|
Ultimo aggiornamento martedì 14 marzo 2017
La vera storia di Katherine Johnson, Dorothy Vaughn e Mary Jackson, tre scienziate afro-americane che hanno rivoluzionato gli studi alla NASA. Il film ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar, 3 candidature a Golden Globes, 1 candidatura a BAFTA, 3 candidature a Critics Choice Award, 2 candidature e vinto un premio ai SAG Awards, In Italia al Box Office Il diritto di contare ha incassato 2,9 milioni di euro .
Il diritto di contare è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Nella Virginia segregazionista degli anni Sessanta, la legge non permette ai neri di vivere insieme ai bianchi. Uffici, toilette, mense, sale d'attesa, bus sono rigorosamente separati. Da una parte ci sono i bianchi, dall'altra ci sono i neri. La NASA, a Langley, non fa eccezione. I neri hanno i loro bagni, relegati in un'aerea dell'edificio lontano da tutto, bevono il loro caffè, sono considerati una forza lavoro flessibile di cui disporre a piacimento e sono disprezzati più o meno sottilmente. Reclutate dalla prestigiosa istituzione, Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson sono la brillante variabile che permette alla NASA di inviare un uomo in orbita e poi sulla Luna. Matematica, supervisore (senza esserlo ufficialmente) di un team di 'calcolatrici' afroamericane e aspirante ingegnere, si battono contro le discriminazioni (sono donne e sono nere), imponendosi poco a poco sull'arroganza di colleghi e superiori. Confinate nell'ala ovest dell'edificio, finiscono per abbattere le barriere razziali con grazia e competenza.
La qualità più grande del film di Theodore Melfi è quella di sfogliare una pagina sconosciuta della NASA. Pagina 'bianca' coniugata fino ad oggi al maschile. Se la storia, il contributo delle scienziate afroamericane alla conquista dello spazio, è una novità, la maniera di raccontarla è convenzionale ma non per questo meno appassionante.
Il diritto di contare mette in scena efficacemente il razzismo e il sessismo ordinario dei bianchi, concentrandosi sui drammi silenziosi che muovono la Storia in avanti. Suscettibile di incontrare il favore di un largo pubblico, Melfi sa bene quando spingere l'emotività dislocando lo sguardo sul romance di Katherine e James, Il diritto di contare segue la storia dell'esplorazione spaziale americana attraverso lo sguardo di tre eroine intelligenti e ostinate che hanno cambiato alla loro maniera il mondo. Hanno doppiato la 'linea del colore', inviato John Glenn in orbita e Neil Armstrong sulla Luna.
A dispetto delle promozioni costantemente negate e all'ombra della supremazia bianca, le ambizioni delle protagoniste trovano respiro e futuro negli Stati Uniti in piena corsa alle stelle contro i russi, in vantaggio con lo Sputnik 1, primo satellite artificiale lanciato in orbita intorno alla Terra. In un'epoca in cui l'IBM è ancora ai primi vagiti, i calcoli necessari all'esplorazione spaziale sono eseguiti manualmente dalle 'colored computers', un team di donne nere che 'contando' aiutano i loro colleghi uomini a scrivere la Storia. Reclutate a buon mercato dalla NASA per volare più forte e più in alto, restano a terra e isolate. Lavoratrici indefesse e visionarie, da cui emerge il prodigio matematico di Katherine Johnson, le protagoniste di Melfi devono provare due volte la propria competenza, messa in discussione dal genere e dal colore della pelle.
Il diritto di contare è una parabola di emancipazione femminile a cui si aggiunge la lotta quotidiana per la riconoscenza dei diritti civili degli afroamericani. Simbolo di questa discriminazione è la toilette. Katherine, promossa a un gruppo di ricerca diretto da Al Harrison (Kevin Costner), deve percorre un chilometro per raggiungere i soli bagni riservati alle donne 'di colore'. Poi qualcosa di straordinario accade negli Stati Uniti che hanno deciso di andare sulla Luna. Le persone cominciano a essere apprezzate in funzione delle loro abilità. Le conoscenze e le attitudini diventano in quegli anni cruciali fattori di uguaglianza e di 'integrazione'.
Il film di Melfi non condanna esplicitamente il razzismo e si accontenta di esporre le ingiustizie e le aberrazioni con le quali si confrontano ogni giorno le persone 'colored'. Permette qualche volta di sorridere delle assurde disuguaglianze, accompagnando Katherine al bagno corrispondente alla sua condizione sociale, Dorothy in una biblioteca riservata ai soli bianchi per prendere 'in prestito' un libro imprescindibile e Mary davanti a un giudice di cui sollecita l'ego per frequentare un corso di ingegneria interdetto ai neri.
