L'ufficiale e la spia |
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Un film di Roman Polanski.
Con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois.
continua»
Titolo originale J'accuse.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 126 min.
- USA 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 21 novembre 2019.
MYMONETRO
L'ufficiale e la spia
valutazione media:
4,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Una delle solite storie di spionaggiodi carlosantoniFeedback: 5973 | altri commenti e recensioni di carlosantoni |
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domenica 24 novembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il titolo a commento su Mymovies dice che si tratta di un film “dall’impianto classico”, io forse preferirei definirlo un film di genere. Solido, ben recitato (ma Polanski non può proprio farne a meno di rifilarci sempre e comunque Emmanuelle Seigner, nei suoi film?) ben fotografato, ben congegnato attraverso i continui flash back, ma a dire il vero non “buca”. Troppa patina Fin de Siècle, troppe atmosfere interne polverose, le carrozze, il can-can, quasi un continuo (e un po’ fastidioso) volerci ricordare che il fattaccio si svolge ai tempi della Belle Epoque. In compenso, se si riflette che si trattò di un “affaire” di clamorosa eco nazionale e internazionale, nel film si parla poco, decisamente poco o niente del contesto sociale e politico, della lotta sociale che animava allora la Francia, e non solo la Francia: da lì a qualche anno in Russia sarebbe scoppiata la rivoluzione del 1905… Certo, il film mette bene in luce il razzismo antiebraico dell’élites militari francesi, della simpatia che molta parte della Francia di allora tributava alle teorie antisemite, un po’ come da noi accade oggi contro gli arabi, con i tre quarti del parlamento decisamente spinti su posizioni razziste o comunque reazionarie, ma non mette per niente il luce la controparte, cioè il crescendo delle lotte del movimento socialista, anarchico, radicale contro la deriva razzista francese: c’è un per niente combattivo Zola, si direbbe uomo da salotto, c’è un baffuto Clemenceau che compare per una manciata di secondi… e in questo caso direi meglio così: poi finirà per mostrarsi al mondo come uno dei più sporchi guerrafondai di ogni tempo. Per questo sembra di vivere un po’ nel mondo delle favole: Dreyfuss è innocente, e si sa che è innocente, ma viene giudicato colpevole perché ebreo: ed è contro gli ebrei che gli alti ranghi militari, reazionari e razzisti, vogliono una condanna: una condanna politica. Un po’ come ai tempi della strage di Piazza Fontana: il colpevole doveva essere necessariamente un anarchico, e Valpreda fu costruito a tavolino proprio come Dreyfuss, e non come invece lo furono realmente, manovali delle varie organizzazioni fasciste al servizio della reazione nazionale e internazionale marcata CIA. Dunque Dreyfuss colpevole, poi di nuovo colpevole in appello con penna mitigata… però poi tutto ad un tratto in cassazione viene riconosciuto innocente! Chissà perché! E chissà come e perché, il tenente colonnello Dujardin, “colpevole” di aver sollevato il vespaio della congiura antisemita ordita dai suoi superiori, dopo essere finito in galera come Dreyfuss, alla fine della favola si ritrova prima promosso generale, poi addirittura ministro della guerra in un successivo governo! Succedono forse miracoli in Francia? O non è per caso tutto quanto il frutto di lotte sociali che modificarono almeno in parte il panorama politico francese? Polanski si guarda bene da mettere il suo lungo naso in questa materia, e il film finisce come un classico romanzo d’amore.
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