Titolo originale | The Shape of Water |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico, Fantasy, Sentimentale, |
Produzione | USA |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Guillermo Del Toro |
Attori | Sally Hawkins, Michael Shannon (II), Richard Jenkins, Doug Jones, Michael Stuhlbarg Octavia Spencer, Lauren Lee Smith, Nick Searcy, Dru Viergever, David Hewlett, Stewart Arnott, Nigel Bennett. |
Uscita | mercoledì 14 febbraio 2018 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | 20th Century Fox Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,77 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento martedì 18 dicembre 2018
Una storia d'amore ambientata negli Stati Uniti durante i primi anni della Guerra Fredda. Il film ha ottenuto 13 candidature e vinto 4 Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 5 candidature e vinto 2 Golden Globes, 12 candidature e vinto 3 BAFTA, 14 candidature e vinto 4 Critics Choice Award, 2 candidature a SAG Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, ha vinto un premio ai CDG Awards, ha vinto un premio ai Producers Guild, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office La forma dell'acqua - The Shape of Water ha incassato 8,7 milioni di euro .
La forma dell'acqua - The Shape of Water è disponibile a Noleggio e in Digital Download
su TROVA STREAMING
e in DVD
e Blu-Ray
su IBS.it e su LaFeltrinelli.it.
Compra subito
CONSIGLIATO SÌ
|
Elisa, giovane donna muta, lavora in un laboratorio scientifico di Baltimora dove gli americani combattono la guerra fredda. Impiegata come donna delle pulizie, Elisa è legata da profonda amicizia a Zelda, collega afroamericana che lotta per i suoi diritti dentro il matrimonio e la società, e Giles, vicino di casa omosessuale, discriminato sul lavoro. Diversi in un mondo di mostri dall'aspetto rassicurante, scoprono che in laboratorio (soprav)vive in cattività una creatura anfibia di grande intelligenza e sensibilità. A rivelarle è Elisa. Condannata al silenzio e alla solitudine, si innamora ricambiata di quel mistero capace di vivere tra acqua e aria. Ma il loro sentimento dovrà presto fare i conti con una gerarchia ostile incarnata dal dispotico Strickland. In piena corsa alle stelle contro i russi, gli Stati Uniti non badano a spese e a crudeltà. Per garantirsi e garantire al suo Paese un futuro stellare, Strickland è deciso a tutto.
È sufficiente osservare l'arte contemporanea per convincersi degli effetti suscitati dalle trasformazioni della vita acquatica sull'ecosistema e di conseguenza sulla vita degli uomini. Da Damien Hirst, che valorizza il corallo minacciato dal riscaldamento degli oceani, a Suzanne Husky e alle sue sirene, il fondo marino ossessiona numerosi artisti.
Se alcuni tra loro sondano quello che si gioca oggi nella profondità dei fondali, altri ci pescano una mitologia ancestrale e una nuova inquietudine. Architetto di incubi, Guillermo del Toro si iscrive nella seconda categoria, rinnovando le affinità, umide e furiose, che gli esseri umani intrattengono con il mondo marino. Sospeso tra nevrosi terrestri (la Guerra Fredda e l'irriducibile paura del diverso) e iridescenze acquatiche, The Shape of Water inventa sotto i nostri occhi un nuovo continente, tra mare e terra, scongiurando l'annegamento con la potenza dei fantasmi.
Proseguendo la sua relazione con lo straordinario, l'autore avanza nella Storia e produce un'articolazione sottile, ma senza gravezza metaforica, tra realtà e doppio fantasmagorico che spiega i suoi oscuri meccanismi. Precipitato in piena Guerra Fredda, il racconto agisce su due livelli, quello della cronaca realista (la violenza della Storia) e quello dell'immaginario mitologico (l'incontro con la straordinaria creatura), e osserva due movimenti, quelli su cui si equilibra tenacemente il cinema dell'autore.