Taraji P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monáe sono le abbaglianti e determinate pioniere del programma spaziale della NASA che finiscono per imporsi in un ambiente maschile e maschilista. Ad amarle ci pensa il John Glenn di Glen Powell, astronauta charmant e democratico naturale con poco tempo per le gerarchie razziali. A guidarle, sulla luna e in terra, c'è il 'capo gruppo' Al Harrison di Kevin Costner, per cui la missione come il genio non ha colore. Impeccabile nel ruolo del good man e dietro un paio di Clubmaster (gli stessi che indossa in JFK - Un caso ancora aperto), Costner pratica l'understatement masticando la gomma e riducendo la gravità del dramma. È il suo personaggio a servire lo stand up di Katherine Johnson contro la discriminazione e l'ingiustizia tenace. Al suo fianco, in piedi contro il mondo e forte del potere delle cifre, Katherine trova l'equazione per toccare la luna con un dito. Niente calcolo differenziale o integrale invece per il dramma biografico di Theodore Melfi. Ma un'addizione di buoni sentimenti e una moltiplicazione di talenti raggiungono apprezzabilmente il risultato.
Finalmente un film decente dopo tutte le schifezze delle ultime settimane. Taraji P. Henson è fantastica, ironica, divertente e pungente. Dopo averla vista in serie tv, qui è esplosa in tutta la sua bravura. Grande anche Kevin Kostner. La storia di 3 donne di colore negli anni '50 in america, relegate a ruoli minori, ma che riescono a riscattarsi, a farsi strade a gomitate, fino a [...] Vai alla recensione »
Film sicuramente non realistico nelle atmosfere e nella rappresentazione dei rapporti interrazziali, ma piacevole, accattivamente e assai ben recitato dalle tre protagoniste. Bene anche Kevin Costner più naturale e meno imbambolato del solito. La storia è ben scritta, ben sceneggiata e nonostantd l'atmosfera da commedia coinvolge e commuove lo spettatore.
Hidden Figures, arriva con un tempismo perfetto per la data situazione politica e sociale che stiamo attraversando, e con grande abilità e maestria porta i riflettori sulla storia vera e inedita di tre brillanti donne afroamericane che sono riuscite a intergrarsi e imporsi in un'ambiente tipicamente maschile (e maschilista) sfidando pregiudizi e discriminazioni razziali di ogni tipo.
Una vera storia che entra in una delle istituzioni mondiali più importanti,e soprattutto rigide dal punto di vista della comunicazione sociale,la Nasa,la cattedrale della scienza,dove tutto è possibile e nulla è scontato. Siamo nel nostro secolo,ma sembra di stare in un medio evo moderno,la donna vista come un essenza impropria,e in questo caso addirittura orripilante,perché [...] Vai alla recensione »
“Il diritto di contare” (Hidden Figures, 2016) è il terzo lungometraggio del regista-sceneggiatore di Brooklyn Theodore Melfi. Raccontare l’America, raccontare il sogno, raccontare la Nasa, raccontare la vittoria. Nel film di Theodore Melfi tutto appare (anzi è) ammantato da un prato verde, tutto è disegnato con un arcobaleno all’orizzonte, tutto [...] Vai alla recensione »
Il diritto di contare è un film del 2016, diretto da Theodore Melfi, uscito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 2016 e dall'8 marzo 2017 nelle sale italiane. E' stato candidato a tre premi Oscar, miglior film, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Come recita il titolo originale Hidden Figures, ovvero figure nascoste, la vicenda, [...] Vai alla recensione »
Pensavo al solito polpettone hollywoodiano, invece rimasi stupito-allibito. Una prima assoluta che finalmente rivela il ruolo di primo piano che ebbero tre donne afroamericane, assolutamente geniali in matematica (!) che furono essenziali per il volo del primo astronauta americano John Glenn che nel 1962 riuscì a superare l'exploit di Yuri Gagarin.
Il diritto di contare è un film entusiasmante. Parla di due cose fantastiche: delle tre donne afro-americano che hanno partecipato al programma NASA e dei viaggi nello spazio. Dentro c'è tutto: la Virginia segregazionista degli anni '60, Kennedy, il reverendo King, la competizione USA-URSS per lo spazio, i "" computer-colored"" che verificavano i calcoli degli ingegneri.
