Titolo originale | Paprika |
Anno | 2006 |
Genere | Animazione, |
Produzione | Giappone |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Satoshi Kon |
Attori | Megumi Hayashibara, Tôru Furuya, Kôichi Yamadera, Katsunosuke Hori, Tôru Emori Akio Ôtsuka, Hideyuki Tanaka, Satomi Koorogi, Daisuke Sakaguchi, Mitsuo Iwata, Rikako Aikawa, Shinichiro Ota. |
Uscita | lunedì 17 febbraio 2025 |
Tag | Da vedere 2006 |
Distribuzione | Nexo Studios |
MYmonetro | 3,21 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 20 gennaio 2025
Un'investigatrice risolve i suoi casi grazie alle intuizioni avute in sogno. Al Box Office Usa Paprika - Sognando un sogno ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 748 mila dollari e 36 mila dollari nel primo weekend.
Paprika - Sognando un sogno è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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CONSIGLIATO SÌ
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In un futuro prossimo, l'invenzione del DC Mini, apparecchio che permette di entrare nei sogni, apre nuove possibilità alla psichiatria: la dottoressa Atsuka Chiba intende utilizzarlo per curare i propri pazienti schizofrenici. Per farlo si serve di un avatar di se stessa, Paprika, ragazzina brillante e sensuale, che porta conforto negli incubi. Ma un misterioso terrorista si impossessa dell'invenzione e la manipola per impedire che la scienza regoli i sogni, rivendicando la libertà della sfera onirica. Molti utenti di DC Mini cominciano a impazzire e i confini tra realtà e sogno si fanno sempre più labili di fronte a una minaccia apocalittica.
Satoshi Kon, genio visionario dell'anime giapponese, adatta il testo di Yasutaka Tsutsui per trasformarlo in una cavalcata nella fantasia e nell'inconscio collettivo.
Paprika è un film complesso, meritevole di più di una visione per essere compreso appieno, ma la sua riflessione sul rapporto che abbiamo con le immagini è come un vaticinio sui decenni a seguire. Kon mette in scena un mondo in cui la sovraesposizione a immagini digitali ha finito per immergere l'umanità in una realtà parallela, a tal punto da dimenticare quali fossero i sogni originari di gioventù: un poliziotto, Kurokawa, nasconde nel proprio inconscio il suo passato da giovane cinefilo; la dottoressa Chiba reprime i propri sentimenti e lascia che sia il suo alter ego Paprika ad esternarli; i geniali inventori di DC Mini si smarriscono nei ricordi di infanzia, tra parchi dei divertimenti abbandonati e promesse non mantenute.
Una visione pessimistica di internet, che in qualche modo prefigura quel che avverrà con la diffusione dei social network di lì a poco. Benché intriso di malinconia e paranoia, il film di Kon gioca su più livelli e mantiene viva l'attenzione sulla componente più strettamente avventurosa, grazie alla trascinante indagine di Paprika sulle ali della fantasia.
Il viaggio attraverso i sogni fornisce il pretesto per innumerevoli citazioni, sapientemente sparse lungo il cammino: il costume da Re Scimmia di Paprika, i titoli di film del passato - da Tarzan a polizieschi noir in stile Fukasaku Kinji. Il cinema è al centro della riflessione di Kon e, in particolare, la sua trasformazione da macchina dei sogni a divoratore degli stessi, bulimico medium che ha tradito il suo mandato e vive ormai di immagini riciclate e di seconda mano.
Paprika ha il potere di convogliare concetti di simile profondità in immagini che colpiscono e divengono difficili da dimenticare, come la parata degli oggetti abbandonati, reazione anarchica e autodistruttiva, sotto forma di sogno, al consumismo usa e getta che mette da parte ciò che non ritiene più utile o importante per il nostro benessere. Ad arricchire il tutto una colonna sonora che si sposa perfettamente con lo spirito del film di Susumu Hirasawa: una mescolanza di vocalizzi, beat da J-pop e effetti orchestrali di grande effetto.
Un anime per adulti, sia per i temi inquietanti che per alcune allusioni erotiche, che dalla sua uscita è stato gratificato da innumerevoli tributi e tentativi di imitazione, anche perché è rimasto l'ultimo lungometraggio del compianto Satoshi Kon.
Atsuko Chiba è una psicoterapeuta che cura i traumi dei suoi pazienti interagendo direttamente col loro mondo onirico. La terapia è in grado penetrare i sogni e di esplorare l'inconscio mediante il DC-Mini, un dispositivo che apre incredibili prospettive nel trattamento dei disturbi psichici. Prima ancora di essere brevettato, il congegno rivoluzionario viene trafugato e il Dottor Shima, direttore e mentore di Atsuko, imprigionato nel sogno dissennato e delirante di un folle. Il misterioso nemico è deciso a interferire coi sogni degli uomini, a manipolarli e a governare sul mondo sognato e su quello reale.
L'uso scorretto del DC-Mini potrebbe infatti annichilire la personalità e la volontà del sognatore. Konakawa, un detective che odia il cinema ma sogna per generi cinematografici, decide di indagare. Nelle indagini al confine con l'inconscio lo aiuteranno Paprika, alter ego onirico della dottoressa Atsuko, e il dottor Tokita, pingue inventore del prototipo.
