Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 95 minuti |
Al cinema | 61 sale cinematografiche |
Regia di | Nanni Moretti |
Attori | Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Flavio Furno Mathieu Amalric, Zsolt Anger, Jerzy Stuhr, Teco Celio, Valentina Romani, Elena Lietti, Blu Yoshimi, Benjamin Stender, Beniamino Marcone, Francesco Brandi, Enrico Cerretti, Francesco Rossini, Rosario Lisma, Laura Nardi. |
Uscita | giovedì 20 aprile 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,75 su 42 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 19 aprile 2023
Il cinema, il circo, gli anni '50 nel film di Nanni Moretti presentato in concorso a Cannes 2023. Il film ha ottenuto 8 candidature ai Nastri d'Argento, Il sol dell'avvenire è 8° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 15.449,00 e registrato 2.075 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Giovanni, regista italiano in ambasce tra una moglie in analisi e un produttore sull'orlo del fallimento, ha smesso di credere nell'avvenire. A immagine del suo protagonista, figura di prua dell'Unità e della sezione comunista del Quarticciolo, vuole 'farla finita' col mondo che avanza in direzione ostinata e contraria: la consorte ha deciso di investire su un giovane regista de-genere, la figlia di sposare un uomo (molto) più vecchio di lei, la sua attrice principale di improvvisare l'amore in un racconto politico e poi c'è Netflix che produce cinema in scatola.
Tra una canzone e un refrain, arriva in fondo al suo film, ambientato nella Roma del '56, quella della nevicata storica, delle prime luci elettriche e delle sezioni comuniste in subbuglio dopo l'ingresso dei carri armati sovietici e Budapest. Dietro alle barricate della (sua) esistenza, risponde al fuoco nemico e resiste all'artiglieria amica ma finirà per arrendersi alla parte migliore di sé, conducendo una tribù di attori fedeli dove il sole sorge ancora e il vento finalmente si posa.
C'è un motivo ricorrente nell'opera di Nanni Moretti che Pierre Sky in un saggio postumo definiva "chant-contre-chant". Non si tratta di una canzone usata a scopo illustrativo in un film ma di una sovrapposizione di voci, i personaggi riprendono il brano che ascoltano attraverso l'autoradio, il giradischi o il juke-box, collocati sovente al centro della scena.
La canzone è un processo narrativo che attraversa l'intera storia del cinema parlato ed è supportata da solidi riferimenti, Jacques Demy su tutti, ma in Moretti è onnipresente e costituisce il motore del suo cinema, del suo nuovo film. L'autore accorda la sua voce con la canzone, che risuona chiaramente con gli eventi che affronta il suo personaggio e coi ritornelli che conosciamo a memoria.
Fissato con le scarpe, pantofole e sabot esclusi, la Sacher e la Nutella, nutre un'ossessione altrettanto magnifica per la canzonetta e sogna un film nel film: una storia d'amore sulle note di motivi italiani. E allora Tenco 'suona' sulla dolce vita di un giovane Moretti incalzato dal vecchio che lo invita a scambiare l'aforisma sentenzioso di Michele Apicella con un bacio. Perché quella silhouette di spalle, che semina al vento pensieri e si concede digressioni a forma di interludi musicali, non è "il solito Moretti".
Il sol dell'avvenire è la fine e l'inizio di qualcosa, una sorta di apoteosi (s)canzonata e struggente in cui l'autore materializza i suoi pensieri senza ostacoli, si lancia in brevi e squisite sfuriate contro la violenza al cinema, contro le piattaforme, i sabot, l'improvvisazione, Stalin, ridimensiona il compiaciuto sussiego, chiede alla moglie di non lasciarlo e all'improvviso si mette a cantare come in un film di Demy, a ballare, a tirare calci ad un pallone. Si lascia portare dalla musica e noi andiamo con lui, i suoi attori vanno con lui, girando come i dervishes turners di Franco Battiato.
Malgrado la loro distanza, i personaggi sono uniti dallo stesso movimento che la canzone infonde al film. Moretti canta per ripararsi dall'improvvisa oppressione, quella sensazione di minaccia e tristezza che il suo Giovanni cura con gli antidepressivi e la crema per il viso, canta per rimettersi al mondo, per finirla con la disillusione, per 'volare' sul presente lasciato dal passato, per dare risposte cinematografiche nuove a vecchie questioni, per intonare, nella mise en abyme, la solita domanda: "come essere comunisti" mentre i sovietici invadono l'Ungheria e la Russia l'Ucraina?
