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Ultimo aggiornamento martedì 25 luglio 2023
La tragedia di Kursk avvenuta nel 2000: i tentativi di salvataggio furono inutili e tutto l'equipaggio morì poco dopo. In Italia al Box Office Kursk ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 29 mila euro e 7,6 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Il 10 agosto del 2000 il Kursk, sottomarino russo a propulsione nucleare, intraprende la prima esercitazione con 118 marinai. Il siluro a bordo si surriscalda più del previsto ed esplode a sette minuti dal lancio. Segue un'altra esplosione, il sottomarino affonda nelle acque del Mare di Barents e i 23 superstiti, marinai e amici insieme, lottano fino alla fine per sopravvivere.
Il versatile cineasta danese Thomas Vinterberg non cessa mai di stupire. A sei anni dal film candidato all'Oscar Il sospetto, e a dieci da quel Festen che fu premiato a Cannes, firma adesso l'adattamento cinematografico di 'A Time to Die' di Robert Moore, sostenuto e prodotto da Luc Besson.
Una storia fatta di uomini in guerra e donne in attesa, burocrati senza cuore e capitani coraggiosi, algidi schieramenti politici e appassionate squadre di marinai in lotta per la sopravvivenza. Come sempre Vinterberg ama viaggiare sulle contraddizioni - del singolo animo umano come dei governi internazionali - seguendo stavolta un doppio binario: da una parte il film intimista, che si apre in una gara di apnea padre-figlio tra le mura domestiche e si chiude con una lettera commovente alla famiglia. Dall'altra il disaster movie, con l'esplosione spettacolare di un sommergibile inaffondabile, la disperata lotta dei superstiti per restare in vita e la loro estenuante attesa.
Racconta soprattutto questo, Kursk, il senso dell'attesa. E naturalmente l'altra faccia della medaglia, l'impotenza. Quella insostenibile di chi attende di essere salvato. Quella di una moglie incinta che non sa che fine abbia fatto il suo uomo. Quella di un Paese che assiste inerme alla catastrofe, quella di altri Paesi che si offrono in soccorso ma vengono, anche loro, messi in attesa. Vinterberg riesce a tenere tutti con il fiato sospeso, protagonisti e pubblico insieme, invitandoli a seguire in apnea le peripezie anzi tutto emotive di Matthias Schoenaerts (già diretto da Vinterberg in Via dalla pazza folla). Un marinaio d'eccezione, ma prima di tutto un marito e padre devoto che non si arrende all'idea di scomparire dalla memoria dei suoi figli.
Umani, troppo umani, per dirla con Nietzsche, anche Léa Seydoux versione moglie innamorata che non accetta le bugie governative, e Colin Firth nei panni del generoso Commodoro David Russell della Royal Navy britannica. Interessante anche il discorso che Vinterberg fa sul senso dell'autorità, mettendo a confronto con lui l'Ammiraglio Gruzinsky della Marina Russa e il granitico Ammiraglio Petrenko, portavoce governativo e simbolo dell'elefantiaca burocrazia delle istituzioni che - sembra suggerire Vinterberg - uccide molto più di accidentali esplosioni in mare.
Come ne Il sospetto (ma anche La Comune) Vinterberg racconta senza mai schierarsi, piuttosto solleva costantemente interrogativi, dissemina battute in pieno dramma ("Finalmente la marina fa qualcosa di giusto", riferito ad un buffet improvvisato con ciò che resta a bordo) e lascia lo spettatore letteralmente senza fiato, a riflettere sul vero nemico. La politica che si gioca sulla pelle degli eroi.
