanti altri film già visti (solo per restare in tema scommesse, da Febbre da cavallo a Al bar dello sport) e risentire di un'impronta recitativa e registica alquanto teatrale. Al soggetto, ottimo per un cortometraggio, avrebbe giovato un approfondimento maggiore sui personaggi e sul contesto da cui provengono. L'ossessione per il gioco era un ottimo spunto da analizzare più a fondo, anche per non rischiare di creare in chi guarda quel distacco critico e quell'immancabile mancata immedesimazione verso chi, per duecento euro, finisce non solo per sperare, ma per fare di tutto affinché un essere umano in difficoltà muoia. C'è poco da ridere, insomma, e molto come detto da approfondire, soprattutto sulla coltre di insoddisfazione e frustrazione che avvolge chi lavora in ambiti complicati e troppo spesso lasciati in balia di se stessi, come la famigerata sanità pubblica.
Uno contro l’altro. Anche dentro un ospedale può consumarsi una guerra senza esclusione di colpi. Nella notte di Ferragosto sono di turno due infermieri che lavorano ai Santi Martiri, Angelo e Salvatore, rispettivamente interpretati da Carlo Buccirosso e Lino Musella. Il primo è sposato con una moglie che lo chiama in continuazione, è già nonno e si è concesso una scappatella con una collega più giovane. L’altro è invece appena tornato da una ‘magnifica’ (secondo le sue parole) vacanza a Ibiza trascorsa con la madre. Quella sera nel reparto arriva un paziente, Caputo, ricoverato in gravissime condizioni. Secondo Angelo non supererà la notte, per Salvatore invece sopravviverà oltre le sette della mattina successiva e così propone al collega di fare una scommessa. Chi vince, si aggiudica le ambite ferie di Natale e Capodanno. Da quel momento entrambi, pur di raggiungere il loro obiettivo, giocano sporco con la salute del moribondo.
La scommessa. Una notte in corsia, che fa parte del programma delle Notti Veneziane delle 21° Giornate degli Autori, sezione della Mostra del Cinema di Venezia, è costruito su una struttura teatrale che accentua il contrasto tra i due protagonisti, ma che lascia spazio anche ad altri personaggi che entrano ed escono in scena come in un palcoscenico come quello di Nando Paone che è un paziente che si finge un medico, Iaia Forte nei panni della moglie gelosa di Angelo e il medico interpretato da Yari Gugliucci che si presenta in corsia in condizioni proibitive per operare il signor Caputo. Inoltre, il film è caratterizzato dalle unità di luogo e di tempo. È ambientato quasi del tutto all’interno dell’ospedale e si svolge nell’arco di circa 12 ore, dalle 19.05 (orario messo in evidenza da un orologio con le lancette) fino alle sette della mattina dopo. Ma ci sono degli espliciti omaggi alla commedia all’italiana.
Finalmente una commedia sfrontata e cattivista, agevolata da una sceneggiatura al cronometro e performance d'attori mostruosamente in palla (con voluto riferimento ai cosiddetti mostri della commedia all'italiana). Il genere non può e non deve assomigliare, parafrasando Mao, a un pranzo di gala ma è doveroso premettere che lo humour nero di "La scommessa Una notte in corsia" prende di mira per l'occasione [...] Vai alla recensione »
Natale e Capodanno, turni ospedalieri, e duecento euro: è la scommessa di due infermieri davanti a un moribondo. Ce la fa, non ce la fa. Buccirosso infido, rospetto e traditore, Musella calcolatore e stratega, alla prova del nove nel paese dei cinici, e anche un po' bari: tutto in una notte, con qualche spintarella per la vita e qualche spintarella per la morte.