Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Durata | 123 minuti |
Regia di | Wim Wenders |
Attori | Kôji Yakusho, Min Tanaka, Arisa Nakano, Tokio Emoto, Tomokazu Miura Yumi Asô, Aoi Yamada, Sayuri Ishikawa. |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 4,42 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 maggio 2023
Hirayama fa una vita semplice e ha una quotidianità molto strutturata. È un appassionato di musica, libri e alberi che gli piace fotografare. Il suo passato però riemergerà attraverso incontri inaspettati. Il film è stato premiato al Festival di Cannes,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Tokyo, oggi. Hirayama è un sessantenne giapponese che pulisce i bagni pubblici della città con attenzione meticolosa ai dettagli e dedizione certosina al suo lavoro. Ogni giorno segue la stessa routine: un'attenta pulizia personale prima e dopo quella dei bagni altrui, un'innaffiata alle piante che ha salvato dalla disattenzione cittadina, un panino al parco all'ora di pranzo. Lungo il suo percorso talvolta si ferma a osservare le piante che lo sovrastano scattando foto alle chiome, o fa uno spuntino presso qualche tavola calda. E ogni tanto fa qualche incontro: con Takashi, il ragazzo che rileva il turno pomeridiano di pulizia dei bagni, con una ragazza al parco, con un senzatetto scollato dalla realtà, con la proprietaria di un ristorante che gli riserva piccoli trattamenti di favore. E quando sale a bordo del suo furgone ascolta Lou Reed (con e senza i Velvet Underground) e Patti Smith, The Animals e Van Morrison, Otis Redding a Nina Simone, così come quando è a casa legge William Faulkner e Patricia Highsmith, ma anche la "sottovalutata" Aya Koda.
Perfect Days racconta le "giornate perfette" di Hirayama come una quieta affermazione di dignità quotidiana.
L'uomo svolge il suo lavoro con gesti precisi ed essenziali, accogliendo l'occasionale contatto umano (anche nella forma anonima di una partita a tris proposta su un foglietto) con generosità e rispetto. Tutto in lui è rimasto analogico, come le musicassette che ascolta o la macchina fotografica i cui rullini vanno fatti sviluppare, e le fotografie vengono collezionate in scatole numerate che archiviano la nostalgia del tempo che passa.
Wim Wenders, in veste di regista e sceneggiatore (con Takuma Takasaki), mette a frutto la sua grande familiarità con il documentario per creare un film di finzione che segue le giornate del suo protagonista come una camera nascosta, e poi però racconta i sogni di Hirayama come un'elaborazione artistica del giorno appena vissuto.
La concezione architettonica di Wenders incastona la figura umana in spazi ben squadrati e confinanti (a cominciare dal formato 4:3 che ad un certo punto diventa quello ancora più ristretto dell'inquadratura da cellulare), e in una Tokyo in cui il sole sorge (non a caso siamo nel Paese del Sol Levante") accompagnato dalla canzone perfetta (The House of the Rising Sun). La fotografia nitida e precisa di Franz Lustig accompagna il ritratto della serena e composta solitudine di un uomo che sa di appartenere ad un'altra epoca e che ha fatto pace con i suoi errori del passato.
Koji Yakuso, che alcuni ricorderanno in Babel di Alejandro Inarritu ma anche ne Il terzo omicidio di Hirokazu Kore'eda o The Eel di Imamura Shohei, è lo straordinario interprete di questo film quasi muto che si snoda in purezza attraverso uno sguardo contemplativo ma mai artefatto.
Il suo Hirayama è il baluardo di un passato recente che è già modernariato, e conserva un afflato poetico persino attraverso il lavaggio di bagni frequentati da persone per cui è invisibile. Hirayama continua la sua metodica affermazione di sé all'interno di un universo per molti versi indifferente, consapevole che "il mondo è fatto di molti mondi" e solo alcuni sono connessi, ricordandoci che esiste un "ora" che va rispettato in quanto tale senza correre dietro al futuro, perché "il futuro succederà la prossima volta".
Si chiama Hirayama, proprio come il protagonista dell'ultimo film di Ozu, Il gusto del sakè. Lavora com addetto alle pulizie dei bagni pubblici di Tokyo. Conduce una vita abbastanza abitudinaria. Parla pochissimo e ha una grande passione per la musica, i libri e gli alberi che ama fotografare. Wenders segue il suo protagonista, dove l'interpretazione da Palma come miglior attore di Kôji Yakusho crea [...] Vai alla recensione »
Ci voleva la sfida di una nuova città da raccontare, per svegliare Wim Wenders dal torpore di troppi anni senza lungometraggi di finzione all'altezza del suo talento. In Perfect Days sviluppa la sua fascinazione per il Giappone, già al centro di due documentari della seconda metà degli anni Ottanta: Tokyo-Ga, omaggio a Ozou, e Appunti di viaggio su moda e città, un dialogo con lo stilista Yohji Yamato. La [...] Vai alla recensione »
Dalla toilette all'eternità. Vincitore della Palma d'oro per Paris, Texas nel 1984, per la miglior regia nel 1987 per Il cielo sopra Berlino e del Gran Premio della giuria nel 1993 per Così lontano così vicino, il tedesco Wim Wenders porta il sesto film in Selezione Ufficiale a Cannes, Perfect Days, bissando il documentario stereoscopico Anselm sull'artista Kiefer.