Tre piani dopo fa i conti con la perdita politica, con la sua vita, col suo cinema e la sua professione, con i vezzi e i vizi, le idiosincrasie e le paranoie. Quasi fosse stato costretto a girare "film difficili", a parlare bene, a dire solo quello che gli piace dire ("Io non faccio film per il pubblico..."), a venire e stare in disparte o a non venire proprio, lascia gli ormeggi, cede la parola agli altri e cambia il finale con un "se". Lo fa a tavola, dentro una delle sequenze più belle in cui il suo piccolo mondo (moglie, figlia, attori, domatori, nani e produttori...) si sente finalmente autorizzato a respirare, a esistere, a esprimere un'opinione. Un momento di comunione, quasi religioso, che Moretti mostra come un'ideale improbabile, utopico. Nanni non smetterà di cantare 'sopra', ma mai come adesso, dentro un musical politico che realizza "la storia del pasticcere trotzkista nell'Italia conformista degli anni Cinquanta" (Aprile), fa corpo con gli altri, con "una minoranza di persone", certo. Mai come adesso misura la sua incapacità di affrontare la vita in coppia, di essere uno con gli altri, risolvendo la tensione tra voce 'singolare' e popolare.
Se in Caro diario era il sentimento unico della guarigione a fare di lui uno "splendido quarantenne", ne Il sol dell'avvenire è la consolazione fulminea del 'canto e controcanto' a restituirgli la purezza originaria di un'illusione. E pazienza se il mondo è devitalizzato, se todo cambia, la città è cambiata, il cinema è cambiato, tutto è diventato volgare e stupido. Moretti affida al suo miglior personaggio comico (se stesso) il compito sbalorditivo di sorriderne comunque. Di prendersi la libertà di ridere di sé e degli altri, della malattia e della morte, di vivere al ritmo di 24 fotogrammi al secondo ma di girare un film ogni cinque anni, di verificare la sua evoluzione politica e di cercare le persone, deliberatamente fuori campo in Caro diario.
La voce off del diario intimo acquista ne Il sol dell'avvenire lo statuto di 'corpo' dietro al quale avvertiamo costantemente l'espressione incerta e fragile di una posizione esistenziale, quella di un artista e di un intellettuale che crede nel cinema. Un'arte meravigliosamente attrezzata per far sentire il movimento vitale del canto e della danza che materializza la gioia nello spazio e nel tempo, per i personaggi e per gli spettatori che li osservano sfilare lungo i Fori Imperiali. Una folla di attori e comparse che incarnano la nozione di popolo, un'immagine indissociabile dall'ideologia di sinistra, una parata che permette a "questo sentimento popolare" di esistere visivamente.
In passato soltanto Federico Fellini con “8 1/2” e Bob Fosse con “All that jazz” avevano raggiunto i vertici della Settima Arte quando si erano cimentati con la sfida più grande: fare i conti con se stessi raccontandosi. Molti ci provano, pochi ne escono trionfatori, basti pensare a Woody Allen, malamente scivolato su “Stardust Memories”, o a Pedro Almodovar, Steven Spielberg e Paolo Sorrentino, che [...] Vai alla recensione »
Abbiamo 70 anni (io li ho appena compiuti, lui li compie ad agosto). Ci conosciamo dal 1976, quando mi prestò la Canon superotto muta con cui aveva girato "Io sono un autarchico", gelosamente conservata da Andrea Parlatore, ai tempi assistente di Nanni, per permettermi di concludere il mio super8 di esordio "L'amore è un salto di qualità".
(seconda parte). Il percorso lo abbiamo fatto procedendo paralleli in tutti questi anni, con destini e risultati con tutta evidenza diversi, ma tutto quello che vibra e fa vibrare il film, in conseguenza degli accadimenti che ne determinano il percorso, ci accomuna profondamente, sia le vampate di gioia, che soprattutto le disillusioni: la militanza politica, il privato e il politico ("cotta continua&q [...] Vai alla recensione »
Il trailer mi aveva preparato ad un film celebrativo, nostalgico, probabilmente bello ma chiuso in un tempo passato, e in un cinema che non esiste più.E nella prima parte le cose sembrano andare realmente così: mille citazioni, molte risate, belle canzoni, ma un protagonista che in fondo è un "boomer" di lusso, arroccato contro il presente. Eppure. Eppure lo vediamo pian piano, progressivamente, fallire [...] Vai alla recensione »
Giovanni (interpretato dallo stesso Moretti) è un regista che gira pochi film (come Moretti) e se ne lamenta, é fuori dal coro (come Moretti) con una figlia compositrice (anche per le colonne sonore del padre) e una moglie (Buy) che di solito gli produce i film (non questa volta in quanto sta seguendo la produzione di un lungometraggio coreano formalmente e per contenuti all’apposto [...] Vai alla recensione »
