Titolo originale | At Eternity's Gate |
Anno | 2018 |
Genere | Biografico, Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Julian Schnabel |
Attori | Willem Dafoe, Rupert Friend, Oscar Isaac, Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner Stella Schnabel, Mads Mikkelsen, Niels Arestrup, Alan Aubert, Amira Casar, Lolita Chammah, Anne Consigny, Vincent Perez, Vladimir Consigny, Arthur Jacquin, Solal Forte, Vincent Grass, Clément Paul Lhuaire, Laurent Bateau, Frank Molinaro, Montassar Alaya, Didier Jarre, Thierry Nenez, Johan Kugelberg, Alexis Michalik, François Delaive, Nicolas Abraham, Manuel Guillot, Paul Théotime, Romane Libert, Milo Aubriet, Clélia Robin-Oeustricher, Arthur Gloanec, Alfred Bloch, Ludmilla Roitbourd, Louis Garrel. |
Uscita | giovedì 3 gennaio 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Lucky Red |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,83 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 15 gennaio 2019
Argomenti: Pittori
I tormenti interiori del pittore Vincent Van Gogh. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 1 candidatura a Golden Globes, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità ha incassato 4 milioni di euro .
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È di sole che ha bisogno la salute e l'arte di Vincent van Gogh, insofferente a Parigi e ai suoi grigi. Confortato dall'affetto e sostenuto dai fondi del fratello Theo, Vincent si trasferisce ad Arles, nel sud della Francia e a contatto con la forza misteriosa della natura. Ma la permanenza è turbata dalle nevrosi incalzanti e dall'ostilità dei locali, che biasimano la sua arte e la sua passione febbrile. Bandito dalla 'casa gialla' e ricoverato in un ospedale psichiatrico, lo confortano le lettere di Gauguin e le visite del fratello. A colpi di pennellate corte e nervose, arriverà bruscamente alla fine dei suoi giorni.
Pittore celebre negli anni Ottanta, Julian Schnabel si converte al cinema negli anni Novanta e realizza il suo primo film su un soggetto seducente ma cimentoso (Basquiat), evitando i rischi maggiori (agiografia melensa e glamour smaccato) e procedendo per tocchi fugaci.
Un film su un pittore è raramente realizzato da un pittore ma Schnabel ne gira addirittura due. Ventidue anni dopo trasloca in Francia per raccontare il bisogno permanente di Van Gogh di dipingere. Come fu per Basquiat, l'autore americano non cerca di penetrare l'enigma della creazione, che appare un'acquisizione indiscutibile (anche) nel personaggio di van Gogh. Ad appassionare Schnabel è quello che rivela la relazione tra il pittore olandese e Paul Gauguin, tra l'artista dei girasoli bruni e il suo tempo.
Trasportato come van Gogh dalla luce della Provenza, Schnabel coglie quel passaggio folgorante di cui non resta niente ad Arles, alcun quadro, alcun edificio a parte un modesto impasse intitolato a suo nome. Tutta la storia di van Gogh, come quella di Gauguin, è segnata dal destino, marcata dall'insuccesso, l'incomprensione e alla fine l'isolamento. Dei campi di grano, del fogliame d'autunno, dei cipressi monumentali, dei giardini selvatici, dei fiori floridi, dei fondali gialli, dell'arancio ardente dei crepuscoli, del colore rovesciato sulla tela come magma incandescente, i suoi contemporanei non sapevano che farsene. Alieno al mondo che lo circondava, l'artista esprimeva un malessere profondo, una disperazione totale e una lucidità intensa, che lo rendeva sovente odioso agli altri.
Il volto lungo di Willem Dafoe, che lo incarna, non rivela alcun recesso in cui potremmo infilarci per meglio comprenderlo, la sua performance in economia, la sua maniera scostante, gli sguardi scollati, la tensione nervosa dimostrano che il pittore non era né folle né malato. Al contrario Schnabel rappresenta con dolorosa acuità la sua situazione di uomo economicamente dipendente dal fratello.