In principio c'è l'aggressione, l'intrusione di un corpo esterno, e poi il gesto espiatorio marcato dall'estromissione della fantasia, dalla sua fuga o dalla sua distruzione nella speranza di rimettere il mondo com'era al debutto. L'azione si situa a Baltimora a metà degli anni Cinquanta dove si soddisfa la paranoia anticomunista del Paese. Al martirio impietoso del mostro si intreccia la rivelazione del suo splendore, alla crudeltà del mondo reale, incarnato dal fanatismo di Strickland, si allaccia la 'mostruosità' di un essere magico che lascia evadere lo spirito romantico della protagonista.
Non è la prima volta che il regista messicano accomoda il racconto onirico al cuore della Storia (Il labirinto del fauno è ambientato nella Spagna franchista), in cui fantasmi infantili e oggettività sinistra si accordano con poesia e pertinenza. Se ieri era un labirinto funebre, oggi è uno specchio d'acqua idillico da cui emerge e in cui immerge un nuovo immaginario, ibridando elementi umani e forme acquatiche.
Curando il delirio totalitario di Strickland con la grazia liberatrice dell'arte (la creatura di Doug Jones ripara al cinema), del Toro conferisce al suo film una portata estetica e morale esemplare. Per la bellezza che ne deriva, rinviando a una tradizione questa volta cinematografica che si interroga sulla relazione tra orrore e sua rappresentazione (Il mostro della laguna nera). Se gli incubi dell'epoca e i tornadi interiori sono affidati a Michael Shannon, volto roccioso che dissimula la mostruosa nefandezza dei suoi prossimi, Doug Jones incarna il doppio fantastico e compassionevole che 'accompagna' l'eroina sulle note di Glenn Miller.
Alla maniera del suo autore, Elisa si innamora perdutamente del mostro. Perché il fantastico per Guillermo del Toro non serve a esorcizzare le paure ma piuttosto a viverle. È l'ultima espressione di speranza e di terrore dell'uomo. Recuperando le radici creative della serie B e rigenerandole infaticabilmente, l'autore invita lo spettatore a riconsiderare i generi e il loro stile, lo persuade della loro inesauribilità, isolandone i meccanismi fondamentali e trovando la chiave per attivarne gli ingranaggi. Ieri la creatura di Jack Arnold nuotava silenziosa al di sotto dell'eroina, oggi ne abbraccia emersa il corpo. Quello elettrico di Sally Hawkins, determinata a provare che l'amore può essere contagioso e il silenzio una lezione sovversiva.
LA FORMA DELL'ACQUA - THE SHAPE OF WATER disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
![]() |
€9,99 | €12,99 | ||
€9,99 | - |
Stupore, bellezza, orrore e una forte componente drammatica su cui vince l’amore tra diversi, tra ultimi e diversi; così si può riassumere in poche paroleShape of Water, vincitore del Leone d’oro al Festival del Cinema di Venezia quest’anno. Un film originale, visivamente potente ed emozionalmente legato alle vecchie favole dark del “mostro della laguna nera” [...] Vai alla recensione »
"The shape of water" è un'opera che si presta a molteplici piani di lettura, anche se giocata essenzialmente su due aspetti fondanti: una dimensione "realistica" che racconta una vicenda di solidarietà tra esclusi nell'America degli anni '50, durante il periodo paranoico e normativo della guerra fredda e una dimensione simbolica e immaginaria basata [...] Vai alla recensione »
Film esteticamente molto suggestivo. Tecnicamente la forte personalità nonché la professionalità di Del Toro sono evidenti, ma purtroppo per fare di un film un grande film la componente tecnica deve essere supportata da una trama altrettanto solida. Nonostante io continuassi a ripetermi: "è una fiaba, non deve essere per forza credibile", già nella prima [...] Vai alla recensione »
Shape of Water è una favola fantasy in versione grottesca che narra la storia d’amore tra diversi. Siamo a Baltimora nel 1962 in un laboratorio, bunker governativo segreto. Sembrerebbe di conoscere già la storia della “bella e della bestia” ma Del Toro la racconta in un suo modo, con un omaggio al cinema stesso. Sally Hawkins è bravissima nell’interpretare [...] Vai alla recensione »
Per quanto negli ultimi anni abbia imparato a fidarmi sempre meno del giudizio dell’Academy, 13 nomination agli Oscar non passano di certo inosservate. Eppure, una motivazione a tutta questa generica esaltazione fatico a trovarla. Il film è un prodotto discreto magistralmente impacchettato in una componente tecnica di notevole spessore.
