Gli orsi non esistono |
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Un film di Jafar Panahi.
Con Jafar Panahi, Naser Hashemi, Vahid Mobasheri, Bakhtiyar Panjeei.
continua»
Titolo originale Khers Nist.
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 106 min.
- Iran 2022.
- Academy Two
uscita giovedì 6 ottobre 2022.
MYMONETRO
Gli orsi non esistono
valutazione media:
4,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Intrecci tra realtà e finzionedi cinziaFeedback: 1137 | altri commenti e recensioni di cinzia |
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mercoledì 12 ottobre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Gli orsi non esistono (Khers nist) è un film del 2022 scritto e diretto da Jafar Panahi. presentato anche alla Mostra del Cinema di Venezia dove ha ricevuto il Premio speciale della GiuriaCome sempre guardare i film iraniani unisce alla gioia di vedere ottimi film alla possibilità di entrare in un Paese non occidentale, quasi sconosciuto, con una società diversa dalla nostra e un modo di vivere estraneo ai nostri canoni e solo questo sarebbe un motivo per andare al cinema a vedere i film di culture differenti dalle nostre. Detto questo, l’ultimo film di Panahi ci dà un’idea di come il regista abbia potuto girare i suoi ultimi 3 o 4 film nonostante il regime gli abbia proibito sia di fare film che di andare all’estero. (Tra l’altro Panahi è in carcere da qualche settimana prima della Mostra di Venezia). Ma naturalmente non vi racconto l’escamotage che ha trovato, perché è parte integrante del racconto, anzi ne è proprio l’ossatura. Il regista è lui stesso attore del suo film, interpretando se stesso, e narra contemporaneamente la sua vita, come ospite, in un minuscolo villaggio lontanissimo per distanza fisica e culturale della capitale Teheran e la storia del suo nuovo film dove una coppia di trenta/quarantenni, che si amano da anni e che ha superato enormi difficoltà (tra cui carcere e tortura e problemi di salute) vuole fuggire dalla Turchia, dove risiedono. Le cose si complicano quando la sua vita nel villaggio si trasforma quasi in un racconto farsesco (storia di amanti e tradimenti e onore familiare) a causa di un atto (che forse non è neppure un qualcosa di accaduto, ma solo un atto mancato) di Panahi e nello stesso tempo la vita degli attori del film che sta girando esce dalla finzione e diventa (tragica) realtà. Rispetto ai suoi film precedenti, “Gli orsi non esistono” sempre bellissimo per immagini, intrecci, inventiva, recitazione, immersione nella cultura locale, manca della vibrazione positiva che traspariva sempre in controluce. E’ come se Panahi, suo malgrado, sentisse che tutti i suoi sforzi, il suo impegno sociale, la sua volontà di cambiare il suo Paese, non sono stati sufficienti o forse sono stati spesi invano: un arrivare al traguardo per poi sedersi sconsolati e stanchi, a testa bassa, a pochi metri dalla linea di fine corsa perché ci si rende conto che tanto nulla cambierà, nemmeno se arriviamo alla meta prefissata. Visto tutto quello che sta succedendo ora in Iran, mi sento di dire che le sue battaglie e quelle di tanti, tantissimi altri iraniani, non sono state combattute invano...ma questa è un’altra storia. Chi sono gli orsi e dove stanno? Non è importante e il tema nel film viene toccato di sfuggita una volta. A me, Panahi è sembrato un orso: assolutamente se stesso, grosso, impacciato, ingombrante, all’interno della casetta spoglia ma con qualche luminoso tocco di azzurro Grecia, dove è ospite, mentre guarda passare dalla piccola finestra dai vetri appannati e polverosi la gente del posto con i loro malintesi, le loro tradizioni, i litigi e le fughe.
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