Titolo originale | J'accuse |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, Storico, Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 126 minuti |
Regia di | Roman Polanski |
Attori | Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois, Hervé Pierre Didier Sandre, Wladimir Yordanoff, Mathieu Amalric, Damien Bonnard, Eric Ruf, Melvil Poupaud, Olivier Gourmet, Luca Barbareschi, Denis Podalydès. |
Uscita | giovedì 21 novembre 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | 01 Distribution, Mariposa Cinematografica e 30 Holding |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,04 su 43 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento lunedì 14 marzo 2022
Il famoso caso Dreyfus che sconvolse l'opinione pubblica francese alla fine del XIX secolo. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 4 candidature agli European Film Awards, 11 candidature e vinto 3 Cesar, 5 candidature e vinto un premio ai Lumiere Awards, 1 candidatura a Goya, In Italia al Box Office L'ufficiale e la spia ha incassato 3,4 milioni di euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
|
Gennaio del 1895, pochi mesi prima che i fratelli Lumière diano vita a quello che convenzionalmente chiamiamo Cinema, nel cortile dell'École Militaire di Parigi, Georges Picquart, un ufficiale dell'esercito francese, presenzia alla pubblica condanna e all'umiliante degradazione inflitta ad Alfred Dreyfus, un capitano ebreo, accusato di essere stato un informatore dei nemici tedeschi. Al disonore segue l'esilio e la sentenza condanna il traditore ad essere confinato sull'isola del Diavolo, nella Guyana francese. Il caso sembra archiviato. Picquart guadagna la promozione a capo della Sezione di statistica, la stessa unità del controspionaggio militare che aveva montato le accuse contro Dreyfus. Ed è allora che si accorge che il passaggio di informazioni al nemico non si è ancora arrestato. Da uomo d'onore quale è si pone la giusta domanda: Dreyfus è davvero colpevole?
Roman Polanski mette le sue doti di Maestro del Cinema al servizio di una vicenda che, in tempi come quelli presenti, merita una rivisitazione.
Il cinema se ne era già occupato in passato. Sia con Emilio Zola di William Dieterle nel 1937 (film che colpì il giovanissimo Roman) e, successivamente, con L'affare Dreyfus di José Ferrer del 1957.Il film purtroppo ha innescato diverse polemiche scaturite dall'intervista che il regista ha rilasciato per il pressbook che ha accompagnato il film alla 76.ma Mostra del Cinema di Venezia. In quelle dichiarazioni Polanski dice di aver potuto comprendere meglio la storia che stava portando sullo schermo a causa delle accuse false che gli vengono periodicamente lanciate. Questo ha provocato reazioni di diversa natura che hanno rischiato di offuscare il valore intrinseco del film. Perché L'Ufficiale e la Spia si colloca nella categoria delle opere di impianto classico che trovano la via del grande schermo nel momento storicamente giusto. È sicuramente vero che il regista e il suo co-sceneggiatore Robert Harris lavorano da anni su questa idea ma è ora che è indispensabile mostrare, con un film capace di arrivare al grande pubblico, come il Potere sia in grado di costruire falsificazioni capaci di resistere a lungo e di sconvolgere vite. Viviamo in tempi in cui la memoria collettiva è quotidianamente insidiata da una valanga di news tra cui è sempre più difficile distinguere le vere dalle fake. Attraverso la persona di Picquart (magistralmente interpretato da Dujardin) Polanski ci ricorda come siano necessari uomini che siano capaci di andare al di là delle proprie convinzioni (il colonnello non amava gli ebrei) quando si trovano di fronte a un'ingiustizia che diviene tanto più palese quanto più chi la sta perpetrando fa muro perché non ne emergano le falsificazioni.
L'ingresso nella sede dei Servizi Segreti costituisce così la cifra stilistica del film. In spazi così cupi e privi di 'aria' (l'odore della fognatura li pervade) è facile che gli uomini si trasformino in tanti Capitano Henry che gli dichiara: "Voi mi ordinate di uccidere un uomo? Io lo faccio. Mi dite che è stato un errore? Mi dispiace ma non è colpa mia. Questo è l'Esercito" Picquart gli replica: "Questo sarà il suo Esercito. Non il mio". Polanski ci interroga sulla morale dei nostri tempi (che non riguarda solo uno specifico settore) e ci invita a vigilare. Forse non siamo più in tempi in cui un articolo di giornale può fare riaprire un processo come accadde con il "J'accuse" di Emile Zola pubblicato su "L'Aurore" ma forse proprio per questo è necessario saper reagire a quella sorta di impermeabilizzazione agli scandali che rischia di produrre un appiattimento dell'opinione pubblica che finisce con il lasciare spazio al morbo dell'indifferenza diffusa. Ricordare ciò che accadde allora può trasformarsi in un monito prezioso.
