L'ufficiale e la spia |
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Un film di Roman Polanski.
Con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois.
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Titolo originale J'accuse.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 126 min.
- USA 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 21 novembre 2019.
MYMONETRO
L'ufficiale e la spia
valutazione media:
4,11
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bel filmdi mahlerianoFeedback: 2167 | altri commenti e recensioni di mahleriano |
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lunedì 23 dicembre 2019 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film descrive un famosissimo caso storico che non ha bisogno di molte presentazioni, l'affare Dreyfus. Non parla dunque di errori giudiziari, ma di esplicite infondate accuse da parte del potere di turno (in questo caso militare) ai danni di innocenti, come molti se ne sono verificate nel corso della storia, con conseguente gogna mediatica e assoluzione spesso postuma. Basterebbe pensare, per citarne solo alcuni, ai casi Sacco e Vanzetti, passando per Galileo, Giordano Bruno, fino al "processo popolare" che chiese di scegliere fra Cristo e Barabba, ma la lista sarebbe lunga. Dunque se dei meriti il film ha, non possono risiedere nell'appartenenza a un filone solidamente navigato e conosciuto: lo spettatore sa da che parte schierarsi, conosce la verità ed è facile sfruttarne le conseguenti emozioni. Né l'attualità risiede in una riflessione su un tema presente come quello delle fake news, nei confronti del quale si assiste oggi a un'amplificazione enorme legata ai social, ma che rappresenta un problema antico quanto l'uomo: quello della calunnia è un "venticello" ben noto ed è stato ampiamente trattato anche nei film citati più su... Tuttavia il film ha una sua forza per molti aspetti. L'interpretazione del bravissimo protagonista, Jean Dujardin, già visto in The Artist, senz'altro è molto coinvolgente. E la ricostruzione della vicenda è molto avvincente per il taglio da classico giallo conferito al film nella ricostruzione delle prove, con le ulteriori ingiustizie che ne conseguono e l'immancabile divisione fra innocentisti e colpevolisti. Ma ciò che forse ho trovato più bella è la rappresentazione di Dreyfus, personaggio quasi ombra in un film che lo dovrebbe vedere protagonista, la cui apparente freddezza e distanza, nel finale, bene esprime quella consapevolezza amara che in fondo è la stessa che si ritrova nel Gattopardo: cambiare tutto perché nulla cambi. Perché, in fondo, questo è il sottile messaggio finale espresso dai due protagonisti a confronto: nessuno è mai realmente vincitore e quasi mai viene fatta vera giustizia. E in questa amarezza conclusiva sta la forza del film.
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