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Luxembourg, Luxembourg |
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Un film di Antonio Lukich.
Con Amil Nasirov, Ramil Nasirov, Lyudmyla Sachenko, Anna Alsheva
Drammatico,
durata 105 min.
- Ucraina 2022.
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un bellissimo spaccato dell''Ucraina pre-guerra
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| mercoledì 28 settembre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Il secondo film della mia prima giornata veneziana (mostra del cinema di Venezia anno 2022) è ancora un film di un autore ucraino, ma, a differenza del precedente, è ambientato in una Ucraina pre-guerra offrendoci un bellissimo spaccato di un Paese ancora molto legato (da tradizioni, legami familiari, mentalità) all’ex Unione Sovietica ma che punta lo sguardo decisamente verso l’Europa nel modo di gestire la propria vita, il futuro, l’economia familiare. E tale dicotomia si specchia subito nei due protagonisti, fratelli, cresciuti da una madre devota cattolica ortodossa e da un padre di origini serbe, spaccone, mafioso, amante delle armi, delle macchine di lusso, delle belle donne. Uno dei fratelli si è fatto una famiglia, ha una moglie e un figlio piccolo, frequenta i suoceri alla domenica e fa il poliziotto, in maniera devota e maniacale, allenandosi e studiando il più possibile per fare carriera. L’altro vive ancora con la madre, è un piccolo delinquente, spacciatore, gradasso e amante della macchine potenti (ma ci ha messo l’impianto a gas per risparmiare), però si mantiene facendo l’autista di corriera e riesce a tenersi il posto a fatica perché è un indisciplinato, poco ligio al dovere e veramente antipatico con i poveri utenti della linea di bus che hanno la sfortuna di capitare nel suo mezzo. Ambedue i fratelli però si assomigliano fisicamente (piccoli, mingherlini, scuri di pelle e capelli) e sono entrambi dei teneri sempliciotti un po’ naif. Il tratto del film è decisamente tragicomico e vi posso assicurare che si ride di gusto alle battute mai scurrili e alle situazioni ridicole al limite del surreale. La storia in due parole è un viaggio della speranza dei due protagonisti dall’Ucraina al Lussemburgo per andare a trovare il padre (che li ha abbandonati decenni prima e di cui non hanno più avuto notizie) in un ospedale dove sta morendo. Sicuramente la figura del padre assente, ma molto ingombrante e presente nella loro infanzia, e la ferita del suo abbandono ha condizionato le loro vite e ha plasmato pesantemente il loro destino, anche se in maniera opposta e le loro diversità si scontreranno ed esploderanno durante il viaggio e il breve soggiorno in quello che è considerato il cuore (fisico) e il centro finanziario-economico (semi-occulto) dell’Europa, il Lussemburgo: molti miti verranno sfatati e molti sogni svaniranno. Ve lo consiglio per la freschezza del racconto, per la bravura di tutti gli interpreti (anche quelli minori) per la leggerezza della regia (di un autore giovane e brillante) per la sfumatura ironica e surreale e per conoscere un pochino l’Ucraina che prima della guerra era un paese “normale” come il nostro, con i piccoli grandi problemi della vita quotidiana e la fatica dello sbarcare il lunario.
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