Titolo originale | The Straight Story |
Anno | 1999 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA, Francia |
Durata | 111 minuti |
Al cinema | 5 sale cinematografiche |
Regia di | David Lynch |
Attori | Sissy Spacek, Harry Dean Stanton, Richard Farnsworth, Everett McGill, Jane Galloway Heitz Jack Walsh, Bill McCallum, Barbara E. Robertson, James Cada, Sally Wingert, Barbara Kingsley, Wiley Harker, Kevin P. Farley, John Farley, John Lordan. |
Uscita | lunedì 4 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 1999 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,32 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento domenica 3 settembre 2023
È la vera storia di un 73enne deciso a far visita al fratello. I due non hanno mai avuto un grande rapporto. .. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 2 candidature a Golden Globes, The Straight Story - Una storia vera è 99° in classifica al Box Office. domenica 16 febbraio ha incassato € 144,00 e registrato 9.577 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
|
Laurens, Iowa. Alvin Straight, settantatreenne che vive con la figlia Rose, viene a sapere che il fratello Lyle, con cui non parla da dieci anni, ha avuto un infarto. Prima che sia troppo tardi, decide di intraprendere un viaggio fino a Mount Zion, in Wisconsin, per incontrarlo. Non in corriera o in treno, perché Alvin vuole guidare da solo, con i suoi tempi e i suoi modi. Non avendo più una patente, non gli resta che guidare un tosaerbe con rimorchio e assaporare con lentezza le meraviglie del Midwest americano.
Uscito nel 1999, tra le due cupe immersioni nel neo-noir psicotico di Strade perdute e Mulholland Drive, Una storia vera - traduzione che smarrisce la sfumatura dell'originale The Straight Story, giocato sull'ambivalenza di "straight", sia cognome di Alvin che attributo di rettitudine morale - è storicamente considerato un'anomalia nel corpus di David Lynch.
Anomalo perché contraddistinto da uno stile apparentemente più classico e tradizionale, in un microcosmo in cui la singolarità è la regola. Ma è solo apparenza, l'esito di un'indagine superficiale su un film che, al contrario, merita solo esami approfonditi. Una storia vera è invece una sorta di summa del cinema di Lynch, carico di autoreferenzialità fin dagli elementi più fenotipici: dal cielo stellato che apre e chiude il film come in Dune alla sequenza iniziale, che, tra giardini da irrorare e attacchi cardiaci, riprende Velluto blu, fino alla linea tratteggiata che divide le corsie di un'autostrada infinita, come in Cuore selvaggio e Strade perdute.
Ma è soprattutto nella maniera in cui Lynch dà vita alla perfetta sceneggiatura scritta da John Roach e Mary Sweeney e nell'utilizzo che fa di silenzi e inquadrature, alimentando una sensazione di surrealtà del quotidiano, che Lynch imprime il suo marchio, inconfondibile anche solo quando si tratta di illuminare i volti con la luce di un fulmine - bianchissima e ferocemente proiettata sui protagonisti, tipico espediente del suo cinema per evidenziare i momenti di crisi o di pericolo.
Il gusto inedito del connubio tra dialoghi e messa in scena sta nella verosimiglianza dell'eccentricità, nel fatto che una donna che investe costantemente cervi o due gemelli meccanici litigiosi richiedono una limitata sospensione dell'incredulità. Quella che riserviamo a ogni giorno della nostra vita in cui incontriamo qualche forestiero, in buona sostanza.
Una storia vera non è né vuole essere un apologo morale. Come Alvin, rifugge i piedistalli su cui salire per insegnare qualcosa a qualcuno. Ma è come se inevitabilmente ogni passaggio della sceneggiatura - la ragazza incinta in fuga, la donna che investe i cervi, i ciclisti che riflettono su gioventù e vecchiaia - e la saggezza delle parole di Alvin spingessero verso riflessioni esistenziali sostanziali. Pillole di saggezza semplici, ma mai ovvie.
Nella sua vita Alvin ha visto e sentito tutto quel che c'era da vedere, dalle trincee della Seconda guerra mondiale al dolore di sopravvivere ai propri figli. Questo lo aiuta a distinguere il grano dal loglio, ma non a evitare di rimpiangere la giovinezza. Lo stato di atarassia in cui vive si concretizza nel silenzioso rifiuto di un mondo che ha preso una direzione ignota e forse incauta, manifestato dalla scelta di viaggiare su un tosaerba - un atto quasi politico - e di rivendicare uno stato di indipendenza a ogni costo. Non per asocialità o misantropia, ma per mantenere quella dignità che permette di distinguere tra commiserazione e rispetto, quella giusta distanza che si è gradualmente smarrita nella sfera sociale. I social network arriveranno qualche anno dopo, ma è come se Alvin presagisse che la comunicazione tra membri della specie umana sia vicina a una frattura insanabile.