Quanti sono i fili che si intrecciano nel film "Il sol dell'avvenire"? Mi piace chiamarli fili e non temi, ma neppure piani (comunque più dei tre dell'altro film) perché questo lavoro è come un tessuto. Prendete dei fili di diversi colori, intrecciateli secondo estro. Più sarete abili e fantasiosi, più vi sentirete liberi negli [...] Vai alla recensione »
Con " Tre piani " Nanni Moretti aveva dimostrato di saper dire qualcosa anche lavorando su una sceneggiatura non originale, lo stesso autore, Nevo aveva espresso apprezzamento sul lavoro del regista, dicendo che si era commosso guardando il film. Personalmente a me il film era piaciuto molto, non l'ho affatto considerato un passo falso, semmai un passo in avanti, nel senso di cambiamento [...] Vai alla recensione »
Il Sol dell'Avvenire è un'autentica boccata d'ossigeno per il cinema italiano d'autore che non vuole soddisfare i parametri assurdi dei film realizzati con gli algoritmi della moda di Netflix e che rappresentano una realtà che è l'opposto dell'utopia. Moretti dichiara apertamente il disagio nei confronti di questetendenze avvertite nel campo cinematografico [...] Vai alla recensione »
Moretti/Giovanni si dibatte tra problemi professionali, personali, esistenziali. Il protagonista sta faticosamente girando un film sulla repressione della rivolta ungherese del 1956. L’attrice principale gli crea difficoltà con incursioni e suggerimenti sentimentali in un film che lui vorrebbe essenzialmente politico. Il produttore viene arrestato e Giovanni si deve scontrare con la realt&agrav [...] Vai alla recensione »
Premetto che ho amato il cinema di Moretti fin dagli esordi e ho provato sintonia con uno dei suoi primi film ovvero "Ecce bombo" , allorquando in quel lontano 1978 dovevo sostenere gli esami di maturità classica. Nel corso del tempo ho apprezzato altre sue prove registiche,in particolare " La stanza del figlio" e "Habemus Papam" proprio per un suo cote` drammatico. Cos [...] Vai alla recensione »
Un film di Nanni Moretti che sembra pensato per raccontare i film di Nanni Moretti che in questi anni ci hanno accompagnato per la lunga deriva della perdita di riferimenti culturali. Attraverso le riprese del film di Giovanni sulla repressione della rivolta ungherese nel 1956 Moretti racconta storie quotidiane che sembrerebbero surreali se non fossero così aderenti alla realtà.
...su differenti piani di lettura e pure autocelebrativi. Caro Quentin, tu che ti spacci per cinefilo, sappi che pure io non scherzo, ne ho visti anch' io di film ( d'essay) e posso permettermi di citare Kiezlowskij e i Taviani, che tu forse non sai neanche chi sono e quindi non fare il cattivo maestro qui a casa mia , tu e le tue sceneggiature torrenziali e la tua inutile violenza psicotica. [...] Vai alla recensione »
Il sol dell’avvenire? Ma poi quest’avvenire qual’è stato? Possiamo chiederci se è un film politico. Se uniamo i punti Ecce Bombo, Palombella Rossa, i “continuiamo così facciamoci del male, “Mi si nota di più se vado o se non vado”, fino al Sol dell’avvenire viene fuori un Moretti che se da un lato auto celebra se stesso, dall’altro [...] Vai alla recensione »
un opera geniale con un Moretti, puro ed originale che racconta se stesso con tutte le sue fragilità, inquietudini, rimpianti , malinconie e speranze ; un capolavoro di metacinema ( il cinema che racconta e parla di se stesso -come " effetto notte" di traffaut ) con nitide suggestioni dal felliniano 8 e mezzo di cui richiama una sequenza in bianco e nero ,riprendendo i temi circensi [...] Vai alla recensione »
Nanni Moretti è stato uno dei pochi registi italiani che ha fatto dei film dove la vita privata, le storie personali intime ,si sono intrecciate con quelle pubbliche, con le vicende sociali e anche politiche in senso lato. In seguito, la maturità e ora la vecchiaia hanno un poco allontanato i due aspetti, e il regista Nanni ha raccontato più storie personali [...] Vai alla recensione »
Troppo difficile seguire. Una storia che si muove su più livelli incrociando situazioni personali a quelle di un film in gestazione e agli eventi di un mondo esterno che sta miseramente crollando e procedendo verso un futuro indifferente e sordo ai desideri degli umani. C'è un finale alla Fellini di una umanità [...] Vai alla recensione »
“L’impetuosa doglia entro rimase, che volea tutta uscir con troppa fretta”. (Ariosto, Orlando Furioso, Canto XXIII). Mi sono tornati in mente questi versi dopo aver visto Il sol dell’avvenir di Moretti, regista che ho molto amato, come tanti, e di cui apprezzo moltissimo il rigore etico e intellettuale e il lasciarsi andare festoso alla musica e alla danza.
