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Da persona un pò vecchia ho dato al film una interpretazione molto più semplice di quelle sopralette.
Per un uomo che per tutta la vita aveva ingannato gli altri ,la migliore offerta che Essa potesse fargli non era che una truffa.Chi non si è mai voluto sporcare le mani con la realtà, tra cui una donna,alla fine se le imbratta pesantemente, travolto proprio dall'ingranaggio più naturale che c'è nell'esistenza: l'amore. E' il meccanismo stesso del vivere che fa giustizia.( la stanza vuota nel fondo del grande angolare e il meccano in primo piano che sembra sorridere beffardemente).
In ogni falso c'è qualcosa di vero. Vera è la sofferenza da bambino,vero è il fascino che esercita su di lui la bellezza,vero è il sentimento per la ragazza che lo stravolge,vera è la sua metamorfosi ma è poca cosa in rapporto alla menzogna vissuta per tutta una vita in cui la falsità si confonde, si alterna, si sostuisce alla la verità.Non si comportano diversamente gli altri personaggi: tutti fanno la loro parte nel grande gioco. Dentro questa farsa il culto della bellezza femminile(le frequenti carrellate sui volti dipinti lasciano senza fiato) è sterile perchè allontana dalla donna vera e quando questa si fa spazio offre solo un grande scherno.Il tempo condanna l'uomo all'attesa che qualcosa di nuovo accada ma la macchina da presa che si allontana e si allarga ad imbuto nell'ultima scena lascia poche speranze.
Vi ho trovato tanti spunti culturali e cinematografici:Pirandello,D'Annunzio,Mann,Bergman ed Antonioni.
Bravo Tornatore.
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