Titolo originale | Crimes of the Future |
Anno | 2022 |
Genere | Fantascienza, |
Produzione | USA |
Durata | 147 minuti |
Regia di | David Cronenberg |
Attori | Viggo Mortensen, Léa Seydoux, Kristen Stewart, Scott Speedman, Welket Bungué Don McKellar, Tanaya Beatty, Nadia Litz, Lihi Kornowski, Denise Capezza, Yorgos Karamihos. |
Uscita | mercoledì 24 agosto 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,63 su 35 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 22 agosto 2022
Un viaggio sci-fi in un mondo futuristico dove l'uomo deve adattarsi ad un nuovo sistema. In Italia al Box Office Crimes of the Future ha incassato 666 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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L'artista Saul Tenser e la sua assistente Caprice eseguono performance di asportazione di nuovi organi di natura tumorale dal corpo dello stesso Tenser. Quando i due decidono di registrare il brevetto dei nuovi organi generati nel corpo dell'artista, il loro percorso incrocia quello di una setta dedita a mangiare plastica, già nel mirino delle forze dell'ordine dell'unità Nuovo Vizio.
Fondendo l'estetica dei suoi primi film e gli elementi psicanalitici dei suoi ultimi lavori, David Cronenberg realizza un film di fantascienza inconsueto, spiazzante, in cui l'estetica vintage si pone in secondo piano rispetto a un contenuto radicale.
Le protesi e i dispositivi tecnologici sembrano realizzati secondo una antica idea del futuro che caratterizzava gli anni Ottanta - le visioni aliene di H.R. Giger, ancor più che i primi film di Cronenberg - mentre la storia raccontata completa e canonizza il lavoro di eXistenZ e Crash, tra autocitazione e aggiornamento di una poetica alla contemporaneità.
Crimes of the Future invita a smarrirsi in un futuro remoto che è al contempo una verosimile prosecuzione del nostro presente. Un mondo grigio e quasi inabitabile, in cui la sovrastimolazione del corpo, sollecitato ed eccitato anche durante il sonno o durante il pasto, ha portato a un'esasperazione e nel contempo a un annullamento del piacere e del dolore. In questo panorama piatto e orizzontale il film stesso sceglie di non evolvere e di procedere in accordo con le musiche di Howard Shore, come un bordone mononota che dilata emozioni statiche.
L'intrigo noir, che vede Tenser alle prese con un'indagine su un omicidio e su una setta di plasticofagi, è il pretesto per esplorare una nuova dimensione della sensualità, che ha esteso la profanazione del corpo dall'esteriorità all'interiorità, rimpiazzando il sesso con la chirurgia. La fame di celebrità e l'adorazione per gli artisti è legata al senso che questi riescono ad attribuire ad attività che in realtà tutti sembrano praticare: Cronenberg insiste proprio su questo contrasto, in una possibile allegoria del rapporto tra arte e consumo di massa, incarnate dalle performance concettuali di Tenser da un lato e dai mangiatori di plastica dall'altro.
Una società che ha spinto all'eccesso l'esibizionismo approda così alla manifestazione dell'unica parte del corpo rimasta nascosta e proibita, gli organi interni del corpo umano. La mutazione in corso, che porta alla nascita di nuovi organi e di conseguenza a un riassetto anatomico dell'uomo in quanto specie, è al centro di un inestricabile dilemma etico e filosofico: avversare un cambiamento indotto da un governo occulto o accettare il passaggio evolutivo verso una forma ibrida destinato a sostituire l'homo sapiens? Cronenberg sembra suggerirci, provocatoriamente, che è giunto il momento di lasciarsi andare e assecondare il flusso. È impossibile fermare il progresso tecnologico, quand'anche questo comportasse la fine della nostra specie e la nascita di una nuova e non necessariamente migliore.
David Cronenberg di nuovo in grande stile: Crimes of the Future segna il grande ritorno del regista al body horror in un film viscerale, disturbante e sicuramente non per tutti. Nonostante non tutti gli ingranaggi della sceneggiatura risultino perfettamente oliati, la nuova opera del maestro è densa di significati, stratificata e complessa, pregna delle tematiche più care all’autore [...] Vai alla recensione »
Crimes of the future è una pellicola ambientata in un futuro non precisato, per inteso sembra quasi un passato futuribile o un presente con tecnologia futura, mi spiego meglio: nonostante si percepisca chiaramente di vivere un'epoca futura con tecnologia e mezzi avanzati, in realtà la vita quotidiana è praticata in luoghi con arredi del nostro passato donando al film un effetto vintage inconsueto. Vai alla recensione »
Crimes of the future è una pellicola ambientata in un futuro non precisato, per inteso sembra quasi un passato futuribile o un presente con tecnologia futura, mi spiego meglio: nonostante si percepisca chiaramente di vivere un'epoca futura con tecnologia e mezzi avanzati, in realtà la vita quotidiana è praticata in luoghi con arredi del nostro passato donando al film un effetto vintage inconsueto. Vai alla recensione »
Film claustrofobico, crepuscolare, cupo, lentissimo. Gli attori, per la maggior parte del tempo, non parlano: sussurrano. Amo sia Cronenberg che Mortensen, ma in questa realizzazione pretenziosa e confusa, non riconosco quasi nulla del loro grande talento. Due ore e mezza interminabili, che non auguro a nessuno.
