Anno | 1972 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 132 minuti |
Regia di | Valerio Zurlini |
Attori | Giancarlo Giannini, Alain Delon, Lea Massari, Alida Valli, Renato Salvatori Adalberto Maria Merli, Sonia Petrovna, Salvo Randone, Sandro Moretti, Krista Nell, Fabrizio Moroni, Nicoletta Rizzi, Roberto Lande, Patrizia Adiutori, Carla Mancini. |
Uscita | giovedì 25 luglio 2024 |
Tag | Da vedere 1972 |
Distribuzione | Nexo Digital |
MYmonetro | 3,50 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 30 giugno 2024
Un uomo che ha perso ogni interesse per la vita sembra ritrovarlo grazie a una giovane donna. In Italia al Box Office La prima notte di quiete ha incassato nelle prime 9 settimane di programmazione 18,5 mila euro e 6 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Daniele Dominici giunge a Rimini per una supplenza in un liceo. In classe ha una studentessa, Vanina, che attrae la sua attenzione per il suo carattere ombroso e riservato. Avrà modo di approfondire il rapporto con lei che ha da tempo una relazione con Gerardo, il quale esibisce la propria ricchezza e la vede come donna trofeo. Daniele, che ha una compagna da lungo tempo, sembrare trovare in lei quella fiamma vitale che sembra ormai spenta.
Un film in cui il malessere esistenziale si fa ricerca di un senso difficile da trovare ma di cui si sente il bisogno.
"Nel film ci sono molte cose personali, ad esempio contiene in definitiva quella strana insistenza di bisogno di cristianesimo. E poi, c'è in me un fondo di nichilismo che ho profuso a piene mani sui personaggi, con un desiderio di distruzione e di autodistruzione. (...) pur senza esserlo nella vicenda, il film resta ugualmente autobiografico, forse anche in una certa paura della vita contemporanea, una maniera di aspettare la propria fine quasi con un senso di liberazione". Così si esprimeva Valerio Zurlini a proposito del suo penultimo film (l'ultimo sarebbe stato quel capolavoro che è Il deserto dei tartari) che desumeva il titolo da un verso di Goethe: "La morte, la prima notte di quiete".
Il film conserva alcuni elementi legati alla colonizzazione italiana in Africa che avrebbero dovuto far parte di una trilogia mai realizzata. Dominici vi fa riferimento quasi di sfuggita ed anche questo è un elemento autobiografico in quanto Zurlini era entrato in contatto con l'Africa coloniale nel 1949 comprendendo come chi ci viveva non avesse la sensibilità per comprendere che si trattava di una stagione ormai prossima alla fine. Anche Daniele sente il mondo che lo circonda come prossimo alla conclusione di un ciclo ma si aggrappa all'incontro con Vanina convinto di poter comprendere ed accettare il suo versante misterioso. D'altronde è la studentessa che non ha scelto il tema in cui si chiedeva di parlare di sé optando invece per 'La contrapposizione di purezza e peccato in Alessandro Manzoni'.
Sono molteplici i riferimenti 'alti' in questo film (si veda a titolo di esempio la Madonna del Parto di Piero della Francesca) messi in contrapposizione ad un microcosmo umano di cui non si sottolinea tanto la provincialità (il prologo ha collocato la vicenda a Rimini) quanto il lasciarsi andare anche quando si avrebbero gli strumenti per guardare oltre (ad esempio per quanto riguarda il personaggio interpretato da Giancarlo Giannini). Dominici (interpretato da un Delon intensamente calato nel ruolo) si aggira da un tavolo in cui si gioca d'azzardo ad un appartamento dove lo si attende (Monica la compagna da lunghi anni) pensando ad altri protetto da un cappotto e da un maglione che non toglie mai se non per cercare nel rapporto sessuale uno sfogo o una speranza di apertura nei confronti del futuro. Il tempo che scorre per lui come per gli altri non può però essere azzerato né mutato intervenendo su un passato (quello di Vanina) che progressivamente viene alla luce. Il tormento sembra quindi essere senza fine e la morte, anche se non cercata in modo esplicito, potrebbe fornire una soluzione.