Negli anni 60, in piena guerrra fredda, USA e URSS si contendevano le conquiste nello Spazio e la NASA aveva bisogno dei migliori cervelli del Paese, a prescindere dal colore della pelle, in un'epoca dove molti Stati americani erano ancora assurdamente segregazionisti. Tra questi cervelli della NASA tre ragazze di colore laureate in matematica riescono, tra mille difficoltà pratiche, [...] Vai alla recensione »
Il film è tratto dalla storia vera di tre donne che hanno lavorato alla NASA all’inizio degli anni ’60. Basato sul libro Hidden Figures: The Story of the Afro-American Women Who Helped Win the Space Race di Margot Lee Shetterley, Il diritto di contarenarra la storia di Katherine Johnson, genio della matematica, che tracciò le traiettorie per il Programma Mercury e la missione [...] Vai alla recensione »
Segregazione razziale e conquista dello Spazio, ecco le due tematiche cosi' apparentemente diverse che fanno da collante a questo originale e interessante film. Chi agli inizi degli anni sessanta era bambino o ragazzo si ricordera' sicuramente dell'appassionante gara tra le superpotenze Urss e Usa, che si sfidarono a lungo, nel pieno della guerra fredda, per mandare per primi un uomo [...] Vai alla recensione »
Un film che piano piano ti porta al magico "intressante ... non lo sapevo". Romanzato quanto basta per non rischiare di essere un noioso docufilm, tratta in modo "distillato" e mai urlato di problemi, vicende, passioni, molto profonde. Emancipazione femminile nel lavoro ma anche nei rapporti familiari, diritti dei Colors in un'America combattuta da sentimenti controversi, la [...] Vai alla recensione »
"Hidden Figures"(2017, Theodore Melfi)è yna straordinaria sfida a chi crede di sapere e di poter affermare(invece crede di saperlo solo per uno sciocco preigiudizio, per un assurdo "sentito dire", degno di nessun commento, se non di una secca smentita, espressa anche abbastanza perentoriamente) che le ragazze e le donne non sanno nulla di logica, né di matematica [...] Vai alla recensione »
"Hidden Figures"di Theodore Melfi(2017)è un film importante sia a livello storico generale(primi anni Sessanta del 1900, guerra fredda, kennedyismo, viaggi spaziali intesi come simbolo dell'affermazione mondiale dell'imperialismo americano o"sovietico", questione dei diritti degli Afroamericani, con le epiche lotte di Martin Luther King e Malcom X), sia a livello [...] Vai alla recensione »
Impiegate presso la NASA come calcolatrici umane nel programma Mercury, le tre amiche e matematiche di colore Katherine, Dorothy e Mary vivono e lavorano in un clima di pesanti discriminazioni sessiste e razziste nella Virginia dei primi anni 60.Dotate ciascuna di un talento particolare, di una ferrea volontà e spirito di adattamento alle mansioni richieste, le tre ragazze si faranno strada contribuendo [...] Vai alla recensione »
Con "Il DIritto di Contare" il regista Theodore Melfi affronta per la prima volta sullo schermo una pagina della storia degli uffici della NASA poco conosciuta, concernente le tre scienziate-matematiche afro-americane e la discriminazione pesante che negli anni '60 esse dovettero subire. Pur intelligenti oltre la media, le tre donne di colore, a Langley, presso, appunto, gli uffici della [...] Vai alla recensione »
Il diritto di contare è un film del 2016, diretto da Theodore Melfi, uscito nelle sale statunitensi il 25 dicembre 2016 e dall'8 marzo 2017 nelle sale italiane. E' stato candidato a tre premi Oscar, miglior film, miglior attrice non protagonista e miglior sceneggiatura non originale. Come recita il titolo originale Hidden Figures, ovvero [...] Vai alla recensione »
"Hidden Figures", ossia"figure nascoste", ma è efficace anche il titolo italiano, "Il diritto di contare", in quanto ha il doppio significato, riferendosi sia al"diritto di contare socialmente" per delle donne di colore, sia a quello di affermarsi in campo scientifico-matematico(dove bisogna ricordare che la matematica non è solo calcolo.
La vicenda raccontata nel film è quella 'classica' della segregazione razziale americana. Sappiamo tutti la vergogna ed il degrado morale ai quali una nazione libera e democratica come gli Stati Uniti d'America si è esposta fino ancora ai giorni d'oggi, nei confronti di una classe sociale che ha avuto come colpa solo quella di essere stata 'importata' come [...] Vai alla recensione »
I visi pallidi e i pellerossa, poi i bianchi e i negri,oggi la gente di colore!Questa l’ America di ieri e di oggi che questo straordinario film ricorda rappresentando una vicenda vera che ha mutato la Storia dell’ America e del mondo. Accanto agli americani Kevin Costner e Kirsten Dunst tre africane : Tarai P. Henson, Octavia Spencer e Janelle Monae.