Intingendo in una palette a immagine della sua anima tormentata, l'attore insegue la ricerca di van Gogh di un posto nella società, il suo desiderio di essere riconosciuto. Quello che interessa al regista è rendere conto del mondo nel quale viveva van Gogh, dove l'impressionismo era l'arte dominante, perché è in quel mondo che ritroviamo le convenzioni sociali che lo rigettano.
Anima errante nel bagliore dei colori e nell'oro dei campi, van Gogh non poteva dimorare, non poteva seguire una norma di comportamento o creare una famiglia come il fratello Theo. Nel suo stile paranoico e tempestoso, Antonin Artaud scriveva che era stata la società a uccidere Van Gogh. Senza affermare le cose in maniera così tranchant, Schnabel incarna tuttavia i colpevoli rovesciando la tesi del suicidio e interpretando in maniera troppo didascalica la sua (misteriosa) morte. Ma più verosimilmente è la lucidità che ritorna a ucciderlo come un proiettile e come confessa al dottor Gachet di Mathieu Amalric.
Schnabel manca forse l'appuntamento con Vincent van Gogh ma afferra l'idea che un artista è in parte determinato dai luoghi e dagli usi del suo tempo, mortale, irrimediabilmente mortale. Vincent van Gogh non era un essere sacro, il suo genio non era un mistero divino, la sua arte nasce dal dubbio, il dolore e il sudore, dentro l'impossibile previsione del futuro. Alle torsioni delle sue tele, il regista risponde con gli strumenti del cinema provando a suo modo a governare il caos.
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“Van Gogh: sulla soglia dell’eternità” racconta l’ultimo periodo di vita del pittore. Nel film “Van Gogh: sulla soglia dell’eternità” la narrazione si sviluppa attraverso momenti chiave dell’esistenza dell’artista. L’incontro tra Van Gogh (William Defoe) e Gauguin (Oscar Isaac) e il loro soggiorno [...] Vai alla recensione »
''Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità'' La vita artistica di Vincent Van Gogh scorre in un tracciato esistenziale sintetico, lineare, basato solo ed esclusivamente su un abstract biografico già noto - il tormento di chi nel suo contemporaneo non ce l'ha fatta, la passione ombreggiata di chi vuol rendere ''universale'' la sua scoperta, [...] Vai alla recensione »
Ennesimo film su Van Gogh, sugli ultimi anni della sua vita, tra manicomi, locande, taverne e quadri, quadri, quadri, i bellissimi quadri di Van Gogh, interpretato da un grande Dafoe. Il film non aggiunge nulla alla copiosa filmografia sull’artista e a tratti diventa inesorabilmente soporifero e lo spettatore varca la soglia dell’eternità di quell’ora e mezza di durata [...] Vai alla recensione »
Un pittore che descrive un pittore "dal di dentro", facendoci entrare nei suoi occhi ingombri di lacrime, o intorpiditi dall'assenzio, in soggettive in cui la metà inferiore dello schermo è sfocata, oppure facendoci correre a perdifiato, con tutti i sobbalzi della macchina a mano, senza la melassa della steadycam, per campi di girasoli che svettano morti e desolati, o affondare [...] Vai alla recensione »
La fase introspettiva della vita di Van Gogh dopo le delusioni impressionistiche parigine viene portata sul grande schermo da Julian Schnabel, regista americano nonché pittore e perciò egli stesso disegnatore di numerosi affreschi presenti e primo fan del genio olandese, qui clonato fisicamente e psicologicamente in modo eccellente da Willem Dafoe, per l’occasione pure reale manovratore [...] Vai alla recensione »
