Titolo originale | Kuolleet Lehdet |
Titolo internazionale | Fallen Leaves |
Anno | 2023 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Finlandia |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Aki Kaurismäki |
Attori | Alma Pöysti, Jussi Vatanen . |
Uscita | giovedì 21 dicembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,92 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 25 settembre 2023
Due persone sole che si incontrano per caso nella notte di Helsinki mentre sono alla ricerca del primo amore della loro vita. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, In Italia al Box Office Foglie al vento ha incassato 12,7 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Nella notte di Helsinki si incontrano due solitudini, quella di un operaio meccanico e di una cassiera di supermercato. Entrambi hanno il desiderio di conoscersi meglio ma un numero di telefono scritto su un foglietto viene perduto e quindi l'incontro viene rinviato mentre la loro situazione sul versante sociale non sta affatto migliorando. Soprattutto per lui che non riesce a smettere di bere alcolici.
Aki Kaurismaki chiude con questo film una quadrilogia sul lavoro iniziata nel lontano 1986 con Ombre in paradiso in cui il netturbino Nikander e la cassiera di supermercato Llona non ottenevano l'ascesa sociale sperata.
Si era poi passati ad Ariel che a sua volta non raggiungeva gli obiettivi auspicati per concludere con La fiammiferaia in cui Iris, operaia in una fabbrica di fiammiferi, finiva con l'avvelenare coloro che causavano la sua infelicità.
Sembrava dovesse trattarsi di un percorso ormai concluso nel 1989. Invece, trentaquattro anni dopo, la situazione sociale (finlandese e purtroppo non solo) richiede di tornare sul tema. I due protagonisti appartengono con pieno diritto alla galleria di personaggi che il regista ci ha fatto incontrare nel corso degli anni con la loro malinconia profonda, con dei nodi nell'animo difficili da districare ma anche, o forse proprio per questo, con il desiderio di avere qualcuno che comprenda non tanto le loro parole quanto i loro silenzi.
Ci si innamora questa volta ma non c'è, nascosto dietro le spalle, l'inganno come in Le luci della sera. C'è invece il bisogno di uscire dal grigiore di una società sempre più ripiegata su sé stessa e incapace di guardare oltre. Pronta a licenziare chi si porta a casa dal lavoro un prodotto ormai scaduto che finirebbe nella pattumiera come chi, essendosi ferito sul lavoro, viene a sua volta licenziato con il pretesto del consumo di alcol. Su questo argomento Kaurismaki, che non ha mai nascosto la sua passione per i superalcolici, torna più volte quasi volesse mettere in guardia da quello che si sta trasformando da piacere, seppure eccessivo, in doloroso segnale di un vuoto esistenziale.
Intorno ai due protagonisti (e all'amico di lui che tiene molto a che le sue esibizioni al karaoke vengano apprezzate nella giusta misura) c'è un mondo o, meglio, c'è un'Europa che deve, dopo oltre 70 anni tornare a confrontarsi con la guerra. Ogni volta che la protagonista accende la radio le notizie riguardano l'Ucraina e, in particolare, Mariupol e i bombardamenti sugli obiettivi civili.
Kaurismaki insiste volutamente su questo elemento così come, in precedenza, aveva trattato il tema dell'immigrazione. Lo fa sempre con quell'elevato grado di astrazione che costringe chi guarda a interrogarsi mentre si cerca anche di strappargli un sorriso. Come nel commento di uno spettatore all'uscita di un cinema d'essai o grazie ad alcune situazioni in cui si sfiora il mélo con l'ausilio di una compilation di canzoni (ivi compresa quella che dà il titolo al film) che hanno testi di un'infinita tristezza. I fan di Kaurismaki poi non avranno potuto dimenticare la cagnolina Laika. Ora lei non c'è più ma l'amore di Aki per i cani rimane e qui ce n'è la prova.
Da qualche tempo in qua, un buon numero di deficienti (buona parte dei quali leggono Il foglio, o magari ci scrivono sopra) si è messo a irridere chiunque ricordi una verità ormai anche banale ma non per questo meno vera: nulla allegorizza il capitalismo tanto efficacemente quanto i film di zombie. Verità ormai tanto lapalissiana quanto, per dire, "i film western affrontano la dicotomia natura/civilizzazion [...] Vai alla recensione »
Iniziamo con un paradosso. Forse Aki Kaurismäki, oggi, è l'unico regista europeo che potrebbe lavorare egualmente sia per la Shochiku di Ozu sia per la RKO. Il maestro finlandese - ostinatamente - fa cinema con le inquadrature, con un utilizzo essenziale della macchina da presa. È l'immagine a raccontare la storia. I pochi dialoghi sono una increspatura ritmica, un'infrazione musicale.
