Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 115 minuti |
Regia di | Pietro Castellitto |
Attori | Pietro Castellitto, Benedetta Porcaroli, Giorgio Quarzo Guarascio, Chiara Noschese Sergio Castellitto, Adamo Dionisi, Matteo Branciamore, Giorgio Montanini, Cesare Castellitto, Clara Galante, Paolo Giovannucci, Shi Yang. |
Uscita | giovedì 11 gennaio 2024 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,71 su 36 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 gennaio 2024
Enea rincorre il mito che porta nel nome, lo fa per sentirsi vivo in un'epoca morta e decadente. Il film ha ottenuto 7 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Enea ha incassato 1,2 milioni di euro .
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giovedì 26 settembre 2024 ore 0,30 su SKYCINEMADRAMA
CONSIGLIATO SÌ
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Enea e l'amico Valentino sono molto uniti. Spacciano droga, non mancano alle feste più cariche di energia e per di più il secondo ha preso da poco il brevetto di pilota su aerei da turismo. La famiglia di Enea si compone di un padre psicoanalista malinconico, di una madre che non ha smesso di amare il marito e di un fratello che a scuola ha più problemi che soddisfazioni. Gli resta l'amore a sostenerlo anche quando finisce in una vicenda difficile da gestire.
Pietro Castellitto descrive un milieu sociale che mostra di conoscere bene sul quale applica una molteplicità di strategie narrative.
Nella sua saggezza atavica Massimo Troisi, dopo il successo di Ricomincio da tre, affermava di non voler girare il secondo film ma piuttosto di avere intenzione di passare direttamente al terzo. Perché l'opera seconda ha insite, da parte del pubblico e della critica, aspettative su esiti che è difficile conservare all'altezza della precedente.
Pietro Castellitto con il suo film d'esordio I predatori ha ottenuto il David di Donatello quale miglior regista esordiente quindi si trova in una condizione analoga a quella presa in considerazione da Troisi. Gli va dato atto che la coerenza è una dote che non gli fa difetto così come la spericolatezza nella stesura di una sceneggiatura che sostiene con la professionalità propria di un regista che, lo si vede, si è nutrito di cinema sin dall'infanzia.
Si avverte anche il bisogno morale di descrivere quello che definisce "il mistero della giovinezza" andando ad analizzare non il mondo delle borgate o dei socialmente deprivati (che già tanto cinema ambientato a Roma ci ha proposto) ma quello di chi sta bene e può permettersi discettazioni che suonano più recitate che dette nella sequenza di apertura.
Non si tratta ovviamente di problemi di recitazione da parte degli attori ma della prima delle tante variazioni di stile che Castellitto si consente rischiando il barocchismo estetico che un Sorrentino sa da tempo come gestire e che qui avrebbe bisogno di qualche sottigliezza in più. Il plot che sottende la struttura narrativa potrebbe rimandare al genere gangsteristico ma è quello che invece qui si vuole assolutamente evitare.
Perché Pietro vuole volare alto come il suo Valentino sorvolando gli abissi esistenziali muovendosi sulla corda tesa di un realismo che sembra non poter sussistere nel suo cinema senza sposarsi con il surreale o il grottesco. Si veda la scena della palma oppure l'uso decisamente stravagante dei salmoni, solo per fare due esempi fra i tanti possibili. L'iperbole è la materia prima di cui fa un uso apparentemente privo di limiti.
Quello che gli consente di eccedere, senza subire troppi danni, è la presenza di papà Sergio non, come si potrebbe pensare, come nume tutelare della realizzazione del film ma in tutt'altra funzione. Ogni volta che il suo personaggio, calmo e pacato ma con dentro una tensione profonda, compare sullo schermo tutto diventa accettabile. Così anche la scena più estrema consente allo spettatore la sospensione dell'incredulità. Per il cinema, nonostante tutto, è ancora indispensabile.
