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Ultimo aggiornamento martedì 25 maggio 2021
Là dove criminalità e potere si incontrano e collaborano: Suburra è ancora vivae questa volta l'affare è una grossa speculazione edilizia ad Ostia. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 5 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Suburra ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 4,6 milioni di euro e 2 milioni di euro nel primo weekend.
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12 novembre 2011. Silvio Berlusconi rassegna le sue dimissioni da Presidente del Consiglio. La storia di Suburra, basato sul romanzo omonimo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, comincia sette giorni prima, immaginando che proprio allora Papa Ratzinger prenda la storica decisione di abbandonare il ruolo di pontefice. Il film è dunque incorniciato da due abbandoni "paterni", è dedicato da Stefano Sollima al padre Sergio, e racconta l'assenza (o la defezione) delle figure maschili di riferimento nella società italiana, attraverso le avventure di un gruppo di uomini cui viene continuamente ripetuto di non essere all'altezza del proprio genitore.
C'è Filippo Malgradi, politico corrotto e dissipato, che passa la notte con due escort, di cui una minorenne, e si caccia in un ginepraio senza fine. C'è Sebastiano, organizzatore di feste vip abituato a fare il vaso di coccio fra vasi di ferro. C'è Numero 8, giovane boss della malavita di Ostia che sogna di trasformare il litorale romano in una Las Vegas, come Bugsy Siegel. C'è Manfredi Anacleti, capo di un clan di zingari che vorrebbe fare il salto nel crimine di serie A. E ci sono Sabrina, l'escort che fornisce la "carne fresca" a Malgradi, e Viola, la compagna tossica di Numero 8. I destini di tutti i personaggi sono destinati ad incrociarsi illuminando il legame che esiste da sempre (o almeno dai tempi della Suburra romana) fra criminalità e potere politico.
Dopo il coraggioso ACAB e la serie televisiva Gomorra, Sollima si cimenta con questo "romanzo criminale" cercando di dargli il respiro della lunga serialità, ma sacrificando nell'impresa molti snodi narrativi che sarebbero necessari per capire fino in fondo la trama: qui e là la sceneggiatura, firmata da Stefano Rulli e Sandro Petraglia oltre che da De Cataldo e Bonini, dimentica infatti di comunicare al pubblico dettagli importanti sul come, il quando e il perché avvengano determinati eventi e scambi di informazioni. A molti spettatori questo non importerà, presi come saranno dall'incalzante ritmo narrativo che Sollima imprime alle vicende e a i personaggi: la sua regia è impeccabile, energica, bizantina, fa leva su inquadrature calibrate al millimetro e sulla fotografia opulenta di Paolo Carnera. In questo senso Suburra è una goduria per gli occhi e avrà quel riscontro del pubblico che cerca incessantemente.
Azzeccato anche il cast, su cui giganteggia Pier Francesco Favino in un'interpretazione che ha mille sfumature, evidenti già dalla prima scena. Il lavoro che Favino opera sulla voce, sulla postura, su uno sguardo che passa dalla morte dell'anima alla virulenza dell'istinto vitale è da Actor's Studio (e da incetta di premi). Lo affiancano un solidissimo Claudio Amendola nel ruolo del Samurai, l'unico personaggio veramente adulto della storia (e non è una buona notizia, essendo il Samurai un ex componente della Banda della Magliana); Elio Germano, untuoso publicist senza spina dorsale; Alessandro Borghi, nitido e potente Numero 8; Giulia Elettra Gorietti, escort fragile e corrotta; Greta Scarano, tossica fedele e a suo modo coerente. Il pubblico si divertirà a capire a quale personaggio realmente esistitente ognuno dei personaggi fa riferimento niente affatto casuale (e anche l'Ama fa un cameo non accreditato).