VAN GOGH – SULLA SOGLIA DELL'ETERNITà (USA/FR, 2018) diretto da JULIAN SCHNABEL. Interpretato da WILLEM DAFOE, RUPERT FRIEND, MATHIEU AMALRIC, MADS MIKKELSEN, EMMANUELLE SEIGNER, OSCAR ISAAC, VLADIMIR CONSIGNY, STELLA SCHNABEL, NIELS ARESTRUP, AMIRA CASAR Vincent Van Gogh, dopo un’esperienza parigina che non gli frutta la medesima fortuna che all’epoca (fine anni 1880) [...] Vai alla recensione »
Julian Shnabel, pittore a regista , racconta la breve vita di un genio, uno dei più amati ed apprezzati artisti di tutti i tempi ,Vincent Van Gogh, concentrandosi nella fase finale della sua esistenza, forse la più tormentata, ma anche la più produttiva. Dopo gli anni olandesi, la Francia, l'incontro con gli impressionisti e i post impressionisti, lo troviamo ad Arles, [...] Vai alla recensione »
L’ immersione nell’anima di Van Gogh si compie attraverso il contatto metafisico con la “sua”natura, con il movimento incessante, frenetico del corpo, che la telecamera a mano rende , a volte fastidiosamente ,altre meno, percettibile e vissuto dal telespettatore. I primi piani su ogni particolare , di natura, di oggetti, di volti, rendono la visione sezionata, intimista, più [...] Vai alla recensione »
Non mi è piaciuto il modo di raccontare Van Gogh, il film è incentrato più che altro sui disturbi psichici del protagonista.Le riprese spesso si focalizzano solo sul particolare, non dando la possibilità di apprezzare l'intera scena. Il movimento della camera è troppo esagitato e lo apprezzo solo nel momento in cui si focalizza sulla sua corsa nel campo di grano, perché dimostra cosa lui dipingeva [...] Vai alla recensione »
"Mamma, oggi voglio fare l'artista". Questo sembra aver detto Shnabel, regista di "At Eternity's Gate" (in italiano: "Van Gogh - Sulla Soglia dell'Eternità"). E in questo slancio creativo di dubbio gusto ha dimenticato l'oggetto primo della sua comunicazione: il pubblico. Perché, che si tratti di tensione emotiva, che si tratti di vera ispirazione [...] Vai alla recensione »
Pellicola del 2018 che offre una bella biografia del grande Vincent van Gogh, probabilmente ispirata dal ritrovamento avvenuto nel 2016 di un taccuino dell’artista contenente ben 65 sui schizzi inediti. L’opera è diretta dal bravissimo regista statunitense Julian Schnabel, che essendo anche un affermato pittore riesce a mettere a frutto le sue conoscenze tecniche in quel campo per [...] Vai alla recensione »
In concorso a Venezia, ci sta. Il premio a Defoe, per un eccellente interpretazione -non ho elementi sufficienti per dire la migliore della sua carriera-, anche. Tuttavia, concordo con i tanti che lo valutano un film di perizia calligrafica, ma niente altro. Monostante i ìtroppo-ripetuti primi piani, allucinati molto piu che allucinantim e che ritraggono nomi transalpini femminili probabilmente [...] Vai alla recensione »
Lentezza è la parola che più incorpora ciò che caratterizza la visione di questo film, "At Eternity's Gate" è un film estremamente lento che pretende dallo spettatore una dose di attenzione e pazienza niente affatto indifferente ma se visto con la consapevolezza di ciò riesce a regalare un'esperienza unica nel suo genere.