(seconda parte). Il percorso lo abbiamo fatto procedendo paralleli in tutti questi anni, con destini e risultati con tutta evidenza diversi, ma tutto quello che vibra e fa vibrare il film, in conseguenza degli accadimenti che ne determinano il percorso, ci accomuna profondamente, sia le vampate di gioia, che soprattutto le disillusioni: la militanza politica, il privato e il politico ("cotta [...] Vai alla recensione »
La Storia non si fa con i "se" ma con il "sé". Questa può essere la sintesi di un film necessario, preveggente, che mi ha restituito intatta tutta la mia carica espressiva la gioia di vivere, sopita dalle circostanze individuali e collettive di questi anni. Grazie Nanni! Ce n'est pas qu'un début continuons le combat
Abbiamo 70 anni (io li ho appena compiuti, lui li compie ad agosto). Ci conosciamo dal 1976, quando mi prestò la Canon superotto muta con cui aveva girato "Io sono un autarchico", gelosamente conservata da Andrea Parlatore, ai tempi assistente di Nanni, per permettermi di concludere il mio super8 di esordio "L'amore è un salto di qualità".
Può accadere di andare a cinema un po' controvoglia perché un film viene presentato in varie trasmissioni TV a pezzetti e ti fa creare un'idea confusionaria, priva di senso, pesante. Poi capita che in sala si assiste ad un evento che non passa inosservato nella storia del cinema italiano e Moretti, nel bene e nel male, ci lascia sempre un'impronta.
Nonostante le molte recensioni postive della critica, ho trovato questo film semplicemente un brutto film. Senza idee o forse con troppe idee e capricci della regia da mostrare. Mille vicoli ciechi, potenziamenti accattivanti ma mai veramente approfonditi, intervellati da qualche momento isolato di bellezza, poesia e comicità. E lo spettatore è costretto ad assistere ad un Nanni Moretti [...] Vai alla recensione »
Spinta dalla curiosità e dalla mia predilezione per Moretti ho visto il "sol dell' avvenire" ;. L 'ho trovato un opera geniale con un Moretti, puro ed originale che racconta se stesso con tutte le sue fragilità, inquietudini, rimpianti , malinconie e speranze ; un capolavoro di metacinema ( il cinema che racconta e parla di se stesso -come " effetto notte" [...] Vai alla recensione »
D'Alema dì qualcosa di sinistra esclamava Moretti davanti alla tv mentre berluschino blaterava al cospetto di D'Alema in un talk-show. Ora il comunque grande Moretti decanta la sinistra del '56, parla coi suoi resti o coi circoli che forse nessuno frequenta più, parla coi pariolini e coi borgatari, un po' meno con chi un lavoro non ce l'ha.
geniale, divulgativo, commevente, poetico, divertente, furbo, coerente... esci dal cinema e sei sazio...
C'è tutto, la musica, la nostra storia, l'amore, i ricordi, il cinema, Fellini....e il comunismo. Amarezza e voglia di vivere!
film costruito su una serie di micro frammenti a sé stanti che non danno nessun senso alla vicenda che in effetti è inesistente. Troppo sovrastante la presenza del regista che spezza la già scarso sviluppo della trama. Di mestiere l'impiego del circo come elemento di rilievo del film
Questi due degli aggetrtivi /stridente e svogliato) usati dal recensore del The Guardian britannico per definire il film di Moretti. Prosegue scrivendo: "Un film orrendamente sconcertante. confuso. mediocre, una completa perdita di tempo. " E non era difficile prevedere una simile reazione da un pubblico straniero totalmente estraneo a tematiche comprensibili a un [...] Vai alla recensione »
È tornato con questo film il Nanni Moretti di sempre. Il ritmo è veloce e mai noioso. La storia personale si intreccia con quella professionale contornata da intermezzi musicali che danno un tocco di leggerezza a fronte del momento drammatico e della crisi dei tempi che il protagonista e il regista stesso vive. Commovente, mai scontato alterna momenti di riso a riflessioni serie sui tempi che stiamo [...] Vai alla recensione »
Restano nella mente, dopo aver visto il film, ragnatele tessute dai fantasmi di un ragno fra i cavali del circo ungherese, la moglie di Moretti che vuole lasciarlo e i carri armati a Budapest che non vogliono lasciare. Nel mezzo, la canzoni della nostra giovinezza e l'amaro del regista che rincorre con intatta rabbia gli echi del passato, anche se la voce si è fatta roca.
A parte qualche spezzone, non ho mai visto un film di Moretti. Il sol dell'avvenire l'ho trovato strampalato, geniale, pedante, scanzonato, logorroico, e quando sono uscito dal cinema mi sono ritrovato allegro e con il sorriso sulle labbra.
Margherita Buy che fa Margherita Buy, Silvio Orlando che fa Silvio Orlando, i coreani come sono nel nostro immaginario, il collega francese che assomiglia a Roman Polanski (casuale?) guardato con tenera indulgenza, e Moretti talmente Moretti da essere una parodia. Geniale o scontato? Sicuramente non lascia indifferenti, ma rimane un senso di insofferenza per l'atteggiamento supponente neanche [...] Vai alla recensione »
Buona regia, ottimi spunti, ma il film non decolla, a tratti noioso
In questo film Moretti ha centrato il problema che ha portato alla fine del Partito Comunista Italiano, comincia con un cameo quello di stracciare il manifesto di Stalin, lasciando quello di Lenin che si salva a malapena su quello che avevano filosofeggiato sia Marx che Engels. Ho vissuto quel periodo essendo un tesserato del P.C.I. e quando in un dibattitto in una casa del popolo esecravamo [...] Vai alla recensione »
Dopo l'ultima (ottima) performance sul libro di Eskol Nevo, in questo film Moretti dà il peggio di sè. È un film scarno, privo di contenuti sostanziali se non un continuo riferimento al proprio sè ipertrofico, in un vorticoso cupio dissolvi che vorrebbe tradurre l'ombrosa e depressiva consapevolezza della propria unicità "intelligente". Tutto è spento, greve, triste e pesante.