Ad Alvin Straight, come a quasi tutti gli uomini, la vita ha riservato assai meno di quel che sperava quando guardava il cielo con il fratello Lyle. Ma ora non ha più importanza, resta troppo poco da vivere per disperderlo ulteriormente in rimpianti. E quando infine i fratelli uscirono a riveder le stelle, come alla fine di un altro celebre viaggio allegorico, è il silenzio a comunicare, più di mille inutili parole.
È la vera storia di un 73enne deciso a far visita al fratello. I due non hanno mai avuto un grande rapporto. Alvin decide di affrontare il viaggio, intenzione che crea le giuste angosce alla figlia Rose. Ma il vecchio è irremovibile. Il viaggio non è facile, il mezzo che ha scelto è un tagliaerbe piuttosto malconcio e la strada è lunga da Laurens nell'Iowa a Mt.Zion nel Wisconsin. Molti gli incontri, compresa una coppia stralunata di fratelli meccanici (in perfetto stile Lynch).
Il regista ha inteso dimostrare di saper costruire e dirigere una storia più realistica e lontana dai film visionari che lo hanno da sempre caratterizzato. La scommessa è riuscita in pieno, grazie anche alla bravura di Richard Farnsworth (attore caratterista della vecchia guardia, ha recitato in Il fiume rosso, Il selvaggio, Spartacus e I cowboys). Commovente, ironico e avvolgente è un film che resta.
La grandezza di questo film risiede nella sua semplicità,da non confondere con superficialità ma da associare per di più alla sua intensa e raffinata linearità di esecuzione.Tutto ciò è ribadito dal titolo originale:The Straight Story in cui la parola Straight oltre a ricordarci il vero cognome del protagonista realmente esistito Alvin Straight ,il quale [...] Vai alla recensione »
Difficile dimenticare un film poetico come questo. Per molte ragioni e una più bella dell'altra. Intanto per l'originalità di una storia in cui un vecchio e non patentato protagonista affronta un viaggio di 500 km a bordo di un tagliaerba, per andare a trovare il fratello infartuato e con cui è in rotta da molti anni. Poteva essere facile indulgere, durante il percorso, sulla bellezza indiscussa dei [...] Vai alla recensione »
David Lynch racconta, commuove e torna a far riflettere sui temi importanti della vita, in modo dolce e poetico come solo un genio dietro la macchina da presa sa affrontare. La vecchiaia, l'importanza della famiglia, i ricordi e la saggezza, la vita e la morte, il regista abbandona momentaneamente gli incubi, le sue ossessioni e lo studio dei sogni per affrontare temi più forti e allo [...] Vai alla recensione »
Un tagliaerba che avanza a fatica come simbolo di una vita sulle spalle, dello scorrere del tempo, del moltiplicarsi dei ricordi negli occhi del protagonista che cerca il proprio riscatto, quando ancora non è troppo tardi per dare e ricevere il perdono. Una regia lenta, come i movimenti di Alvin, che faticosamente si muove con l'aiuto dei suoi due bastoni, ma che al contempo non si arrende, e la sua [...] Vai alla recensione »
Film sul valore della famiglia. Un 73enne, saputo dell'infarto subito dal fratello, decide di andarlo a trovare, benchè i due non si parlino da molti anni; e decide di farlo con un trattore, il mezzo che usava per lavorare essendo un contadino. Il viaggio sarà anche un modo per ripercorrere la propria vita, oltre che confrontarsi con i nuovi valori dominanti nella società.
Sin dal principio una diversa atmosfera aleggia nella cornice cinematografica di quest'opera; non c'è nè un incipit visionario nè una scossa adrenalinica ad aprire le danze. La storia narra di un contadino dell'Iowa, Alvin Straight, che all'età di 73 decide di far visita al fratello, reduce da un infarto, spinto da un riscoperto senso di solidarietà [...] Vai alla recensione »
Un uomo anziano privo di patente decide di intraprendere un viaggio di circa 400 chilometri col suo tagliaerba per andare a trovare il fratello, che non vede da tanti anni e col quale non è in bei rapporti, in seguito a un malanno di quest'ultimo. A sentire il soggetto di questo film può venire quasi da ridere. E invece il maestro David Lynch confeziona un film più che ottimo [...] Vai alla recensione »
UNA STORIA VERA (USA, 1999) di DAVID LYNCH. Interpretato da RICHARD FARNSWORTH, SISSY SPACEK, EVERETT MCGILL, JANE GALLOWAY, HARRY DEAN STANTON ● Ispirato a un fatto realmente accaduto. Nell’autunno del 1994 il 73enne Alvin Straight viene a sapere che suo fratello Lyle, col quale non parla da dieci anni a causa di un furioso litigio, ha avuto un infarto.