Non aspettatevi novità radicali dal nuovo film di Kaurismäki, una variazione sul tema del suo cinema malinconico ma "gioioso dentro". E in effetti il regista finlandese ha presentato Fallen leaves come il quarto capitolo perduto della sua trilogia dei poveracci. Sia Ansa (Alma Pöysti) sia Holappa (Jussi Vatanen) non hanno più un lavoro. Si conoscono e decidono di andare insieme al cinema, ma Holappa [...] Vai alla recensione »
Sembra sempre più la dolce astrazione di se stesso, il cinema di Aki Kaurismaki, così spinto nella rarefazione ideale della sua visione del mondo. Eppure alla fine resta il cinema più concreto, reale, vero che si possa vedere in un festival come Cannes76: Le foglie morte (in Concorso) è una fiaba chapliniana ovviamente proletaria, ovviamente sbozzata sulle funzioni narrative e figurative, ovviamente [...] Vai alla recensione »
Un uomo e una donna, due vita precarie e solitarie. Un incontro casuale e un rincorrersi, sballotati dal caso e dal dolore. Attorno a loro una realtà surreale e le storie del grande schermo che sembrano vere. Il cinema di Aki Kaurismaki è unico al mondo. Soltanto questo pazzo finlandese riesce a raccontare un mondo depresso e in disfacimento attraverso colori pastello, scenografie essenziali e apparentemen [...] Vai alla recensione »
Non finisce mai di sorprenderci, il celebre regista finlandese Aki Kaurismäki. Nonostante lo stesso sia attivo da ormai quarant'anni. Capace, ogni volta, di raccontarci qualcosa di nuovo, pur mantenendo sempre vive e attive le costanti che, nel corso degli anni, hanno reso grande il suo cinema, l'autore ha piacevolmente sorpreso pubblico e critica al 76° Festival di Cannes presentando in concorso Fallen [...] Vai alla recensione »
In un magnifico momento di Scusate il ritardo, quando Troisi e Giuliana De Sio cercano di prepararsi un caffè a casa del professore, partito all'improvviso, si trovano a combattere con una macchinetta per una sola tazza. E Troisi nota come sia il più perfetto esempio di solitudine: non avere neanche la speranza che qualcuno ti venga a trovare. È una battuta che ritorna alla mente vedendo Les feuilles [...] Vai alla recensione »
Fate finta che Douglas Sirk abbia deciso di girare una delle sue strazianti storie d'amore come Breve incontro di David Lean, abbassando perciò radicalmente lo status dei suoi protagonisti e, soprattutto, smorzando i toni lussureggianti ed estremi dei suoi intrecci (ma non i colori). E che poi siano passati da lì, da quella storia di quiete solitudini e destini bastardi e occasioni mancate, anche l'etica [...] Vai alla recensione »
Tra il gennaio e l'autunno 1990, a ridosso della caduta del Muro di Berlino e della riunificazione tedesca, fece il giro del mondo Tulitikkutehtaan tyttö, vale a dire La fiammiferaia; Aki Kaurismäki chiudeva la sua "Trilogia dei perdenti" dedicata alla classe operaia con il suo lavoro più cupo e privo di speranza. Mentre l'Europa guardava con fin troppo ottimismo la fine del millennio e del secolo [...] Vai alla recensione »
Arrivato sulla Croisette il grande momento di Aki Kaurismäki, da qualche anno assente sul grande schermo. L'ultimo suo lungometraggio, L'altro volto della speranza, infatti risale al 2017. Il regista finlandese torna a Cannes sperando di conquistare quella Palma d'Oro che gli è sempre sfuggita. Con L'uomo senza passato nel 2002 ricevette solo il Gran Prix Speciale della Giuria.
Aki Kaurismäki è il cantore umanista e minimalista che apprezziamo da quarant'anni: l'opera prima Crime and Punishment - Delitto e castigo è del 1983. Per la quinta volta in Selezione ufficiale a Cannes, il regista, sceneggiatore e produttore finlandese sceglie per titolo e refrain una canzone di Prevért e Cosma consacrata da Yves Montand, Les feuilles mortes (Fallen Leaves, in originale Kuollet Lehdet), [...] Vai alla recensione »
Il regista finlandese Aki Kaurismäki, candidato per la quinta volta alla Palma d'oro con il suo ventesimo lungometraggio Fallen Leaves, si è aggiudicato il Premio della Giuria di questo 76° festival di Cannes. Il suo film prende il nome dalla canzone Les feuilles mortes di Jaques Prévert e viene ad aggiungere un capitolo alla sua trilogia sulla classe operaia finlandese che, iniziata con Ombre nel [...] Vai alla recensione »