L'UFFICIALE E LA SPIA disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€9,99 | €12,99 | |||
€9,99 | - |
Con il suo J’accuse Roman Polanski ha voluto rendere omaggio al cinema di Alfred Hitchcock, in particolare penso ai film Il Delitto perfetto e Nodo alla gola, ricostruendo la nota storia di Dreyfus in sequenze che intrecciano, sin dall’inizio, le vicissitudini ed il carattere della vittima con le azioni del suo salvatore, il colonnello Picquart, concatenandosi in un contesto già [...] Vai alla recensione »
“L’ufficiale e la spia” (J’accuse, 2019) è il ventitreesimo lungometraggio del regista-sceneggiatore polacco (naturalizzato francese) Roman Polanski. Al ventitreesimo film arriva Il summa polanskiano: inchiesta, processo, falsità, verità, potere e corruzione. In poco più di due ore sono concentrate molte cose che aspetti e oltre delle cose che non [...] Vai alla recensione »
Ho potuto assistere all' ultimo capolavoro Roman Polanski " L'ufficiale e la spia ", un film accuratissimo ed elegante con un cast di attori molto, molto bravi tra i quali spiccano sicuramente Louis Garrel nei panni del Capitano Alfred Dreyfus e Jean Dujardin nei pani del Colonnello Picquart. Il film tratta di una storia vera , meglio conosciuta come L' [...] Vai alla recensione »
Roman Polanski, a ottantasei anni, si conferma ancora una volta un ottimo regista con quest’ultimo film di impianto classico. Al di là delle polemiche su una presunta identificazione del regista, nell’ingiustamente accusato Dreyfuss, il film, con il titolo in italiano, “L’ufficiale e la spia”, riporta sullo schermo un fatto reale già rappresentato al cinema [...] Vai alla recensione »
Sul finire dell’Ottocento un capitano ebreo dell’esercito francese viene dichiarato colpevole di tradimento. Spetta al neo capo dei servizi segreti far luce sull’accaduto. Appassionante cinepezzo da antologia, minuziosamente ambientato e dalla narrazione fitta, con delle performance incredibilmente credibili. Dall’omonimo romanzo di Robert Harris, che ha anche collaborato alla [...] Vai alla recensione »
L'UFFICIALE E LA SPIA (FR/IT, 2019) diretto da ROMAN POLANSKI. Con JEAN DUJARDIN, LOUIS GARREL, GRéGORY GADEBOIS, EMMANUELLE SEIGNER, MELVIL POUPAUD, MATHIEU AMALRIC, LAURENT STOCKER, DENIS PODALYDèS, ANDRé MARCON, MICHEL VUILLERMOZ, VINCENT PéREZ, LUCA BARBARESCHI ● Il 1895 fu l’anno del terribile affaire Dreyfus: il capitano dell’esercito francese [...] Vai alla recensione »
Se vi è capitato di sentire, o leggere, i termini “Affare Dreyfus” oppure “Io accuso”, (in lingua originale “Affaire Dreyfus” e “J’accuse” -quest’ultimo probabilmente più famoso senza doverlo tradurre-), e non c’è mai stato modo di approfondire la ‘provenienza’, o il significato, L’Ufficiale e la [...] Vai alla recensione »
il film è basato sulla storia vera nota come "l'affare Dreyfus" che sconvolse l'opinione pubblica in Francia sul finire del 1800. Nel gennaio del 1895 il capitano dell'esercito francese Dreyfus viene degradato e condannato di alto tradimento per aver passato segreti militari ai tedeschi ed incarcerato nell'isola del diavolo.
"J'accuse"(Roman Polansky, scritto con Robert Harris, da anni suo cosceneggiatore, autore anche del romanzo del 2013 da cui il tilm è tratto, 2019; il mtitolo è mutuat direttamente da un famoso pamplhket di Emile Zola)questo film ripropone il caso di Alfred Dreyfus, che a fine 1800 fu condannato quale"spia"dei Prussiani solo in quanto Ebreo e uomo di sinista(ma [...] Vai alla recensione »
Pellicola di valore assoluto. Impressionante la ricostruzione storica e la messa in scena della società dell'epoca, così minuziosa che lo spettatore ci si cala dentro completamente: la cura per i dettagli mi ha molto colpito. Da sottolineare l'eccellente rappresentazione dell'ambiente ministeriale e militare francese, di cui si respira la ferrea disciplina a cui è [...] Vai alla recensione »
Da un episodio che ha prodotto una vastità di libri, ma poche storie al cinema, Polanski approda a un saggio sul potere e a un thriller dove coabitano racconto piano e tensivo, il dramma di un uomo e l'ottusa farsa, quasi somatica, gestuale, corporea, come dipinta più che filmata, di chi mente, falsifica, manipola, con una regia precisissima d'opera in costume che è anche [...] Vai alla recensione »
Espressioni quali " Affaire Dreyfus" o "Caso Rosenberg" sono usate comunemente quando si vuole indicare, come direbbe Gadda, un qualche pasticciaccio brutto che coinvolge per lungo tempo un paese, in cui qualcuno viene messo alla gogna con prove indiziarie spesso dalla nebulosa veridicità, ma che hanno un forte impatto sull'opinione pubblica.