David Lynch ci regala una storia straordinaria, ma realmente accaduta: il vecchio Alvin Straight, di salute cagionevole e con una figlia leggermente ritardata, decide di intraprendere un lunghissimo viaggio per andare a trovare il fratello reduce da un infarto; a causa della sua condizione fisica però non ha più la patente e quindi inizia il suo avventuroso itinerario su di un trattorino [...] Vai alla recensione »
Alvin Straight è un 73enne che vive con la figlia nella città di Laurens nell'Lowa, una telefonata lo informa che il fratello che non vede da oltre 10 anni e con cui ha litigato ha avuto un infarto così, nonostante le sue precarie condizioni fisiche decide di andarlo a trovare e intraprende il lungo viaggio a bordo di un tagliaerbe.
Alvin Straight (Farnsworth) ha settantatré anni e nel 1994 viene a sapere che il fratello (Stanton), con cui non parla da dieci anni per un litigio, ha preso un infarto. Non sapendo guidare l’automobile e odiando quando qualcuno guida per lui, parte con il suo tagliaerba e percorre oltre trecento miglia, pur di riconciliarsi con il fratello.
Ho ancora negli occhi l'immagine del cielo stellato che,non è tanto diverso,da quello che i due fratelli osservavano da bambini.La figura di quest'uomo è straordinaria (come il rapporto e la conoscenza della figlia). Le sue osservazioni e la sua capacità di comunicare positivamente con poche parole ma, con una profondità umile ma di un'umanità straordinaria,(c [...] Vai alla recensione »
David Lynch puo' dirigere tutto, anche i filmini delle vacanze o dei matrimoni. Storia allegra e malinconica insieme, pervasa dalla freschezza delle terre del midwest americano ora deserte ed assolate, ora piovose e minacciose. Tutto orchestrato con molta tranquillità, al ritmo delle musiche suggestive del mai abbastanza osannato Angelo Badalamenti (spalla fissa del team lynchiano). [...] Vai alla recensione »
Film che esalta il valore della famiglia, raccontando una storia vera, di un anziano che sul suo trattore cerca di andare a trovare il fratello, benchè i due non siano mai andati d'accordo. Film davvero piacevole, basato su buoni sentimenti.
Prodotto addirittura dalla Walt Disney, non sembra nemmeno un film di David Lynch, così ricco di personaggi positivi e di buoni sentimenti. Ciò non toglie che "Una Storia Vera" sia davvero toccante e commovente e dimostra, inoltre, la versatilità del cineasta americano. Da lodare anche le splendide musiche composte da Angelo Badalamenti.
Un viaggio in trattore per rivedere il fratello con cui non ha un buon rapporto. Un uomo che non si arrende alla vecchiaia. Durante il viaggio incontrerà molta umanità e solidarietà. Una storia semplice lineare, ma con personaggi motivati e convincenti. Appassionante che fa ricordare la spensieratezza della gioventù.
Un uomo anziano decide di andare a trovare il fratello malato, che non vede da circa dieci anni, colpito da un attacco di cuore che forse non lo farà vivere ancora per molto.Decide di partire con un piccolo trattore malandato da Laurens per arrivare nel Wisconsin.Una storia semplice e allo stesso tempo fuori dal comune che mostra la forza di volontà di un uomo ormai vecchio che non vuole [...] Vai alla recensione »
questo film non si può descrivere: commovente, unico e recitato splendidamente...non mi capacito di come un film cosi non abbia vinto nemmeno un oscar ma, come si sa, nn è una statuetta che fa di un film un capolavoro!
Pensare al grande David Lynch, pittore, musicista, sceneggiatore, scrittore, regista, che al cinema ha realizzato(inter cetera)"THe Elephnat Man", "Dune"; "Blue Velver", "Twin Peaks"etc. e vedere "THe Straight Sotry"fa un certo effetto, perche'e'una sotira vera, "piana"nella narrazion e(soggetto e sceneggiatura di JOan Roach [...] Vai alla recensione »
Sono rimasto ammaliato da questa interpretazione del protagonista. Storia intensa in cui emerge la forza dei rapporti umani, su tutti il rapporto padre-figlia. Il tutto accompagnato da una melodia delicata, profonda, forte. Consiglio la visione.