Questo non è un film sull'integrazione razziale, non è un film sulla corsa allo spazio, non è un film sulla guerra fredda e non è neppure un film sulla gioia della famiglia. Questo è un film BELLISSIMO che parla di tutte queste cose attraverso la storia di tre donne. E lo fa in modo splendido non retorico facendoti desiderare che non finisca mai.
Storia abbastanza scontata e raccontata male, il tutto è molto romanzato sullo stile di "12 anni schiavo" (il top della bruttezza). non capisco perchè si debbano rappresentare i neri d'america in un modo totalmente avulso dalla realtà, poco credibile e quasi ridicolo in certi casi....quanto siamo lontani dai fasti de "il colore viola" !!!! brave comunque [...] Vai alla recensione »
Il regista ha tra le mani una storia molto interessante e un’ottima squadra di attori e li usa in modo corretto, forse senza acuti, ma anche senza commettere errori. Non era facile perché doveva unire la descrizione di due delicati passaggi nella storia dei diritti civili: sono in gioco sia il diritto delle donne di contare, avere promozioni e occuparsi di “robe” da maschi [...] Vai alla recensione »
La "political correctness" sostenuta dai neocomunisti autobattezzatisi "liberal", in America (e più recentemente anche da noi), ha lottato per imporre la censura o incluso proibire lo studio dei classici della letteratura (mondiale e americana) perché considerati razisti, o maschilisti, o entrambe le cose.
Ho una curiosità. Se il film uscirà in Italia l'8 marzo, come hanno potuto vederlo e commentarlo i 5 utenti che hanno scritto commenti dal 21 febbraio al 3 marzo?
Parlatemi del diritto vostro di avere una volontà vostra e personale e non oppositiva e io chiamerò ciascuna di voi "donna".
Bellissimo film. Interpretato molto bene dagli attori protagonisti. Un film che fa pensare e riflettere su quella che era, fino a qualche decennio fa, la segregazione razziale. Eccezionale Kevin Costner e Taraji P. Henson. Da vedere assolutamente
Il film si fa vedere per i suoi contenuti emozionali e meriterebbe un ???? stelle. Quello che salta all'occhio è che l'uomo o donna di colore ha parità, in quanto lo è a tutti gli effetti anzi può avere qualità paritarie e a volte superiori. Purtroppo, sia nel 1961 ma anche adesso incombe la diversità di genere, non lo stupido Gender che vogliono imporre adesso, ma le diversità di ignoranza umana. Vai alla recensione »
Il film cerca di rappresentare una lotta con serietà, naturalezza – non ci sono grandi, eclatanti gesti eroici, ma piccole conquiste e collaborazioni tra esseri umani – e con leggerezza, senza tralasciare inoltre una certa vena ironica. Una storia di genialità mai egoistica e avida, ma anzi fondata tutta sulla collaborazione di un trio.
La vera storia di tre donne afro-americane che negli anni '60, nel boom di un'America ricca di discriminazioni razziste e di leggi sbalorditivamente preistoriche ed inumane (sono passati appena 60 anni..) erano impiegate alla NASA ricoprendo ruoli diversi ma assolutamente importanti ai fini dell'obiettivo sperato dalla grande patria a stelle e strisce.
Bello, la cosa che mi colpiva di più erano i bagni ed il bus, in un'america "democratica alla propria maniera", ma il mondo va cosi, le discrimminazioni ci sono in tutto il mondo, non anno nè tempo nè età purtroppo, il mondo è bello perchè avariato, cosi dicono. Bella la lotta di cafoneria e intelligenza.
Sempre di più il cinema sta assumendo il ruolo di autorità discorsiva per fasi della storia del Novecento che necessitano di essere ricordate e divulgate. È davvero sorprendente questa fiducia che la società ha ormai accordato alla settima arte, quella cioè di salvare il pubblico occidentale dal proliferare incontrollato delle false verità, che di volta in volta prendono il nome di fake news, post-verità o, più semplicemente, bufale.
È curioso nel senso che per decenni il cinema è stato il luogo della falsificazione storica, della disinvoltura cronologica, della reinvenzione poetica, quando non addirittura strumento esplicito di propaganda per totalitarismi e dittature.
E invece, proprio quando il mondo è attraversato da tensioni imprevedibili, che pensavamo di aver archiviato da tempo, ora al cinema è richiesto e demandato il ruolo di ricostruzione delle conquiste storiche e di riscatto per biografie nascoste dalle ingiustizie storiografiche. Il preambolo serve a collocare nel giusto contesto un film come Il diritto di contare, che è stato considerato fin troppo buonista, anche se mette in scena con una certa accuratezza e precisione, lo stato di permanente razzismo delle regioni del sud degli Stati Uniti (la Virginia in questo caso) negli anni Sessanta.