La realizzazione di una pellicola che cerca di raccontare la vita ed i pensieri di uno degli artisti più travagliati, complessi ed affascinanti della storia è un’opera ardua, ma Schnabel raccoglie numerose idee e le condensa in uno scritto quantomeno affascinante. La narrazione di per sé è semplice: coglie l’importanza cruciale dei dialoghi tra l’artist [...] Vai alla recensione »
La storia degli ultimi tormentati anni di vita di Vincent Van Gogh (impersonato da un straordinario Willem Dafoe, miglior protagonista maschile al Festival di Venezia) è piuttosto nota. Gli anni che vanno dal 1886 al 1890 costituiscono per il pittore una rinascita artistica, il fiorire di un nuovo linguaggio pittorico: l’influenza della corrente degli Impressionisti e le luci [...] Vai alla recensione »
Avendo avuto modo di conoscere e studiare la vita di Vincent Van Gogh ritengo che questo film la raffigura con maniacale chiarezza in particolare l'ultimo periodo tranne il finale dove nel film viene ferito a morte da due ragazzi mentre ancora storicamente è valida l'ipotesi del suicidio,viene evidenziata la sua sofferenza nel più profondo intimo,in un mondo che [...] Vai alla recensione »
Pellicola molto lenta ed intimista. La soggettiva vuol farci osservare l'evolversi della vita di Vincent Van Gogh dal suo proprio punto di vista. Una vita in povertà, problematica, che trova il suo unico sfogo nell'opera pittorica. In film di questo genere, l'attività per cui è celebre l'individuo che si intende biografare è solitamente posta in secondo piano [...] Vai alla recensione »
#Venezia75 - AT ETERNITY ' S GATE - Concorso - Cosa dire al cinema di Vincet Van Gogh dopo "Brama di vivere" ? Schnabel prende le lettere e i diari dell'artista e costruisce un bignamino in cui alla voce precauzioni per l'uso si legge: assumere con cautela. Il pittore come essere messianico e' svolto con la diligenza di uno studente quattordicenne. E la mimetica di Defoe, lungi dall'essere convincente, [...] Vai alla recensione »
"Quasi mi dispiace di aver ricominciato a dipingere; avrei dovuto rinunciarvi, perché non vedo come me la potrei cavare. Non è possibile dipingere senza colori, i colori costano cari". Non possono lasciare indifferenti queste parole scritte da Vincent van Gogh al fratello Théo, non possono lasciare indifferente chiunque conosca l'importanza del colore nell'arte [...] Vai alla recensione »
Il film biografico solitamente non usa la soggettiva: illustra una vicenda che pretende di essere più storica possibile, avvicina il biografato dall'esterno. Invece nel suo film il regista-pittore Julian Schnabel, pur raccontando alcune vicende degli ultimi anni di vita di Van Gogh, cerca di accostarsi al pittore olandese da dentro, partendo dal suo stesso punto di vista, usando quindi molto [...] Vai alla recensione »
Nonostante la bravura del protagonista il film si presenta lento, a tratti noioso. Il regista non ha saputo approfondire in nessun modo la personalità complessa del pittore, il film resta superficiale. Il regista non ha saputo sfruttare l occasione di trasformare un materiale così interessante in un vero capolavoro, manca completamente una sceneggiatura adatta ad approfondire la personalit&agr [...] Vai alla recensione »
ho visto un film meraviglioso! Una grane interpretazione di WILLEM DAFOE sia per la sua bravura che per la sua incredibile somiglianza fisica con il grande Van Gogh ! ho trovato molto intrigante che un regista ( Schnabel) pittore, porti in scena la vita di un altro attore, ho ammirato la fotografia , icolori, ho sofferto assieme al pittore per le incomprensioni che lo circondavano, [...] Vai alla recensione »
Un buon film intimo, drammatico, lento, ma coinvolgente che ci immerge nella progressiva caduta di Van Gogh. Uno straordinario Defoe si immedesima sia psicologicamente che fisicamente nel personaggio e diventa Van Gogh. Meno riuscita la figura di Gaugain che appare come un normale borghese in un mondo di folli.