Un supplente colto, ma più portato agli svaghi che all'insegnamento, si innamora di un'allieva anche se convive con un'amante. La ragazza ha uno spasimante geloso ed è infedele a tutti e due. Il professore progetta la loro fuga ma il giorno stabilito, temendo che la sua donna si suicidi, torna indietro. Lungo la strada rimane vittima di un incidente mortale.
Diretto da Valerio Zurlini e scritto dallo stesso con Valerio Medioli, il film , girato in una Rimini atipica,fuori dai clamori dell' alta stagione con le sue vacuità, narra le vicende del Prof. Daniele Dominici, amante della letteratura e del gioco d'azzardo. Al suo ingresso nella scuola in cui insegnerà , sino alla fine dell' anno scolastico, viene accolto da un preside [...] Vai alla recensione »
Straordinario questo film di Zurlini girato in una Rimini fredda e nebbiosa, un'ambientazione atipica che si integra alla perfezione con il personaggio di Daniele Dominici (Alain Delon), tormentato professore di lettere. Dotato in più del fascino dell'uomo "vissuto", sempre vestito con un cappotto color cammello, dimesso e con la sigaretta in bocca, la barba non rasata e la vecchissima Citroen che [...] Vai alla recensione »
Ho rivisto ieri il film dopo la bellezza di 45 anni! Mi è piaciuto adesso come mi piacque allora quando lo vidi in sala. Una bella storia d'amore di due disperati che cercano l'una tra le braccia dell'altro, un rifugio ai propri fallimenti. La vita è stata dura per entrambi, entrambi non sono certo stinchi di santi, ma la solitudine che hanno dentro è come una calamita [...] Vai alla recensione »
Daniele Dominici e' un professore di filosofia,che si trasferisce a Rimini per fare una supplenza.Solitario e introverso,vive un rapporto di coppia ormai in crisi,si innamora della giovane studente Vanina.Inizieranno i problemi,tra la famiglia della ragazza che non lo sopporta,e il ragazzo truffatore e losco che la rivuole indietro.Ma nonostante tutto l'amore riesce a superare questi ostacoli,ma [...] Vai alla recensione »
Mia recensione di "La Prima Notte di Quiete"-1972 di V.Zurlini-gia' assistente alla regia con F.Fellini- autore de "!Il Deserto dei Tartari" (sceneggiatore insieme a Medioli). Una Rimini invernale, sferzata dalla pioggia e dalla nebbia; un uomo affondato in un cappotto di cammello marrone (prestato all'attore dal regista), l’aria [...] Vai alla recensione »
Giannini/Delon nel crepuscolare film di Zurlini-1972-girato a Rimini. Alla critica non è molto piaciuto, ma, a parte la tormentata storia d'amore, e un personaggio, distante anni luce da quelli "abituali" interpretati da Alain, troppo profondo ed erudito, un ruolo non abituale in cui appare in evidente disagio, come nel cappotto (si dice) prestatogli dal regista; la [...] Vai alla recensione »
Delon ce la mette tutta, pure troppo, ma Zurlini è irritante. Le storie estreme fanno sempre fatica a stare in piedi e non basta, non serve sciorinare qualche frasetta filosofeggiante per riscattartte un film che non rivedrei mai una seconda volta, che si trascina a fatica nell'incredibilità di fatti e personaggi. Monotono nello scenario, la rappresentazione della scuola è pressocchè cimiteriale.
L'impegno è notevole, il risultato meno, causa un fondo intellettualoide che rende il tutto un mezzo pasticcio. Troppi squilli (di tromba) e troppe concessioni al patimento irrazionale. Zurlini altrove ("La ragazzo con la valigia", il suo capolavoro) sa fare cinema com pochi, qui invece si perde in compacimenti mentali.