Vite cancellate, storie negate alla Storia per secoli, quelle delle donne in un mondo organizzato e scritto dagli uomini: vite segregate, storie di sottomissione e persecuzione, quelle dei neri in un'America dominata e legalizzata dalla supremazia bianca. Donne e nere, doppia separazione, inconsistenza, abbandono e umiliazione. Il senso di colpa o il bisogno di verità, o addirittura la temuta era Trump, [...] Vai alla recensione »
Donne, nere e nella Virginia razzista fra gli anni 50 e 60. Katherine G. Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson passarono da "computer umani" nascosti in un'ala segregata della Nasa a figure chiave delle imprese astronautiche americane, in primis la circumnavigazione orbitale terrestre del 1962 a opera di John Genn. Tanto affascinante quanto pressoché sconosciuta, la loro storia ha preso luce meritata [...] Vai alla recensione »
E' stato uno dei grandi sconfitti nella notte degli Oscar. Un peccato, perché la storia vera delle tre donne di colore, Katherine Johnson, Dorothy Vaughn (Octavia Spencer, bravissima) e Mary Jackson (Janelle Monae), che, alla NASA, contribuirono in maniera determinante alla spedizione in orbita di John Glenn, meritava almeno un riconoscimento. Un film dalla narrazione lineare, semplice, che limita [...] Vai alla recensione »
Nella Virginia segregazionista degli anni 70, dove bianchi e neri vivono separati, le matematiche afroamericane Katherine Johnson, Dorothy Vaughan e Mary Jackson lavorarono alla Nasa per spedire in orbita l'astronauta John Glenn. Il regista Theodore Melfi racconta un doppio percorso di emancipazione che vede queste donne decise sia a dimostrare le proprie competenze in un mondo al maschile, sia a rivendicar [...] Vai alla recensione »
Fate controllare i numeri dalla ragazza, se per lei vanno bene io mi fido", Così parlò John Glenn, primo americano a orbitare cinque ore nello spazio (il sovietico Juri Gagarin lo aveva anticipato di un anno). "Quale ragazza?", gli chiedono nel film, titolo originale "Hidden Figures" come il best seller di Margot Lee Shetterly (Harper- Collins Italia).
Cinema "obamiano": pellicole prodotte durante i due mandati del primo presidente nero Barack Obama, tra il 2009 e 2017, concentrate sui progressi sociali degli afroamericani in Usa. Alcuni esempi: 12 anni schiavo (2013), The Butler - Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Selma (2014). Rientra nella categoria Il diritto di contare, storia vera di tre afroamericane degli anni '60 impiegate dalla NASA [...] Vai alla recensione »
Le figure nascoste del titolo originale ("Hidden Figures") vengono dalla storia del progetto Nasa anni 50/60, tre donne con un problemino d'epoca: afroamericane nel dominio scientifico maschile e bianco. Una prodigiosa matematica, la responsabile dell'ufficio calcolatrici e un'aspirante ingegnere conquistarono fiducia e risultati definitivi. Dettagli di segregazionismo (bagni separati e un km per [...] Vai alla recensione »
Agli Oscar, candidata tra le non protagoniste, Octavia Spencer ha esibito il sorriso morbido e accogliente che l'ha resa beniamina del pubblico dai tempi di The Help. Quarantasette anni, nata a Montgomery, in Alabama, piccolina ma potente, Spencer è una di quelle attrici che provocano tifo immediato. Reazione che si rinnova nel Diritto di contare, il film di Theodore Melfi in cui interpreta Dorothy [...] Vai alla recensione »
L'altra metà del cielo alla conquista dello spazio e della propria dignità. Passato di ordinaria segregazione razziale per gli Stati Uniti che tra la fine dell'era Eisenhower e l'avvento di Johnson dovevano combattere la Guerra Fredda anche con i missili non di deterrenza nucleare ma di volo nella galassia. E i russi erano in vantaggio. Nella Nasa, comunque, si preoccupavano di tenere ben separati [...] Vai alla recensione »
Il diritto di contare ci riporta al 1961, ad anni in cui la segregazione razziale e il sessismo nei luoghi di lavoro erano fatti della vita accettati da tutti. Nel film compare una gigantesca macchina Ibm che riempie una stanza (e che probabilmente è molto meno potente del nostro telefono), ma i computer più importanti della storia qui sono tre donne afroamericane che lavorano negli uffici della Nasa. [...] Vai alla recensione »