Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Danimarca, Svezia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Thomas Vinterberg |
Attori | Jakob Cedergren, Peter Plaugborg, Patricia Schumann, Henrik Strube, Helene Reingaard Neumann, Morten Rose, Finn Bergh, Dar Salim . |
Distribuzione | Mikado Film |
MYmonetro | 2,58 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 1 settembre 2010
CONSIGLIATO NÌ
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Nick e suo fratello minore fin da piccoli hanno dovuto occuparsi di se stessi a causa di una madre alcolizzata. A loro carico era anche il fratellino neonato che un giorno era morto all'improvviso. Ora Nick è un uomo sui trent'anni che conduce un'esistenza solitaria interrotta ogni tanto da prestazioni orali di una vicina di casa divorziata e con un figlio che vorrebbe le venisse affidato. Nick è stato in carcere ed è stato lasciato dalla sorella di Ivan, un suo coetaneo con problemi psichici nella sfera sessuale. Suo fratello intanto ha concepito con una tossicodipendente come lui un figlio, Martin. L'uomo lo ama profondamente anche se non riesce a liberarsi dall'eroina.
C'era una volta Thomas Vintenbeg, primo adepto certificato del Dogma vontrieriano, che ci aveva regalato un'analisi acuta e grottesca della borghesia danese nel più che riuscito Festen. Dopo divagazioni hollywoodiane totalmente fuori dalle sue corde, una surreale indagine sulla dipendenza dalle armi (Dear Wendy) e una divertente rivisitazione del mondo di Festen in Riunione di famiglia lo ritroviamo con un film le cui retoriche superano ogni limite di accettabilità. Ci sono i due bambini che vengono caricati di un senso di colpa esistenziale, non mancano le descrizioni delle loro esistenze alla deriva con annesso finale in bilico tra speranza e buio in fondo al tunnel. Il tutto sottoposto al criptico titolo Submarino che fa riferimento (ma solo per i malvagi addetti ai lavori temiamo) alla denominazione della forma di tortura che spinge la vittima ai limiti dell'annegamento.
Sono vite al limite quelle dei due protagonisti. Il limite non è però solo quello dettato dall'alcolismo, dalla violenza che talvolta esplode o dalla addiction alle droghe pesanti. Il limite è costituito da una sceneggiatura che non riesce a sostenere un accumulo di eventi che potrebbero essere credibili se non venissero esposti con una consequenzialità degna di una serie televisiva di serie B.
Cresciuti nel degrado di una situazione familiare scandita dall'alcolismo di una madre assente e dalla morte prematura del loro piccolo fratellino Martin, due fratelli danesi perdono i contatti una volta cresciuti. Le loro strade si incrociano di nuovo in occasione del funerale della madre allorchè l'uno, appena uscito dal carcere, finirà per tornarci per coprire un amico e l'altro [...] Vai alla recensione »
Il critico di cinema che ha scritto l articolo su questo film applauditissimo a Berlino probabilmente si è fatto di quelle droghe pesanti di cui si fa anche uno dei protagonisti del film , perchè sembra aver visto tutt' altro ... Questo è un ritorno Duro e Puro alle origini . A tratti e più crudele e cinico di Von Trier , un vero capolavoro danese che spero di rivedere al più presto anche in Italia [...] Vai alla recensione »
Splendido film, duro e crudele, ma consapevole di dove vuole arrivare . Visione consigliatissima a tutti i seguaci dell' ultimo Von Trier e del cinema danese-svedese più autoriale, e degli amanti della visione-lettura cinema-psicoanalitica. Spero in una futura uscita in Italia !! avanti con le buone distribuzioni , basta con film-tv-cinepanettoni insopportabili e filoberlusconiani.
Cofondateur avec Lars von Trier, en 1995, du défunt Dogme, une charte esthétique d'un jansénisme farcesque qui entendait révolutionner le cinéma, Thomas Vinterberg s'est fait connaître par le célèbre et légèrement surestimé Festen (1998). Après ce psychodrame familial frénético-dogmatique, la suite de sa carrière ne fut pas à la mesure de ce succès.