Una spiegazione per tutto

Un film di Gábor Reisz. Con Adonyi-Walsh Gáspár, István Znamenák, András Rusznák, Rebeka Hatházi.
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Titolo originale Magyarázat mindenre. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 128 min. - Ungheria, Slovacchia 2023. - I Wonder Pictures uscita mercoledě 1 maggio 2024. MYMONETRO Una spiegazione per tutto * * * 1/2 - valutazione media: 3,79 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

un film europeo, ricercato e coinvolgente Valutazione 4 stelle su cinque

di cinzia


Feedback: 1137 | altri commenti e recensioni di cinzia
venerdě 6 ottobre 2023

Magyarázat mindenre ovvero Explanation for everything ovvero Una spiegazione per tutto- Regia di Gábor Reisz – produzione ungherese e slovacca. Ha vinto il premio come Best Film (Miglior Film) nella Sezione Orizzonti.

Sono entrata in sala Darsena un pochino preoccupata...un film ungherese (una delle lingue europee più ostiche) con sottotitoli, della durata di due ore e mezza….temevo il peggio...oppure solo di addormentarmi nelle comode poltroncine della Darsena, tra le più comode e accoglienti del Lido.

Invece previsioni del tutto ribaltate: il film è bellissimo, scorre veloce, soprattutto nella seconda parte, e trascina con sé lo spettatore dall’inizio alla fine. Per prolungare il piacere che mi aveva dato la visione del film, sono rimasta in sala anche durante le Q & A cioè quando coloro che hanno portato il film al Lido (di solito il regista, il produttore e qualche attore, ma può esserci anche il costumista o lo scenografo o l’autore della colonna sonora) si dirigono più o meno mestamente sul palco e si espongono volontariamente al fuoco di fila delle domande e delle considerazioni del pubblico (ovviamente senza nessun tipo di preavviso o preparazione o domande pilotate). E’ presente anche un’interprete se chi è sul palco non parla l’italiano o l’inglese.

Ma parliamo del film: una classe sta affrontando l’esame di maturità che pure in Ungheria viene vissuto con ansia e viene visto come un rito di passaggio all’età adulta e il cui esito potrebbe anche condizionare nel bene e nel male il percorso scolastico se non addirittura la vita futura. O almeno così la pensano i genitori (soprattutto il padre) di Abel, il protagonista, e circondano il ragazzo di ogni cura e attenzione, seguendolo passo a passo in questa prova che ha funestato con incubi, ammettiamolo, anche le nostre notti per mesi e anni dopo l’esame. Abel, invece, ha la sfortuna di scoprirsi innamorato della sua migliore amica proprio nel momento clou della sua carriera scolastica e non riesce a concentrarsi nello studio. La ragazza amata ha invece preso una cotta terribile per il professore di storia che, a sua volta, deve gestire una situazione pesante sia a scuola, in quanto non è ben visto dalla “nomeklatura” scolastica per le sue idee antigovernative e per il suo atteggiamento intransigente, sia in famiglia, dove la moglie gli rimprovera di lasciare a lei tutto il peso di cura di due figli piccoli e dell’organizzazione familiare.

Il regista è fenomenale nel portare avanti tutti questi “innesti” , tenendo inchiodato lo spettatore sulla poltrona, fino alla deflagrazione che trasformerà un banale esame di maturità in un conflitto a livello nazionale dal sapore storico-politico-filosofico-generazionale e che soffierà sulle braci mai spente del nazionalismo e del patriottismo, dove quasi tutti perderanno il senso della realtà e della prospettiva e si lasceranno trascinare da incomprensioni più o meno cercate, malintesi più o meno voluti che genereranno o meglio degenereranno in conseguenze dal sapore Kafkiano e che travalicheranno le loro stesse intenzioni.

Spiazzante è la prima parte, quando si preparano gli eventi e si addensano i piccoli, grandi nodi che poi verranno al pettine, quando il regista si sofferma sulla medesima situazione e la mostra secondo i diversi punti di vista dei vari personaggi e questo porta lo spettatore a cambiare continuamente la propria opinione sui fatti raccontati. Nella seconda parte il regista cambia ritmo, che diventa incalzante fino ad una conclusione meravigliosa che ha il sapore dei film di Truffaut, e per assicurarmi che non fosse solo una mia sensazione, glielo ho pure chiesto, al regista, che me lo ha confermato con toni entusiasti dicendomi che quel regista francese è fonte di grande ispirazione. Non vi dirò, ovviamente, quale immagine di quale film di Truffaut mi si è accesa in testa improvvisamente come un fuoco d’artificio. Trovatelo e godetevelo: non è ancora uscito in Italia, ma è stato acquistato da I Wonder Pictures, quindi sarà sicuramente in distribuzione prossimamente.


 

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