In un futuro distopico perverso, intriso di sangue e lattice, David Cronemberg riprende la sessualità distorta di Crash (1996) ed i Pod di eXistenZ (1999) ovvero, appunto, sangue e lattice. In questo futuro/presente alternativo, dove sopravvivono le tv a tubo catodico, l'umanità, che ha quasi eliminato geneticamente il dolore, si diletta artisticamente e sensualmente con la chirurgia creativa.
Non posso esprimere un voto perchè ho visto questo film in condizioni estreme e mi sono dovuto allontanare dalla sala ben prima della fine dello spettacolo. Mi limiterò ad esprimere pertanto solo le mie impressioni, riservandomi di rivederlo in condizioni meno drammatiche. Cronenberg è autoindulgente e ha creato un film vintage, di non facile fruizione, piuttosto datato, una specie [...] Vai alla recensione »
Nonostante il regista sia uno dei miei autori preferiti e Viggo Mortensen uno dei migliori attori di Hollywood, il film è di una noia mortale. Nel plot è ripreso il vecchio tema caro a Cronenberg, già presente nei suoi primi film ed in particolare nel suo capolavoro, Videodrome del 1983, ovvero l’ossessione per l’incarnazione, nel senso letterale della parola, dello spirito invasivo della tecnocrazia [...] Vai alla recensione »
Evidentemente non sono all'altezza. Evidentemente non sono in grado di capire i pregi di questo film osannato dalla critica e pure da gran parte del pubblico. Io l'ho trovato disgustoso, disturbante e per nulla digeribile. Bravi gli interpreti, che tuttavia non hanno parlato, ma sussurrato per quasi tutto il film, per giunta con un sottofondo musicale opprimente.
In futuro distopico perverso, intriso di sangue e lattice, David Cronemberg riprende la sessualità distorta di Crash (1996) ed i Pod di eXistenZ (1999) ovvero, appunto, sangue e lattice. In questo futuro/presente alternativo, dove sopravvivono le tv a tubo catodico, l'umanità, che ha quasi eliminato geneticamente il dolore, si diletta artisticamente e sensualmente con la chirurgia creativa.
Ci aspettiamo tanto da Cronenberg, sicuramente. Allora andiamo al cinema certi che avremmo qualcosa… Questa volta: No. Il film pecca di voler spiegare le cose. Se ci pensiamo a “Il silenzio” di Bergman, li sì c’è un contenuto… o “La guerra del fuoco” di Arnaud… ciao. Forse se fossi in una lingua incomprensibile, lì sì [...] Vai alla recensione »
Cronenberg vuole convincerci che, al pari degli Etruschi, possiamo trarre dall'esame delle viscere auspici e pronostici. I suoi, beninteso, che non sono tanto incoraggianti. Grato a Emanuele Sacchi che ha offerto un chiaro orientamento in sintonia con questo pensiero: "... un futuro remoto che è al contempo una verosimile prosecuzione del nostro presente".
Cronemberg è il chirurgo del cinema, incide e modifica l'arte della regia esattamente come il personaggi dei suoi film incidono e modificano i corpi. La chirurgia sarà pure il nuovo sesso, ma il cinema è sesso da sempre e finquando avremo registi come Cronemberg, continuerà ad esserlo alla grande
Il corpo è la realtà, la chirurgia è il nuovo sesso: era dai tempi di eXistenZ che Cronenberg non abbracciava la fascinazione dell'orrore sul corpo umano come allegoria del malessere sociale. Questa co-produzione girata in Grecia lo riporta in quei lidi, creando un ponte ideale e circolare con il suo secondo, omonimo lungometraggio, di cui ritornano le mutazioni somatico-artistiche, le pulsioni deviate [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film di Cronenberg sa davvero di ultimo film di Cronenberg, quello che "lo ricapitola e lo consegna ai posteri", come si diceva una volta. È Cronenberg stesso a non fare nulla per nasconderlo, a partire dal titolo che rimanda al suo medio/lungo-metraggio di 52 anni fa, dal quale mutua l'assunto di partenza (un corpo che continua a rigenerare organi asportati chirurgicamente).