La premessa è che ho una innata simpatia per Moretti, che però, per lo più, sceglie di essere un attore insopportabile. Pazienza ! Il film. Una antologia di ricordi di cinema non solo suo, e poi molto altro sulle nuove strade del cinema, sui contenuti, sulla coppia , la famiglia, il quotidiano. E il politico. Lui dice che no.
Scusa thomas, ma abbiamo visto lo stesso film? Avevo deciso di scrivere nella mia recensione: "Voglio troppo bene a Nanni Moretti per commentare questo film!" , ma poi ho visto il tuo panegirico e allora.... E' il film più brutto che ho visto di Nanni! Un film che si trascina stancamente di sequenza in sequenza e a singhiozzi! NOIOSISSIMO! La storia della sua crisi e le vicende [...] Vai alla recensione »
Il corpo cristologico che riassume in forma individuale fallimenti e smarrimenti generazionali in Bianca e La messa è finita, il corpo malato-guarito di Caro Diario, la presa in carico dell'incarnazione dell'avversario politico-antropologico ultimo ne Il caimano, la presenza laterale come proiezione fantasmatica ideale complementare agli autoritratti in terza persona nel dittico dell'inadeguatezza [...] Vai alla recensione »
«L'immagine, in quanto proletariato, deve prendere il potere del film, dopo una lunga lotta», diceva Michele/Nanni in Io sono un autarchico, contrapponendo l'immagine cinematografica agli attori, ovvero i rappresentanti, secondo il suo paragone politicamente un po' bislacco, della classe borghese. Allora forse Il sol dell'avvenire è un'evoluzione/una rivoluzione anche in questo senso: Moretti, che [...] Vai alla recensione »
Vorrei incontrarti tra cent'anni, cantava Ron. E io con lui. Perché è sempre maledettamente difficile recensire un film di Nanni Moretti all'indomani dell'uscita: l'ho capito negli anni - credo di averlo già scritto, ma non ricordo dove - che i suoi lavori vanno visti in prospettiva, riletti nel tempo, lontani dall'oggi in cui siamo immersi (questo 2023 che viviamo in diretta).
Svincolato dal rigore del dramma borghese - benché filtrato dal suo stile e dal suo sguardo - che ha raggiunto l'esito più alto e sincero in "Mia madre", Nanni Moretti torna a divagare su un filo di trama che appare un canovaccio risaputo. Il regista Giovanni (Moretti) sta girando un film ambientato a Roma nel 1956, quando dall'Ungheria arriva il circo Budavari.
Dopo il poco apprezzato "Tre piani", Nanni Moretti torna a fare Nanni Moretti, il film nel film e la crisi di coppia e l'invettiva contro i sabot (funziona sempre) e contro certi film violenti (il punto più basso, lagna da tromboni, spiace che Renzo Piano si sia prestato), manca solo la Nutella mentre Budavari, asso della pallanuoto in "Palombella rossa", diventa un circo.
Per sperare di poter guardare ancora avanti bisogna prima rivolgere lo sguardo indietro. Detto in altri termini: prima che sorga finalmente l'agognato sol dell'avvenire, è necessario fare i conti (far tramontare?) il sol dell'avvenuto. Si regge su questo curioso paradosso il nuovo film di Nanni Moretti: un'immersione nel passato (dello stesso Moretti, del suo cinema, ma anche della società italiana, [...] Vai alla recensione »
Da 50 anni Nanni Moretti è un guru cinematografico e pifferaio magico: ci fa salire sul carrozzone felliniano del cinema e può condurci persino a veder sorgere «Il sol dell'avvenire» con gli occhi della nostalgia e dell'utopia. Per l'occasione compie una metamorfosi, una piroetta in stato di grazia, e senza rinunciare a pungere l'ignoranza e il conformismo, sfodera un inedito sentimento che potremmo [...] Vai alla recensione »
«Lei ci ha parlato dei fatti suoi, di un'esperienza personale molto limitata. Ma questo film non è rappresentativo [dei giovani]». «Infatti», risponde il protagonista di Sogni d'oro, «io non volevo rappresentarli: a malapena rappresento me stesso». Anni dopo Margherita, in Mia madre, si chiede: «Da che parte sta l'immagine? Dalla parte di chi picchia o di chi è picchiato?».