Di motivi per definire capolavoro questo film ce ne sono molti, però mi limito a sottolineare le sequenze della vita notturna e clandestina di Rimini: siamo agli inizi dei '70, ma Zurlini inquadra come un profeta le inquietudini e i vizi della provincia padana di decenni dopo. Infatti, se la tragicità dei personaggi li rende in qualche modo "senza tempo", le immagini e le [...] Vai alla recensione »
Adoro questo film fatto di false innocenze, di crude passioni e di amicizie tradite nella nebbia della romagna adriatica. Severìne
O nel 72 siete andati al cinema o di questo film capirete mai niente, ma niente proprio, chi ne parla bene non coglie minimamente il significato del film e chi ne parla male men che meno; rinomato critico osserva che due son le qualità di Z.: un gusto plastico eccezionale, un'estrema finezza di notazioni psicologiche; Z. 'è una delle maggiori promesse del cinema italiano' [...] Vai alla recensione »
Ho visto questo bellissimo film del 1972 quando avevo 20 anni e ricordo di aver apprezzato allora solo il cappottone cammello di Alain Delon, correndo in negozio per comprarne uno uguale. Ora , rivisto in HD , remasterizzato, mi ha fatto capire quanto fosse apprezzabile la cinematografia di allora, fatta da veri professionisti con cast di grande spessore.
Daniele Dominici arriva a Rimini per svolgere una supplenza di qualche mese al liceo locale. Con i ragazzi mette subito in chiaro il rapporto che instaurerà con loro, del tutto anticonvenzionale. In questa non convenzionalità c’è posto per il manifestare il suo interesse per Vanina, ragazza dagli occhi, e dal passato, tormentati.
Un unico consiglio: Capire prima il "Don Giovanni" di Casanova e Mozart! Ma ci sono altri rifacimenti. Cito quelli che conosco: "Andrea Chenier"; "Il posto delle fragole"; "American beauty"; "Pretty Woman". Per risolvere il rebus leggete almeno una sintesi della vita del veneziano, con particolare attenzione alla sua attività di spia ed [...] Vai alla recensione »
Visto appena uscito mi aveva entusiasmato; rivisto adesso mi ha deluso. E' invecchiato o sono solo invecchiato io? Allora non me ne ero accorto, ma il leitmotiv del film (non alludo alla bella canzone della Vanoni) è l'adagio dal Concerto per flautino e orchestra di Vivaldi che il noto trombettista jezz Maynard Ferguson esegue con i tempi molto rallentati; così [...] Vai alla recensione »
Daniele Dominici diventa supplente in un liceo di Rimini. Qui conosce un gruppo di amici che si danno alla vita trasgressiva, talvolta squallida. Si invaghisce di una sua alunna, Vanina, bella ma malinconica. Un amore difficile che porterà molti guai al professore. Storie di vite dannate, con passati scomodi, notti smarrite e trasgressive.
Film altamente deludente. Non verosimili i personaggi. Gli attori, pur bravi, sono sprecati, non riescono ad entrare, ovviamente, nel personaggio. Non vera la città. Un messaggio decisamente inutile. Mi dispiace dirlo ma non mi piace non mi ha mai emozionato, non mi ha mai parlato.
Il film è un pò una riflessione sulla vita ambientato in una città di provincia come Rimini in cui all'inverno meteorologico si accosta l'inverno sociale con la corruzione dilagante, i giovani ribelli e le belle ragazze sfruttate da cinici personaggi. Delon rappresenta il classico uomo tra i 30 e i 40 anni che ha bisogno di nuovi stimoli per trovare risposte alla sua [...] Vai alla recensione »
È un "Uscì domani" insolito, quello di La prima notte di quiete, perché il (forse) più noto film di Valerio Zurlini uscì nel 1972, ma domani, il 25 luglio 2024, torna in sala (per l'omaggio ai 120 anni della Titanus) con la sua densità di parole colte, letterarie; con le atmosfere plumbee, ventose, e le sue immagini iconiche, a partire dal cappotto di cammello con cui Alain Delon procede solo e pensoso [...] Vai alla recensione »
Tutte le ore feriscono...l'ultima uccide. Si porta le cicatrici di Jean-Pierre Melville il professor Daniele Dominici di La prima notte di quiete. Uomo senza passato e senza futuro, sospeso tra la nebbia e il grigiore di una Rimini invernale, che attraversa la vita di provincia dove, dietro l'apparenza, si nasconde un sottobosco degno di un polar. La luce, l'ombra, Il giorno la notte.