Anno | 2005 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Thomas Vinterberg |
Attori | Jamie Bell, Bill Pullman, Michael Angarano, Danso Gordon, Novella Nelson, Chris Owen Alison Pill, Mark Webber, Maria Charles, Trevor Cooper. |
Uscita | venerdì 23 settembre 2005 |
MYmonetro | 2,91 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Pacifisti armati e adolescenti nell'America ricostruita in studio dalla camera di Thomas Vinterberg e dalla penna di Lars von Trier. In Italia al Box Office Dear Wendy ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 41,9 mila euro e 22 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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E Dick prese la pistola, in un giorno uguale a tutti i giorni di Estherslope, una piccola provincia mineraria posta da qualche parte nell'America posticcia di Vinterberg. Il regista di Festen che con una "rivelazione" rovinò il pranzo di una ricca famiglia borghese, con il suo ultimo lungometraggio rivela il pacifismo armato del mondo occidentale. Ma non è in questo, o almeno non è solo in questo, che si risolve il film. La Wendy "cara" del titolo è la magnifica ossessione di Dick, un adolescente introverso che vive con una tata di colore e un padre minatore. Alla sua morte in miniera, scampato caparbiamente allo stesso destino, Dick compra una pistola "giocattolo" da regalare a un insopportabile moccioso. Ma esattamente come accade nella canzone di Gaber, Dick "sente l'importanza della sua presenza, fa sempre un certo effetto così gelida e liscia", l'accarezza "con la mano e la sente che si scalda a contatto della coscia" (La Pistola, 1978). Non riuscirà mai più a disfarsene e addirittura con altri compagni di gioco fonderà una setta di "poeti estinti": i Dandies pacifisti col vezzo della pistola. Ognuno di loro avrà la sua e una propria specialità di sparo. Rinunciando alla divisa da minatore, i sei adolescenti di Estherslope indosseranno quella malinconica del dandy insieme all'inevitabile senso di inappartenenza della loro età. Quella dell'adolescenza tradotta così bene dai comportamenti dandistici, volti a crearsi un io unico e assoluto che traducono in un particolare modo di vestire ma anche di vivere e di agire. Invisibili e separati, come pura regola del dandismo e del passaggio all'età adulta, Dick e i suoi compagni si ritrovano a sparare nella profondità delle miniere scavate dai loro padri. Poi un giorno si affideranno una missione "di pace" armata che acquisterà i toni epici del western. Compiuto il parricidio sociale a colpi di arma da fuoco il loro giovane tempo trapasserà dolorosamente la soglia e la vita. È importante e fatale l'ultimo film di Vinterberg col suo amour fou per le ossessioni dell'adolescenza. Le evoluzioni mature di Jamie Bell (Billy Elliot in Billy Elliot) e gli Zombies, la banda cult che canta sulle immagini, sono almeno altri due motivi per andare a vedere la "cara Wendy".
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"Cara Wendy, è arrivato il momento di dirci addio e quello che sta per succedere sarebbe più decoroso se tu fossi accanto a me...ho sempre sognato che se qualcuno avesse dovuto procurarmi una ferita d'uscita letale avresti dovuto essere tu mia salvatrice...". Dear Wendy inizia in una piccola cittadina della Virginia Occidentale. Il protagonista Dick è un ragazzo emarginato, pieno di paure e di indecisioni, [...] Vai alla recensione »
«Da quando sono impegnato con Dear wendy mi sono trovato a dover affrontare una serie di pensieri disturbanti, e la sensazione strana di usare un’arma». Parole di Thomas Vinterberg. Sì, perché la Wendy del suo film non è una donna, ma una pistola. Dear Wendy, anzi, è l’incipit di una lettera d’amore che il protagonista Dick - il Jamie Beil universalmente noto come Billy Elliot - scrive alla sua pistola, [...] Vai alla recensione »
Dick vive in una squallida città mineraria, non ha amici, non ha una ragazza, né genitori con cui comunicare. Ma ha una pistola. Una bellissima pistola con cui confidarsi, da guardare negli occhi, di cui fidarsi. In poche parole, un grande amore. E non è l’unico a pensarla così, tant’è che, in poco tempo, Dick diventa il capo di una banda, “The Dandies”: un gruppo di ragazzi un po’ emarginati e accomunati [...] Vai alla recensione »
Trama: Estherslope, Stati Uniti. Dick, figlio di un minatore, compra da un’amica una pistola e la chiama Wendy. Convince poi gli altri giovani emarginati della città a entrare nel suo club segreto, i Dandies. I valori che l’associazione vuole difendere sono i principi del pacifismo e, allo stesso tempo, l’amore per le armi. La regola più importante è “non tirare mai fuori l’arma”.
