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Ultimo aggiornamento lunedì 25 marzo 2019
Una giovane madre decide di partire per un viaggio alla ricerca di un senso da dare alla sua 'nuova' vita. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Razzie Awards, In Italia al Box Office Peppermint - L'Angelo della Vendetta ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 895 mila euro e 455 mila euro nel primo weekend.
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Riley North, moglie e madre di famiglia di Los Angeles, assiste impotente all'uccisione del marito e della figlia da parte di una gang di narcotrafficanti. Ferita nell'attacco, riesce comunque a testimoniare contro gli assalitori, ma a causa di un giudice corrotto le sue dichiarazioni sono invalidate e il processo annullato. Cinque anni dopo, Riley, nel frattempo scomparsa e trasformatasi in una spietata assassina, torna per portare a termine la sua vendetta: a uno a uno cercherà i responsabili impuniti della strage (primo fra tutti il boss della droga Diego Garcia), mentre la polizia di Los Angeles cercherà di fermarla e un'intera nazione la acclamerà come eroina.
Jennifer Garner torna all'action nei panni di una madre ferita negli affetti che per spirito di giustizia si trasforma in una macchina da guerra: a dirigerla il francese Pierre Morel, già autore del primo film della saga Taken, Io vi troverò.
La figura del giustiziere solitario non è certo nuova, nemmeno se traslata al femminile. Solo lo scorso anno, un gioiello come Revenge di Coralie Fargeat trasformava in lotta di genere la vendetta di una donna sopravvissuta a una violenza, capace di ribaltare il rapporto fra la preda femminile diventata cacciatrice e il cacciatore maschio diventato improvvisamente obiettivo della caccia. Il ritorno però di Jennifer Garner al cinema d'azione, non solo per la presenza di Morel alla regia, sta più dalle parti, per l'appunto, di Taken o dell'antesignano Il giustiziere della notte e del recente remake con Bruce Willis che non di altri esempi di revenge thriller al femminile, a partire da Non violentate Jennifer fino ad Audition o Lady Vendetta.
Nella figura della donna americana media che veste i panni della vedova vendicatrice contro la criminalità e la corruzione non è difficile scorgere un rigurgito della rabbia populista che ha segnato la società occidentale dell'ultimo decennio: l'insistenza sull'impatto mediatico dell'eroina anti-sistema svela tutto il superficiale valore politico del film (sceneggiato dal Chad St. John di Attacco al potere 2, a proposito di vendette e intolleranza...), con la coda finale che ribadisce la resa della giustizia di fronte alla forza del singolo e offre al tempo stesso la possibilità di creare una nuova, possibile saga (negli Stati Uniti il film si è difeso al botteghino e ha incassato più di 50 milioni di dollari).
Nulla in realtà di particolarmente disturbante o originale, soprattutto perché annegato tra scene di violenza e di fuga della protagonista e svelamenti della rete di corruzione nella polizia, con una lunga sequenza finale che ritarda lo scontro fra Riley e lo spacciatore Garcia, sfruttando la presenza della Legge e dei media (tv e funzioni video degli smartphone) come terzi incomodi o al massimo testimoni.
Dal canto suo, Morel dirige senza andarci troppo per il sottile, indovinando una sola sequenza - l'ingresso di Riley nel covo dei narcotrafficanti, fra i corridoi stretti e gli scaffali di un emporio all'ingrosso - e per il resto insistendo su movimenti di macchina rapidissimi, montaggio vorticoso ed effettacci che velocizzano, sfocano e raddoppiano le immagini. L'intenzione sarebbe quella di dare al film la stessa febbrile tensione della sua protagonista (una Jennifer Garner atletica e assolutamente priva d'ironia, sostituita nelle scene d'azione dalla controfigura Shauna Duggins), ma il risultato è un action concitato e dalla violenza tutto sommato contenuta.