Purtroppo il film è talmente vero e realistico da fare male, come fa male un pugno in faccia. Il potere che fa quadrato attorno alla sua corporazione ed all'eventuale problema sorto in essa non è una novità. Vorrei dire, soprattutto in Italia; e forse mi consolo, ma non troppo, a vedere che invece questa è una storia francese.
Eccellente ricostruzione del caso Dreyfus con attori validi che ben interpetano la propria parte, una sceneggiatura curata, attenta ai particolari ed all'ambientazione, ed una regia eccellente. Il film è di estrema attualità per due ragioni contingenti nel degrado culturale e sociale in cui siamo immersi. Di queste due ragioni, entrambe fondamentali, la condanna [...] Vai alla recensione »
Roman Polanski ci offre un film memorabile e i fatti narrati meritano un’accurata ricostruzione.Dal 1894 al 1906, più o meno negli stessi anni in cui il governo russo fabbricava e metteva in circolazione i falsi Protocolli dei Savi di Sion, la Francia fu sconvolta da un caso giudiziario – il caso Dreyfus – che riuscì a scatenare nella gente violente passioni coinvolgendo grandi temi quali il rapporto [...] Vai alla recensione »
Il film descrive un famosissimo caso storico che non ha bisogno di molte presentazioni, l'affare Dreyfus. Non parla dunque di errori giudiziari, ma di esplicite infondate accuse da parte del potere di turno (in questo caso militare) ai danni di innocenti, come molti se ne sono verificate nel corso della storia, con conseguente gogna mediatica e assoluzione spesso postuma.
Un conto è la storia e un conto è un film che nel caso anche per evidenti motivi sentimentali ovvero per necessità cinematografiche tende a banalizzare una vicenda complessa. Diceva Chesterton "Dreyfus è innocente, forse non lo sono i dreyfusardi". Cominciamo dall'antisemitismo o meglio dell'antiebraismo diffuso In Francia nei settori i più svariati, [...] Vai alla recensione »
Un'altra lezione di Storia. Una versione della Belle Epoque secondo Roman. Orgoglio ferito dalla disfatta, miseria di popolo spesso in sommossa non impedivano ricevimenti eleganti, incontri galanti, cancan e champagne. Déshabillé extraconiugali. Se ne occupa Emmanuelle Seigner (Pauline Monnier), ammiccamenti peccaminosi, protofemminismo.
Bel noir su un fatto storico realmente accaduto, costruito in maniera egregia come solo il maestro Polanski sa fare. La costruzione della tensione è da manuale, così come il montaggio e il gioco a incastri che serve a dipanare la matassa , fino a virare al legal-movie.Chiaro anche che l'afflato con cui il regista americano racconta la storia derivi da un coivolgimento personale, visto che lui stesso [...] Vai alla recensione »
"L'ufficiale e la spia" del regista (di cui non bisogna dimenticare le condanne ed i procedimenti penali per stupro, anche di minorenni) Roman Polanski ripercorre dal 1894 in poi il prima, il durante e il dopo dell'"Affaire Dreyfus", l'alto in grado francese ebreo ingiustamente coinvolto, arrestato, condannato e condotto nell'Isola del Diavolo per intelligenza [...] Vai alla recensione »
Trovo altamente apprezzabile la volontà del regista di puntare la sua attenzione non sulla puntuale ricostruzione dei fatti ma piuttosto al conflitto, il più delle volte irrisolvibile, tra " verità e ragion di stato". Polanski pensa a un pubblico adulto, maturo capace di sganciarsi dai "must" [...] Vai alla recensione »
Visto il film "L'ufficiale e la spia", titolo sotto il quale è sviluppata la clamorosa vicenda politico-giornalistico-culturale che occupò la scena pubblica francese per un quindicennio dal 1894 al 1909 che va sotto il nome di "affaire Dreyfus". La pellicola parte dalla scena grandiosa nel cortile settecentesco dell'École [...] Vai alla recensione »
Il titolo a commento su Mymovies dice che si tratta di un film “dall’impianto classico”, io forse preferirei definirlo un film di genere. Solido, ben recitato (ma Polanski non può proprio farne a meno di rifilarci sempre e comunque Emmanuelle Seigner, nei suoi film?) ben fotografato, ben congegnato attraverso i continui flash back, ma a dire il vero non “buca”. Vai alla recensione »
Che dire? Non servono lunghi discorsi, questo film parla da solo. Ottima l'ambientazione, perfetta la sceneggiatura, ottima la recitazione. Polanski mostra tutta la sua esperienza costruendo un film preciso, puntuale, scorrevole e che mostra la sfacciata falsità del Potere. Ricostruendo il famoso affare Dreyfus, Polanski non nasconde allusioni (pur se discrete) ad un oggi nel quale le accuse [...] Vai alla recensione »
Come non considerare il fatto che la vecchia guardia sopravvissuta oggi , di registi di cinema, europei e americani, come Scorsese, Polanski, Spielberg, Wenders, marchi ancora presenza con autorevolezza e meritata considerazione per ciò che ancora loro riescono a fare.