Il tallone d'Achille di Suburra resta la storia, che mostra sì una conoscenza approfondita delle dinamiche politiche e del sottobosco del generone romano, ma sembra conoscere (o capire) molto meno bene il mondo della criminalità, fumettizzandone i modi e i caratteri. Se i politici di Suburra e la corte dei miracoli di nani e ballerine sono riconoscibili alla lettera, i criminali sembrano gaglioffi da cinema, il che risulta ancora più evidente nell'accostamento (quasi impossibile da evitare) fra il film di Sollima e Non essere cattivo di Claudio Caligari, girato proprio fra i piccoli malviventi di Ostia (e cointerpretato da Alessandro "Numero 8" Borghi). Quel che è più grave è che, in questa ricostruzione del momento in cui l'Italia si è trovata "sull'orlo del baratro", non vengono messi in evidenza i prodromi della crisi di oggi, col risultato di mostrare un sistema di potere superato senza indicare in quale nuovo assetto si sarebbe riconfigurato.
Suburra è ottimo cinema medio ma sceglie di rinunciare alla grandezza, dunque pur nella sua estrema piacevolezza (soprattutto estetica) non sposta in avanti l'arte cinematografica nel suo complesso, né accresce la nostra comprensione della società italiana contemporanea. Eppure Sollima avrebbe tutte le carte in regola per uscire dalla dimensione artigianale e prendere il volo, come ha già dimostrato in ACAB, attraverso quella cifra autoriale tutta sua: sporca, ambigua, scorretta come la vita, soprattutto in certi ambiti. La sua grandezza potenziale è visibile in alcuni scambi: quello fra il Samurai e Malgradi; fra il Samurai e sua madre; fra il Samurai e Numero 8. Non è un caso, essendo il Samurai l'unico padre (ancorché degenere) la cui "idea sopravvive nel cuore", in questa storia di figli bastardi i cui "i referenti non esistono più", dove tutti tradiscono tutti e nessuno crede più a niente.
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Ambientato a Roma e con accadimenti storici realmente successi sullo sfondo, Suburra è un intreccio pericoloso tra malavita, Stato e Chiesa. L’incrocio di vite che viene a crearsi sembra quasi una giostra impazzita che non si riesce più a fermare; tra queste Pierfrancesco Favino, che interpreta il politico corrotto Malgradi, dà ancora una volta saggio della sua bravura; ma [...] Vai alla recensione »
In una Roma cupa e noir del 2011, una settimana di eventi importanti per l'Italia e la chiesa viene raccontata con le vicende intrecciate di politici, malavita e Vaticano. Tratto dal libro di Giancarlo de Cataldo (Romanzo Criminale) e Carlo Bonini il regista Stefano Sollima elimina ogni figura poliziesca di indagine per lasciare il campo alle immagini forti dei personaggi che governano la città di [...] Vai alla recensione »
Premetto che senza i sottotitoli, gentilmente offerti da NetFlix, non avrei retto oltre la prima mezz'ora: Sollima e produttori devono capire che storie vaste e articolate richiedono una totale comprensione dei dialoghi, dal primo all'ultimo minuto. Lo spettatore va rispettato, sempre. Ma i sottotitoli c'erano e ho resistito allo slang romanesco biascicato a mezza voce: ne è valsa [...] Vai alla recensione »
Finalmente il cinema italiano riesce a produrre un ottimo film, un gangster movie che non ha nulla da invidiare ai colossal americani, con un Favino e un Amendola in stato di grazia (molto bravo anche Germano), Stefano Sollima confeziona un western metropolitano realistico e purtroppo molto attuale, dopo Gomorra finisce sul grande schermo un'altra piaga tutta italiana.
Duro come i sampietrini di Roma dove i personaggi sfilano, vivono, muoiono. Freddo come la pioggia che accompagna gran parte della storia. Scuro come la notte senza luna protagonista di quasi tutte le scene. Triste, violento, un colpo allo stomaco ben sferrato, che ti toglie il fiato ma ti costringe a seguirlo fino alla fine. Questo è Suburra. Roma splendida, sapientemente messa in luce dalla magistrale [...] Vai alla recensione »
Non ho dato le 5 stelle perchè vorrei dare le 5 stelle a TUTTI i films italiani che in questi tristissimi hanni hanno tenuto accesa la fiammella del cinema civile italiano. Non finirei mai di ringraziare chi ci ha dato in questi anni films come Gomorra, Anime nere, Perez, chissà quanti altri che non ho visto e adesso questo MERAVIGLIOSO Suburra! Non si finirà MAI di ringraziare [...] Vai alla recensione »
"Questa nave non affonderà" afferma un politico all'inizio del film, indicando la nave come metafora del paese. "Suburra" è un film attuale, che rappresenta la violenza come conseguenza dell'incontro tra denaro, politica e criminalità. Non è un caso che il film venga da un libro di un magistrato, che conosce Roma.
