Enea

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Un film di Pietro Castellitto. Con Pietro Castellitto, Benedetta Porcaroli, Giorgio Quarzo Guarascio, Chiara Noschese.
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Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 115 min. - Italia 2023. - Vision Distribution uscita giovedì 11 gennaio 2024. MYMONETRO Enea * * 1/2 - - valutazione media: 2,64 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Alberto Crespi

La Repubblica

Al secondo film da regista, Pietro Castellitto arriva in concorso a Venezia dopo aver partecipato alla sezione Orizzonti con il primo, I predatori , nel 2020 (premio per la miglior sceneggiatura). È un bel curriculum per un giovane che farà 32 anni a dicembre e che sembrava doversi imporre come attore dopo aver esordito da bambino in un film del padre, Sergio: Non ti muovere , 2004. Invece, dopo aver visto Enea , è forte il sospetto che la regia sia la sua vera vocazione. La parola chiave del nuovo film è "clanico": fa capolino nel primissimo dialogo in cui Enea (lo stesso Castellitto) e il suo migliore amico Valentino (Giorgio Quarzo Guarascio) chiacchierano a cena con la mamma di Enea (Chiara Noschese). Enea e Valentino sono amici d'infanzia e vivono nel bel mondo di una Roma altoborghese e intellettualoide. La mamma conduce un talk tv parlando di libri che forse nemmeno ha letto, il padre (Sergio Castellitto) è uno psicoanalista annoiato. Hanno una casa bellissima, talmente bella che nemmeno si accorgono quando una palma in giardino cade e distrugge la veranda. Conducono una vita ovattata e cercano emozioni in luoghi pericolosi. Valentino fa l'aviatore, Enea gestisce un ristorante di sushi con un cuoco che coltiva relazioni estreme con i salmoni: ma per fare un po' di soldi accettano di smerciare un robusto carico di cocaina per conto di un "amico". Dovrebbero sapere che simili amici hanno a loro volta dei nemici con pochissima voglia di scherzare, ma non ci pensano. Sono giovani, e la giovinezza è un mistero, soprattutto perché non sai mai quando e come finirà. Si potrebbe acchiappare Enea da svariati punti di vista, e da diversi momenti della trama. Ne scegliamo uno, apparentemente secondario. Il padre, interpretato come detto dal vero papà del regista, si reca ogni tanto in una sorta di lussuoso club: potrebbe essere una spa, o un circolo per ricconi, forse un bordello di lusso? La prima volta lo vediamo entrare, senza scoprire che cosa combini in quel posto visibilmente esclusivo e costoso. Poi, in un'altra occasione, la macchina da presa lo segue. Castellitto senior entra in una stanza bellissima, si guarda attorno, mormora "dove sei, dove ti sei nascosta?". Pensiamo che debba incontrare una donna, forse un'amante: ovvio, no? Invece la cosa è "nascosta" è una mazza con la quale l'uomo comincia a fare a pezzi i mobili, con una rabbia sempre crescente. Non sappiamo se Pietro Castellitto (che del film è anche sceneggiatore) si sia ispirato a ciò che stiamo per dire, ma il "palazzo da rompere" è lo scenario di una stupenda favola di Gianni Rodari che noi boomer abbiamo letto da ragazzini. È una metafora potentissima. Enea è, come si diceva, un film "clanico" (c'è un terzo Castellitto nel cast, Cesare: è il fratello minore di Pietro e interpreta Brenno, fratello minore di Enea) ma lo è in modo dichiarato, spudorato e doloroso. Del resto se un personaggio si chiama Enea - ed è quindi il padre di Roma - suo padre è Anchise, il genitore anziano che l'Enea di Virgilio salva dalle rovine di Troia in fiamme prendendoselo sulle spalle. Enea è un film su un clan ma è soprattutto un film sulle generazioni: i figli di oggi, ventenni o trentenni comunque non cresciuti, si credono invincibili e si mettono nei guai; i genitori manco se ne accorgono, e volano nell'aria ricreando desideri che si credevano sopiti (è l'immagine finale, sulla quale non bisogna dire nient'altro, pena scomunica per spoiler). E in questo groviglio di sentimenti, lo schermo diventa nero ogni volta che qualcuno bacia qualcun altro: è uno sporco mondo, si può essere teneri solo di nascosto. Enea è un'opera seconda veramente notevole, molto migliore del primo I predatori che forse - com'è tipico di tante opere prime - puntava troppo a stupire. Castellitto jr si fa venire brillanti idee di regia a ogni inquadratura. E stavolta, pur raccontando personaggi pieni di cinismo e di rancore, traspare una forte pietas nei loro confronti. Il cinema italiano ha un regista in più.
Da La Repubblica, 6 settembre 2023


di Alberto Crespi, 6 settembre 2023

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