Ora online su MYmovies ONE il film che ha visto nascere la stella del regista britannico, in versione restaurata. Oltre 30 salti temporali, una ragnatela di inganni e l’impronta decisa di uno stile inconfondibile. GUARDA ORA IL FILM »
di Roberto Manassero
C’è stato un momento in cui Christopher Nolan era un regista senza esperienza e senza soldi, costretto a girare film in economia, nei weekend, una sequenza alla volta, dentro gli appartamenti degli interpreti o per le strade di Londra (perché era anche un regista inglese e non ancora americanizzato dal passaggio a Hollywood) senza chiedere autorizzazioni.
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Il momento in realtà è durato poco, perché proprio con il film in questione – che si chiama Following, ed è la sua opera prima, scritta, diretta e montata nel 1998 e già allora prodotta dall’inseparabile moglie Emma Thomas – Nolan si fece conoscere nel giro dei festival internazionali e indipendenti (a Rotterdam e a Slamdance, molto influente in quegli anni nel promuovere opere indie e semi-sperimentali) e dal lavoro successivo, il noir di grande successo Memento, le cose cambiarono.
Visto che oggi in molti sanno riconoscere diversi elementi dell’universo di Nolan (inganni, travestimenti, sogni, meccanismi narrativi fratturati, manipolazione del tempo, ridefinizione dello spazio, colpi di scena…), si può affermare che Following è già pienamente un film che porta la sua firma: un thriller psicologico in cui un giovane aspirante scrittore decide di seguire alcune persone per trovare l’ispirazione e finisce per farsi coinvolgere da un ladro di appartamenti, tra effrazioni e piccoli, grandi sconvolgimenti delle esistenze dei loro proprietari.
Ovviamente, niente di ciò il film mostra o dice è da credere fino in fondo, perché fin da subito il mondo di Nolan è una ragnatela di inganni, camuffamenti, eventi in cui la realtà di ogni personaggio si sovrappone a quella degli altri, con effetti di stordimento, illusione, shock, rivelazione.
In Following, inoltre, anche lo stile punta a travolgere lo spettatore e a coinvolgerlo in un’esperienza stordente e di non facile comprensione, per quanto già qui (e sempre di più nei grandi film successivi) non mancano i momenti in cui i personaggi stessi spiegano (ad e allo spettatore) lo sviluppo della trama.
In linea con la produzione del giovane cinema d’autore dell’epoca, Nolan gira in bianco e nero, con camera a mano in 16mm, entra di prepotenza negli spazi che filma, pedina i personaggi a stretto contatto, monta le sequenze con ritmo frenetico… L’effetto è qualcosa che sta tra l’indie americano alla Alexandre Rockwell o Tom DiCillo (all’epoca ancora celebrati e influenti), i congegni mentalisti di Darren Aronofsky (l’anno è lo stesso di π - Il teorema del delirio, quasi un film gemello) e l’aggressività gratuita alla Von Trier.
La futura grandezza di Nolan come autore celebrato e fin troppo sicuro di sé si percepisce però nella capacità di rifarsi a dei modelli noti e al tempo stesso di muoversi già per la sua strada, ambizioso ed eccessivo, massimalista e magniloquente (almeno nello stile, non ancora nella produzione), amante dei generi e della loro scomposizione (qui il thriller, più avanti poi toccherà al noir, al melodramma, alla fantascienza, ai cinecomic, al film di guerra…), indipendente nell’ispirazione e mainstream nella forma, sempre un po’ derivativa ma riformulata in modo originale.
Following è dunque l’inizio di un percorso e al tempo stesso un lavoro che contiene tutto ciò che verrà dopo, come se Nolan e Emma Thomas (ai quali da lì a poco si aggiungerà il fratello del regista, Jonathan, autore del racconto da cui sarà tratto Memento e diverse volte co-sceneggiatore) sapessero già a fine anni ’90 dove sarebbero finiti nei decenni successivi. Giusto per intendersi, a un certo punto attaccato alla porta c’è un adesivo di Batman…