Anno | 2022 |
Genere | Documentario, |
Produzione | USA |
Durata | 140 minuti |
Regia di | Brett Morgen |
Attori | David Bowie . |
Uscita | lunedì 26 settembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Universal Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,53 su 8 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 10 ottobre 2022
Un'odissea cinematografica attraverso l'arte di David Bowie. Il film ha ottenuto 1 candidatura a BAFTA, ha vinto un premio ai Writers Guild Awards, In Italia al Box Office Moonage Daydream ha incassato 508 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Vita, canzoni, esibizioni, travestimenti, interviste, video, film, visioni di una delle più grandi rockstar di sempre, David Bowie, artista prolifico dai mille volti, figura chiave della cultura glam nei primi anni '70, sperimentatore con Brian Eno alla fine del decennio, icona del pop e del cinema negli anni '80, sempre al centro della scena, sempre magnetico, sempre unico. Montando quattro decadi di materiale d'archivio, il film crea un flusso visivo e sonoro che rende conto della complessità di un genio della musica e di un simbolo della cultura di massa.
Chi era Bowie il documentario di Brett Morgen lo dice attraverso il suo ritmo vorticoso e il suo montaggio ricchissimo: un artista eccessivo, un musicista dalle infinite risorse, un esibizionista sorprendente, un'icona impossibile da definire, al massimo dello splendore in ogni sua manifestazione.
"Bowie non può essere descritto", ha detto Morgan a proposito del suo documentario. "Bowie può solo essere vissuto, ed è per questo che abbiamo costruito Moonage Daydream in modo tale da trasformarlo in un'esperienza da vivere". Niente di più vero di fronte a un film che per due ore e venti minuti trascina nel mondo di un artista travolgente sul palco, sullo schermo, in uno studio televisivo e ovunque scorgesse uno spazio in cui esibirsi, trasvestirsi, raccontarsi. Chi era Bowie?, si sente dire all'inizio del film. Un genio, un alieno? Ciò che segue ovviamente non dà risposte, o meglio ne dà tantissime, una per ogni travestimento della star, una per ogni fase della sua carriera musicale, dai primi anni '70 fino alla fine, ai mesi prima della morte avvenuta nel 2016. Utilizzando materiale d'archivio video e audio, concentrandosi soprattutto sulle esibizioni live restaurate per l'occasione e su 48 canzoni rimasterizzate, Morgan e i suoi collaboratori - che a partire dal 2017 hanno avuto accesso agli archivi di Bowie messi a disposizione dalla famiglia - costruiscono un flusso senza soluzioni di continuità che non lascia mai la presa sullo spettatore: il mito-Bowie è calato nel tempo delle sue esibizioni, con il pubblico in visibilio ai concerti o le tv che lo intervistano con un tono tra l'ammirato e il sospettoso, ed è al tempo stesso proiettato nel passato della storia e dell'arte del '900 (straordinario il montaggio iniziale su "Hallo Spaceboy", con immagini da Metropolis o Nosferatu mischiate a visioni psichedeliche) e nel futuro che la sua maschera faceva intuire, e un po' anche temere.
È quasi impossibile rendere conto di tutta la ricchezza presente nel film: Moonage Daydream nasce dalla stessa natura poliedrica e proteiforme del suo protagonista, lasciando fin troppo da parte l'ascolto delle singole canzoni (resta nella memoria però un'esibizione acustica di "Life on Mars?"), ma dando conto dell'ampiezza del lavoro di Bowie, la sua capacità di influenzare le mode, di cogliere l'aria dei tempi (come quando a fine anni '70 scelse la città di Berlino e la collaborazione di Brian Eno per dare una svolta alla sua carriera), di imporsi come star anche al di fuori del palco e dentro l'universo ipermedializzato degli anni '80 e dei decenni successivi. Bowie lavorò soprattutto nella musica e nel cinema, ma il film (che prende il titolo da una canzone del '72 dall'album "The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars") sottolinea la sua capacità di entrare in contatto con il mondo della danza, della pittura, della scultura, della scrittura, del teatro. E colpisce, dal lato umano, sentirlo parlare con freddezza della madre e al contrario dell'affetto con cui ricorda il fratellastro maggiore, che lo introdusse a Kerouac e a Coltrane e poi morì schizofrenico in un istituto psichiatrico. Sono tanti, forse troppi i ritratti e i frammenti che Moonage Dream dà del suo protagonista. Ma è lo stesso Bowie a capire più tutti l'essenza della sua figura, quando riferendosi a stesso e citando anche Dylan, Lennon e Mick Jagger parla delle star come di proiezioni delle illusioni della gente. Uomini, dunque, ma fatti di polvere di stelle. Stardust Ziggy.