ENEA disponibile in DVD o BluRay |
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Pietro Castellitto arriva alla sua seconda regia narrando una vicenda che rispetto a i Predatori (id.; 2020) perde tutta l’ironia che le faceva da substrato. In quel caso si vedevano opposte due famiglie e un intreccio che probabilmente aveva nell’eccesso di dettagli, personaggi e situazioni surreali, l’anello debole di un film che comunque scorreva veloce verso un finale a sorpresa. [...] Vai alla recensione »
Suburra insegna ma il cinema è stanco della vita romana e del verbo romanesco.Film scontato con finale pittoresco.
Un certo tipo di borghesia è descritto dal film e si rispecchia nel protagonista, che ne fa parte pienamente. I personaggi sono vacui, amorali, chiusi nel proprio club. Il.nome del protagonista dovrebbe rimandare al pius Aeneas; riferimento assolutamente fuori luogo. Il finale è uno dei più imbarazzanti che mi sia capitato di vedere. Alcuni bravi attori sono stati coinvolti; tra loro, Sergio Castellitto, [...] Vai alla recensione »
Alta borghesia romana, soldi, feste, coca, depressioni, amicizie, noia. Il Film tiene un buon ritmo nel mischiare questi ingredienti ma non decolla. Non mi sembrano centrate neppure le canzoni che accompagnano le scene. Rispetto all'ambiguità de I predatori un piccolo passo indietro.
Enea, figlio di uno psichiatra e di una conduttrice televisiva, passa la sua ricca vita borghese tra svaghi, feste in discoteca e spaccio di droga assieme al suo amico Valentino da poco diventato pilota. La svolta arriva quando i due si ritroveranno invischiati in un giro di spaccio più rischioso del solito e la sua famiglia dovrà fare i conti col futuro dei figli e il proprio.
Volete tentare un suicidio mentale? Andate a vedere il film Enea e sedetevi al fondo della fila per uscire quasi subito senza disturbare ! Terribile!
Mi sono annoiata da morire. Enea è un film pieno di compiacimenti, presuntuoso, vuoto e banale, che non decolla mai e ha un finale a dir poco imbarazzante. Vuole essere un film d'autore ma ahimè, risulta solo una patacca d'autore. Il protagonista è detestabile e non ti ci affezioni mai, i personaggi che gli gravitano attorno sono vuoti e poco interessanti.
Credo che l’autore, regista e interprete riesca nel raro caso di essere inadeguato in tutti e 3 i ruoli sopra citati.
Film con tutti i difetti che ho letto nelle altre recensioni ma per me il punto è un altro. Quasi tutto il cinema autoriale italiano è scritto a tavolino per accedere ai contributi pubblici e/o per mettere insieme un milioncino nelle sale del triangolo Prati-Parioli-Salario. Enea no, o almeno non dà quest'impressione, sembra mosso da un'urgenza reale e dolorosa ed in [...] Vai alla recensione »
Ero rimasta incuriosita dal trailer, ma non sono riuscita a vederlo al cinema e, casualmente, ho visto che era presente in una piattaforma streaming e me ne sono innamorata! Sinceramente, leggendo le recensioni, mi aspettavo il peggio, ma mi ha piacevolmente sorpresa. Le quasi due ore sono passate velocemente e ho trovato il film deliziosamente stravagante.
Questo film è un capolavoro e non mi sorprendono tutte le recensioni contrarie: dal modo in cui è girato a tutti i rimandi più o meno sottili, dalle inquadrature alla sceneggiatura, non è cibo per chi mastica la retorica vuota e piatta della cinematografia contemporanea. Un regista che chiaramente ama il cinema e lo sa fare.
Stile Sorrentino ,dialoghi mediocri,musica peggio mi sento. Troppi argomenti nella narrazione. Il tutto al servizio del Partito democratico. Lo si riconosce da un miglio di distanza. Quello che vuole fare il sofisticato ma poi...gnente.
Sorrentino è Sorrentino. "Enea" è un surrogato riuscito particolarmente male. E' un gioco a fare "l'intellettuale", rappresentare cose banali in modo cerebrale e incomprensibile. Se si ha poco da dire di originale, o di almeno detto bene, lo si complica spacciandolo per "arte". E chi vuol dare l'idea di avere capito la reputa arte.