La Storia ci esalta e ci tradisce, la idealizziamo toccandola con le pinze delle ideologie e poi ci lascia immancabilmente soli quando si fa sera e Il sol dell'avvenire tramonta dietro l'orizzonte degli eventi... Cos'è tutta questa finta euforia che pervade ogni inquadratura dell'ultimo film di Nanni Moretti? Cos'è questo perenne sgranare gli occhi e intingere i visi in una smorfia di sorriso? Forse [...] Vai alla recensione »
È tornato. Dopo il passo laterale di "Tre piani", Nanni Moretti torna al suo mondo. Alle sue nevrosi, alle canzoni italiane, alla mania di controllo che soffoca eros e pathos, alle crociate un po' donchisciottesche contro tutto ciò che non va, le donne che portano i sabot, i registi che girano atrocità solo per fare spettacolo, le piattaforme che «i nostri film si vedono in 190 Paesi», e quindi giù [...] Vai alla recensione »
È un intreccio di nostalgie, Il sol dell'avvenire (Italia, 2023, 95'). Giunto alla soglia dei settant'anni, Nanni Moretti mette in scena Nanni Moretti. Con le cosceneggiatrici Francesca Marciano, Federica Pontremoli e Valia Santella, si racconta nei panni di un regista con il suo stesso nome, Giovanni, che gira un film sulla rivolta ungherese del 1956.
"Non cercate in questo film il mio rapporto con la politica, è un atto d'amore per il cinema". Nanni Moretti parla così del suo nuovo lungometraggio, "Il sol dell'avvenire", in sala dal 20 aprile. Il dubbio è se credergli o meno, considerato quanto sia sempre stata politicizzata la sua filmografia. Qui Moretti interpreta un po' sé stesso, o almeno una sua versione più esasperata, nostalgica e polemica. [...] Vai alla recensione »
Dopo un paio di giocate negative, con Il sol dell'avvenire Moretti torna a posare le carte che ritiene imbattibili: se si tratta di un bluff o meno lo scopriranno gli spettatori, certamente non i trombonisti. Sono in effetti esentati dalla mano i collezionisti di cine-reliquie (qui la Vespa è sostituita dal monopattino elettrico e la Sachertorte dai gelati), molti critici italiani e tutti i festival [...] Vai alla recensione »
Mi si nota di più se giro un film e basta, oppure se faccio un film su un regista che sta girando un film?". I registi dei film dentro i film sono sempre depressi e tormentati (per fare un esempio recente: Toni Servillo nel "Ritorno di Casanova" by Gabriele Salvatores). In crisi artistica, politica, familiare, finanziaria, e pure un po' epocale, quindi girano film ambientati nel passato.
Egli danza, faceva dire Pier Paolo Pasolini a Orson Welles ne La ricotta parlando di Federico Fellini. "Fa molto Fellini, vero? Che bello!" commenta uno dei personaggi di Ecce Bombo seguendo con lo sguardo un gruppo di anziani che si mette a ballare sulle note di Lei di Adamo. Quando sul set del film nel film de Il sol dell'avvenire partono le note di Voglio vederti danzare di Franco Battiato, con [...] Vai alla recensione »
Ed eccolo qui «Il sol dell'avvenire», il nuovo film di Nanni Moretti, in sala da giovedì e in procinto di partecipare, in concorso, al Festival di Cannes che si svolgerà dal 16 al 27 maggio prossimi. «Io non sono imparziale», diceva di se stesso Nanni Moretti nel suo film documentario «Santiago, Italia». Ecco, imparziali non lo saremo nemmeno noi. Non lo saremo non solo perché nell'ormai lontano, ahinoi, [...] Vai alla recensione »
Sta girando un film ambientato nel 1956 nel quartiere romano del Quarticciolo, proprio quando i carri armati sovietici entrano a Budapest; per questo il segretario della sezione locale del Pci nonché giornalista de "L'Unità" entra in crisi. Il regista Giovanni fatica però a completare le riprese: vengono a mancare i fondi e la moglie lo sta lasciando; d'altronde, del film ha ideato il finale prima [...] Vai alla recensione »
No, non sono solo parole: è anche il tempo che passa, il pistacchio di Bronte, Roma in monopattino (e non più in Vespa), quel giovane dai capelli lunghi che parla troppo alla fine della «Dolce vita» e invece dovrebbe solo pensare a baciare la ragazza che ha di fianco... No, non sono solo parole Nanni: è il cinema, sospeso sul trapezio di un circo senza sapere cosa succederà; con gli odiati sabot («una [...] Vai alla recensione »
In una sezione del PCI, intitolata ad Antonio Gramsci, nella periferia romana si festeggia l'arrivo della luce stradale. Siamo nel 1956: il segretario, Ennio, è anche redattore de l'Unità; la moglie Vera fa la sarta; si accolgono i nuovi tesserati con domande che servono a far capire la serietà della scelta di campo. Ma è tutta brava gente, molto semplice e generosa, che accoglie con entusiasmo un [...] Vai alla recensione »
II tuo è un film sovversivo" gli grida l'attore francese Mathieu Amalric mentre girano per una Roma notturna sui monopattini (non c'è più la storica Vespa). «Dai non esagerare!» risponde scoppiando a ridere Moretti, anzi Giovanni, il regista protagonista del film "Il sol dell'avvenire" appena uscito nelle sale italiane a meno di un mese dalla partecipazione in concorso al Festival di Cannes.