Film interessante. Illustra e rappresenta gli aspetti più preoccupanti e sgradevoli del grande artista, ma anche la unicità della sua arte pittorica. Il film e la magistrale interpretazione di Dafoe possono essere apprezzati moltissimo da chi già conosce a fondo Van Gogh. Manca per il grande pubblico quello che potrebbe stimolare ad apprezzare e conoscere meglio la vita e l'opera [...] Vai alla recensione »
Quello che colpisce immediatamente lo spettatore è l'uso della cinepresa, che ci fa vedere la realtà con gli occhi dell'artista, come lui la vedeva. Le inquadrature a volte strabiche, un po' sfocate, movimentate quasi come se anche noi corressimo in quella campagna francese, ci proiettano dentro la vita dell'uomo artista, che è certamente un precursore dei tempi nella sua arte.
Torno appena adesso dal cinema , non sono un critico e posso solo esprimere quello che ho scritto nel titolo di questa breve recensione :guardando il mondo con Van Gogh , credo sia questa la cifra con cui apprezzare l'opera del regista .Non come molti hanno scritto nel senso della visione , del vedere , bensì guardando nel senso del guardare .
Trovo si possa definire solo STRAORDINARIO. Eccellente l'interpretazione di Dafoe in un ruolo decisamente impegnativo. Incantevole l'ambientazione incantevole, che mostra sottilmente ma con dovizia tutti gli aspetti conflittuali dell'artista. Splendida la fotografia e una regia perfetta per tradurre le tensioni, le inquietudini, le difficoltà dell'artista.
Bella questa riflessione sull'artista. Da tenere distinto dal pur valido "Loving Vincent", dal taglio documentaristico. Qui si percepisce il dramma umano, esistenziale, ma soprattutto l'assoluta necessità della pittura. Van Gogh dipinge per "spegnere il cervello" ed entrare in un mondo di immagini che lo guidano e lo trasformano per sempre nel genio che conosciamo. [...] Vai alla recensione »
Film assolutamente non capace di trasmettere emozioni. In un tentativo,miseramente fallito,di introspezione dell’animo del pittore, il regista si limita a riprodurre con i volti dei protagonisti le scene dei più famosi quadri avvolgendosi in una spirale che fa perdere ritmo al film che si snoda in un lento, lentissimo moto perpetuo sacrificando al dogma del politicamente corretto [...] Vai alla recensione »
Non mi ha emozionata . Il regista Schanabel, forse essendo anche lui un pittore, ha dato una visione molto molto personale degli ultimi 4 anni di vita di Vincent. Chi sta seduto in poltrona segue davvero male dal punto di vista visivo il film. Inquadrature mosse e sghembe , fuori fuoco, ostentati controluce . Gli occhi di Vincent vedono così la realtà ? [...] Vai alla recensione »
Regia pessima, forse il regista voleva far trasparire l'angoscia del pittore, il risultato per me è stato da voltastomaco, non si può girare tutto il film con la cinepresa in spalla, sembrava girato con un cellulare. Amo questo pittore e il film non gli ha reso giustizia.
Film poetico sulla vita di uno dei pittori più importanti su scala globale che ha fatto da ponte tra la sensibilità ottocentesca e novecentesca. Incompreso ed emarginato, percepiva cose che gli altri ancora non erano in grado di decifrare. Musiche delicate ed i colori caldi della Provenza accompagnano una più che buona prestazione di Willem Dafoe, che si cala nei panni del tormentato [...] Vai alla recensione »
Scusate, volevo dire che ho trovato molto intrigante che un regista pittore port in scena la vita di un altro PITTORE, non attore!!!! Grazie
4,5 personalmente i biografici mi piacciono, sono istruttivi, svelano cose che non conoscevo, non sapevo che fosse stato ferito a morte da due invidiosi, invece le inquadrature devono piacere, uno stile cosi, mah....... io le definisco da mal di mare oppure da una persona che abbia bevuto alcolici, peccato perchè i paesaggi e la ricostruzione sono bellissimi, credo sia un buon film, un [...] Vai alla recensione »
Van Gogh immaginato dall'interno di Van Gogh.