Siamo nel 1894, in Francia. L'ufficiale di artiglieria Alfred Dreyfus viene degradato e mandato alla Guyana francese, nella colonia dell'Isola del Diavolo, a scontare la deportazione perpetua per alto tradimento. Ne uscirà dopo cinque anni per essere processato e condannato di nuovo, questa volta a dieci anni di carcere. Finalmente, nel 1906, sarà riabilitato e reintegrato nell'ese [...] Vai alla recensione »
Il caso Dreyfus del 1895 con l'ufficiale dell'esercito francese Jacques Piquart che scopre per caso come sia falsa l'accusa di tradimento, a favore dei tedeschi, dell'ufficiale ebreo Alfred Dreyfus. Un film senza luce e sole, di attori (Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner) diretti da un grande maestro. Polanski è sempre secco, senza fronzoli, essenziale.
Ho trovato il film stilisticamente perfetto con una sceneggiatura impeccabile.
Era da tempo che non mi capitava di assistere ad un tutto esaurito, e mi fa particolarmente piacere che, ad ottenere un così lusinghiero riscontro, sia un film formalmente impeccabile, narrativamente appassionante (anche se forse, a tratti, il regista si fa prendere un po' troppo la mano), e soprattutto inquietantemente attuale. Tale da farci riflettere.
Dopo essere stato presentato alla 76esima mostra d’arte cinematografica a Venezia, L’ufficiale e la spia di Roman Polanski è finalmente uscito anche nelle sale italiane. Liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Robert Harris, il film racconta le indagini dell’ufficiale Georges Picquart (Jean Dujardin) circa l’affare Dreyfus: Alfred Dreyfus [...] Vai alla recensione »
La persecuzione, la degradazione, l’obbedienza, la ricerca della verità, sono i temi portanti del film J’accuse di Roman Polaski. La vittima Defrejfus, era innocente ma per dimostrarlo ci vollero 12 anni , incastrato in un gioco più grande di lui. Torna l’incubo, l’horror che abbiamo già visto nei film precedenti, e ora si ripresenta nella storia giudiziari [...] Vai alla recensione »
J'accuse di Roman Polanski è un capolavoro del cinema, basta il campo lungo iniziale, che rappresenta la vastità della Francia che si abbatte sui considerati più piccoli. È un insieme di immagini sulle malefatte dei superiori.Da vedere assolutamente.
sotto ogni aspetto, realizzato con grande professionalità ed equilibrio da parte di tutti: il grande cinema è questo, bellezza, e non ci potete far niente (semicit). Chi ha un minimo di dimestichezza con la storia dell'arte avrà riconosciuto diversi "tableau vivant" di opere di Degas e Manet.
Recensisco positivamente questa opera di Polanski. L'immagine del soggetto principale e' sana, fuori dai tempi. Ovvie le battute di Polanski fuori scena, film e storia gli si vestono perfettamente.Emanuelle Seigner, anche se avanti con gli anni, non perde il suo charme di donna fatale.Bravissima. Film da vedere e gustare nel massimo silenzio, e, anche se storicamente scontato, lascia col fiato [...] Vai alla recensione »
Opportuno in questo (?) contesto storico di tentato revisionismo, utile per capire un passo storico importante e complesso, rigoroso nella messa in scena ed ineccepibile nella recitazione. Fallisce parzialmente l'obbiettivo primario che si vorrebbe dal grande cinema: emozionare.