La quarantenne Riley, madre di famiglia di Los Angeles, assiste impotente all'uccisione del marito e della figlia da parte degli uomini del narcotrafficante Garcia. Gravemente ferita ma sopravvissuta all'attacco, Riley identifica gli assassini e li manda a processo, ma un giudice corrotto la dichiara inaffidabile come testimone e annulla il procedimento. Cinque anni più tardi, dopo essere sparita ed essersi duramente allenata per diventare una perfetta macchina da guerra, Riley comincia a eliminare uno a uno i responsabili della morte dei suoi cari, con l'obiettivo di arrivare al mandante Garcia. Tre poliziotti le danno la caccia, mentre un intero paese si divide sulle sue azioni, incerto se considerarla una fuorilegge o un'eroina che si batte contro un sistema marcio al suo interno.
Riley è una mamma che si occupa della situazione e che fa quello che deve fare. È questo suo aspetto ad avermi ispirato: come attrice non mi era mai capitato di dare corpo a un tale bisogno di difendere, proteggere e prendersi cura della propria famiglia.
Jennifer Garner
Il francese Pierre Morel dirige un nuovo revenge-thriller dopo Io vi troverò (2008), in cui l'ex agente della Cia Liam Neeson dava la caccia ai rapitori della figlia adolescente. In Peppermint è Jennifer Garner a interpretare il ruolo di una comune madre americana, che in seguito a una tragedia inspiegabile si trasforma in un'assassina in cerca di vendetta e giustizia. Modellato come Io vi troverò su Il giustiziere della notte, Peppermint è un noir urbano con la particolarità di affidare a una donna il ruolo di protagonista: una tendenza della Hollywood contemporanea certamente figlia del movimento #metoo e già vista in questa stessa stagione in altri film d'azione e thriller, come Ocean's 8 e Widows - Eredità criminale.
Per Jennifer Garner è un ritorno all'action dopo la serie Alias e a undici anni di distanza da The Kingdom; per interpretare Riley ha intrapreso un duro allenamento fisico, imparando a boxare ed esercitandosi a lungo con una squadra di stuntman. Come richiesto da Morel, ha girato personalmente tutte le scene di combattimento.
Anche gli altri membri del cast hanno eseguito le scene d'azione senza il ricorso a controfigure, a cominciare dagli interpreti dei tre detective che danno la caccia a Riley: John Gallagher Jr., famoso per il ruolo di Jim Harper nella serie The Newsroom, qui nella parte del poliziotto dalla faccia d'angelo che nasconde più di un segreto; John Ortiz, che dà il suo volto scavato al detective Beltran, il poliziotto in grado di intuire gli spostamenti dell'inafferrabile Riley; e Annie Ilonzeh (già vista in Person of Interest e Chicago P.D.), che diventa una sorta di alter ego "buono" della protagonista: una donna di giustizia insensibile al richiamo della corruzione.
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"Peppermint"(Pierre Morel, 2018, sceneggiatura ma anche soggetto di Chad St.John)è un film classico sulla vendetta: almeno dai"classici"(che lo si voglia o meno)di Charles Bronson in poi, il tema, collegato anche con la tematica dell'autodifesa e con quella, ad esso collegata, della disponibilità di armi, è certamente un tema più che attuale ma al [...] Vai alla recensione »
My movies vi adoro,ma un sorriso mi scappa quando leggo consigliato?"assolutamente no"..non so se siete caduti in un tranello con un pensiero alla politica.Ma qui si parla di cinema,io personalmente quando giudico un film sono apolitico totale.Giudico la sceneggiatura e in questo Peppermint non e'male,l'interpretazione e Jennifer Garner non e'male,sono interpretazioni su misura [...] Vai alla recensione »
"Peppermint" s' inserisce nel filone dei tre "Taken", di cui il primo proprio diretto dal Pierre Morel di questo film, che inoltre tenta il rilancio di una dimenticata Jennifer Garner, qui in piena prestanza fisica come in " Electra". La trama è presto detta: il marito e la figlia le vengono intenzionalmente uccisi da una banda ispanica correlata ad un [...] Vai alla recensione »
Un action fuori tempo massimo che non riesce a rendere nulla credibile. Torture dozzinali, urla al crepuscolo, una regia di stampo elementare, che non osa nulla. L’impianto è quello di un film in stile anni Settanta, reazionario, che sfida le istituzioni e indica lo Stato come il primo nemico. Poliziotti corrotti, la giustizia che non funziona, il cittadino comune che deve imbracciare [...] Vai alla recensione »
Criticare negativamente la ripetitività con altri film non significa affatto che il film non meriti attenzione o addirittura che non va visto. Ma scherziamo! Vogliamo dire quanti film bellissimi pur ripetitivi sono piaciuti tantissimo? Gradirei che il nostro tanto amato Mymovies non utlizzi il vocabolo "Stereopito" o "Già visto" per relegare il film nella mediocrit& [...] Vai alla recensione »
Da questo film ci si aspetta semplicemente un revenge-movie, quindi intrattenimento, azione e, in una realtà degradata, una sorta di senso di giustizia. Tutti questi elementi ci sono e, nonostante non si arrivi al livelli di Salt, è ridicolo bocciare un film perchè dà quello che ci si aspetta. Se non si ama il genere, è un altro discorso.