Oh, senti questa, m'è venuta in mente mentre stavo al cesso: "Hai una testa brillante", e l'altro je fa: "Eh eh, anche tu...", Be', Pietro, che ce sta de strano? Aspetto, ao', senti qua che me so' inventato: "Nel senso che c'hai una cosetta brillante tra i capelli...". Che? nun te fa ride'? Ecco, forse il backstage della genesi della [...] Vai alla recensione »
Raramente visto un film più brutto. Inquadrature pessime, è stato pesante e noioso. Scene troppo lunghe… Sceneggiatura che non scorre, sembra « cucito ». Ma voleva davvero rappresentare l’alta Borghesia? Famiglie arricchite che non hanno nulla da dirsi, in crisi con loro stessi, giovani che non sanno parlare. La trama prometteva ma la rappresentazione di ciò che poteva essere è stata una vera delusione. [...] Vai alla recensione »
... sceneggiatura favolosa, regia filmica e regia teatrale, superiori, fotografia imparegggiabile ovvero, capiti (e metabolizzati) i molti "errori" commessi ne I PREDATORI (ma tutti commessi in buona fede vuoi per ingenuità, vuoi per entusiamo), Pietro ha tirato fuori, dalle sue enormi capacità, solo il meglio ... FILM UNICO (nello smorto panorama del cinema italiano) [...] Vai alla recensione »
Ecco un film indiscutibilmente divisivo. Il che, in sé, sarebbe pure una bella qualità, a patto di creare fazioni che si confrontino su questioni concrete. Cosa che non si può certo dire per le reazioni che ha suscitato Enea sin dal suo passaggio a Venezia. La presunzione che gli si imputa con chiara ragione sarebbe anche un pregio (di certo non un privilegio da rivendicare), purché applicata a una [...] Vai alla recensione »
All'opera seconda Castellitto conferma la solidità del suo esordio: un'allergia all'intreccio tradizionale, una spiccata propensione - all'opposto - per la frammentazione di un racconto che, soffermandosi su una pluralità di personaggi-figure, lascia intravedere la sua architettura senza mai esibirla, quasi negandola. La scrittura del film è ardita perché costruisce una narrazione mai leggibile in [...] Vai alla recensione »
Pietro Castellitto torna a Venezia dalla porta principale e ci piazza un film che lo trasforma definitivamente da figlio di papà e mamma ad un autore a tutto tondo, che potrebbe raccogliere il testimone di Paolo Sorrentino. Perché "Enea" è una sua personale visione di Roma e "La Grande Bellezza" che la rappresenta, una Roma decadente e borghese vista attraverso gli occhi della generazione dei trentenni [...] Vai alla recensione »
Curriculum (notevolissimo, finalmente un giovane regista pieno di idee, brillanti e malinconiche). Tre anni fa, il primo film bello e sfortunato vinse a Venezia il premio per la sceneggiatura nel concorso Orizzonti: "I Predatori" (da ricuperare, ammazzato in sala dalla pandemia). Un romanzo originale e vivace, intitolato Gli iperborei (con coraggio e sfacciataggine, c'entra Nietzsche).
I film importanti sono quasi sempre divisivi, si pongono al centro delle serate e inevitabilmente creano due fazioni: i denigratori ostinati e gli accesi entusiasti. Si discute, si ragiona, si litiga ed è bello che sia così, che esistano ancora opere capaci di scaldare le emozioni. " La grande bellezza" è stato il caso tipico, tanti incontri con gli amici che diventavano dibattiti infiniti tra capolavoristi [...] Vai alla recensione »
Pietro Castellitto è un regista vero. Ha personalità, anche quando pesca nel cinema altrui (vedi alla voce Sorrentino). È un regista giovane per davvero, non solo per anagrafe: rischia di brutto, e a volte il film spicca il volo e a volte si schianta e va bene così. E un bravo attore, col nasone che fa presenza scenica. Interpreta Enea, 30enne di Roma nord.