Tecnicamente nulla da dire ..anzi ! Considero “tecnico” tutto .. sceneggiatura bravura degli attori, non solo fotografia , riprese e ambientazione… già dalla prima sequenza, si percepisce che il regista vuole dare un messaggio , con una surreale sequenza che , considerando il [...] Vai alla recensione »
Ed è così che un’Academy sempre più influenzata da logiche diplomatiche che ben poco hanno a che fare con il valore intrinseco dei film candidati premia come miglior film la favoletta “educativa” dell'astuto Guillermo Del Toro, che riesce persino a battere un altro film da sfondamento premeditato come Tre Manifesti ad Ebbing, Missouri.
Elisa, muta inserviente di un laboratorio di ricerca di Baltimora nel pieno della Guerra Fredda, è sola al mondo. Trascorre le sue monotone giornate scandite dall'alienante susseguirsi di gesti automatizzati, tipici di chi aspetta qualcosa per dare un senso alla propria esistenza. Con lei altri due personaggi, un vecchio artista omosessuale in decadenza e una collega di colore dalla vita [...] Vai alla recensione »
Guillermo del Toro è un regista che sebbene non giovanissimo solo nell'ultimi 12 anni ha riscosso i favori di Hollywood (Il labirinto del fauno del e la trilogia dell'Hobbit). In questo film si lancia in una storia fantastica in un certo senso simile a "La bella e la bestia". La protagonista Elisa muta, donna ormai matura e bruttina (interpretata dall'attrice inglese [...] Vai alla recensione »
Film iper-romantico di un cinefilo appassionato che parte dal "Mostro della laguna nera" (Jack Arnold, 1954), lo coniuga con "King Kong" (Schoedsack e Cooper, 1933 e remakes) e con "La bella e la bestia" (varie versioni a partire dal Cocteau del 1946), senza dimenticare "E.T.", "Frankenstein", gli horror americani anni '50, il noir anni '40 e probabilmente anche lo spirito dei fumetti della Marvel. [...] Vai alla recensione »
A dire il vero c'è ben poco da dire su questo film, "costruito apposta per mettere la giuria di Venezia con le spalle al muro", come argutamente osserva "Freerider" qui sopra. Buona solo la tecnica, ma contenuti scontati, solo pretestuasamente ecologici. Poi: facile critica contro la politca della guerra fredda americana anni '50 con condanna del machismo più [...] Vai alla recensione »
The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmen [...] Vai alla recensione »
"The Shape of Water"(2017, di Guillermo del Toro, grandissimo)è un film di rara bellezza, per l'inserzione di elementi scenici prettamente artistici, come anche per quanto esprime, ossia la capacità di mostrare come il potere della guerra(qui esemplficato da un agente segreto USA in epoca maccartista, fine anni 1950, ma potrebbe essere contestualizzato altrimenti e il"prodot [...] Vai alla recensione »
Fare un Remake di fatto del mostro della laguna nera, significa ribattere su un soggetto stanco, un topos sfruttatissimo da decenni. Un soggetto scivoloso richiedeva una sceneggiatura strepitosa... che non c'è stata. Inutile inserire una grande scenografia e due notevoli protagonisti come Shannon e Hawkins; in particolare quest'ultima alla prima grande occasione come protagonista [...] Vai alla recensione »
L'acqua può non avere forma ma un film dovrebbe averla.L'opera in questione purtroppo non la possiede.Del resto in un liquido si può sciogliere qualsiasi sostanza:dai comunisti alla guerra fredda, da un pazzoide e violento dottor stranamore( per fortuna in un limitato settore) alle discriminazioni contro negri,gay e portatori di handicapp,da un rapporto sessuale fra uomo e donna [...] Vai alla recensione »
