Anno | 2023 |
Genere | Commedia drammatica, |
Produzione | Italia |
Durata | 92 minuti |
Regia di | Francesco Giuffrè |
Attori | Claudia Gerini, Paolo Vaselli, Andrea De Dominicis, Carlo di Bartolomeo Paolo Giliberti, Tonia De Micco, Ilaria Loriga, Vincenzo Salemme, Francesco Paolantoni, Margherita Buy, Nino Frassica. |
Uscita | giovedì 31 agosto 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Flat Parioli |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,25 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 29 agosto 2023
Un lungometraggio che nasce dall'esigenza dello stesso Giuffré, che lavora da cinque anni in teatro con diversamente abili, di portare la "bellezza" di queste persone al di fuori, nel mondo esterno. In Italia al Box Office Amleto è mio fratello ha incassato 5,6 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
|
Andrea, Paolo, Carlo e Paolone fanno parte di una compagnia di attori diversamente abili. Venuti a conoscenza di un provino per l'Amleto al Teatro San Ferdinando di Napoli partono senza avvertire nessuno utilizzando il pulmino dell'associazione. Mentre parenti ed assistenti sociali mettono in allarme la polizia e il commissario Claudia Grani inizia a cercarli, i quattro fanno numerosi incontri sul loro percorso. Anche perché al primo autogrill si fanno rubare l'automezzo e debbono cercare il modo di proseguire il viaggio con altre modalità.
Francesco Giuffrè conosce bene il teatro ed altrettanto bene il mondo dei diversamente abili con cui lavora da cinque anni sul palcoscenico. Ora trasferisce tutto ciò sul grande schermo.
Il cinema ha, sin dalle origini, un rapporto non sempre facile con la cosiddetta disabilità. Gli appassionati ricordano lo scandalo che un film come Freaks creò tra gli spettatori dell'epoca del tutto impreparati ad un'opera del genere. Nel corso dei decenni si è approcciato il tema o per commuovere colpendo basso il pubblico oppure credendo veramente nell'operazione che si stava facendo. È questo il caso del film di Giuffrè che potrebbe essere accostato a Non ci resta che vincere (pessimo titolo italiano rispetto all'originale Campeones) che in Spagna ha portato al Premio Goya uno dei suoi protagonisti.
Perché questo è ciò che va posto in rilievo. Qui non ci sono attori che si fingono disabili ma persone reali che portano sullo schermo le proprie aspettative, i propri problemi e il loro amore per il teatro. La struttura narrativa che ci viene proposta, dopo un'iniziale immersione diretta nell'azione, è quella del flashback. Coloro che furono in qualche misura coinvolti nell'impresa dei quattro protagonisti rivivono quelle ore descrivendo l'accaduto.
Giuffrè decide poi di assumersi quello che poteva essere un rischio. Fa entrare in gioco attori noti come Gerini, Salemme, Paolantoni e Frassica essendo sicuramente consapevole che la loro apparizione sullo schermo avrebbe potuto facilmente spostare l'equilibrio del film facendovi entrare una 'finzione' non necessaria. La scommessa è vinta perché i nomi noti entrano in azione con una delicatezza tale da non far pesare il professionismo. Frassica è quello che più a lungo entra in contatto diretto con loro nei panni di Arturo Chiarello, un attore un tempo di successo e ora unico protagonista di un circo dove non va nessuno. Offre al suo personaggio un'intensità e un'adesione al contesto che fa di questa breve partecipazione una delle sue interpretazioni più riuscite.
Non c'è ombra di pietismo in questo film. Se per caso ce ne fosse stato anche il più lontano dubbio ci pensa l'entrata in scena dell'antipaticissimo spirito guida orientale di Paolo (frutto delle sue allucinazioni) il quale è molto duro nel sottolinearne le fragilità. Anche se il contesto conserva volutamente qualcosa di non del tutto realistico (ivi compresa Margherita Buy che torna ad indossare l'abito di una suora molti anni dopo Fuori dal mondo ma con tutt'altro spirito) questo on the road sa come entrare nella psicologia e nel vissuto dei diversamente abili in rapporto con un mondo che talvolta li accoglie e talvolta li respinge. Non nasconde le difficoltà ma, al contempo, ci apre alla comprensione di questi 'matti...per il teatro'.
Ci ricorda anche quanto l'espressione teatrale, sia verbale che corporea, non possa sostituire la scienza ma sia comunque assolutamente terapeutica per chi, nel quotidiano, si sente continuamente condizionato dal volere e dalle indicazioni altrui. Amleto, un po' matto come loro, diventa quindi il personaggio giusto con cui identificarsi e da sentire vicino come un fratello, nato più di 400 anni fa ma, come il suo autore, sempre 'nostro contemporaneo'.
Road-movie il cui argomento della disabilità mentale è trattata in maniera particolare, come già però era accaduto in pellicole precedenti; si va da Quasi amici (Intouchables – Nackache, Toledano, 2011) a Si può fare (id. - Luca Miniero, 2008) per citare due fra gli esempi più recenti. I quattro protagonisti, tutti all’esordio, sono fin da subito [...] Vai alla recensione »
Il film "Amleto è mio fratello " accende j riflettori su un mondo, quello della disabilità, di cui oggettivamente si sa poco o nulla in quanto beatamente ignorato dalla società dei cd "normali", con cui sembra sussistere una specie di patto di non ingerenza teso a mantenere il più possibile le distanze nonché l'integrità dei rispettivi confini. Ecco allora che i quattro protagonisti, varcando quei [...] Vai alla recensione »
Perché Amleto ? «Perché anche lui è un po' matto, proprio come noi», rivendicano Andrea, Paolo, Carlo e Paolone, membri di una compagnia di attori diversamente abili (nella fiction e nella realtà), fratelli minori del folle principe di Danimarca che scappano per partecipare ai provini del teatro San Ferdinando di Napoli. Forte di un percorso quinquennale di teatroterapia a stretto contatto con la disabilità [...] Vai alla recensione »
Non è certo la prima volta che la disabilità viene portata sul grande schermo. Non è neanche la prima volta che veniamo a sapere di disabili, diversamente abili o "ragazzi speciali", più che sul termine ci vorremmo soffermare una volta tanto sui contenuti, reduci da esperienze teatrali positive e gratificanti. Sta di fatto che Amleto è mio fratello, commedia "on the road" uscita nelle sale proprio [...] Vai alla recensione »