La critica di pubblica sicurezza non c'interessa, però nel caso di "Crimes of the Future" bisogna dire che inizia con il soffocamento di un bambino per mano di sua madre. Una sequenza quasi insostenibile anche se il settantanovenne Cronenberg usufruisce di una zona franca per indiscutibili meriti artistici: del resto il Francis Bacon della regia (definibile così in quanto noto come il pittore irlandese [...] Vai alla recensione »
Sospeso fra Bataille e Artaud, immerso in scenografie teratologiche degne di un H. Giger e dei suoi mostri, denso di riferimenti a tutto il cinema precedente del maestro canadese (dagli attrezzi ginecologici di Inseparabili al gamepod di eXistenZ, dall'epopea della "nuova carne" di Videodrome all'ibrido di carne, sesso e metallo di Crash), Crimes of the Future torna a lavorare sulla forma del mélo [...] Vai alla recensione »
Quasi cinquanta anni sono passati da Il demone sotto la pelle (1974), esordio del trentunenne David Cronenberg, e trentasei da La mosca (1986), tra i suoi film più grandi. E ora con Crimes of the future (Canada, Gran Bretagna e Grecia, 2021, 107') il regista canadese torna a raccontare i suoi incubi e i suoi fantasmi rielaborati in immagini spaesanti.
Qualcuno spieghi al venerato maestro David Croneneberg come siamo combinati. Al cinema va pochissima gente, chi aveva l'abitudine l'ha persa, si spera nel ricupero facendo gli scongiuri. Lui rispolvera un copione di 20 anni fa. Lo apparecchia - non si può davvero parlare di regia e messa in scena - senza mai guardare fuori dalla finestra. Di che parliamo, alle frontiere del contemporaneo? Di virtuale [...] Vai alla recensione »
Se il nuovo film di Cronenberg non fosse una meraviglia. bisognerebbe andarlo a vedere anche solo per ridere delle macchine. Chi ha visto existenz , ll pasto nudo o "Crash sa di cosa parliamo. Macchine umane, fatte come pezzi di ossa o di carne perché destinate a interagire con il nostro corpo. Come ogni macchina, certamente, ma in modo -come dire-più organico.
In un futuro distopico, la specie umana si sta adattando a un ambiente sintetico, che provoca nel corpo molteplici mutazioni. Gli esseri umani, infatti, sono stati portati a superare i confini della propria condizione naturale e ora devono affrontare delle metamorfosi che alterano la loro composizione biologica. Saul Tenser, un celebre artista, è solito mostrare in alcune performances dal vivo le trasformaz [...] Vai alla recensione »
Che brutto futuro immagina per noi David Cronenberg. Fedele al pessimismo che lo contraddistingue (forse più umanistico che cosmico), in «Crimes of the Future» l'autore canadese mette a fuoco con inquietante visionarietà un mondo cupo, disgregato, dominato da ideologie tanto autoritarie quanto effimere, privo di coordinate civili e morali comunitarie.
L'importante, in questo caso, è la "bellezza interiore"... David Cronenberg, a quasi 32 anni dopo "Inseparabili", torna a indagare col suo nuovo film, "Crimes of the future", visto all'ultimo Festival di Cannes (ed in sala ora, distribuito da Lucky Red) le viscere di un racconto che osa, o quanto meno ci prova, ad immaginare l'evoluzione del- la speciale umana.
Un futuro non lontano: il corpo umano ha subito delle mutazioni, generando spontaneamente nuovi organi e annullando il dolore e le infezioni. Questo permette a Saul Tenser, uno dei più grandi artisti concettuali viventi, di usare la sua stessa carne come opera d'arte per le sue performance estreme. Ma l'evoluzione nasconde anche degli inquietanti misteri.
Un addome viene divaricato. E noi spostiamo lo sguardo. Un bisturi entra nell'addome divaricato. E noi mettiamo le mani davanti al viso. Il bisturi taglia ed estrae l'organo. E noi chiudiamo le dita. Ma gli occhi, in effetti, mai si sono chiusi perché vogliamo vedere. C'è qualcosa di estremamente sbagliato nell'osservare la violazione del corpo umano e Cronenberg lo sa, lo sa il suo protagonista, i [...] Vai alla recensione »
In un futuro imprecisato, il corpo degli esseri umani si è modificato al punto da potersi mutare continuamente. E c'è chi trasforma il tutto in arte. Un film noioso, vuoto, apatico come il manifesto che vuole rappresentare, e spesso incomprensibile nella trama. Con un desiderio di voler sorprendere a tutti i costi che però gli si ritorce contro. Il più brutto film di Cronenberg, che testimonia come [...] Vai alla recensione »
Da Una Storia di violenza in poi, David Cronenberg, pur senza tradire la sua poetica, sembrava essere approdato a una fase di cinema più accessibile. Ma in Crimes of the Future (già titolo di uno delle sue primissime opere) la magnifica ossessione del canadese per mutazioni fisiche, aberranti esperimenti medici, misteriose epidemie riacquista sullo schermo piena centralità.
