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Ultimo aggiornamento martedì 26 marzo 2019
Una coppia prende la decisione di adottare dei bambini ma la loro decisione sarà difficile da affrontare: i nuovi arrivati sono tre ragazzini scatenati. In Italia al Box Office Instant Family ha incassato 184 mila euro .
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CONSIGLIATO NÌ
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Pete e Ellie vivono e lavorano insieme: ristrutturano case, le abitano, le rivendono. Sono una coppia felice, ma capiscono che è il momento di diventare genitori: anziché seguire la via tradizionale, sceglieranno di adottare dei bambini abbandonati dai propri genitori naturali. Finiranno per portarne in casa tre: la teenager Lizzy e i suoi fratellini, Juan e Lita.
Adattare un argomento delicato, e in cui la soggettività recita un ruolo importante, agli schemi rigidi della commedia americana odierna sa di impresa rischiosa.
A intraprenderla è Sean Anders, che si affida alla verve di Mark Wahlberg - che per l'occasione sveste i panni del patriota inarrestabile e indossa quelli di un ingenuo macho di buon cuore - e di Rose Byrne, raffinata interprete abituale di romcom e commedie tout court. Pensare che si possa seriamente credere di adottare dei bambini per assottigliare la differenza di età tra genitori e figli è un'idea curiosa; per certi versi non meno inquietante di chi assimila la paternità alla cura di un animale domestico.
A esprimere entrambi i concetti, a voce alta, è lo stesso personaggio, quello di Pete, alter ego esasperatamente ingenuo del regista, vista la natura semi-autobiografica della vicenda. Dove finisce la necessità di "sentirsi meglio" del genitore benestante americano, specie se di razza caucasica (come rimprovera costantemente Lizzy alla coppia) e dove inizia l'assunzione di responsabilità di chi smette di porre se stesso su un piedistallo e lascia che l'altruismo abbia il sopravvento? Pretendere di ottenere questo genere di risposte, o approfondimenti sul tema, da Instant Family è una chiara utopia. Ma è su questo tipo di equilibrio che si regge il film di Anders, racconto di un'adozione complicata - come lo sono tutte le adozioni, ci ricorda a ogni passo la sceneggiatura.
Con un curriculum che vanta titoli come Sex Movie in 4D e Indovina perché ti odio, d'altronde, non era lecito attendersi analisi psicologiche sottili e puntuali sui possibili traumi legati all'adozione. Forse si poteva sperare nell'assenza di gag da Saturday Night Live che esasperano comportamenti inverosimili (come tutto ciò che riguarda i macchiettistici genitori adottivi del centro per l'affido, in cui non mancano la coppia gay, la salutista esasperata, ecc.) per tranquillizzare lo spettatore.
Dalla collisione tra una ricerca esasperata della battuta che sdrammatizzi e la componente didattica sui rischi e le responsabilità, il film esce frastornato, privato di ogni velleità artistica residua. La metamorfosi da elaborato spot su commissione in opera cinematografica si interrompe a metà strada, nonostante gli sforzi di Rose Byrne, unica del cast a tentare con ogni mezzo di flettere lo script e aggirarne le manchevolezze, e l'esuberanza di Isabela Moner, per cui Instant Family rappresenta una chiara rampa di lancio verso un successo da erede di Selena Gomez.
Pete e Ellie Wagner sono una coppia sposata da diversi anni. Per quanto ancora felici insieme, sentono fortemente la mancanza di un figlio nelle loro vite. Decidono così di rivolgersi a un istituto che ospita bambini e adolescenti senza famiglia e accolgono in casa per un periodo di prova l'adolescente Lizzie. La ragazza ha però due fratelli minori, Juan e Lita, e Pete e Ellie si ritrovano così genitori improvvisati di tre figli di diverse età. Volenterosi e pasticcioni, i due conquistano a poco a poco l'affetto dei piccoli Juan e Lita, ma si scontrano duramente con la ribelle Ellie. E quando la madre naturale dei ragazzi richiede a un giudice la custodia dei figli, Pete ed Ellie rischiano di perdere la loro nuova famiglia così faticosamente costruita.
"Con mia moglie Beth discutevamo da anni di avere bambini. Per molto tempo, però, sentivamo semplicemente che non ce l'avremmo fatta ad affrontare la cosa. Poi sono riuscito a vendere un paio di sceneggiature e ho cominciato a costruirmi una carriera, ma nel frattempo avevamo raggiunto i 40 anni e temevamo fosse un po' tardi. Sapevamo però che i figli ti rendono la vita migliore e allora un giorno l'ho buttata lì come scherzo: «Perché non adottiamo un bambino di cinque anni e facciamo finta di aver cominciato cinque anni fa?»".