Film eccelso, emozionante dalla prima all'ultima immagine, girato con una fermezza di mano che gli permette di stare continuamente in bilico fra generi diversi (noir, legal thriller, ricostruzione storica, denuncia politica ecc.) senza cadere mai in nessuno. Grandi gli attori, compreso il Garrel-Dreyfus quasi automa nel suo ruolo di vittima. Unico neo (se mi si perdona lo snobismo): è mai [...] Vai alla recensione »
Film di grande compostezza cinematografica e attenta filologia che tuttavia crolla sul viso irrigidito dalla chirurgia estetica della Seigner. Ahi Polanski...che nemesi.
non sono un grande fan di Polanski, troppo cerebrale mi annoia, però quando si cimenta in ricostruzioni storiche vedi il pianista o oliver twist riconosco che sa fare anche dei capolavori quindi mi fiondo al cinema appena uscito l'ufficiale e laspia, che delusione totale, un film privo di struttura, senza mordente con un montaggio studiato apposta per sfiancare un toro, praticamente senza [...] Vai alla recensione »
Con J'accuse di Roman Polanski entriamo fin dalla prima scena nel regno della perfezione: non si tratta certo di essere portati per mano come farebbe il racconto tradizionale di un celebre caso giudiziario, o di un film storico, perché non si avvertirebbero i brividi inquietanti della contemporaneità come in questo film. Siamo nella perfezione dell'universo cinematografico fin da quando percorriamo [...] Vai alla recensione »
L'affare Dreyfus come un appassionante thriller ottocentesco zeppo di personaggi e di dettagli che in poco più di due ore resuscita non solo uno dei casi più intricati e rivelatori della storia moderna europea, ma tutta un'epoca. Ovvero una mentalità, una società, un assetto tecnologico e morale sicuramente lontanissimo ma per certi versi incredibilmente vicino a quello attuale.
Lungamente atteso, problematizzato a latere al Lido (citofonare Lucrecia Martel), J'accuse arriva e ricorda che Roman Polanski di cinema è maestro. Non discutibile. Tornando sul caso, poggiandosi ancora sullo scrittore Robert Harris (già per L'uomo nell'ombra, qui prendendo da L'ufficiale e la spia), cura quadro, composizione, visi e atmosfera, e cesella un monito su quella e questa Francia, Europa, [...] Vai alla recensione »
L'atmosfera horror dell'Inquilino del terzo piano e Rosemary's Baby. Il razzismo cieco di Il pianista. La scienza investigativa di L'uomo nell'ombra. Nasconde cultura visiva profonda il nuovo Polanski, i due Renoir, Seurat, Lautrec, Ford, Hawks, i Poirot. Il film schiaccia alla sedia, fa giocare la mente e avrebbe commosso Rossellini per l'appassionata tensione didattica.
Chi storce il naso, non sa cosa si perde. Non l'avrebbe mai fatto difronte a pianista", Palma d'oro a Cannes nel 2002 e vincitore di tre Oscar. "L'ufficiale e la spia" (ultimo film di Roman Polanski, anni 86) gli americani neanche lo vedranno: potrebbe riattivare la corda puritana che scatenò i roghi per le streghe a Salem. Viene in mente un episodio della serie "Alfred Hitchcock presenta".
L'ufficiale e la Spia si ispira al thriller best seller di Robert Harris (Mondadori, 2013) che con estrema accuratezza rievoca il Caso Dreyfus, ovvero l'«Affaire» come lo chiamano i francesi, nella consapevolezza della sua rilevanza storica e simbolica. Perché la condanna per tradimento del capitano ebreo alsaziano, imprigionato nell' Isola del Diavolo sotto l'infondata accusa di aver passato informazioni [...] Vai alla recensione »
«Apollo... è greca?» «No, è una copia romana, l'originale è perduto» «Ah, è un falso, allora» «No, è una copia dell'originale». Questo scambio, dalla conclusione ovvia per un archeologo forse meno per chi non è uno specialista, avviene nello statuario del Louvre, tra il colonnello Picquart (Jean Dujardin) e l'investigatore della sûreté, Desvernine (Damien Bonnard): originale, copia, verità e falsificazione, [...] Vai alla recensione »
Si poteva immaginare che la vicenda del J'accuse di Roman Polanski adombrasse le vicende giudiziarie del regista, inseguito da un mandato di cattura americano. Ma (a parte che Dreyfus era innocente e Polanski reo confesso) il film non ha nulla di così capzioso. Un colonnello dei servizi segreti (Dujardin) scopre come le accuse contro il capitano Dreyfus (Garrel), condannato per alto tradimento, siano [...] Vai alla recensione »
I passi marziali dei soldati producono un rumore sordo mentre attraversano il cortile dell'Ècole Militaire di Parigi. Stanno portando Alfred Dreyfus, capitano ebreo accusato di tradimento perché sospettato di aver passato informazioni ai nemici tedeschi, all'umiliante cerimonia della degradazione che prelude al disonore e poi all'esilio nella sperduta Isola del Diavolo, nella Guyana francese.