Trasposto assai liberamente da un romanzo di Yasutaka Tsutsui (maestro della letteratura fantascientifica giapponese), Paprika è un'opera metacinematografica, un'apocalisse onirica che confonde magnificamente i piani del reale, del sogno, del fantastico e del cinematografico.
Satoshi Kon replica la magia di Perfect Blue, disegnando un nuovo psyco-thriller animato che unisce al realismo del disegno la libertà immaginativa delle trame, senza temere di deludere le aspettative di estimatori e spettatori. Dopo l'incalzante opera prima, piena di false piste, il geniale animatore nipponico inventa una macchina fantastica capace di penetrare i sogni e di trasformarli in film. Il villain è un ladro che ruba l'anima e la psiche di chi dorme. L'eroina è una dottoressa che recupera i sogni dei sognatori. Il giustiziere è un detective con fobie cinematografiche. Il luogo è un futuro prossimo. Il motore è una macchina, il DC-Mini, che come il cinema svolge, rallenta, scompone e analizza la "materia onirica". Così la realtà, come la trama, diventerà presto inafferrabile per i protagonisti animati e per gli spettatori.
Realizzare un film è un po' come realizzare un sogno, e se Michel Gondry ritaglia cartoncini e arriccia carta crespa per narrarne "l'arte", Satoshi Kon si confronta con la scienza di Freud e col cinema dal vero usando l'animazione come elaborazione artistica e non come una semplice registrazione del reale. Personaggi, città e luoghi fantastici sono restituiti in modo da non assecondare i luoghi comuni che ne trascurano la realtà complessa e stratificata. L'originalità del regista giapponese consiste nell'uso di una grammatica che fa riferimento al mondo "reale" dell'immaginazione e che sfida a colpi di "spezia" i pregiudizi nei confronti delle immagini animate.
Paprika porta all'estremo le tematiche del "perfetto blu", continuando a esplorare le relazioni sogno/realtà, immaginazione e realtà, fino a confonderle e a sovrapporle, fino a produrre uno stordimento nel quale perdere trama e spettatore.
Esiste un mondo più libero, fantasioso e anarchico di quello onirico? I
giapponesi Satoshi Kon, maestro dell'animazione, e Yasutaka Tsustsui, famoso
scrittore sci-fi, raccontano la storia di Atsuko, scienziata dotata di
superpoteri che lavora in un centro di ricerca dove si sta ultimando la creazione
di un congegno in grado di penetrare e visualizzare i sogni di chi lo utilizza.
Il suo alter ego, Paprika, utilizza l'invenzione per analizzare e curare le
psicosi dei suoi pazienti. Misteriosi eventi nel laboratorio portano a scoprire
la presenza di una forza maligna che sta usando la macchina per controllare e
distruggere la mente delle persone. La difficoltà per il poliziotto che conduce
le indagini e per gli stessi studiosi diventa quella di distinguere la realtà
dal sogno. La stessa affascinante difficoltà che incontra lo spettatore di
questo rutilante spettacolo visivo.
Le sequenze cambiano a ogni istante
ambientazione e personaggi: si passa da un'inquietante e coloratissima parata
mascherata, a sirene nel mare profondo, a un'orda di farfalle blu. E i
riferimenti cinematografici si sprecano perchè come spiega Paprika a un
paziente, il sonno è come la sala di un cinema in cui si vedono prima i
cortometraggi, poi, con la fase Rem, i film da botteghino. Citazioni dai grandi
classici: il Kubrik di Shining, il William Wyler di Vacanze romane, l'Hitchcock de Il Club dei 39. Ma anche autocitazioni dello stesso autore (Tokyo Godfathers).
E poi continue trasformazioni del punto di vista: i personaggi entrano, come in
altri mondi, nello schermo del cinema, in quello della televisione e del pc,
nei cartelloni pubblicitari. Un film che procede per frenetica accumulazione,
spostando e disorientando in continuazione l'attenzione in un caleidoscopio di
forme e colori. Un parco giochi, una giostra, le montagne russe. Allacciare le
cinture.
Quale è la distanza tra sogno è realtà. Questo sembra chiedere a gran voce Sathoshi Kon con il film Paprika, sognando un sogno. Un film complicato nella storia e nelle tematiche ma davvero gradevole. Atsuko Chiba è una psicoterapeuta che in segreto con lo pseudonimo di Paprika tramite ad un congegno in fase di sperimentazione (il DC-Mini) entra nei sogni altrui e [...] Vai alla recensione »
Ben quattro anni prima di Inception Satoshi Kon ci ha regalato un viaggio attraverso la mente umana e il sogno, in cui ogni cosa può accadere ed ogni freno inibitorio è assente. Nei sogni riportiamo i nostri traumi, le nostre paure più recondite e al contempo i nostri desideri, è un mondo parallelo che creiamo ed in cui esprimiamo davvero noi stessi, senza il timore di essere [...] Vai alla recensione »
Sicuramente, come già abbondantemente scritto, il nucleo del film è costituito dalla "fusione" dei sogni con la realtà, dell'affluenza dei primi nella seconda (o viceversa, a seconda dei punti di vista), e degli annessi confondimenti e associazioni libere. Grazie a questo escamotage, Kon dà vita a fantasie spesso inquietanti, ma sempre meravigliose dal punto [...] Vai alla recensione »
Esplorare il mondo dei sogni ai fini psicoterapeutici. Questo grazie alla tecnologia del DC Mini, un apparecchio ideato da un genio obeso e infantile. L'apparecchio viene rubato e il mondo del sogno viene contaminato da una minaccia che può avere conseguenze anche sul reale (giacché quando si sogna la realtà è il sogno).