Il corpo come realtà ultima nell'era della totalità virtuale. Dopo un intervallo di otto anni durante il quale ha parlato molto di Netflix e suggerito che for- se il cinema non lo interessava più, David Cronenberg torna alle radici con un film che riprende i temi più profondi della sua opera - dai primi mediometraggi, di cui questo echeggia il titolo, al body horror di Videodrome e Existenz, agli strumenti [...] Vai alla recensione »
I fratelli Mantle lo avevano enunciato, auspicato, in Inseparabili. «Si dovrebbero organizzare dei concorsi di bellezza per organi interni». Cosa significa(va)? Che il corpo era e sarebbe stata l'ultima frontiera di qualsiasi progetto di patto sociale. Il cinema cronenberghiano, rispetto al suo carattere futuribile, oggi è semplicemente - si fa per dire - nostro simile e contemporaneo.
Non ha bisogno di presentazione alcuna, il regista canadese David Cronenberg. Non a caso, dunque, il suo Crimes of the Future si è immediatamente preannunciato come uno dei film più attesi, in corsa per la tanto ambita Palma d'Oro, alla 75a edizione del Festival di Cannes. A ben otto anni dalla realizzazione del suo penultimo lungometraggio, Maps to the Stars, dunque, Cronenberg ha qui ripreso un discorso [...] Vai alla recensione »
Cosa resta di una lezione dopo che è stata totalmente compresa? Cosa resta di un grande regista quando il suo immaginario è stato completamente assorbito dal cinema della sua epoca? E in particolare, per David Cronenberg - e non certo da oggi - cosa resta della mutazione dei corpi in nuova carne, quando quei corpi e quella carne sono stati dematerializzati da effetti digitali che cancellano nella fluidità [...] Vai alla recensione »
Un grande affresco teorico e sensuale sull'avvento della nuova carne. Nel personaggio interpretato da Viggo Mortensen vive il ricordo del film che David Cronenberg avrebbe voluto realizzare con Orlàan, celebre body performer che portava in scena i suoi interventi chirurgici di modificazione Corporea. Con una lucidità ammirevole, il regista non solo rielabora le avventure della nuova carne ma le proietta [...] Vai alla recensione »
In competizione all'ultima edizione del Festival di Cannes, "Crimes of the Future" segna il tanto atteso ritorno sul grande schermo del cineasta canadese David Cronenberg, otto anni dopo il riuscito "Maps to the Stars" (2014). Dopo aver svelato la spietatezza del capitalismo in "Cosmopolis" e aver denunciato il meccanismo corrotto dello star system nella pellicola del 2014, il regista di culto cerca [...] Vai alla recensione »
Per capire l'ultimo Cronenberg non serve tornare all'omonimo film del 1970, ma guardare al presente: alla messa in mercato, come NFT, dei 56 secondi di The Death of David Cronenberg e, soprattutto, dei calcoli renali (oh, yes) dell'autore. Recap: in Cosmopolis la finanza, in Maps to the Stars cinema e social, qui il mercato dell'arte. Gli interessano, oggi, i sistemi di produzione di senso, valore, [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Cronenberg e un'esibizione di atrocità in stile ballardiano ambientata in un futuro inquietante, in cui il corpo delle persone cambia facendo pensare a una fase evolutiva post-umana. I progressi nel campo medico e analgesico hanno ridotto le sensazioni fisiche al punto che il dolore è un ricordo del passato (e oggetto di nuove perversioni), come il piacere, il disgusto, la paura.
Che Cronenberg torni a Cannes in concorso all'età di 79 anni e ad otto dal suo ultimo film è un dono qualsiasi cosa si pensi di Crimes of the Future, sua nuova opera estremamente divisiva. Indubbiamente si tratta di uno dei titoli più attesi di quest'edizione ma sarà bene che lo spettatore, in casi come questi, si avvicini alla visione con un minimo di informazioni pregresse, pena l'andare incontro [...] Vai alla recensione »
Passare dai Dardenne al Cronenberg di Crimes of the Future, significa fare un salto in un'altra galassia. Nella cornice inquinata di un futuro indefinito - popolato da un'umanità degradata che produce escrescenze schedate da un kafkiano ufficio dove lavora Kristen Stewart - la coppia Viggo Mortensen e Léa Seydoux si esibisce in performance che sono una radicale forma di Body Art.