Mettiamola così: magari Polanski avrebbe dovuto riflettere due minuti prima di intitolare il suo film proprio "J'accuse". Era fin troppo facile infatti associare la vicenda del capitano ebreo a quella del regista, così facile che lui stesso ci è cascato, salvo poi ritrattare fiutando l'autogol. Non bastasse, tra la prima a Venezia e l'uscita in sala, sul (grande) regista polacco è caduta una nuova [...] Vai alla recensione »
Polverose, puzzolenti, quasi sordide, così sono le stanze della cosiddetta Sezione di statistica, dove il servizio segreto dell'esercito francese falsifica le prove che il 22 dicembre 1894 portano alla condanna del capitano Alfred Dreyfus (Louis Garrel). A quell' affaire lontano nel tempo, a quello scandalo politico e militare a sfondo antisemita torna ora L'ufficiale e la spia (Francia e Italia, 2019, [...] Vai alla recensione »
"J'Accuse" riprende il titolo della lettera che Émile Zola scrisse al quotidiano "l'Aurore" nel 1898, contro le alte sfere dell'esercito francese, per "l'affaire Dreyfuss". Pur di non riaprire il caso del capitano, accusato di tradimento, degradato e imprigionato sull'Isola del Diavolo nel 1895, erano state sviate le indagini sul reale traditore che passava i piani dell'artiglieria alla Germania.
A 86 anni Polanski impartisce sullo schermo la sua master class di storia. "J'accuse" in virtù della struttura ferreamente proporzionata, ordinata e rifinita appartiene, infatti, alla vena classica della propria filmografia ("Tess", "Il pianista", "Oliver Twist") alquanto divergente da quelle a noi più note e care destabilizzanti, psicopatiche, erotiche, noir.
Un film non è solo immagini sullo schermo, un racconto, una storia, ma anche il risultato di un processo produttivo, di una visione, di un complesso intreccio di relazioni con il suo tempo e il contesto che ne ha suggerito l'urgenza. E capita che un film possa persino raccontare "un'altra storia", una storia di sé, come riflesso indipendente dai propositi dell'autore o allegoria inseguita intenzionalmente [...] Vai alla recensione »
L'affare Dreyfus è stato uno dei più celebri "falsi" della storia, in cui un ufficiale ebreo dalle vaghe ascendenze tedesche si è trovato per caso al centro di un problema internazionale e di uno dei casi di antisemitismo più feroci. Un caso che venne poi riaperto da Emile Zola, col suo celebre "J'accuse" pubblicato su "L'Aurore", sulla scorta dei dubbi e delle nuove prove che erano state acquisite [...] Vai alla recensione »
Durante delle indagini come capo dell'intelligence militare, scopre che il capitano Andrea Dreyfuss, accusato di essere una spia e condannato all'esilio sull'Isola del Diavolo nel gennaio del 1895, è probabilmente innocente. Antisemita per tradizione più che per una reale convinzione, Piquart non accetta che la verità venga messa a tacere e seguendo la propria coscienza decide di rivelare le menzogne [...] Vai alla recensione »
«Fu soprattutto il prodromo di Auschwitz» scrisse Montanelli dell'Affare Dreyfuss. Polanski ricostruisce con l'impegno didattico che fa della forma (chiarezza più cultura, Rossellini) un godimento nella conoscenza. Capo dei servizi segreti, il colonnello Piquart mette a repentaglio la propria vita per dimostrare l'errore giudiziario, complotto razzista nella Francia Belle Époque, anello tra '800 e [...] Vai alla recensione »
Un film solido, rigoroso, dall'impianto narrativo classico e ugualmente avvincente e tensivo. Gran premio della giuria all'ultima Mostra del cinema di Venezia, esce nelle sale il 21 novembre con 01 Distribution "L'ufficiale e la spia" di Roman Polanski. Un thriller storico e politico perfetto sull'affare Dreyfus, noto in tutto il mondo. Il 5 gennaio 1895 il giovane ufficiale dell'esercito francese [...] Vai alla recensione »
Dividere l'uomo dall'artista, dal regista, prodigioso, eterno, anche a 86 anni, e giudicarlo solo per questo. Roman Polanski, bandito oramai da più parti per le note accuse di stupro (a cui se ne sarebbero aggiunte, forse, di nuove), fa sempre parlare, è successo pure all'ultima Mostra del Cinema di Venezia, dove alla fine ha vinto meritatamente il Gran Premio della giuria.
Nonostante il Leone d'argento vinto a Venezia, al momento della sua uscita in sala l'ultimo film di Roman Polaski non manca di provocare qualche mal di pancia. Nell'occhio del ciclone, dopo che la fotografa Valentine Monnier lo ha accusato di stupro, il regista presenta la sua personale variazione sull'affaire Dreyfus, uno dei terremoti politici più celebri della fine dell'ottocento.