Ho visto ieri questo "film" e non ho potuto fare a meno di voler esprimere un mio commento.... In realtà non mi è possibile dare un giudizio sugli intenti narrativi del film perché lo stesso è "inguardabile" e per vedere e capire bisogna prima riuscire a guardare. Purtroppo però, per guardarlo sarebbe necessaria una massiccia dose di Xamamina, [...] Vai alla recensione »
Non mi ha emozionata . Il regista Schanabel, forse essendo anche lui un pittore ha dato una visione molto molto personale degli ultimi 4 anni della vita di Vincent. Chi sta seduto in poltrona segue davvero male dal punto di vista visivo il film. Inquadrature mosse e sghembe , fuori fuoco, ostentati controluce . Gli occhi di Vincent vedono così la realtà? La sua [...] Vai alla recensione »
Forse il regista attraverso le riprese fatte in continuo movimento(sembravano fatte con un cellulare) voleva far trasparire l'angoscia del pittore. A ma ha scaturito solo voltastomaco e giramenti di testa. Fortemente delusa dalla regia, poteva avere una fotografia meravigliosa. Si è sempre saputo poi che si è suicidato,il regi ista ha dato valore ad una tesi uscita fuori da poco, [...] Vai alla recensione »
Avete presente Val Waxman: il regista cieco interpretato da Woody Allen? Qualcuno deve averlo ingaggiato per dirigere questo lungometraggio senza anima. Si perché, riprese caotiche e continui close-up rischiano di provocare il voltastomaco agli spettatori. Fotografia mediocre, musiche ripetitive e monocorde fanno da cornice a una storia tutto sommato anche ben raccontata.
Solo nelle mani di un pittore, come il regista Schnabel, la cinepresa poteva trasformarsi in pennello. Ogni sequenza, ogni inquadratura di questo film è un quadro. Non un freddo fotogramma, ma, appunto, un quadro di luce e di calore. Non un quadro qualunque, ma un quadro di Van Gogh, perché la pastosità e lo spessore dei colori sono non solo custoditi, ma esaltati.
Bel film grazie alla straordinaria somiglianza di Dafoe a Van Gogh. Ottima la sua interpretazione che sorregge un film dalla storia un po' banale. Molto semplice e senza grandi sorprese. Scorre in maniera lenta, come un fiume delle pianure francesi. Lento e maestoso ma senza mai incresparsi. Paesaggi di grande bellezza, locations stupende. Il fiom è tutto qua.
Si poteva pensare che con Willem Dafoe circondato da Oscar Isaac, Rupert Friend, Mads Mikkelsen, Emmanuelle Seigner e tanti altri, il film di Schnabel su Vincent van Gogh potesse essere poco più che una sfilata di star. Ma non è così. Non è neanche una biografia. I fatti e i personaggi, più o meno noti, sono usati come una guida per entrare in profondità nel confronto del pittore con se stesso e con [...] Vai alla recensione »
Dopo Basquiat, Van Gogh. Rari sono i pittori che fanno cinema. Ancor meno quelli che con il cinema scandagliano opere e vite altrui. Fa eccezione Julian Schnabel, regista diseguale ma spesso notevole, che al pittore più visto sugli schermi dedica il suo secondo film su un artista. Non un banale "biopic" ma un corpo a corpo con le ossessioni di colui che Artaud definì «il suicidato della società».
A Venezia, il Van Gogh di Julian Schnabel è stato preso sotto gamba, ma se la giuria ha assegnato la coppa Volpi a Willem Dafoe (attualmente in gara ai Golden Globe) per la sua ispirata interpretazione, significa che il copione ha saputo dare giusto spessore al personaggio; e questa è una delle rare volte in cui il biopic di un'artista ne evidenzia con sensibilità la visione poetica.