KURSK disponibile in DVD o BluRay |
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C'è tanta convinzione ma anche sentimento nel film di Vinterberg, poca poetica, retorica o eloquenza e molta voglia di raccontare i fatti, altamente drammatici, realmente accaduti con un tono asciutto, realistico e verosimile. Spinto forse da un bisogno di denunciare, in un certo senso, quella politica spesso legata da vincoli ideologici che devia l'opinione pubblica, mistifica e occulta [...] Vai alla recensione »
Bambini festanti e spose che salutano la partenza per un'esercitazione del sommergibile a propulsione nucleare K-141 Kursk e in grado di lanciare missili a testata nucleare, orgoglio della nazione, che riprende il mare in agosto del 2000 dopo 10 anni di cantiere. Scena di giubilo, navi e sirene che lo accompagnano per un viaggio, orgoglio del Paese che lo aveva varato anni prima e che voleva [...] Vai alla recensione »
ebbene si, ennesimo tentativo atlantista di deridere la nazione russa, sperando vanamente (ma anche non troppo..considerando il livello di corruzione mentale occidentale) che la favoletta a stelle e striscie possa attechire. Una produzione che definire stereotipata è poco...un drammone che purtroppo si basa su un reale accadimento che viene malamente romanzato e le cui cause palesemente inventate [...] Vai alla recensione »
Intenso racconto di mare: la vita dura di tanti marinai russi e delle loro famiglie. Con lucidità e senza mai scivolare nel melodramma il film porta lo spettatore a scendere progressivamente nelle profondità dell'oceano come nella tragedia. Tragedia universale: quella dell'uomo che non può cambiare il proprio destino. Si va' ben oltre il semplice intento di denunciare [...] Vai alla recensione »
Questo regista, di cui da poco i cinema hanno distribuito Drunk, Oscar film straniero,viene dal cosiddetto Dogma danese dei 90. Festen l esempio piu conosciuto, credo sia proprio suo. Ha suscitato, quella tendenza, non poche discussioni che qui non si possono riassumere o riaprire. Ma quella tendenza, secondo chi scrive soprravalutata ma non da buttare, era applicabile a quel cinema autoriale. Non [...] Vai alla recensione »
Il 10 agosto del 2000 il sottomarino a propulsione nucleare K-141 Kursk, orgoglio della Flotta Settentrionale della Marina Russa, intraprende la prima esercitazione in dieci anni coinvolgendo trenta navi e altri tre sottomarini. In seguito però a due potenti esplosioni, il Kursk rimane sepolto sotto il mare di Barens insieme al suo equipaggio e mentre i 23 marinai superstiti lottano per la sopravvivenza [...] Vai alla recensione »
Prima di guardare Kursk, se a qualcuno venisse in mente di rileggere gli articoli del Dogma 95, che porta il suo nome insieme a quello del rappresentante più celebre del gruppo, Lars Von Trier, avrebbe forse dei dubbi che Thomas Vinterberg sia stato stavolta sostituito da un sosia. In realtà quell'esperimento ebbe fine dieci anni dopo, anche se ancora adesso il regista si diverte ad applicare qualche [...] Vai alla recensione »
Una volta stabilito che Thomas Vinterberg non è l'autore dirompente e innovativo che parte della critica e del pubblico pensava potesse essere ai tempi di Festen e Dogma 95, dobbiamo convenire che lo stesso regista danese ha fatto di tutto in questi ultimi anni per delineare una filmografia interessante ma discontinua. Prendiamo questo Kursk, realizzato nel 2018 poco prima dei numerosi riconoscimenti [...] Vai alla recensione »
Fa una certa impressione vedere (o rivedere) ai giorni d'oggi, nell'estate 2023, un film di solo cinque anni fa, diretto da Thomas Vinterberg, il co-fondatore nel lontano 1995 del movimento di "Dogma" che con il suo secondo film Festen - Festa in famiglia aveva vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1998. Poi abbondonata l'avanguardia, aveva iniziato una carriera piuttosto variegata [...] Vai alla recensione »
Chi conosce la vicenda del sommergibile nucleare russo affondato nel mare di Barents nel 2000, durante un'esercitazione, sa già come va a finire il film di Thomas Vinterberg. Forse questo è uno dei motivi per cui il film, basato sul libro di Robert Moore del 2002, dà la priorità alle emozioni rispetto alla ricostruzione, con- centrandosi sulla tensione, sulla solidarietà tra i componenti dell'equipaggio [...] Vai alla recensione »
Dopo una carriera fatta di trasgressioni o di regole rivoluzionarie, deve avere un fascino particolare per Thomas Vinterberg girare un film che potrebbe aderire ai codici del kolossal storico in salsa europea. La storia vera che Kursk racconta è quella del sommergibile K-141 e del terribile incidente che subì: Vinterberg la racconta tanto dentro il sommergibile quanto fuori, seguendo le vite delle [...] Vai alla recensione »