Salve, potra' pure essere ripetitivo quanto alla trama di chi, colpito negli affetti e deluso dalla giustizia, decide di farsi giustizia da se', ma il film non e' per niente male e lei, Jennifer Garner, gia' apprezzata in Alias e Daredevil, qui e' praticamente perfetta nel rendere il suo personaggio di moglie e madre che ha perso tutto e che si vendica con tutta la forza della [...] Vai alla recensione »
La povera gente di un quartiere degradato di Los Angeles l'ha disegnato sui muri una donna con le ali un angelo. Dal film " non avete paura a stare qui ? Non abbiamo più paura ora c'è un angelo che ci protegge ". Jennifer Garner torna come ai vecchi tempi di ALIAS come una macchina da guerra imbattibile.
Da casalinga disperata a giustiziere della notte che ti spara anche in pieno giorno. L attrice statuaria Jennifer Garner torna alle origini lasciando serialità televisiva leggera (Camping, 2018), drammi a base di Aids (Dallas Buyers Club, 2013) e commedie agrodolci indipendenti (Juno, 2007) per tornare quella ragazzona abile nei camuffamenti, esperta di arti marziali e dura a morire del telefilm cult [...] Vai alla recensione »
Sia al cinema (Elektra) sia in tv (la serie Alias), Jennifer Garner ha spesso interpretato ruoli "fisici" di donna combattente. Sembrava congruo, quindi, il suo incontro con Pierre Morel, il regista francese che ha lanciato la serie Taken: perché Peppermint è un film-di vendetta allo stato primario. L'innesco serve come pretesto per dare inizio a una strage.
Una gang di narcos uccide il marito e la figlia di Riley (la Garner). Un giudice corrotto annulla il processo e lei, cinque anni dopo, trasformatasi in una implacabile assassina, inizia la sua vendetta. Taken e Il Giustiziere della Notte declinati al femminile, ma con una trama implausibile e ridicola. Vi sembra credibile che una bancaria si trasformi in una sorta di Ramho capace di far fuori, senza [...] Vai alla recensione »
Sepolta da una miriade di commedie romantiche, e probabilmente pure dal fallimento epocale che fu Elektra nel 2005, è facile dimenticare che l'altrimenti stucchevole & immacolata Jennifer Garner nei panni di eroina action è una forza della natura: cinque stagioni di Alias, girate in gran parte senza controfigura, sono lì a dimostrarlo. E la consapevolezza e l'impegno con cui si cala nella parte di [...] Vai alla recensione »
Lei vi troverà. Come Liam Neeson scatenava il finimondo per salvare sua figlia in Io vi troverò, così Jennifer Garner si trasforma nel più classico degli angeli della vendetta. Una famiglia tranquilla, una vita normale sconvolta dalla violenza. Il bel marito è anche invischiato in traffici loschi, e la tragedia è inevitabile. "L'eroina", pazza di dolore, sparisce dalla circolazione, e fugge verso [...] Vai alla recensione »
Di che pasta è fatta la protagonista dell'ultima fatica, dopo The Gunman, di Pierre Morel, militante di prim'ordine della factory bessoniana, è chiaro già a partire dalla sequenza iniziale di Peppermint - L'angelo della vendetta. Da una macchina appartata e oscillante, in un parcheggio di Los Angeles, città dei sogni trasfigurata in una geografia urbana deterritorializzata, con Morel che sembra qui [...] Vai alla recensione »