Quando un film italiano ha successo è sempre una buona notizia . Se poi il film è anche ben fatto lo è ancora di più . Stefano Sollima coglie con Suburra il primo dei bersagli . Per quanto riguarda il secondo bisogna dire che il film lo coglie solo parzialmente . Niente da dire dal lato tecnico . Le riprese , seppur qualche volta un po' di maniera , sono corrette [...] Vai alla recensione »
Ero scettico, non volevo "fare veleno" (missione incompiuta), ma Suburra si è rivelato un filmone, drammaticamente lucido nel tessere le fila di una trama che sconcerta per realismo (Amendola-Carminati? Manfredi-Casamonica?). Crudo, forte, di grande impatto, difficile da digerire - per oltre mezz'ora mi ha fatto venire voglia di alzarmi e andarmene per la febbre da eversione/evasione che fa salire [...] Vai alla recensione »
La "Suburra", come ci ricordano teaser e trailer del film, era un quartiere dell'antica Roma in cui criminalità e politica si incontravano segretamente. Partendo dall'omonimo romanzo e da freschi fatti di cronaca, (il libro preveggente di Bonini e De Cataldo è uscito prima dell’inchiesta di Mafia Capitale) Sollima ci conduce in quell’intercapedine oscura [...] Vai alla recensione »
Molte erano le aspettative per un opera così d'impatto in questo periodo di cronaca.Stefano sollima disegna con maestria un affresco del declino in cui versa roma tra politici corrotti, malaffare e violenza.Mai come in questo periodo un opera cinematografica può svegliare la coscienza della gente sul vero stato di degrado di roma e del nostro paese.
Scorcio crudo di una Roma decadente, matrimonio perfetto tra i colori torbidi di Gomorra e l'intreccio narrativo di Romanzo Criminale. Cast stellare e prova magistrale degli attori. Tra tutti un impareggiabile Claudio Amendola, che con il Samurai si dimostra maestro di doppiezza morale. Fotografia fantastica - una goduria per gli occhi. Vivamente consigliato!
Piove su Roma, una pioggia incessante e invernale che sembra spogliare a poco a poco le fragili esistenze dei tre protagonisti: Filippo, politico corrotto col vizio delle donne, Samurai, capo indiscusso di una periferia sempre più in degrado e ras del quartiere senza sconti, Sebastiano, delicatamente impersonato nei tratti facciali da un duttile Germano, un uomo quasi pirandelliano, costretto a scendere [...] Vai alla recensione »
Appena finito il film, quando appare la scritto Suburra sullo schermo, ho sentito un brivido percorrermi tutta la schiena. Mi è capitato con pochissimi altri film. Suburra l'ho apprezzato per la sua coralità, per la sua violenza, per la trama, per la critica alla politica italiana, per la sua musica, per la sua fotografia, per la tecnica registica.
Finalmente un gran bel film italiano, grande prova di cinema popolare, con scene molto forti ma di effetto che ricorda il nostro buon bel cinema degli anni '70, quel cinema dei Damiano Damiani, dei Fernando di Leo e di tanti altri bravi artigiani del nostro cinema, non per ultimo dello stesso padre di Stefano Sollima, quel Sergio a cui il film è dedicato.
mi sa che a suon di vedere il micro-cinema italiano da micro-autore per festival, c'eravamo un po' dimenticati di cosa può essere il cinema quando qualcuno sa farlo. Quello di Sollima sarà uno stile ruvido e da post-poliziotteschi, ma almeno guarda al di là degli orizzonti angusti in cui s'è rinchiusa la stragrande maggioranza delle produzioni italiane.
