Il sol dell'avvenire |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Nanni Moretti, Margherita Buy, Silvio Orlando, Barbora Bobulova.
continua»
Drammatico,
durata 95 min.
- Italia 2023.
- 01 Distribution
uscita giovedì 20 aprile 2023.
MYMONETRO
Il sol dell'avvenire
valutazione media:
3,78
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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MORETTI E IL REGISTA GIOVANNI. CONSIGLIATISSIMO!!di cinziaFeedback: 1137 | altri commenti e recensioni di cinzia |
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giovedì 18 maggio 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Giovanni (interpretato dallo stesso Moretti) è un regista che gira pochi film (come Moretti)
sezione (Silvio Orlando).
Il sorprendente, ma la storia si sa si ripete, è che l’invasione di un paese da parte di una
potenza aggressiva ora è il nostro presente: Moretti, pur girando pochi film, riesce ad anticipare il futuro, come e di più di tanti “instant movie”. Scrivo tutto ciò con cognizione di causa in quanto da un’intervista ho appreso che Moretti ha ideato il film prima che la Russia invadesse l’Ucraina, tanto per essere chiari e mettere i puntini sulle i. Ma i fatti ungheresi sono solo un pretesto, il film infatti è incentrato sui rapporti umani, tra il regista e la moglie, tra loro come genitori e la figlia, tra il regista e tutta la girandola di umanità che attiene alla realizzazione di un film (attori, staff, produttori, distributori - fantastica la scenetta tra il regista Giovanni e i funzionari di Netflix). La mescolanza di fatti privati e pubblici (rimarcata dalle due battute opposte di Ennio/Silvio Orlando che “per chi è nel partito, non esiste il privato” detta nel film dentro al film e quella del regista Giovanni nel film “ma che fa? Traduce anche questo? No no no sono frasi private, sto parlando con mia moglie” diretta all’interprete della delegazione di produttori coreani) è allietata dalle canzoni e dai balletti che vedono protagonista lo stesso Moretti, assieme con la sua troupe e rafforzano il senso del surreale dato dal metacinema (il film nel film con il gioco di specchi e di rimandi tra passato e presente, tra finzione e racconto similrealista) e dalla descrizione di fatti passati (non solo i fatti ungheresi) come si sarebbe voluto che si fossero svolti. Ma d’altronde non è sempre così il racconto? sia esso sotto forma di libro o di film e se non bastasse lo dice anche il regista Giovanni “Stalin era un dittatore e io nei miei manifesti dentro al mio film non ce lo voglio” e alle parole segue lo straapp dell’azione con la lacerazione del faccione di Stalin dal poster e noi continuiamo a leggere libri e andare al cinema anche per questo. CONSIGLIATISSIMO! Magistrale anche la scena in cui il regista Giovanni (che qui si identifica con Moretti) mostra e dimostra l’effetto devastante sugli spettatori di un certo tipo di violenza nei film. Basta. Andate a vedervelo, accippicchia! (e dopo averlo visto ho pensato a Otto e Mezzo di Fellini anche se non l’ho mai visto, salvo qualche scena passata in Tv o nel web)
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