MOONAGE DAYDREAM disponibile in DVD o BluRay |
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Non è un film in bianco e nero, su questo non ci piove. È un film a colori, tanti, troppi, ma per quanto tanti non sufficienti per descrivere compiutamente l'universo bowiano. Un flusso di immagini continuo, vertiginoso ed eccessivo, di difficile fruibilità e che genera una grande fatica nello spettatore, annientato da bombardamenti sensoriali impietosi.
E' un esperienza forte, immerisiva, complessa, talmente ricca e piena di cose da richiedere più di una visione (infatti oggi tornerò a vederlo). Per le stesse ragioni potrebbe risultare un po' ostico, confuso o poco lineare a chi magari lo conosce poco. Ma per le stesse ragioni offre l'opporutnità di cogliere sfaccettature nuove e inaspettate di una personalità [...] Vai alla recensione »
E' un'esperienza immersiva, forte, complessa, talmente piena di cose da richiedere più di una visione. Per le stesse ragioni potrebbe risultare un po' ostico e poco lineare per chi lo conosce poco, ma allo stesso tempo offre loro l'opportunità di cogliere sfaccettature nuove ed inaspettate di una personalità unica, che ci accompagna con la sua voce attraverso il [...] Vai alla recensione »
Conosceva a memoria Nietzsche, studiava la teoria quantistica e adorava la fantascienza. Moonage Daydream di Brett Morgen, su Chili, ci regala il miglior documentario mai fatto su David Bowie. Mescolando tutto ovvero cronaca, fantasia, immagini di repertorio dei suoi concerti, cultura pop e ricerca esistenziale. Un giornalista gli chiede se ha mai pregato per diventare una rockstar e lui risponde; [...] Vai alla recensione »
Dopo svariati "apocrifi" come la serie Five Years, il docufilm autour de David Bowie diretto da Brett Morgen si fregia di essere il primo ufficialmente autorizzato dagli eredi dell'artista, deputati a custodire - con alterne fortune, vedi il recente maldestro tentativo di lancio di NFT - l'ortodossia riguardo il più eterodosso degli artisti caduti sulla terra.
Brett Morgen racconta David Bowie senza ammannirci la solita sfilza di testimonianze di terzi, modello io lo conoscevo bene (non che non possano risultare interessanti, ma non se ne può più di doc fatti con lo stampino). Senza perdersi in dettagli marginali, pillole di gossip, robaccia che a molti sembra indispensabile inserire nei biopic per comporre un ritratto a tutto tondo del poveretto che è morto [...] Vai alla recensione »
L'approccio adottato da Brett Morgen, alle prese con un archivio immane e con il moloch della carriera di David Bowie, è chiaro, fin da subito: spingere su quel che del Duca è universalmente noto ed elevarlo a grandeur. Fantascienza, trasformismo (musicale e identitario), ego e astuzia di David Jones, in arte Bowie, sono condensati in una cornice obbligatoriamente extraterrestre, anzi "galattica", [...] Vai alla recensione »
Come rendere giustizia a David Bowie sul quale, dopo la sua morte, sono state versate milioni di parole inutili nel tentativo di afferrare ciò che non si era compreso quando ancora indugiava da questo lato del piano astrale? Brett Morgen, regista di Cobain: Montage Of Heck, questa volta prova a raddrizzare il tiro e non commettere gli errori più evidenti del precedente film.
Per raccontare la storia di David Jones, in arte David Bowie, anche Brett Morgen, in linea con il modello prevalente in ambito di documentario musicale - si pensi per esempio ai lavori di Asif Kapadia -, rifugge il ricorso alle famigerate "teste parlanti". Ne esce un racconto omogeneo, in cui l'unica voce che ascoltiamo è quella dell'artista, senza intermediazioni all'infuori di una cornice sci-fi [...] Vai alla recensione »
Alla figura di David Bowie è associata l'idea di un artista totale, in grado di unire la potenza della musica e l'immagine. Originale, mutaforma, esempio di stile, oggetto non identificato in un'epoca radicale. Il documentario di Brett Morgen Moonage Daydream (come l'omonimo brano di Bowie del 1971) viaggia in maniera supersonica nel repertorio, segue il cambiamento avvenuto negli anni attraverso le [...] Vai alla recensione »