Non riesco veramente a trovare un aggettivo degno di tale bellezza, la pellicola è una forte introspezione nella realtà italiana, romanzata perfettamente sotto ogni aspetto , persino la pioggia è metafora della decadenza, e i personaggi rappresentano la classe che sta affondando lo Stivale. Forse il mio voto è dovuto all'adrenalina che ho ancora in circolo o forse [...] Vai alla recensione »
“Suburra” e’ un film potente, scuro, spietato e affascinante, ambientato in una Roma buia, quasi sempre sferzata da una pioggia battente, in grado di formare una sorta di specchio opaco all’intera drammatica vicenda. Il racconto si svolge nell’arco di pochi giorni prima della fine del governo Berlusconi, nel novembre 2011, e trae origine da un progetto per una lottizzazione selvaggia del litorale [...] Vai alla recensione »
Stefano Sollima è forse uno dei pochi eredi del cinema di genere italiano e,più di preciso,del genere crime e "poliziottesco",un regista straordinario che riesce a portare in scena dei prodotti veramente di qualità,cosa che,non può altro che far piacere invasi come siamo da spocchiosi e finti autori come Virzì e Ozpetec,buoni solo a raccontare storielle [...] Vai alla recensione »
Stefano Sollima torna sul grande schermo dopo aver raccontato la vita dei celerini in ACAB e aver conquistato critica e pubblico con le grandi serie tv Romanzo Criminale e Gomorra. Proprio ai due telefilm può far riferimento lo spettatore per ritrovare le stesse atmosfere, ormai affascinato dalla fotografia cruda del paese e dalle dinamiche di azione condite da una così potente [...] Vai alla recensione »
Abbandonarsi in sala e godersi un film dai tratti noir, o un western metropolitano, o un gangster movie non mi è più capitato da tempo, ora che i “grandi” registi americani non riescono a osare. Rimanere sorpreso che questo film è di Stefano Sollima, pensando invece che fosse un regista misto tra un paul thomas anderson e un giovane martin scorsese.
Da un po' di tempo a questa parte il cinema italiano "d'impegno civile" sta conoscendo un boom sena precedenti. Da "Gomorra di Matteo Garrone in poi la storia d'Italia (soprattutto quella ancora oscura, sotto tanti aspetti, degli "anni di piombo") è stata raccontata attraverso le gesta di boss e bande criminali in un grande affresco storico che si è servito anche della televisione (con le fortunate [...] Vai alla recensione »
Chiesa politica prostitute droga feste zingari mafia pistole e coltelli. Non manca nulla in questo film di Sollima che ci fa vedere tutto quello che non vorremmo vedere o che non vorremmo che accada nella Roma dei nostri giorni ma che ahimé sembra terribilmente credibile e verosimile. Così la storia di un parlamentare nel periodo appena precedente la crisi di governo del 2011, [...] Vai alla recensione »
Il conto alla rovescia con il giorno dell'Apocalisse mi ha conquistato immediatamente. E subito ho pensato: ecco un altro film italiano che pensa in grande, con sicurezza, maestria e forte personalità. E' un bellissimo noir che attinge a quella tradizione letteraria di sicura efficacia che si basa su solidi fatti realmente accaduti, abilmente ricostruiti e ambientati, per raccontare [...] Vai alla recensione »
Un film eccellente, dai moltissimi pregi, e parto dal primo per importanza: è una vera lezione di istituzioni parlamentari: mostra infatti che cosa sia veramente diventato (o forse sia sempre stato) il nostro parlamento, a cosa realmente serva, quale sia il reale rapporto tra rappresentanza politica e quella che in genere si definisce “società civile” (dove l’aggettivo “civile” va inteso però hegelianamente [...] Vai alla recensione »
Eccoci arrivati all’ultima fermata di questo viaggio. E sì, perché Suburra lo possiamo definire come il capitolo conclusivo degli altri tre precedenti capitoli firmati Stefano Sollima: Romanzo Criminale la serie, A.C.A.B. e Gomorra la serie. L’idea del regista era chiara fin da quando decise di far prendere vita alla ormai famigerata Banda della Magliana, perché [...] Vai alla recensione »
"Sotto un manto di ...pianto, Roma fosca mi appare" Penso anch'io che Sollima abbia tratto ispirazione dai luigubri ed inquietanti fondali su cui si erge, torvo e letale, Batman: Gotham City. Non foss'altro per la nota assonanza con God damn City. Come dire: un postaccio, che Dio lo stramaledica! Suburra, basta la parola. Rifugio di reietti, covo di ribaldi, punto di raccolta della [...] Vai alla recensione »
Stupendo, perfezionato nei dettagli più piccoli, intenso, colonna sonora perfetta, come se fosse stata creata apposta. Uno dei pochi film italiani, nonostante sia amaro e non facile da vedere perchè rispecchia molto la realtà, che rivedrei ancora tante volte con piacere perchè Sollima e il suo team sono stati dei veri professionisti della cinematografia italiana.