Ieri è arrivata la potenza di Paprika. Che fosse un bel film non c'erano dubbi, Satoshi Kon sa dispiegare come pochi le folgorazioni dell'immaginario da narratore obliquo del presente. Le sue animazioni raccontano un Giappone specchio della catastrofe planetaria, con leggerezza, gusto del cinema, l'emozionalità visionaria di uno sguardo libero dai tempi di Perfect Blue (1998) (produce lo studio Madhouse). [...] Vai alla recensione »
Versatile artista giapponese, Satoshi Kon si è cimentato in equilibrismi virtuosistici con quest'animazione futuribile. Tratto dall'omonimo romanzo di Yasutaka Tsutsui, scrittore cult della sci-fi nipponica, Paprika rende visibile, con i tratti di un'animazione tradizionale ma raffinata, la complessità dei mondo dei sogni a contatto con la realtà. Una versione "anime" ed escheriana dell'Arte del sogno [...] Vai alla recensione »
Dai cultori dell'"anime" giapponese, Kon Satoshi è considerato il capofila della nuova generazione di animatori, un po' quel che Miyazaki è stato (ed è) per la precedente. In Paprika - Sognando un sogno si può trovare, in un colpo solo, un'epitome di tutta la sua poetica, dai rapporti tra illusione (cinema, sogno) e realtà alla passione per i generi cinematografici: fantascienza, azione, poliziesco, [...] Vai alla recensione »
In Paprika Satoshi Kon sa dispiegare come pochi le folgorazioni dell'immaginario. Le sue animazioni raccontano un Giappone specchio della catastrofe planetaria, con leggerezza, gusto del cinema, l'emozionalità di uno sguardo libero dai tempi di Perfect Blue (1998). Disegnatore di fumetti, studi d'arte, Satoshi Kon «usa» l'animazione anche come un mezzo per aggirare le difficoltà della fiction tradizionale. [...] Vai alla recensione »
Ci sono detective e psichiatri, in Paprika, avatar e prototipi di laboratorio che permettono di entrare nelle menti degli altri, creazioni artificiali che cominciano ad acquistare un'intelligenza indipendente da quella del loro "fabbricatore" e parate di oggetti inanimati coloratissimi e vivissimi. La trama del cartoon di Satoshi Kon non è riassumibile in poche righe: perché si sfoglia come un fiore [...] Vai alla recensione »
La macchina acchiappasogni è costruita a fin di bene. I cattivi tramano per rubarla. E saranno guai. Gode solo lo spettatore, a vedere le più fantastiche sequenze oniriche da quando Salvador Dalì lavorava con Hitchcock a "Io ti salverò". Il registratorino dell'inconscio si chiama DC-Mini. Lo adopera una psichiatra che quando si palesa nei sogni di un paziente ha l'aspetto di una ragazzina con i capelli [...] Vai alla recensione »
C'era un bambino che indicava la luna con un dito. E noi, da buoni intenditori, ci siamo fissati sul dito. Abbiamo puntato tutte le nostre fiches sulla ricerca della felicità e l'abbiamo fatto ben prima che Muccino sguinzagliasse Will Smith per le strade di San Francisco. Questa ricerca - spesso affannata, sempre disperata - ci ha distolto dalla nostra vera I(ac)una: l'identità.
Viene dal Giappone il film di animazione del concorso (dopo il successo di Shrek a Cannes è diventata una tradizione). Nelle linee nette di un cartone animato tradizionale, indaga le conseguenze dell’invenzione di una macchina «detective dei sogni», che impone le persecuzioni di una bambola opprimente. Dovrebbe funzionare per aiutare la psicoterapia, ma finisce per distruggere gli uomini.
Tratto dal romanzo di fantascienza dell'acclamato Yasutaka Tsutsui, è un complicatissimo esercizio di immaginazione e di stile sui sogni. In un futuro che è oggi, viene inventato un trattamento piscoterapeutico che permette, attraverso un marchingegno applicato sulla testa, di entrare nei sogni delle persone per studiare l'inconscio e prevederne l'eclissi.
Avanguardia alla Mostra delle cinematografie estremorientali, non di quella magiara (come fa pensare il titolo), Paprika di Satoshi Kon è un cartone animale disegnato alla maniera giapponese, cioè orrenda, che propone una vicenda di fantascienza sociologica, cioè la più noiosa. La somma degli elementi è un cartone per giovani adulti di gusti esotici.