Al netto delle molte polemiche che hanno circondato la sua presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, per poi accompagnarne l'uscita internazionale in sala, ma che giocoforza afferiscono al discorso intorno al film riuscendo ad esaurire solo parzialmente lo sguardo che l'opera chiama in causa, L'ufficiale e la spia di Roman Polanski ha anzitutto il merito di orientare una grande e paradossale [...] Vai alla recensione »
5 gennaio 1895. In una Parigi gelida, nell'immenso cortile dell'École Militaire, va in scena la pubblica condanna e degradazione del capitano Alfred Dreyfus, accusato di alto tradimento: avrebbe venduto segreti militari ai nemici tedeschi. A Dreyfus, che nel film di Roman Polanski L'ufficiale e la spia ha il volto emaciato di Louis Garrel, irrigidito e livido, immobile al centro della scena, un solerte [...] Vai alla recensione »
Il confine tra Alfred Dreyfus e Roman Polanski è una sottile linea rossa che non coincide con le comuni origini ebree. Nemmeno con quel cognome di Monnier che compare nel film e nella vita del capitano, condannato per tradimento e poi riabilitato, che fa eco con una delle accusatrici del regista per reati sessuali di oltre mezzo secolo fa. E neppure con l'errore giudiziario, accertato in un caso e [...] Vai alla recensione »
Un'analogia paradossale accompagna l'uscita dell'Ufficiale e la spia, film derivato dal libro omonimo di Robert Harris (Mondadori), che evoca un caso di ingiustizia militare: vittima era il capitano Alfred Dreyfus (Louis Garrel) nella Parigi del 1894. Essa fu corretta alcuni anni dopo proprio da uno degli accusatori di Dreyfus, il colonnello Marie-Georges Picquart (Jean Dujardin).
C'è un'altra parabola, evidente a tutti, dietro a quella raccontata dall'Ufficiale e la spia di Roman Polanski, nelle sale dal 21 novembre. È la storia di Polanski stesso, e dei suoi trascorsi con la giustizia. Lui è stato colpevole (di stupro ai danni dell'allora tredicenne Samantha Geimer: era il 1977, lei oggi lo ha perdonato); il capitano Alfred Dreyfus, protagonista indiretto del film, era invece [...] Vai alla recensione »
Da una parte un capitano ebreo dell'esercito francese accusato di essere informatore dei nemici tedeschi e condannato al disonore e all'esilio. Dall'altra un ufficiale, un uomo normale, che trovatosi a intuire la falsità delle accuse, decide di battersi contro i suoi vertici in nome della giustizia, a costo di fare cose straordinarie. Con solidità e toni solenni, con L'ufficiale e la spia Roman Polanski [...] Vai alla recensione »
Lo storico affaire Dreyfus raccontato come un legal thriller. Nel 1985 il capitano ebreo Alfred Dreyfus viene condannato per spionaggio e alto tradimento. L'ufficiale Picquart (interpretato da Jean Dujardin) si accorge però che, proprio nella sezione militare dove erano emersi i sospetti, il flusso di informazioni ai nemici tedeschi non si è affatto fermato.
«Ha la faccia di un sarto ebreo, che piange per l'oro che non ha più», dice un ufficiale quando Alfred Dreyfus viene degradato. «I romani davano i cristiani in pasto ai leoni, noi gli ebrei. È il progresso!», gli viene risposto. Dal romanzo di Robert Harris, la vera storia del capitano Dreyfus (Louis Garrel) - uno dei pochi ufficiali ebrei dell'esercito francese - che nel 1894 fu accusato ingiustamente [...] Vai alla recensione »
Sulla verità ci ha riflettuto per tutta la carriera, la persecuzione invece Roman Polanski la conosce bene, sin dall'infanzia all'ombra del nazismo, tacendo su tutte le altre disavventure di una vita perennemente in bilico fra gli opposti. Sarà anche per questo che da dieci anni inseguiva questa ricostruzione dell'affaire Dreyfus, il più importante conflitto politico-sociale della Terza Repubblica [...] Vai alla recensione »
Non c'è nulla di più spiacevole che fare una dichiarazione che contiene in sé sia il motivo per cui premiare un film sia quello per cui (in maniera pregiudiziale) non annetterlo tra i possibili vincitori. Ancora di più se da una parte c'è una stimata presidentessa della giuria, la regista Lucrecia Martel, e dall'altra si ha un genio del doppiogioco come Roman Polanski, che con J'accuse - in concorso [...] Vai alla recensione »
Voulez-vous la lumière? Una domanda che rimbomba spesso nelle sontuose stanze del potere dove si discute il celeberrimo affaire Dreyfus, proprio nel fatidico 1895 che sta scoprendo la "luce" del cinema in quella stessa Parigi. Una domanda che Roman Polanski torna a porsi nel 2019 risucchiandoci pian piano in ambienti sempre più oscuri, tra uffici e tribunali, alberghi e celle di isolamento, sondando [...] Vai alla recensione »