C’è un genere in cinematografia che a ragione può definirsi tipicamente italiano, perché dalla storia o dalla cronaca del nostro paese attinge materia inesauribile: è quello che si incentra su tutte le declinazioni dell’italico malaffare. Quando eravamo un popolo di persone semplici, erano solo racconti di guardie e ladri: un commissario fascinoso e malinconico, [...] Vai alla recensione »
Siamo a Roma ed è il 5 novembre2011 - 7 giorni prima dell'Apocalisse, ovvero la caduta del Governo Berlusconi, dimostratosi incapace di arginare gli effetti della devastante crisi economica e di valori scoppiata nel 2008. Suburra è uno spaccato crudo, asciutto a tratti disturbante dell'odierna società romana, dipinta come un coacervo di criminali spietati e opportunisti pronti a sfruttare gli errori [...] Vai alla recensione »
Validissimo film ad alta tensione tra potere politico, criminalità e benestare religioso. 130' di pura tensione per un film italiano di mestiere. Purtroppo pesano alcuni accessi di violenze e sesso. Credono che la qualità é fatta di eccessi....non é così ma sicuramente crea una certa impressione e adesione di pubblico che ricerca durezza.
Piacevolmente sorprendente. Si tratta di un film corale in cui tutti i personaggi si amalgamano alla perfezione, Borghi e Scarano. L'unico un pò fuori dal coro è Amendola, con un personaggio tanto importante quanto poco caratterizzato e deficiente di quell'aura peculiare da boss a cui ci hanno abituato i vari "Il Padrino", "Gomorra" o altri film di genere.
Ai tempi dei Romani, la Suburra era un quartiere malfamato, oggi l'accosterei ad un un locale per tossici, con la saracinesca abbassata per eccesso di clienti; mentre qualcuno, rimasto fuori, urla: "Voglio entra', famme veni', ce voglio sta' pure io ner monno!". Er monno: se questo termine lo pronunciasse un romano di oggi non si riferirebbe solo e soltanto alla Roma attuale, [...] Vai alla recensione »
La pioggia è la protagonista morale del film. Piove su tutto. Sulle tamerici sparse, sulle rupi salmastre. Piove governo ladro. Piove freddo come in Blade Runner, sulla corruzione umana e urbana. E piove anche quando è asciutto. Perché ogni realtà è fradicia. Roma è ancora ‘caput mundi.’ Ma capovolta.
10 anni dopo "Romanzo ciminale",un'altra epopea di criminali alti e bassi nella capitale,sempre tratta da un libro di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini.Solo che stavolta le vicende sono ambientate nel 2011.Sollima sfronda abbondantemente il romanzo(in vista della futura serie tv),e cerca una via di mezzo tra esigenze spettacolari e denuncia civile.
Un grande cerchio che col passare dei giorni si restringe sempre più facendo in qualche modo quadrare tutti i conti e far venire tutti i nodi al pettine. Roma Capitale, anno 2011, a 7 giorni dalle dimissioni del Presidente del COnsiglio Berlusconi e delle storiche dimissioni di Papa Ratzinger, la capitale è in fermento, storia di politica, storia di mafia e di conflitti interni fra bande [...] Vai alla recensione »
IL finale non è particolarmente convicente,alla ricerca del colpo di scena e di sparizioni "punitive" ma narrativamente poco studiate nei dettagli,fin troppo facili se mi è concesso il termine. La corruzione politica ha sempre il suo "appeal" c'è poco da fare ,a parte questo Solima utilizza la fotografia come meglio non si potrebbe per aggiungere [...] Vai alla recensione »
Roma è una città molto conosciuta e ammirata, ma poco amata. Turisti e cittadini mostrano spesso una certa diffidenza ed estraneità verso quella che tuttavia definiscono la città più bella del mondo. Anche il cinema dà spesso dell'Urbe un'immagine fantasiosa irreale e onirica, però lontana dal vero cuore della città. Certo esistono i tanti capolavori di Fellini e Pasolini, Scola e Moretti, Proietti [...] Vai alla recensione »
Suburra è un film da vedere. Uno sguardo totalmente disincantato sull'Italia. Tutti sembrano cercare "la svolta" ma si resta in un eterno impasse che affligge, svilisce e spinge quasi tutti i protagonisti ad esagerare, fatta eccezione per il personaggio del Samurai (Claudio Amendola) che è l'unico vero adulto del film.