Guillermo Del Toro, dopo essersi approcciato al cinema commerciale hollywoodiano, decide di terminare la sua corsa all'Oscar realizzando un film molto (forse troppo) furbo, che punta al successo di pubblico e critica con una delle tematiche predilette dal cinema contemporaneo "politicaly correct", ovvero la discriminazione razziale: il regista, fortunatamente, rielabora il tema della [...] Vai alla recensione »
Siamo a Baltimora negli anni ’60. L’America è nel fiore dello sviluppo post bellico e la ricerca insegue con affanno sempre nuovi obiettivi. In un Centro di Ricerca lavora Ellis, un’addetta alle pulizie muta ma molto intelligente e soprattutto audace e non affatto timorosa. Al Centro arriva una nuova misteriosa creatura: un anfibio con le sembianze di un umano. [...] Vai alla recensione »
Dal film vincitore del premio oscar 2008 mi sarei aspettata molto di più, indipendentemente dal fatto che possa più o meno piacere come soggetto, invece devo dire che è stata una grossa delusione. Siamo a Baltimora durante la guerra fredda, in un segretissimo laboratorio scientifico, Elisa muta dalla nascita, lavora come donna delle pulizie, affiancata da Zelda sua amica [...] Vai alla recensione »
Una vera e propria "fiera del pregudizio" poltically correct: i Buoni tutti "dversi" -la muta, il gay, l'afroamericana,lo scienziato comunista "puro", il mostro, ovviamente- ed i Cattivi tutti legati all'establishment -il machissimo, omofobo, razzista e molestatore (manca solo che fosse pedofilo) capo della sicurezza, sua moglie casalinga succube ed interessata [...] Vai alla recensione »
Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4 /* Style Definitions */ table.MsoNormalTable {mso-style-name:"Tabella normale"; mso-tstyle-rowband-size:0; mso-tstyle-colband-size:0; mso-style-noshow:yes; mso-style-parent:""; mso-padding-alt:0cm 5.
Intenzionalmente per commentare questo film, ambientato nell’America del dopoguerra impegnata nella guerra fredda con l’URSS, eviterò di utilizzare il termine di fiaba nel quale ho motivo di pensare che cadranno in tanti, ingannati anche da quella bella scena finale che richiama il musical o comunque certe atmosfere alla Walt Disney, le quali ultime, in verità, [...] Vai alla recensione »
Non conosciamo le origini del "Diverso", potremmo iniziare da quel "allora sei un Dio", esclamato dal cattivo prima di essere punito con la morte. Ma voglio inizialmente soffermarmi sull'elemento acqua, luogo di primogenitura della vita sulla Terra, luogo che accomuna Lei e il Diverso, luogo che la accoglie, l'unico luogo dove è consentito finire la storia con "e [...] Vai alla recensione »
La sceneggiatura, all’inizio, promette qualcosa di diverso, lascia sperare in un’”Amélie” ( che, secondo chi scrive, non è sinonimo di buonismo o qualcosa del genere). Tuttavia, come già è avvenuto con un altro filmproveniente da Venezia 2017, “Tre pannelli”, anche per quest’opera mi chiedo se mantenga le aspettativeiniziali. Se alcuni sembrano non averne colto il significato, peraltro ben riassunto [...] Vai alla recensione »
il film è un sapiente cocktail di scaltro mestiere cinematografico e scoperta captatio benevolentiae: sorretto da una scenografia spettacolare (che denuncia vaghi ricordi di "metropolis" e "blade runner") e raccontato con diligente abilità, si incarna in una favoletta di imbarazzante banalità (che ha poco vaghi ricordi de "la bella e la bestia"), ben [...] Vai alla recensione »
