Imponente da un punto di vista sonoro, manca però la tensione necessaria e ai personaggi la necessaria consapevolezza per giustificare le proprie azioni. Straordinario Max von Sydow.
di Antonio D'Onofrio Sentieri Selvaggi
Prima di guardare Kursk, se a qualcuno venisse in mente di rileggere gli articoli del Dogma 95, che porta il suo nome insieme a quello del rappresentante più celebre del gruppo, Lars Von Trier, avrebbe forse dei dubbi che Thomas Vinterberg sia stato stavolta sostituito da un sosia. In realtà quell'esperimento ebbe fine dieci anni dopo, anche se ancora adesso il regista si diverte ad applicare qualche regola stabilita nel decalogo in due punti nevralgici del film, l'inizio e la fine, ad esempio adottando un formato 4:3, girando con la camera a mano e non utilizzando musiche esterne, e nella scelta di evocare il passato fa un omaggio a un cinema diventato altro, meno rigoroso ed estemporaneo, soprattutto dopo aver scelto di lavorare in una produzione di Luc Besson, di cui è nota invece la meticolosità dei progetti. [...]
di Antonio D'Onofrio, articolo completo (3724 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 26 luglio 2023
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