Quanta energia, quanta intensità, quanta sofferenza nella creatività del Vincent van Gogh di Julian Schnabel, ennesima versione cinematografica di un artista col quale in passato si sono confrontati Minnelli, Altman, Pialat, Kurosawa. È più che probabile che l'arte di Van Gogh nascesse per davvero da una meditazione sulle forme nascoste del creato tanto febbrile quanto quella descritta dalla regia [...] Vai alla recensione »
Speravamo che Julian Schnabel, artista in proprio, evitasse i luoghi comuni sul mestieraccio. Invece gli piacciono proprio - dall'ispirazione ai tormenti, dalla vita grama e alla società che non apprezza l'arte: "Van Gogh" funziona come l'autoritratto del regista nei panni di Van Gogh. Con molte licenze poetiche: Julian Schnabel non ha avuto vita grama, vive servito e riverito dalla critica in un bel [...] Vai alla recensione »
Le ossessioni, il genio, la fragilità di Vincent Van Gogh visti attraverso gli occhi del pittore e regista Julian Schnabel: "Sulla soglia dell'eternità" è un viaggio imperdibile negli ultimi anni che il pittore olandese, trascorsi nella campagna di Arles e poi a Auvers-sur-Oise, vicino Parigi, dove morì nel 1890. Van Gogh, scolpito nel volto asciutto di Willem Dafoe, arrivò ad Arles nel 1888 perché, [...] Vai alla recensione »
Osservare un paesaggio lo fa pensare all'eternità e ogni volta osserva qualcosa che non aveva notato in precedenza. È questo il Vincent van Gogh raccontato nei suoi ultimi anni in «Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità» di Julian Schnabel. Una pellicola presentata in concorso alla Mostra di Venezia, dove ha ottenuto la Coppa Volpi per il miglior attore protagonista Willem Dafoe.
Il rapporto non facile con Gauguin (Oscar Isaac), la custodia affettuosa del fratello Theo (Rupert Friend), sopra tutto lui: Vincent Van Gogh, un assai somigliante Willem Dafoe. 22 anni dopo Basquiat - e otto dall'ultima regia, Miral - l'artista Julian Schnabel porta sul grande schermo un altro celeberrimo collega, forse il più celebre: l'inquieto pittore olandese è inquadrato nell'ultimo periodo [...] Vai alla recensione »
Le mystère Van Gogh. Come può il mezzo di riproduzione (cine)fotografica raccontare la pittura, o addirittura la visione e la percezione di un'artista? Se lo chiedeva già 60 anni fa Henri-Georges Clouzot in Il mistero Picasso. Allora il cineasta francese optava per una scelta documentaristica che filmava lo stesso Picasso nell'atto di trasformare una tela bianca in una sua opera.
Sulle problematiche relative ai rapporti fra pittura e cinema sono stati scritti numerosi saggi e volumi. Il cinema, ovviamente, si è posto questo problema innumerevoli volte (ed è inutile stare a elencare titoli e opere tanto è vasto l' elenco...). Julian Schnabel, pittore e regista, nell'affrontare Van Gogh, uno degli artisti più documentati e raccontati, adotta una soluzione a dir poco sconcertante [...] Vai alla recensione »
Van Gogh e i suoi ultimi tormentati anni di vita, fino al fatidico colpo di pistola che gli fu fatale. Quello di Schnabel, però, è un film che va al di là detta semplice biografia, prefiggendosi di ritrarre, se mai possibile, lo stato animo dell'artista nel momento della creazione dei suoi quadri. E' riuscito, il regista, ad entrare nella testa del pittore? Solo superficialmente, con il paradosso che, [...] Vai alla recensione »
Due artisti fanno un'opera d'arte? Che Vincent Van Gogh e Julian Schnabel siano artisti è assodato, meno che il film che li unisce sia un'opera d'arte. Tra i due (non) belligeranti, in realtà, più che Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità (At Eternity' s Gate in originale) la spunta l'attore protagonista, Willem Dafoe: già Coppa Volpi a Venezia, candidato ai Golden Globes - unica nomination del film [...] Vai alla recensione »