Tutte le varie Nomination acquisite, la vincita del Leone d’Oro e di un Golden Globe, ancorché per la regia, migliore colonna sonora, migliore scenografia ecc. ecc. (è proprio il caso di esprimersi così) costituiscono di certo interrogativi atroci. Come mai ciò? Ai posteri l’ardua sentenza? Perché no; ma intanto proviamoci noi che posteri non siamo!!Non mi permetterei mai di dire Premi immeritati, [...] Vai alla recensione »
La forma dell’acqua; un film di quei film che ti vien desiderio di abbandonare durante la proiezione. Tra falangi sparpagliate qua e là, scene di sesso estremo, gatti con la testa mozzata, parrucchini che vanno e vengono, scene di sparatorie, nudi integrali e torture fisiche, si snoda una “storia d’amore” tra una bravissima Sally Hawkins ed un lucertolone [...] Vai alla recensione »
La forma dell’acqua è un meraviglioso giocattolo vintage, un virtuosistico arabesco cinematografico simile ad un tappeto orientale, in cui il godimento consiste nello scoprire i particolari e i colori. Veniamo innanzitutto catturati dalla scenografia e dalla raffinata predominante verde che si impone in ogni scena ed è impossibile non notare: il verde della creatura, della gelatina [...] Vai alla recensione »
Un B movie fatto con un pò più di soldi. Che oscilla paurosamente tra eventi prevedibili e improbabili. Il laboratorio segretissimo sembra quasi la reception di un albergo ci passano tutti. I personaggi sono unidimensionali e senza sfaccettature. Non ci sono sorprese degne di nota e anche il mostro sembra solo un uomo travestito.
Baltimora, inizio anni ’60, clima di guerra fredda, un laboratorio scientifico governativo in cui si conducono esperimenti segreti. Uno di questi esperimenti riguarda uno strano essere anfibio catturato in una palude dell’Amazzonia (il regista si è confessato affascinato dal celebre mostro della Palude nera e questo personaggio ne è una filiazione…) [...] Vai alla recensione »
Il film si presenta come una pellicola originale e particolare ma il film detto molto semplicemente non è bellissimo, difficile che possa concorrere nella vittoria della statuetta per miglior film. La ragione è importante ma anche molto semplice, è un film che non decolla mai, a tratti noiosello e senza un vero colpo di scena, tutto si svolge in maniera piatta.
Le prime immagini (oggetti galleggianti nell’acqua, ma in una stanza) ricordano certi quadri surrealisti di Dalì o Magritte. Portano con sé due indizi: un’intenzione non realistica del regista, e l’enfasi posta sull’acqua, che sarà in effetti uno dei fili rossi della storia (assieme alle uova: entrambi simboli di vita).
Il film ricorda, per atmosfere e sensazioni visive, Il favoloso mondo di Amélie di Jean-Pierre Jeunet. Onirica e ironica favola con rinvii cinefili, in particolare al Mostro della laguna nera di Jack Arnold ed in generale al topos della bella e la bestia, declinato nel cinema più volte, dagli omonimi film di animazione e non ai film su King Kong. Visionario e poetico piccolo capolavoro di Guillermo [...] Vai alla recensione »
Podriamos decir que su gènero es un cuento romántico con enorme humanidad?Una espléndida parábola, que nos lleva curiosamente desde un mundo fantástico, irreal, al mundo cotidiano de lo real, donde la moraleja pasa por demostrarnos que el amor jamás mira con ojos críticos las diferencias, y sí con los ojos de un alma ansiosa de reconocimiento, de aceptación aún en las formas màs difíciles, como las [...] Vai alla recensione »