Un nuovo film di Nanni Moretti è sempre un evento, non solo per il cinema italiano, se è vero che tra meno di un mese sarà in concorso al Festival di Cannes, unico con il privilegio di uscire nelle sale di casa prima del passaggio sulla Croisette. Chi lo temeva in disarmo dopo "Tre piani", l'unico suo tratto da un soggetto altrui, può sentirsi rassicurato, "Il sol dell'avvenire" è un ritorno al Nanni [...] Vai alla recensione »
È tornato il morettismo, autoreferenziale, narcisista, impietoso verso se stesso (e le sue fissazioni come le scarpe o le scorribande romane, non più in Vespa, ma in monopattino) e il mondo intero quant'altri mai, ma splendidamente critico verso gli ultimi settant'anni di storia patria. Un film in cui la trama è come sempre un pretesto, dove ricordi e proiezioni si susseguono, affastellati secondo [...] Vai alla recensione »
Quanti sono i registi in Italia che sono assurti all'onore di un aggettivo tratto dai loro cognomi? Secondo me solo quattro. Fra i registi del passato solo due, ovvero Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, dunque felliniano e antonioniano (anche se quest'ultimo è fortemente allitterante e il correttore di word me lo sottolinea di rosso, cosa che non accade per felliniano).
Era il 1989, la fine del blocco, una Roma al tramonto: Michele Apicella urlava invocando la madre, fino a precipitare nell'epilogo con la sua Fiat Uno bianca dentro Circo Massimo. Poi usciva fuori dalla macchina capovolta, guardava in alto, sorrideva: insieme a tutte le comparse della sua vita si protraeva verso un'enorme sfera arancione. Era Il Sol dell'Avvenire.
Un vero e proprio fiore all'occhiello all'interno del panorama cinematografico nazionale, Nanni Moretti. Ormai di casa al Festival di Cannes, il regista presenterà in concorso quest'anno Il sol dell'avvenire, attualmente anche nelle sale italiane. In quello che può essere considerato a tutti gli effetti il suo film della maturità, dunque, egli si è avvalso della collaborazione di alcuni dei suoi più [...] Vai alla recensione »
Il Sol dell'avvenire di Nanni Moretti è nei cinema e sarà in concorso al prossimo Festival di Cannes. La notizia è che il film sia godibile e faccia sorridere anche chi non sia tra gli estimatori di lunga data del cineasta. A onor del vero il titolo giusto sarebbe stato "Moretteide", giacché il regista si è divertito a mettere su schermo la quintessenza del suo percorso professionale attraverso auto-citazi [...] Vai alla recensione »
Moretti guarda al passato per comprendere il presente e riflettere sul futuro: potremmo sintetizzare così "Il sol dell'avvenire", nuovo film del regista italiano in cartellone al prossimo Festival di Cannes. Come spesso nella carriera di Moretti, prima della presentazione sulla Croisette i suoi lungometraggi vengono distribuiti in sala in Italia e non fa eccezione questa pellicola ricca di spunti [...] Vai alla recensione »
Senza dire troppo, verso la fine, con un cappio al collo questo stanco e lucido Apicella dei film precedenti, ora Giovanni il regista, cita Calvino alla troupe in attesa: «Cesare Pavese si è ammazzato perché noi imparassimo a vivere«. Poco prima aveva bloccato invece il set d'azione e violenza della moglie produttrice per telefonare a Scorsese a sostegno di un'invettiva estetico/etica sulla perversione [...] Vai alla recensione »
Giovanni (Nanni Moretti) è un regista che racconta la crisi del Pci in un film ambientato nel '56 per l'invasione sovietica in Ungheria. Militante ferito che strappa i manifesti di Stalin, si sorprende a narrare una storia d'amore mentre la sua va a rotoli. Efficace - in più occasioni si ride e si sorride - e con un'ottima scelta delle musiche, racconta il cinema da innamorato con citazioni azzeccate [...] Vai alla recensione »
Che Il sol dell'avvenire sia l'8½ di Moretti - o meglio, che Moretti appena ne sente il bisogno e ne ha la possibilità faccia un nuovo 8½ - è fin scontato da scrivere. Ciò che rende bello questo suo ultimo film, dunque, non è tanto il cosa ma il come: come, cioè, Moretti, dopo tutto quello che ha fatto per essere e diventare Moretti, da Michele Apicella a Nanni e ora Giovanni, ha voluto ripensare al [...] Vai alla recensione »
Nanni Moretti torna al cinema con Il sol dell'avvenire, il film che sarà presentato in concorso al 76° Festival di Cannes. Un racconto sul cinema e sulle relazioni, una riflessione sul recente passato e sul presente che vede il regista protagonista al fianco di Margherita Buy, Silvio Orlando e Barbara Bobulova, al cinema dal 20 aprile con 01 Distribution.