Sean Anders
Il regista e sceneggiatore Sean Anders e Mark Whalberg tornano a fare squadra insieme dopo Daddy's Home 1 e 2. Protagonista di Instant Family è ancora una volta una famiglia americana decisamente atipica: non più un nucleo allargato con un padre naturale e un patrigno costretti a una convivenza forzata, ma una nuova creazione con un padre e una madre che scelgono di cambiare radicalmente le loro vite e tre figli abbondati che per la prima volta ricevono attenzioni e affetto. Anders, che ha scritto la sceneggiatura con John Morris, ha rielaborato la sua stessa vicenda personale.
Il tema dell'adozione ha richiesto un trattamento meno comico e più sentimentale rispetto a Daddy's Home, per quanto in Instant Family non manchino classiche scene slapstick, con pallonate in faccia e catastrofi domestiche a catena. L'accento è posto soprattutto sul rapporto fra i neo-genitori protagonisti e l'adolescente Lizzie (interpretata da Isabela Moner, già al fianco di Whalberg in Transformers - L'ultimo cavaliere), desiderosa di libertà ed emancipazione ma soprattutto d'amore.
Per Whalberg, che in passato ha dichiarato di vergognarsi di fronte ai figli per la celebre parte del pornodivo Dirk Diggler in Boogie Nights, si tratta di un nuovo ruolo da padre di famiglia che conferma la sua scelta di film dal tono maggiormente edificante e adatti a un pubblico generico.
La sua compagna di scena, Rose Byrne, ritorna anche lei a un ruolo di quarantenne insoddisfatta e inquieta, anche se più realizzata della protagonista di un'altra commedia della stagione, l'indie Juliet, Naked - Tutta un'altra musica, tratto da un romanzo di Nick Hornby.
Il film ha la regia di Sean Anders modesto regista americano (è anche sceneggiatore) che a 51 anni ha diretto in tutto 7 film (tutti negli ultimi 14 anni tra cui Daddy's Home e il suo sequel)), il regista ha avuto l'ispirazione dal fatto che ha adottato 3 fratelli (maschi). La trama del film è semplice: Pete (Mark Wahlberg) e Ellie (Rose Byrne) hanno un agenzia immobiliare, sono [...] Vai alla recensione »
Il film molto bello, tratta un tema molto importante, ovvero quello dei bambini orfani che per tutta l'infanzia sperano che qualcuno possa volergli, bene. Guarda caso proprio i due protagonisti, fidanzati che si occupano di ristrutturare case, decidono di adottarne uno, ma poi diventeranno 3, e poi accade di tutto e di più. in conclusione reputo il film veramente bello, con un importantissimo significato, [...] Vai alla recensione »
Instant Family è in grado di far venire i lucciconi in più occasioni mentre affronta i rapporti genitore-figlio quando la biologia lascia il posto a dinamiche familiari più complesse e confuse. La coppia affidataria di questi tre fratelli latinos e problematici deve vedersela con i mille imprevisti di questo scombiccherato nucleo familiare assemblatosi all’improvviso e con [...] Vai alla recensione »
Ristrutturare case, ricostruire vite. Pete e Ellie lavorano nel settore immobiliare e ormai si avvicinano ai quarant'anni. Si sentono troppo antichi per avere un bambino tutto loro, così scelgono di adottarlo. La loro quotidianità viene sconvolta da tre terremoti: Lizzie (adolescente problematica), Juan (un maschietto complicato), e la piccola Lita (un tornado nella quiete).
Immaginate un meeting in un parco tra aspiranti genitori e adolescenti che sognano un'adozione: «Una mamma e un papà che ci diano il bacio della buonanotte». Sembra surreale, ma la storia raccontata in Instant Family è vera, così reale che a viverla in prima persona è stato lo stesso regista Sean Anders con la moglie Beth. Sullo schermo hanno la fisicità di Mark Wahlberg e Rose Byrne, che dopo un breve [...] Vai alla recensione »
Terza collaborazione di fila tra Mark Wahlberg e Sean Anders dopo il sublime dittico dei Daddy's Home, Instant Family è l'approdo maggiormente mainstream del regista che aveva esordito con Sex Movie 4D, grazie fondamentalmente al passaggio produttivo dall'ombra protettiva di Adam McKay a quella più solidamente old school dello stesso Wahlberg. L'attore conferma così la propria passione per un cinema [...] Vai alla recensione »
La costruzione del nucleo familiare è tra i soggetti privilegiati del feel good movie hollywoodiano, che coinvolga DNA condivisi o sia all'improvviso, misto, componibile, come in questa commedia di Anders (che viene dal tematicamente analogo, non proprio raffinato Daddy's Home), in cui una coppia americana borghese tenta un po' per caso un po' per desiderio la strada dell'affido, e un po' per caso [...] Vai alla recensione »