Il regista ripropone la formula di "Il labirinto del fauno",ma ammorbidendone i toni,e puntando alla classica love story tra la bella e la bestia,ambientata a inizio anni'60.Nessuna novità in merito,ma il tocco personale è innegabile:a dispetto dei toni pastello,non mancano frecciate impietose alle ingiustizie sia in generale che dell'epoca(il ragazzo razzista ed omofobo [...] Vai alla recensione »
Tecnicamente perfetto, sia dal lato cromatico sia da quello prettamente registico. Del toro tenta e riesce a trascinarti in un mood particolare, patinato, quasi fiabesco, dai toni pacati ma provocatori. Lasciando sullo sfondo temi di isolazione, di diversità, di incomprensione e incomunicabilità tra uomini. Il tema fondamentale è la comunicazione non verbale, suggerita tra silenzi [...] Vai alla recensione »
Guillermo Del Toro fa partire il film in sordina; Elisa, giovane donna muta, si accompagna nel lavoro con Zelda, una donna nera disponibile a combattere per le sue idee; nella vita privata l’unica compagnia è quella di Giles il vicino di casa omosessuale. Siamo negli Stati Uniti dopo la seconda guerra mondiale, la competizione con la Russia è altissima; e Elisa fa le pulizie in [...] Vai alla recensione »
Del Toro è indubbiamente un ottimo regista da punto di vista tecnico ma a volte scade nel trash come quando parla dell'organo sessuale del" mostro"(che bisogno c'era?) oppure quando si compiace di mostrarci sangue a prorusione.Poi,anche se si tratta di una favola,è un pò superficiale nel mostrarci l'innamoramento troppo repentino della protagonista per l'essere [...] Vai alla recensione »
Parliamo di cinema e fotografia e allora il titolo giusto dovrebbe essere: "la forma della luce", In questo film di luci ce ne sono tante ed una sola che pervade tutto il girato, quella dei film degli anni 1960, ma c'è anche quella di Amelie, penso che potrebbe essere la versione d'azione di Amelie. Il film è fatto bene per buona parte di esso, ma diciamolo ad un certo [...] Vai alla recensione »
Comincerei col dire che quest'anno la giuria degli Oscar ha avuto vita dura. Tra questo ramarro e "Tre manifesti..." ,solo per citarne due belli tra i belli,è stata una stagione di opere originali,ispirate e ricche di fascino. La creatura oggetto del contendere richiama fedelmente "Il mostro della laguna nera" e,più in generale,certo cinema anni '50.
Con la Forma dell'Acqua, del Toro riesce a trasformare una storia piccolissima, minuscola, in una bolla che interseca tutti i generi e i temi di questo momento storico. Mi spiego meglio. Prima di tutto, riesce a combinare romanticismo, genere horror, fantastico e fantascientifico, thriller e spy story (nonchè anche musical) arrivando a un risultato non solo convincente, ma allo stesso tempo [...] Vai alla recensione »
Baltimora anni 50. In un improbabile centro spaziale in cui si entra ed esce come da un supermercato, scienziati e militari cattivi tengono segregata, per improbabili scopi bellici, una creatura anfibia di estraibile sesso maschile, di cui s’innamora una donna delle pulizie sin lì dedita ai piaceri solitari nella sua vasca, che ancora più improbabilmente riuscirà a [...] Vai alla recensione »
L' acqua come simbolo vitale di purificazione e rinascita, e l ' uovo come elemento di perenne forza generatrice. Nonostante tutto. Nonostante la discriminazione delle diversita' nell' America degli Anni 60 , tra segregazione razziale, finto perbenismo, omofobia, sessismo, disprezzo inespresso ma tangibile per la disabilita' fisica e sociale.