È temerario e cinico, disinvolto quanto dissoluto. Il giovane Enea condivide con l'amico Valentino, più sensibile ma altrettanto disincantato, l'alta estrazione sociale nonché il vizio di ottenere soldi facili grazie allo spaccio di droga. Ciò porta ad intrecci pericolosi con la criminalità; nonostante tutto, Enea pensa di sposarsi con Eva, mentre Valentino, ottenuto il brevetto di pilota, sorvola [...] Vai alla recensione »
Una cosa va detta: a Pietro Castellitto la personalità non manca. E nemmeno il coraggio. Insomma, ha una voce «sua»: ma che non sempre si ha necessità o voglia di ascoltare. All'opera seconda (dopo il discusso «I predatori»), il giovane regista romano (classe '91), continua a piacersi molto (e, forse, troppo): e pecca non poco di presunzione con il nichilista «Enea», grottesco e visionario spaccato [...] Vai alla recensione »
Il cinema d'autore italiano ha disertato le Feste: La chimera di Alice Rohrwacher è approdato sul grande schermo lo scorso 23 novembre, poi più nulla sul fronte d'essai, concesso per intero agli stranieri Aki Kaurismaki (Fo glie al vento), Wim Wenders (Perfect Days) e Hayao Miyazaki (Il ragazzo e l'airone). Alla faccia del sovranismo, ehm, culturale.
Gruppo di famiglia in un inferno. L'inferno è quello -dorato - di Roma Nord, circoli sportivi, bella vita, feste continue, sushi bar. La fami glia è quella che sta in collo al protagonista Enea, cioè Pietro Castellitto, autore "totale" di un film imperfetto ma pieno di idee, faccia tosta, energia, a tratti debole o inconcludente ma spesso divertente se non folgorante.
Alla maniera del gangster movie ma "senza la parte gangster" (per usare le parole dell'autore) il film "Enea" di Pietro Castellitto, alla sua opera seconda: storia di genere senza il genere dove la componente criminale viaggia silenziosa su un binario nascosto, e sopraggiunge improvvisa fra i rapporti quotidiani, sconvolgendo i protagonisti ignari. L'idea dell'autore era quella di creare una narrazione [...] Vai alla recensione »
In Enea prima che qualcuno chieda al giovane protagonista, bello e splendidamente Film vestito, cosa faccia per campare passano circa venti minuti, durante i quali è probabile che anche il pubblico si sia fatto la stessa domanda. In realtà ci viene detto quasi subito che Enea, rampollo di una ricca famiglia romana, gestisce un lussuoso ristorante di sushi.
Film ispido, tracotante, egolatrico però anche talentuoso, penetrante e corrosivo, "Enea" conferma le qualità fuori standard dello sceneggiatore, regista e protagonista Pietro Castellitto ma nello stesso tempo le mette in una sorta di stand by della carriera. Alla sua seconda prova dopo "I predatori", infatti, il figlio non riconciliato del grande Sergio sembra ancora a metà del guado perché s'ispira [...] Vai alla recensione »
Giunto al suo secondo film Pietro Castellitto porta all'estremo quanto di buono e di meno buono aveva fatto intendere nell'esordio de "I predatori". Così, a fronte di una certa sicurezza narrativa, il giovane regista infarcisce la storia dell'amicizia tra i due ragazzi di barocchismi e di voli pindarici eccessivamente spericolati anche dal punto di vista estetico che rendono "Enea" pretenzioso e, alla [...] Vai alla recensione »
Enea vuole sentirsi vivo in un'epoca decadente e con Valentino, un aviatore, condivide spaccio, feste e giovinezza in un mondo di vetro, tra un padre malinconico, un fratello che litiga a scuola, una madre sconfitta e una ragazza bellissima che potrebbe essere l'amore. Dopo l'opera prima I predatori, premiato a Venezia. il 31enne Pietro Castellitto torna dietro la macchina da presa per tracciare con [...] Vai alla recensione »
Pietro Castellitto ha una sua prepotente genialità. Lo aveva già dimostrato con il film d'esordio I predatori, un meteorite che si è abbattuto sul nostro cinema imprevisto. Ora torna con l'opera seconda, in cui prosegue spudoratamente per la sua strada, con un'altra proposta che dovrebbe essere spiazzante e imprevedibile, solo che questa volta il meteorite è stato avvistato per tempo e l'effetto non [...] Vai alla recensione »
Si dice che quell'Enea di Virgilio fondò Roma. Questo Enea, scritto e impersonato da Pietro Castellitto, invece fonde, nel senso di sciogliere o disintegrare, la sua famiglia ricca di Roma Nord. Pensa di essere "bellissimo", ha il capello biondo dorato mesciato, non pippa cocaina se si innamora, sigaretta elettronica da succhiare voluttuosamente, auricolari fighetti saldati nelle orecchie per isolarsi [...] Vai alla recensione »