Veramente roba da piangere! Se l'Italia è quella descritta nel film, che da date storiche di fatti realmente accaduti tipo le le dimissioni di Silvio Berlusconi ed il subentro di Mario Monti a metà Novembre del 2011, c'è proprio da mettersi le mani nei capelli! Le collusioni tra politici e criminalità organizzata vengono descritte al massimo! Ciò che [...] Vai alla recensione »
Dopo il grande successo delle serie televisive, Romanzo Criminale e Gomorra infine il film ACAB: All Cops Are Bastards, Stefano Sollima va avanti alla ricerca dei nuovi progetti che possano stupire sempre di più il pubblico. Infatti è riuscito a realizzare un film incentrato sulla criminalità a Roma, dove diverse storie si intrecciano durante i 7 giorni, dal 5 Novembre al 12 Novembre, fino ad arrivare [...] Vai alla recensione »
Nato dalla penna delll'esimio De Cataldo ( in tandem con Bonini), scrittore contemporaneo autore di Romanzo Criminale , magistrato e narratore del degrado urbano , diretto dall'ottimo Stefano Sollima, regista della serie Romanzo Criminale e di Gomorra, il suddetto film è un crudo e , a tratti lancinante, spaccato ( ovviamente in chiave romanzesca) della realtà attuale nella Città [...] Vai alla recensione »
Sollima descrive la zona grigia del potere romano cercando di racchiudere in un unico racconto tutte le gerarchie che lo compongono: dall'influente parlamentare fino all'ultimo dei teppisti. Ne viene fuori un racconto frammentato, inizialmente simile a un intreccio di episodi indipendenti e che solo nella seconda parte trova il suo centro gravitazionale, capace di aggregare una [...] Vai alla recensione »
Il difetto di questi film di attualità è quello di arrivare tardi, quando ormai tutti sono informati e istruiti dalla stampa di regime. Su "mafia capitale" questo film aggiunge ormai ben poco rispetto a quello che ci è dato sapere. Nonostante ciò il film è piacevolmente crudele e non lascia mai calare la tensione.
Suburra è un film da vedere perché è un film che si discosta dal panorama piatto del cinema Italiano. E' un film che poteva osare di più e calcare meno su eros e thanatos, ma ci sono due scene che in un film che vuol essere anche di denuncia, quindi tendente al realismo, sono da considerarsi come cadute di stile. Non si può accettare che il debole e vigliacco [...] Vai alla recensione »
È un lavoro ben fatto questo film di Stefano Sollima, il regista che non si fa scrupoli di trattare temi caldi e delicati: dopo la coraggiosa opera "ACAB", ecco un'altra pellicola di tutto rispetto, quella che narra gli eventi (in parte reali, in parte fittizi) accaduti a Roma durante i palpitanti giorni del novembre 2011, poco prima delle dimissioni del presidente del consiglio [...] Vai alla recensione »
Come si fa a dire che questo non è un bel film, anche se molto crudo. Ma perché quella lunga scena di sesso e cocaina, si poteva anche farla più corta, intanto si capisce tutto ugualmente, perché questo compiacersi del regista di questo sesso perverso, erotizzato e quasi portato all'immagine come un dipinto del '600? Non che io sia una "paolotta" anzi, però perché scadere nella pornografia quando se [...] Vai alla recensione »
Roma, nella città eterna , un politico corrotto viene aiutato da un giovane malavitoso zingaro a sbarazzarsi di una escort deceduta in seguito ad un' overdose, ma tale incontro metterà i pericolo la sua famiglia ( perché il fratello di Spadino, il giovane malavitoso zingaro, Manfredi Anacleti lo rapisce ) , un veterano della malavita romana ha intenzione di architettare [...] Vai alla recensione »
Roma, novembre 2011. Due istituzioni sono in crisi: il Governo in carica, come sovente accade in Italia, che rischia di non avere più la maggioranza in Parlamento. E il Vaticano, con il Papa che ha deciso di rassegnare le dimissioni. Nel mezzo di queste due defezioni, tutti gli intrighi di palazzo e le guerre tra le organizzazioni criminali per spartirsi il territorio di Ostia.