La singolare storia d’amore tra una giovane e muta addetta alle pulizie di un laboratorio segreto e una misteriosa creatura squamosa succube di un pericoloso esperimento governativo. Guillermo Del Toro si infiltra nel cinico mondo della guerra fredda e vi ricama sopra un’inusuale favola gotica e passionale, un emozionante percorso di suggestioni dall'estetica impeccabile, un prodotto [...] Vai alla recensione »
Lo dico subito: è un film per inguaribili romantiche come me! Fuori dalle logiche moderne dell'amore che ci mostra il cinema negli ultimi anni, sensualità e attrazione non sono il frutto di giochi erotici 2.0, ma di dettagli attenti e nostalgici di un tempo passato e forse mai esistito. Musiche eccezionali fanno da colonna sonora ad un film delicato in cui si può fare a tratti fatica nell'immedesimarsi, [...] Vai alla recensione »
The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmen [...] Vai alla recensione »
The shape of water è film con tutti gli ingredienti per mietere nominations (13) all'Oscar californiano, forte del già conquistato Leone d'Oro a Venezia 2017. Gli ingredienti sono ricchi e numerosi, per il gradimento del maggior numero di palati, un film acconciato con lo scopo di piacere: è romantico, fantasioso, lambisce l'area militare degli Stati Uniti e naturalmen [...] Vai alla recensione »
Un’inno all’amore come unica via e soluzione per la combattere la paura della diversità che poi sfocia inevitabilmente nel razzismo. In un’America concentrata nella lotta contro il nemico russo, perchè diverso nella cultura e nella lingua, in un’America dove una coppia di giovani coniugi non può consumare un dolce perchè ha la pelle nera [...] Vai alla recensione »
Del Toro finalmente fa centro con questa prova che ha nella regia e nell'ambientazione il punto di forza. Una regia senza sbavature per condurre in porto un'opera che senza pietismi da forza alla diversità dei più deboli che davanti all'amore diventano dei giganti. Il film non è solo una favola fantasy ma una trasposizione della realtà con sfumature fantasy ed [...] Vai alla recensione »
Vincitore all'ultimo Festival del Cinema a Venezia lo scorso anno, "La Forma dell'Acqua" del regista Guillermo del Torio è una bellissima e delicata favola sull'amore sbocciato tra due esseri che vivono come emarginati dal resto del mondo. La protagonista, una giovane donna che laviora come addetta alle pulizie in un Centro di Ricerca Sperimantale negli Stati [...] Vai alla recensione »
Ribadendo ciò che è già stato recensito da molti, il film è una sorta di "la bella e la bestia" ambientata a Baltimora negli anni 60 nel pieno della della guerra fredda. Per fortuna la discutibile trama è nelle mani di un buon regista che ne fa un film che si lascia guardare e incuriosisce fino, alla più o meno [...] Vai alla recensione »
C'è più di qualche indizio che Guillermo Del Toro stia sostituendo Tim Burton nel cuore degli appassionati di cinema gotico, e nel tentativo di sfondare il recinto della nicchia cinefila e dark per approdare a un pubblico più vasto. In verità, La forma dell'acqua - pur nella sua leggibilità allegorica (non è certo complesso decifrare il messaggio democratico e anti-razzista della storia) - contiene elementi conturbanti, sia di tipo orrorifico sia nel campo dell'attrazione erotica. Anche se Del Toro non spinge il pedale della violenza come in Il labirinto del fauno (che rimane la sua opera più compiuta e sbalorditiva), La forma dell'acqua è un film anfibio come la creatura che ne fa parte, una fiaba troppo nera per le famiglie e talvolta un po' light per gli amanti delle tinte forti.
Ma forse è proprio in questo connubio apparentemente poco astuto per il botteghino che si nasconde una parte dell'atteggiamento più amato dai fan nel cinema di Del Toro, quel candore che fa apparire i suoi progetti spontanei e frutto di vera passione.
Quando, alla premiazione della Mostra del Cinema di Venezia, uno sfortunato errore di traduzione durante il discorso di ringraziamento del cineasta messicano fece scambiare all'interprete la parola "mostri" con "mostarda", ci furono molte risate. Ma nessuno si è chiesto come potesse essere sembrato possibile alla traduttrice che Del Toro volesse comunicare al pubblico il suo amore per una salsa: lo aveva immaginato verosimile proprio per l'ironia e la fanciullesca devozione del regista a un universo che fa dell'incanto più infantile verso i miti di gioventù un vero e proprio codice di comportamento.
