Anno | 1997 |
Genere | Commedia |
Produzione | USA |
Durata | 152 minuti |
Regia di | Paul Thomas Anderson |
Attori | Burt Reynolds, Julianne Moore, Mark Wahlberg, Philip Seymour Hoffman, Heather Graham John C. Reilly, Don Cheadle, William H. Macy, Alfred Molina, Philip Baker Hall, Luis Guzmán. |
Tag | Da vedere 1997 |
MYmonetro | 3,57 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Pregi e difetti degli anni Settanta, raccontati attraverso la rappresentazione del mondo del porno. Il film ha ottenuto 3 candidature a Premi Oscar, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 3 candidature a SAG Awards, Al Box Office Usa Boogie Nights - L'altra Hollywood ha incassato nelle prime 7 settimane di programmazione 21,8 milioni di dollari e 50,2 mila dollari nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Anni settanta: prospera il cinema erotico. C'è un sottobosco che ha le stesse regole del grande cinema, i suoi divi, il suo pubblico, i suoi premi. Due "modelli" prendono la professione molto sul serio, a volte confondendo la realtà col set. Una coppia in una scena si fa prendere la mano e ne risulta un orgasmo (vero) da applauso. Attraverso quell'ottica di ambiente emergono tutti i problemi degli anni Settanta e Ottanta. A tirare le fila il buon vecchio Reynolds, molto bravo. Storia lunga ma senza un attimo di caduta. Montaggio frenetico ma adeguato e funzionale.
Nel 1977 Jack Horner (Reynolds), affermato regista di pornofilm, scopre il 17enne Eddie Adams (Wahlberg) che, con il nome di Dirk Diggler, riscuote subito un grande successo. Due anni dopo un tragico fatto di sangue all'interno della famiglia allargata che fa capo a Horner segna l'inizio della decadenza dell'industria dell'hard core (con conseguente passaggio al video) e dello stesso Diggler, accelerata dalla cocaina. 2° film del 27enne P.T. Anderson, figlio di Ernie Anderson, doppiatore e intrattenitore notturno: il pornocinema fa da chiave di lettura degli anni '70 libertari e trasgressivi, ma è anche l'altra faccia dell'industria hollywoodiana, un mondo a parte che il giovane sceneggiatore-regista racconta con affettuosa e lucida partecipazione: "sa parlare di sesso e di droga con leggerezza ironica, rifuggendo sia il paternalismo che il trionfalismo" (E. Martini). Evidenti influenze di Altman (per la coralità del racconto), Scorsese, Demme e Tarantino.
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San Fernando, Los Angeles, 1977: Jack Horner, regista di film per adulti, nota in un locale un giovane cameriere, Eddie Adams: secondo lui, ha tutte le carte in regola per entrare nel giro dei film a luci rosse come attore. Gli viene proposto un provino, ma lui, titubante, rifiuta. Ma, dopo una serie di litigi con i genitori, scappa di casa e accetta di lavorare con Jack.
Anderson, in questo mirabile affresco degli anni Settanta, mette in scena una galleria di personaggi senza tempo, anticipando i caratteri dei suoi futuri protagonisti e attuando una riflessione sul cinema (pornografico e non) valida ancora oggi. Partendo infatti da una realtà atipica e limitata, la scena pornografica americana a cavallo degli anni '80, il regista ci [...] Vai alla recensione »
La storia certo è di quelle che il cinema non racconta tutti i giorni, e il suo successo non indifferente il film l'ha meritato. Tuttavia la regia è troppo vincolata ai suoi maestri di riferimento, più o meno esibiti (si comincia con una sequenza elaboratissima alla Scorsese - viene dritta da Quei bravi ragazzi - , ma poi si continua con Altman).
Anderson, sicuramente uno degli autori più importanti dell'ultimo ventennio, alla tenera età di 27 anni, si confronta con una commedia nera alla Landis, emulando lo stile di Scorsese, con uno spruzzo Tarantiniano nella sceneggiatura, e firma un ottimo film che diventa un mezzo capolavoro in alcune sequenze magistrali. Non è facile emulare uno stile senza far risultare il proprio [...] Vai alla recensione »
La pellicola si cimenta nel sempre arduo compito di descrivere un intero ambiente, con tutte le sue peculiaritá: in questo caso si tratta del mondo della cinematografia pornografica americana a cavallo tra gli anni '70 e '80. L'opera é riuscitissima. La narrazione procede in modo lineare, risultando molto chiara ed allo stesso tempo interessante.
Premesso che il genere è uno dei miei preferiti (ovvero il cinema che parla di cinema) siamo davanti a un film accattivante, innovativo ed esplicativo di una certa industria contestualizzata in una certa epoca. Film cje seppur con qualche difettuccio nei ritmi e nella lunghezza della narrazione rimane quasi unico nel suo genere nel bene e nel male.
Anderson sforna questo gioiello di celluloide che sa distinguersi e farsi apprezzare per la sua originalità, seppure straripante di citazioni ai grandi del cinema tra cui impossibile non notare cenni a Scorsese ed ad Altman. Un Anderson quasi esordiente che racconta in modo corale (come farà poi in Magnolia) le vicende di un giovane porno attore che dal nulla tenta l' ascesa [...] Vai alla recensione »
Sesso promiscuo, naturalmente. Ma anche gli usi e gli idoli degli anni 1997-1984 in California: spinelli, Bruce Lee, la Ferrari, Al Pacino nella parte di Serpico, Hi-Fi, chitarre, "Guerre stellari", l'ossessione del proprio aspetto e l'idolatria per le scarpe, Travolta, disco music, video e videocassette, pantaloni a zampa d'elefante, troppa cocaina e le belle ragazze comatose in overdose che perdono [...] Vai alla recensione »