C'è questo breve dialogo tra il performance artist Saul Tenser (Viggo Mortensen) e il poliziotto della New Vice con il quale si incontra di notte lontano da occhi indiscreti: quest'ultimo gli chiede, «Non avrai paura di un piccolo sentimento?»; Tenser risponde «Io ho paura di tutto». Mi pare rivelatore. E sufficientemente significativo per credere che no, Crimes of the Future non è lo stesso Cronenberg [...] Vai alla recensione »
Il corpo come realtà ultima nell'era della totalità virtuale. Dopo un intervallo di otto anni durante il quale ha parlato molto di Netflix e suggerito che forse il cinema non lo interessava più, David Cronenberg torna alle radici con un film che riprende i temi più profondi della sua opera - dai primi mediometraggi, a cui si richiama il titolo di quest'ultimo lavoro, al body horror di Videodrome e [...] Vai alla recensione »
Doppia programmazione di genere; d'autore, s'intende. Del body horror David Cronenberg è stato il profeta. Crimini del futuro vorrebbe essere una versione moderna e sofisticata del vecchio amore, a cui però il regista ottantenne s'applica con malcelata stanchezza. Neppure l'idea di partenza è originale. Il mondo, superstite alla catastrofe, s'adatta a vivere in ambiente degradato: l'evoluzione biologica [...] Vai alla recensione »
"Body's Reality". La scritta su una tv su sfondo nero sposta il cinema di Cronenberg dalla definizione - sempre parziale - di body horror a quella di 'body beauty'. Perché Crimes of the Future è un cinema sulla bellezza che racchiude l'attrazione, la sessualità, la metamorfosi, la carne, gli organi. Anche la mostruosità diventa forma di seduzione: l'esibizione con il viso e gli occhi cuciti, il volto [...] Vai alla recensione »
I corpi aperti: non più questione di innesti organici, di penetrazioni meccaniche, di porte di carne... Non solo, almeno: Crimes of the Future (in Concorso a Cannes 75) allinea l'intero sistema cronenberghiano nella simbiosi tra la pulsione organica del divenire e la sistemazione logica dell'essere. Come in Cosmopolis e in Maps to the Stars, siamo ancora nella distopia deprivata del futuro in cui si [...] Vai alla recensione »
Dalla spiaggia un bambino rientra in casa e inizia a mangiare della plastica. La madre prende un cuscino e lo soffoca. Un artista (Viggo Mortensen), accompagnato dalla sua compagna (Léa Seydoux) organizza spettacoli sulla metamorfosi dei suoi organi. Un'investigatrice del National Organ Registry (Kristen Stewart) indaga sulla reale portata delle mutazioni.
Inizia con un infanticidio Crimes of the Future, il ritorno al cinema di David Cronenberg a otto anni di distanza dallo splendido Maps to the Stars, presentato anch'esso in Concorso a Cannes, che terminava con l'omicidio/suicidio perpetrato dal personaggio interpretato da Mia Wasikowska che cancellava con questo gesto il frutto di un incesto, di una catena di replicanti e di doppi, nel nome della Libertà [...] Vai alla recensione »
Era tra i film più attesi di Cannes "Crimes of the Future", opera-testamento, all'apparenza, del settantanovenne di culto David Cronenberg a otto anni dal suo ultimo " Maps of the Stars". In chiave di fantascienza funerea, tanto filosofica quanto estrema (come già nei suoi "Stereo" e "eXistenZ") il maestro canadese riflette sulla creazione artistica e sulla vecchiaia.
L'avvenire è nella plastica: è una celebre battuta de Il laureato che prefigurava l'importanza che i polimeri sintetici avrebbero assunto nella nostra vita quotidiana, nell'industria e dell'economia. In un film del 1968, quale quello di Mike Nichols, si faceva una predizione del futuro, di un crimine del futuro come oggi sembra chiaro nella consapevolezza ambientale che abbiamo acquisito.
Si parte comodi, un infanticidio: la madre soffoca il figlio col cuscino, giacché ha mangiato plastica. E poi dentro nel body horror, tra registro nazionale degli organi, desktop surgery alla mercé di tutti, performance di chirurgia, "chirurgia è sesso", "l'evoluzione umana potrebbe andare fuori controllo, nell'insurrezionale", e poi autopsie, trapani che perforano crani.