La (non) Bella e la Bestia a bagnomaria del sogno e del desiderio. Il sogno è l'annullamento della diversità, il desiderio è l'affermazione dell'amore mentre la realtà è investita da un'atmosfera di sospetto, di odio e di un paranoico allarme apocalittico. Una fiaba che diventa musical, un apologo noir che ha la qualità dell'orrore alieno, un fantasy che si allaccia all'affiato romantico: un incrocio [...] Vai alla recensione »
La serva muta e l'anfibio gentile, la bruttina sensibile e la bestiaccia potente: generata da solitudini ribelli al tempo dell'ossessione atomica è la coppia di una centrata fiaba d'amore aperta a messaggi sociali, etici e politici. Incatenato nella vasca di un laboratorio bunker, torturato dal terribile aguzzino Cia, riuscirà lei a salvarlo? Da anni, da "Mimic" a "Il labirinto del fauno", Del Toro [...] Vai alla recensione »
Il Leone d'oro all'ultima Mostra di Venezia e ora le tredici nomination agli Oscar (comprese le categorie miglior film e miglior regista), agli occhi dei detrattori confermano la loro principale accusa al film e al suo regista, avere cioè annacquato l'horror in una soluzione cristallina di compiacenza hollywoodiana. Ma ne siamo sicuri? Non è che «l'amore vince su tutto» ha meno forza sovversiva di [...] Vai alla recensione »
Guillermo del Toro ha da tempo trovato una sapiente collocazione tra cinema d'autore e grande pubblico, tra festival e blockbuster come i due Hellboy o Pacific Rim. La forma dell'acqua è la sua consacrazione definitiva: Leone d'oro a Venezia, 6 nomination all'Oscar, compreso miglior film e regista. Il Del Toro "autore" è astuto, a tratti lezioso, ma con ossessioni autentiche.
È il cinema invece il riferimento e la materia della narrazione per Guillermo del Toro, The Shape of Water come suggerisce il titolo è un film acquatico, amniotico fino all'ossessione in cui il regista messicano recupera la lezione creativa e (e sovversiva) della serie B per rigenerarla. Omaggio esplicito a Jack Arnold, ma anche a La bella e la bestia o a Et, i «mostri» insomma dell'immaginario, quelli [...] Vai alla recensione »
America, primi anni Sessanta, la Guerra Fredda è calda, una creatura anfibia catturata in Sudamerica viene analizzata in un laboratorio governativo, ma anche i russi sono della partita. E pure un'incantevole e muta donna delle pulizie, Elisa (Sally Hawkins), che conquista il mostro con uova bollite e musica: riuscirà il temibile capo della sorveglianza (Michael Shannon, wow) a non farselo sfuggire? [...] Vai alla recensione »
Ospite lo scorso dicembre del popolare talkshow di Jimmy Kimmel, Guillermo del Toro ha definito The Shape of Water - Leone d'oro a Venezia, due Golden Globe e tredici candidature all'Oscar - «semplice e insensato», e non poteva dire meglio. Semplice come può esserlo un film romantico; insensato (al limite del rischio) per via che, nel caso, l'amore sboccia fra una giovane donna muta e una misteriosa [...] Vai alla recensione »
Variante ittica del mito della bella e della bestia, La forma dell'acqua di Guillermo del Toro ha vinto il Leone d'oro alla Mostra di Venezia del 2017, eppure è un film da vasto pubblico. È candidato a tredici Oscar: I'Academy ama i film nuovi che evochino film vecchi, radicando nel passato il messaggio del presente. A trasmetterlo è una coalizione di infelici, figurine simpatiche in condizioni antipatiche, [...] Vai alla recensione »
In un laboratorio del governo statunitense, a Baltimora, lavora come addetta alle pulizia la solitaria Elia (Sally Hawkins) affetta da mutismo. Con la collega Zelda (Ottavia Spencer) un giorno s'imbatte in un esperimento top secret: una creatura squamosa viene tenuta in una vasca d'acqua sotto il controllo del cattivissimo colonnello Strickland (Michael Shannon).
È arrivato a Venezia il mostro della laguna verde. Cambia il colore rispetto a quello filmato da Jack Arnold nel 1954 ma la provenienza è la stessa: il Rio delle Amazzoni. Il visionario messicano-hollywoodiano Guillermo del Toro, per la prima volta in concorso a Venezia nonostante in filmografia capolavori del cinema fantastico come Il labirinto del fauno, La spina del diavolo ed Hellboy, prende il [...] Vai alla recensione »