Raccontare la Storia passando da un totale con centinaia di comparse in costume al dettaglio di una medaglia al valore che cade nella fanghiglia; inquadrando cinque figure adagiate su un prato a far colazione nella stessa postura e soffuse degli stessi colori di un dipinto impressionista; filmando corpi, volti, tube, uniformi, mustacchi, pince-nez, toilettes muliebri, velette, crinoline, vestaglie, [...] Vai alla recensione »
J'Accuse è non solo il titolo, ma anche l'incipit della storica lettera pubblica (rivolta al presidente della Repubblica francese) in cui Émile Zola con parole di fuoco inchioda la fellonia e la disonestà dei vertici dell'esercito nazionale, responsabile di aver condannato un innocente, il capitano Alfred Dreyfus, con la più infamante delle accuse: aver passato notizie al nemico per eccellenza, la [...] Vai alla recensione »
La pietra dello scandalo del Concorso è arrivata solo che non è né un mattone né un film di Martone bensì di un certo Roman Polanski il quale dirige un affresco storico entusiasmante su una faccenda che più marcia non si può. Mentre si sarebbe inventato a dicembre il cinema, nel gennaio 1895 in Francia si perseguitavano gli ebrei come nel caso del capitano Dreyfus, degradato perché accusato di essere [...] Vai alla recensione »
E ci voleva un grande Roman Polanski per ricordarci con il suo J accuse, tratto dall'ottimo best seller di Richard Harris, che il caso Dreyfus è nostro contemporaneo. Si esce dalla visione di questo film severo e intenso con la chiara idea che la tragica farsa della condanna dell'ufficiale ebreo sotto falsa accusa di tradimento rappresenti non un qualsiasi episodio storico, ma il manifesto chiave di [...] Vai alla recensione »
Il film con cui Roman Polanski è in concorso a Venezia, "J'Accuse - L'ufficiale e la spia", è probabilmente ciò che s'intende per quintessenza del cinema, quello puro e immortale. Dare a quest'opera la meritata attenzione comporta il fatto di glissare su tutte le polemiche che hanno accompagnato la presenza dell'83enne regista francese alla Mostra del Cinema e hanno visto schierarsi su posizioni opposte [...] Vai alla recensione »
Roman Polanski è tornato. Fisicamente assente al Lido, sgancia una bomba cinematografica che non lascia indifferenti. J'accuse, sul celeberrimo caso Dreyfus, in Concorso a Venezia 76, è il film che ti aspetti da lui nell'evo del #MeToo. Chiaro, il mantra di queste ore in laguna è quello di separare l'artista dall'uomo. Ed è quello che faremo nelle prossime righe recensendo il film.
Vi si indaga l'inquietante retaggio del regime di Marcos, documentando le pressioni esercitate da Imelda, vedova del dittatore, nel tentativo di far ottenere la vicepresidenza al figlio Bongbong. Per raggiungere il suo scopo, Imelda riscrive disinvoltamente la storia di corruzione della sua famiglia sostituendola con la narrazione dell'amore stravagante di una matriarca per il proprio Paese.
L'"Affaire Dreyfus" come "Affaire Polanski"? C'è un corto circuito dichiarato tra il magnifico film in concorso al Lido, "J'accuse - L'ufficiale e la spia" (titolo dalla lettera pubblica di Emile Zola sull'"Aurore") e la persecuzione privata di cui l'ottantaseienne regista da oltre quarant'anni si sente bersaglio. Oggi in sala la Presidente della Giuria Lucrecia Martel - quella che "non separa l'uomo [...] Vai alla recensione »
Basterebbe la panoramica iniziale, così geometricamente solenne, a far capire che film sarà "J'accuse". La spogliazione militare del capitano Alfred Dreyfus, avvenuta per alto tradimento con relativo confinamento nell'Isola del Diavolo, non codifica tanto il regolamentare gesto di espulsione di una spia per aver informato i tedeschi, quanto l'atto deliberatamente artefatto di una condanna perseguita [...] Vai alla recensione »
La presentazione veneziana di J'accuse di Roman Polanski è stata preceduta da molte polemiche legate alla figura del regista. Comunque ci si poteva legittimamente chiedere se un uomo che ha avuto così spesso a che fare con la giustizia fosse la persona adatta per fare un film sulla più celebre ingiustizia della storia di Francia. Il film in qualche modo svicola, mettendo al suo centro non il capitano [...] Vai alla recensione »
Classico nell'impostazione, magistrale nello svolgimento, impeccabile sul piano estetico: il «J'accuse» di Roman Polanski (86 anni e una vitalità incredibile) sposta in alto l'asticella della qualità di un Concorso già apprezzabile. Il film adombra le personali vicende giudiziarie del regista polacco, ma senza auto-indulgenza, imponendosi come apologo universale contro la «caccia alle streghe» che [...] Vai alla recensione »