L'ufficiale e la spia |
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Un film di Roman Polanski.
Con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois.
continua»
Titolo originale J'accuse.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 126 min.
- USA 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 21 novembre 2019.
MYMONETRO
L'ufficiale e la spia
valutazione media:
4,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Un'altra tessera nel mosaico della veritàdi Vincenzo AmbriolaFeedback: 10260 | altri commenti e recensioni di Vincenzo Ambriola |
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domenica 24 novembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Siamo nel 1894, in Francia. L'ufficiale di artiglieria Alfred Dreyfus viene degradato e mandato alla Guyana francese, nella colonia dell'Isola del Diavolo, a scontare la deportazione perpetua per alto tradimento. Ne uscirà dopo cinque anni per essere processato e condannato di nuovo, questa volta a dieci anni di carcere. Finalmente, nel 1906, sarà riabilitato e reintegrato nell'esercito. La Francia si dividerà e i suoi più grandi protagonisti, tra cui Zola, scenderanno in campo per difendere un innocente ma, soprattutto, ristabilire la verità. Dreyfus era ebreo, in un periodo della storia in cui la loro presenza nell'esercito e nell'amministrazione pubblica era percepita come insopportabile dagli ambienti di destra. Dreyfus era un militare che voleva riconquistare la sua terra natale, l'Alsazia, ceduta vent'anni prima ai tedeschi. Si sentiva francese a pieno titolo e credeva nei valori della patria e dell'onore. Era anche innocente, come i fatti hanno poi dimostrato, con le confessioni di chi aveva costruito le prove false alla base della sua condanna. Tuttavia il film non è sulla vittima ma sul colonnello Georges Picquart che scopre, quasi per caso, che Dreyfus era innocente e che si ostina a far emergere la verità, per ridare onore a quelle forze armate che l'avevano perso in un complotto antisemitico. Polanski racconta una battaglia dura, combattuta tra i vertici più alti dell'Esercito, del Ministero della Guerra, dei Servizi segreti, a colpi di frammenti di lettere intercettate e ricostruite con pazienza certosina, di accordi segreti, di menzogne e sopraffazione. Lo fa con precisione millimetrica, nella ricostruzione degli uffici, delle case, delle strade della fine del diciannovesimo secolo. Anche i dialoghi sono perfettamente ricostruiti, nel tono pomposo e ufficiale dei generali e in quello deferente dei sottoposti. Le facce, i volti, le espressioni ci riportano indietro di cent'anni. Attualissimo è, invece, il tema della discriminazione razziale, della mistificazione della verità, del complotto, della cieca violenza e del vile abuso di potere da parte di chi il potere dovrebbe usarlo per il bene della società. Temi che non passano mai di moda, che le tragedie greche avevano già da tempo narrato e che si ripropongono ineluttabilmente. Grazie quindi al grande Polanski, per aver aggiunto un'altra tessera al mosaico della verità.
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