All'opera seconda Pietro Castellitto fa il passo pili lungo della gamba, così autoindulgente e poco controllato da ricordarci il Nuti di "Occhiopinocchio". Come il suo Enea, anche il giovane regista sembra spinto da energia e vitalità senza sapere dove andare a parare, tra una vivacità di idee che fa intravedere guizzi di talento e tanti scivoloni clamorosi frutto di un'andatura a briglia sciolta, [...] Vai alla recensione »
Dopo la presentazione alla Mostra di Venezia, dall'11 gennaio il pubblico potrà vedere l'opera seconda di Pietro Castellitto, portata in sala da Vision Distribution e completamento ideale di una sorta di trilogia iniziata con il film d'esordio - I predatori, David di Donatello 2021 - e continuata con il romanzo "Gli iperborei" (edito da Bompiani e vincitore del premio Viareggio per l'Opera prima). Vai alla recensione »
Colpisce in positivo Enea, questo secondo lungometraggio diretto da Pietro Castellitto, presentato in concorso alla 80° Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Dopo aver esordito con I predatori, un'ottima opera prima che ebbe recensioni positive da parte della critica cinematografica alla sua uscita, Castellitto (classe 1991), romano doc e figlio del grande Sergio, ritorna al cinema con un'opera [...] Vai alla recensione »
Per provare a capire di cosa è fatto Enea, opera seconda di Pietro Castellitto, è utile conoscere i due album di Tutti Fenomeni, ovvero Giorgio Quarzo Guarascio, esordiente come attore co-protagonista a fianco del regista. Se il film è figlio di Sorrentino (e degli esordi ferreriani del padre Sergio, probabilmente), i brani discendono dai Cani di Niccolò Contessa.
Si esce un po' perplessi - o almeno questa è stata la mia immediata reazione - dopo avere visto l'opera seconda di Pietro Castellitto, il suo Enea che a leggere dalle note della presentazione del film "rincorre il mito che porta nel nome: lo fa per sentirsi vivo in un'epoca morta e decadente". Perplessi dicevamo oppure con molti sentimenti contrastanti, riguardo a questo quarta opera italiana in Concorso [...] Vai alla recensione »
Enea, eccentrico della Roma bene, e Valentino, l'amico crooner e pilota di aerei Piper, ficcatisi nel giro grosso della coca, ne diventano consoli effimeri. La volontà di potenza, però, disprezza il potere. È pura energia, dà intensità alle azioni, ignora il profitto. Un sì alla vita, ma da lasciare come è, col prete, i cani e il matrimonio... In più, Pasolini: la lingua italiana, atrofizzata tra fasci, [...] Vai alla recensione »
L'assoluta libertà di scrittura e di messa in scena che ritroviamo in Enea, secondo film di Pietro Castellitto dopo l'esordio de I predatori, sorprende e spiazza, e in qualche modo attrae, incuriosisce. È innegabile, infatti, che per lunga parte del film il giovane Castellitto riesca a restituire una ricchezza di linguaggio - e di scarti imprevedibili di toni - cui non siamo abituati in certo nostro [...] Vai alla recensione »
Qualcuno dovrebbe suggerire a Pietro Castellitto che la volgarità del tempo può essere resa con sottigliezza, umorismo, suggestioni, e soprattutto schivando il compiacimento verso ciò che si osserva e di cui si vorrebbe rivelare il rovescio. Questione di scrittura, di regia, di punto di vista che sembrano mancare in questa sua seconda prova da regista, dopo il premio Orizzonti per l'esordio, I predatori, [...] Vai alla recensione »
Si dice che quell'Enea fondò Roma. Questo Enea (Pietro Castellitto) invece fonde la sua famiglia di Roma Nord. Sostiene di fare il ristoratore ma pare spacci cocaina. La liquefazione di fidanzate ricche, circoli vip, padri nati poveri, madri inefficaci e fratelli minori démodé passa per l'amicizia con il gelido Valentino (strabiliante Giorgio Quarzo Guarascio) che canta Renato Zero alle feste ma pare [...] Vai alla recensione »
Al secondo film da regista, Pietro Castellitto arriva in concorso a Venezia dopo aver partecipato alla sezione Orizzonti con il primo, I predatori , nel 2020 (premio per la miglior sceneggiatura). È un bel curriculum per un giovane che farà 32 anni a dicembre e che sembrava doversi imporre come attore dopo aver esordito da bambino in un film del padre, Sergio: Non ti muovere , 2004.
