Un film che esce frastornato dalla collisione tra comicità slapstick e componente didattica. Recensione di Emanuele Sacchi, legge Veronica Bitto.
di A cura della redazione
Pete ed Ellie vivono e lavorano insieme: ristrutturano case, le abitano, le rivendono. Sono una coppia felice, ma capiscono che è il momento di diventare genitori: anziché seguire la via tradizionale, sceglieranno di adottare dei bambini abbandonati dai propri genitori naturali. Finiranno per portarne in casa tre: la teenager Lizzy e i suoi fratellini, Juan e Lita.
Dopo Sex Movie in 4D e Indovina perché ti odio, il regista Sean Anders adatta un argomento delicato agli schemi rigidi della commedia americana odierna affidandosi alla verve di Mark Wahlberg e di Rose Byrne.
Ma la ricerca esasperata della battuta priva il film di ogni velleità artistica. Uno spot su commissione che prova a trasformarsi in opera cinematografica.
In occasione dell'uscita al cinema di Instant Family, Veronica Bitto interpreta la recensione di Emanuele Sacchi.