Nanni Moretti allo stato puro, Il sol dell'avvenire si rivela il ritorno del regista alla sua essenza, al suo cinema reale, dopo la parentesi "anomala" di Tre piani del 2021. Il suo nuovo film, dal 20 aprile in sala prodotto da Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e Pacte, e distribuito da 01 Distribution, vede protagonisti lo stesso Moretti, Margherita Buy, Valentina Romani, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, [...] Vai alla recensione »
Cosa poteva fare Nanni Moretti dopo Tre piani? In quel film largamente incompreso, il regista era arrivato a una visione desolata di un mondo di uomini vuoti, che si incarnava in uno stile essenziale. Il sol dell'avvenire è in apparenza un ritorno al proprio universo più riconoscibile: Moretti torna a essere protagonista, mette in scena le proprie idiosincrasie e addirittura torna alla politica.
Il personale è politico: è in questo slogan tanto in voga negli anni Settanta del secolo scorso, e poi caduto un po' in disuso, che sembrano racchiusi il senso profondo e la vera ragion d'essere del 14° film di Nanni Moretti, Il sol dell'avvenire. Il protagonista è sempre lui, Nanni Moretti in persona, che fa il regista, si chiama Giovanni, prende gli antidepressivi, mangia tanti dolci e affastella [...] Vai alla recensione »
Nell'emblema dell'Urss il sole nascente sta per Il sole dell'avvenire di un agognato futuro socialista, per Nanni Moretti il simbolo ha un significato diverso, o perlomeno andrebbe seguito da un punto interrogativo. Giocato sulla lacerazione provocata dai fatti di Ungheria 1956 nei comunisti nostrani, il film nel film che il protagonista Gianni sta girando rappresenta un'ulteriore riflessione di Nanni [...] Vai alla recensione »
Forse un fulmine ha, finalmente, colpito Nanni Moretti. Un'esplosione interna, uno stravolgimento dei sensi, che lo ha riportato, come in Ritorno al futuro di Zemeckis, indietro (o a spasso?) nel tempo. Chissà forse anche lui come il protagonista del film di Coppola ha imparato improvvisamente tante lingue, e il suo corpo/cinema, come in un effetto speciale, ha iniziato a ringiovanire.
Nanni Moretti, più 'morettiano' che mai, torna al cinema da giovedì 20 aprile, distribuito da 01 distribution, con il nuovo film, prodotto da Domenico Procacci con Rai Cinema, Il Sol dell'Avvenire, in procinto anche di partire per il Festival di Cannes, dove sarà in concorso. Il regista romano, torna a metterci la faccia e ad interpretare il suo protagonista- alter ego, Giovanni, regista impegnato [...] Vai alla recensione »
Nell'epoca del politicamente corretto, dell'omologazione, del dibattito in stile social, della retorica imperante, il cinema che prende posizione, che si schiera, fa quasi gridare al miracolo. "Io non sono imparziale", diceva Nanni Moretti in Santiago, Italia. Non si possono più chiudere gli occhi, non ci si può più nascondere. Il grande regista nel nuovo Il sol dell'avvenire proietta lo spettatore [...] Vai alla recensione »
"La storia non si fa con i se... E chi l'ha detto?". Perfino Nanni Moretti sembra aver preso qualcosa da Quentin Tarantino, cineasta non proprio nelle sue corde; infatti nel nuovo "Il sol dell'avvenire", da giovedì 20 aprile nelle sale italiane e poi in concorso a Cannes, il regista "riscrive", almeno un po', la storia del Pci, lasciando intendere che nel 1956, all'epoca dell'invasione sovietica dell'Ungher [...] Vai alla recensione »
"La Storia non si fa con i se. E chi l'ha detto? Io la Storia la voglio fare con i se!" È una citazione da Il Sol dell'Avvenire il nuovo atteso film di Nanni Moretti, e potrebbe esserne la trama. Scritto dal regista con Francesca Marciano, Federica Pontremoli e Valia Santella, Il Sol dell'Avvenire è un gioiello di 95 minuti di lampi di ironia e lucida analisi autoironica, di brio satirico, di canzoni, [...] Vai alla recensione »
Aridategli Lev Trotsky. Nanni Moretti continua ad inseguire la sua personale ossessione drammaturgica di una imperitura, traumatica, reiterata separazione sentimentale. Nel senso che vorrebbe fare un film sulla crisi di coppia (che però non guarderebbe nessuno e che infatti non prepara mai per intero). Eccolo allora, con arguzia spinta, ancora una volta deviare, mescolare, disorganizzare il suo nuovo [...] Vai alla recensione »