Grazie al cielo esiste Richard Linklater. Il problema è semmai ancora una volta il cinema italiano. Tra l'altro "Enea", opera seconda del figlio d'arte di Sergio (qui anche attore-padre come nella vita), è al momento il punto più sconfortante di tutta la pattuglia italiana: annunciata quest'ultima come meravigliosa, rischia di diventare proprio per questo più fallimentare di quello che magari è sul [...] Vai alla recensione »
Pietro Castellitto che rilegge l'Eneide virgiliana in chiave contemporanea? Non esattamente, anche se il nome del protagonista di «Enea» - quarto film italiano in concorso a Venezia 80 - non è affatto casuale: a suo modo rincorre il mito vagabondo dell'eroe troiano di cui porta il nome, e «lo fa per sentirsi vivo in un'epoca morta e decadente», come ha spiegato lo stesso regista.
Pecca invece non poco di presunzione, anche se ha una voce «sua» (ma che non sempre si ha necessità o voglia di ascoltare), il nichilista «Enea» di Pietro Castellitto, giovane regista che si piace molto (e, forse, troppo): un grottesco e visionario spaccato borghese che fa detonare gli stereotipi di un'epoca decadente e deludente, nella sardonica dissoluzione di una Roma (e di un mondo) che non crede [...] Vai alla recensione »
"Le persone attraenti non dovrebbero morire mai". Forse non avrà lunga vita, ma Enea è un film attraente. Contemporaneo, privato e pubblico. E grande, tanto nel coraggio quanto nella resistenza. Licenziando l'opera seconda, il trentunenne Pietro Castellitto ricorda Marco Bellocchio, nell'analisi della famiglia e - vi ricordate L'ora di religione con Sergio Castellitto? - la bestemmia rivelatrice; ricorda [...] Vai alla recensione »
L'inizio indispone e non poco. Tre personaggi in scena in una incantata notte romana chiacchierano in quieta e alcolica tristezza infilando una collana di luoghi comuni, da «meglio la miglior solitudine alla peggior unione» a «la depressione dà uno scopo: sopportare la vita». La scena dura (sospettiamo volutamente) un po' troppo ed introduce il personaggio principale, Enea (un nome, un destino?), assieme [...] Vai alla recensione »
"Enea" è il film con cui Pietro Castellitto, giovane figlio d'arte, sbarca in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, dopo aver vinto nel 2020, qua al Lido, il premio Orizzonti per la sceneggiatura con "I predatori", la sua opera prima. Questa seconda fatica ha sicuramente un guizzo inusitato; si avverte un talento estroso che ha però il limite di non venir ancora domato in maniera costruttiva. Il [...] Vai alla recensione »
Si capiscono talmente tante cose dello stato del "discorso" dalle reazioni più o meno scomposte ai film di Pietro Castellitto da parte di stampa, critica e "addetti", da farti venire il dubbio che in realtà queste opere siano costruite appositamente dal loro autore per scatenare una simile polarizzazione di tifoserie di haters o supporters, come si dice.
Non è assolutamente un nome nuovo nell'ambito della Mostra del Cinema di Venezia, Pietro Castellitto. Già presente al Lido nel 2020 - dove aveva presentato nel concorso di Orizzonti I predatori, la sua opera prima successivamente insignita del Premio Orizzonti alla Miglior Sceneggiatura - il figlio dell'attore e regista Sergio Castellitto e della scrittrice Margaret Mazzantini ha presentato all'80a [...] Vai alla recensione »