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Thomas Vinterberg

Thomas Vinterberg è un regista, produttore, sceneggiatore, è nato il 19 maggio 1969 a Copenhagen (Danimarca).
Nel 2020 ha ricevuto il premio come miglior regista europeo al European Film Awards per il film Un altro giro. Thomas Vinterberg ha oggi 54 anni ed è del segno zodiacale Toro.

Dogma 95 in divisa

A cura di Fabio Secchi Frau

L'uniforme del movimento cinematografico Dogma 95 ha portato bene a registi come lui, Kristian Levring e Søren Kragh-Jacobsen, ma soprattutto al suo adepto più famoso Lars von Trier. Fra polemiche contro il cinema corrotto dagli effetti speciali e da altri "orpelli" della settima arte, Thomas Vinterberg, come i suoi colleghi, ha affrontato con difficoltà di mezzi (che nonostante il manifesto collettivo firmato non si risolsero mai) una nuova "impersonificazione" del cinema come strumento espressivo e stilistico. Una strada tutta in salita, ma originale e interessante, sui quali tutti hanno avuto da ridire qualcosa, paradossalmente persino gli stessi seguaci! Stimolato fortemente dal grande Lars von Trier (e si vede!), Vinterberg propone film dove niente è lasciato al caso e, allo stesso tempo, nulla è spiegato allo spettatore che deve immergersi in minuti e minuti di vero cinema, trascinanti in un volo sopra le nuvole del dramma. Capace di singolari esperimenti audio-visivi, ora è profondamente slegato al Dogma 95, ma rimane comunque uno dei suoi più notevoli esponenti.

Gli inizi nei cortometraggi
Comincia a lavorare nel mondo dello spettacolo quando viene scelto come attore nel programma "Ung-Tv" (1986) di Povl Erik Carstensen e Morten Lorentzen. Dopo qualche anno, decide di mettere su famiglia e si sposa con la regista Maria Walbom nel 1990, che lo renderà padre di due figli. Peccato che poi la loro unione naufraghi nel 2007 con un definitivo divorzio. Dopo aver firmato qualche opera audio-visiva come Sneblind (1990), si laurea alla Scuola Nazionale di Cinema danese nel 1993, con il cortometraggio Sidste omgang, e riceve da subito piccole ma dignitose onorificenze da parte della critica, da Monaco a Tel Aviv, che lo sproneranno a continuare a lavorare ai cortometraggi. Uno di questi è Drengen der gik baglæns (1994), forse il suo miglior cortometraggio, che racconta la storia di un ragazzo che scopre di avere la capacità di tornare indietro nel tempo. Inoltre, lui stesso sarà protagonista di un corto: Forsmåelse (1995) di Søren Fauli.

Dogma 95 e il successo di Festen
Dopo queste esperienze decide di debuttare finalmente sul grande schermo con un lungometraggio. Sceglie il thriller e firma così De Største helte (1996). Seguiranno un buon numero di pellicole e film tv, dove (piccola particolarità) imporrà quello che è considerato da tutti il suo attore feticcio Thomas Bo Larsen. Avvicinatosi a Lars von Trier, diventa uno dei fondatori del movimento Dogma 95 che vuole imporre ai firmatari del manifesto, una sedie di regole da adottare in nome di un cinema purificato e senza artifici, che deve necessariamente rispettare le unità aristoteliche di tempo, spazio e azione. La prima pellicola a comparire nella lista di film che rispettano (anche se con alcune eccezioni) le rigide regole di questo "Voto di Castità" della settima arte, è Festen - Festa in famiglia (1998) del quale Vinterberg è, oltre che regista, autore della sceneggiatura e compare in un brevissimo cameo nel ruolo di un tassista. Nel cast, oltre al sempre presente Thomas Bo Larsen, anche Henning Moritzen, impegnati nella storia di una grande famiglia dell'alta borghesia danese sulla quale si stende l'ombra della pedofilia e dell'incesto. Cinepresa a spalla, rifiuto delle scenografie, dei costumi, dei trucchi e della colonna sonora sono le sue peculiarità più interessanti e fanno di Festen uno dei film più antiborghesi e feroci degli Anni Novanta, all'interno del quale i personaggi si dilaniano tragicamente fra di loro in un gioco al cannibalismo psicologico che ricorda il teatro drammatico di Ibsen e Strindberg, per non parlare di Ingmar Bergman. Nominato ai BAFTA e ai César come miglior film straniero, vince il Premio della Giuria al Festival di Cannes.

Sperimentalismi audio-visivi in tv
Pare che dopo questo exploit però, il suo sodalizio con Dogma 95 si dissipi molto velocemente. Accetta nel 2000 di dirigere il videoclip dei Blur "No Distance Left To Run", poi realizza D-Dag (2000) un film per la tv che è da considerarsi un avvincente esperimento in collaborazione con quattro canali televisivi nazionali danesi che hanno trasmesso in contemporanea quattro film differenti, seppur con la tessa vicenda, che era stata trattata da quattro punti di vista, quelli dei 4 personaggi principali. Il fine era quello di personalizzare il film per ogni spettatore. Fantastico e stimolante da un punto di vista stilistico e concettuale e inusuale se si mette a confronto con quello che produciamo a casa nostra, dove il massimo che questa tv generalista (pubblica e privata) riesce a fare a livello di sperimentazione è la lettura della Bibbia in diretta e senza stop!

Hollywood: andata e ritorno
Disgraziatamente, come spesso avviene in questi casi, Hollywood ci mette lo zampino e cerca di accaparrarsi il regista per omologarlo ai voleri delle Major. Succede con Le forze del destino (2003) pessimo film di fantascienza dove però Vinterberg dirige il grande Sean Penn. Vista la terribile accoglienza del film da parte del pubblico e della critica, l'autore decide di tornare alla sua amatissima Europa e sceglie una sceneggiatura di Lars von Trier per ricominciare: Dear Wendy (2005). A questo seguiranno poi il sentimentale Riunione di famiglia (2007) e la serie tv Deroute (2008), dove però è semplicemente attore. Nel 2008, torna anche ai videoclip, dirigendo per i Metallica "The Day That Never Comes". Nel 2012 si dedica a una nuova riunione di famiglia ne Il Sospetto con Mads Mikkelsen. Dopo la parentesi britannica di Via dalla pazza folla, nel 2016 presenta alla Berlinale The Commune, che descrive (in maniera parzialmente autobiografica) la vita di una comune di Copenaghen negli anni Settanta. In seguito dirige Kursk (2018) e nel 2020 torna con un nuovo provocatorio film, Un altro giro.
È ovviamente un peccato che si sia persa quell'ostentata purezza, quell'intelligenza, quella freddezza e quella claustrofobia che tanto si andavano sbandierando nel cinema danese degli Anni Novanta, ma non tutto è perduto: quello che rimane, con l'aggiunta di quell'artificiosità della quale avrebbero volentieri fatto a meno, è un estetismo corretto, dettagliato e un'ottima cura nella psicologia dei personaggi. Vinterberg, insomma, anche se prevedibile, rimane comunque atipico, rigoroso, quasi grafico e didascalico, ma con un cambio di divisa che lo porta ad affermare anche la componente emotiva, a dispetto di quella realistica.

Ultimi film

Drammatico, (Danimarca - 2020), 116 min.
Drammatico, (Danimarca - 2016), 111 min.
Drammatico, (Danimarca - 2012), 115 min.
Drammatico, (Danimarca, Svezia - 2010), 105 min.

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