Nella settimana che porterà alle dimissioni di Benedetto XVI si intrecciano a Roma le storie e gli affari di personaggi che hanno a che fare con la politica, le feste e il malaffare. Sollima non delude le attese e dopo la serie cult Gomorra ci regala un ottimo film che "sguazza" nel marcio e nel putrido che si annida nella capitale e all'ombra dei palazzi del potere.
Suburra è un film assolutamente funzionale: al pubblico, al momento, al marketing, al dibattito. Qualche film l'ho visto (e scritto), qualche storia l'ho letta (e scritta), e mi inchino alla professionalità, e alla perfetta scaltrezza degli autori. I nomi vanno fatti: Giancarlo de Cataldo e Carlo Bonini, che firmano il romanzo, e gli immancabili marpioni Rulli e Petraglia (coppia di grandi successi televisivi, come La piovra, e altri).
Che Suburra sia un film difficilmente maneggiabile dalla cultura italiana è abbastanza evidente. Di recente una giornalista ha domandato a Claudio Amendola come riuscisse a passare dal cinema impegnato stile Suburra alla giuria di Miss Italia. Al tempo stesso, da altre parti Suburra viene impallinato perché "si accontenta" di essere un film di genere e non si eleva mai, testardamente, a qualcosa di più ambizioso.
Suburra, nell'antica Roma, era il borgo più plebeo e malfamato, crocevia di crimine e potere. Anche Giulio Cesare, nobile ma squattrinato, viveva lì. Oggi Suburra è un film prodotto da Kattleya, diretto col ritmo incalzante della fiction da Stefano Sollima e tratto dal romanzo di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo. Che è uscito due anni fa, ma pare scritto domattina.
Come sa girare lui un'esecuzione criminale, una scena di sesso orgiastico, un faccia a faccia tra gangster, un'adunata forcaiola, il lusso trash di una villa zingaresca o una sparatoria al supermarket, a stento se ne possono contare sulle dita di una mano. Sollima, come ci sembrò chiaro in tempi non sospetti, è il De Palma italiano, un costruttore di macchine epiche che non si speccbia nella tecnica [...] Vai alla recensione »
Il sogno della ricchezza facile, con il lungomare di Ostia trasformato in una scintillante Las Vegas, illumina lo sguardo allucinato di Numero 8, il criminale giovane che gestisce i traffici malavitosi del litorale romano e si oppone, con temeraria tracotanza, alle regole imposte dai signori del male. Nell'affresco al nero di Suburra, regia di Stefano Sollima, le figure di Numero 8, interpretato da [...] Vai alla recensione »
Stefano Sollima, figlio del compianto Sergio (quello di Sandokan), ha avuto un grande pregio in questi ultimi anni; quello di aver reinventato la cinecriminalità italiana, dirigendo e appassionando, per la televisione, due saghe cult come Romanzo criminale - La serie e Gomorra - La serie. Suhurra ne è il naturale approdo, il suo sublime riassunto, un capolavoro che ti lascia a bocca aperta.
A come Affari, sporchi naturalmente. B come Bacio, quello ipocrita che il deputato reduce da una notte di sesso e droga schiocca sulla fronte del figlio addormentato. C come Camera, dei Deputati ma anche d'albergo: nella prima si votano leggi (vedi alla voce Affari), nella seconda ci si accoppia con ragazze ben pagate ma fragili e portatrici di guai.
Ho l'abitudine, quando guardo i film, di prendere appunti al buio. Risultano quasi sempre illeggibili, ma guardando gli scarabocchi che ho fatto durante Suburra qualche parola spunta fuori. Per esempio "sex, drugs, death", oppure, in italiano, "tradimenti, ricatti, omicidio, vendetta". Si vede che il sovraccarico drammatico del film mi ha reso incapace di formare delle frasi compiute.