Dopo Festen, premiato dalla giuria a Cannes, il secondo film di Thomas Vinterberg ad arrivare in Italia è Dear Wendy, premio per la miglior regia al Mosca International Film Festival. Siamo in una piccola cittadina mineraria degli Stati Uniti. Il giovane, introverso e solitario Dick viene casualmente in possesso di una pistola. In termini poetici ne riconosce un'anima, va in estasi e sviluppa un'oscura [...] Vai alla recensione »
Non sono le armi a essere pericolose, ma gli uomini. L’affermazione si può leggere in due modi: o come efficace slogan della National Rifle Association, la lobby delle armi Usa, oppure come verità assoluta. Un pezzo di metallo che spara è pur sempre “solo” un pezzo di metallo. Siccome il paradosso è il suo pane quotidiano, Lars von Trier ha scritto Dear Wendy per raccontare il fascino che scaturisce [...] Vai alla recensione »
Thomas Vinterberg e Lars Von Trier sono «compagni di merende». Insieme pensano le loro «malefatte», cercando espedienti per rianimare artificialmente il corpo immobile del cinema contemporaneo. Qualche hanno fa scrissero il manifesto «Dogma 95» in cui fissarono rigide regole su come girare i film (nessuna voce-off, luci naturali, niente colonna sonora…).
La «Dear Wendy» del titolo è la destinataria di una lunga missiva in cui il giovane Dick (Jamie Bell, l'adolescente talentoso di «Billy Elliot»), protagonista del film sceneggiato da Lars Von Trier e diretto da Thomas Vinterberg, riepiloga le tappe della sua breve vita. Solo a un certo punto lo spettatore viene a scoprire che questa Wendy non è la fanciulla amata, ma una pistola dall'impugnatura di [...] Vai alla recensione »
I messaggi erano talmente tanti, a volte contraddittori, che nonostante l’uso coscienzioso di matita e blocco per appunti non siamo sicuri di averli afferrati tutti. Cercheremo diligentemente di riassumerli, perché Dear Wendy è un film che non ci sentiamo di consigliare a nessuno. Spiace per l’amatissimo Thomas Vinterberg, avviato a diventare il regista dell’unico e magnifico Festen.
In una società orwelliana, guerra è (missione di) pace. Lo è talmente da tempo che la metafora di Dear Wendy («Cara Wendy», nomignolo d'una pistola), diretto da Thomas Vinterberg e scritto da Lars von Trier, appare banale. Con Manderlay, von Trier ha mostrato come sa essere tuttora corrosivo; con Festen (1998), Vinterberg aveva mostrato di non scherzare nemmeno lui.
Si fatica un po’ a credere che Dear Wendy sia nato dalla collaborazione tra un innovatore del cinema come von Trier e Vinterberg, suo complice nel manifesto Dogma ‘95, che ci colpì con l’ottimo Festen. La sceneggiatura di Lars pare una versione hard della Rivincita dei nerds e simili, quel tipo di film per teenager dove gli sfigati della scuola si alleano per resistere alle prepotenze altrui.