Appresa la notizia del fratello colpito da un infarto, il 73enne Alvin Straight è intenzionato a raggiungerlo per fargli visita, i due non si parlano da 10 anni per futili motivi,Alvin cerca così di rimediare intraprendendo una sorta di viaggio di redenzione su di un tosaerba. Quasi 400 km dividono i due fratelli, in questo lungo viaggio tanti saranno gli intoppi, anche per via della [...] Vai alla recensione »
ciao, esprimo perplessità su quello che dici su musiche di Badalamenti( colonna sonora davvero superba). Sul fatto che non capisci niente di altri film di David, ricorda che non sempre bisogna capire tutto, devono essere vissute come un viaggio, un esperienza sensoriale, un viaggio dentro ai sogni. Tu ne sogni hai una visione chiara d'insieme? Per il resto sono daccordo, ti saluto e [...] Vai alla recensione »
Lineari, luminosi, aperti: così scorrono i 111 minuti di Una storia vera. Dopo il cupo e chiuso Strade perdute (Lost Highway, 1997), David Lynch racconta fatti, luoghi, volti, colori che si direbbero del tutto estranei alla sua poetica. Quella che attraversa - da Laurens nello Iowa a Mount Zion nel Wisconsin - è un’umanità di cui il cinema sembra non aver memoria.
Storie vere dall'America profonda. Ci sono quelle che finiscono male (Boys Don't Cry) e quelle a lieto fine, o quasi, come Straight Story, ribattezzato per l'Italia proprio Una storia vera. Lo firma un David Lynch in stato di grazia, e fuori dai cliché cari ai cinefili. Chissà cosa ha spinto il regista di Cuore selvaggio a girare questa ballata semplice e toccante ambientata nelle pianure di un'America [...] Vai alla recensione »
Un film quasi "impossibile": due ore in compagnia di un vecchio contadino che, a bordo di un lentissimo trattore, viaggia ostinatamente per 500 chilometri, con l'obiettivo di riconciliarsi col fratello prima di morire. Tra campi lunghi di valli e colline in Iowa e Wisconsin e primi piani di una faccia antica e determinata (l'ottantenne Richard Fornsworth) non è la storia di un pellegrinaggio edificante, [...] Vai alla recensione »
All'improvviso, dopo aver scavato nelle immagini di orrore che scorrono sotto la vita americana, David Lynch vola in superficie, a raccontare, per una volta, una storia "diritta", "lineare", "vera". Non che le altre lo fossero meno; e non che questa non celi, sotto il desiderio di quiete e di riconciliazione con se stessi, i rimpianti, i terrori, le ingiustizie di intere vite.
Nella profondità del cielo stellato che sovrasta le nostre strade e ci rapisce lo sguardo e l'anima, David Lynch scopre il senso della fratellanza, di quella suprema mostruosità capace di collocarci al centro del Pianeta Azzurro. Bisogna essere in due - suggerisce The Straight Story - a rimirare silenziosi il firmamento, proprio come facevano da ragazzi Alvin e Lyle Straight in una lontana fattoria [...] Vai alla recensione »
David Lynch di Cuore selvaggio diventa Cuore tenero, Kitano passa dalla violenza lirica criminale al viaggio sentimentale, Bellocchio va dall'avanguardia alla classicità, John Sayles che esplorava le città crudeli visita il gelo deserto e spietato dell'Alaska, Spike Lee non filma più i neri ma i bianchi, pure Neil Jordan lascia la guerriglia irlandese per scegliere il paranormale e gli incubi telepatici. [...] Vai alla recensione »
È probabile che, di fronte a Una storia vera, un "road movie a quindici chilometri all'ora" come l'ha definito l'art director Jack Fisk, i cultori di David Lynch si strapperanno i capelli per aver perso il loro perverso polimorfo preferito, il maestro dell'orrore mentale, l'inventore dei luoghi e dei personaggi simbolo della paura della scorsa fine secolo; così come è probabile che i suoi detrattori, [...] Vai alla recensione »
Un capolavoro. Senza possibilità di discussione. Per questo il ritorno nei cinema italiani del film di David Lynch del 1999, in una nuova edizione restaurata e sottotitolata grazie alla Cineteca di Bologna, è un'occasione da non perdere. E chi può temere il "lato oscuro" (e qualche volta criptico) del regista sappia che questo film è di una semplicità e una leggibilità cristalline.
Nel 1989, in un'intervista, il filosofo francese Paul Virilio disse che "un giorno lo spazio-tempo del mondo non sarà più niente, perché noi avremo perso l'estensione e la durata del mondo a causa della velocità". Quest'affermazione, all'epoca quasi 'visionaria', è oggi - in particolare con l'uso ormai diffuso delle reti telematiche - una diagnosi magnifica (e terribile) della realtà.
Driiin... Il semplice, ormai alieno suono di un vecchio telefono ci introduce nel migliore dei modi a Una storia vera, di David Lynch. Driiin: trilla così l'apparecchio di Alvin Straight, l'anziano protagonista, meravigliosamente interpretato da un Richard Farnsworth in odore di Oscar. Capiamo subito che qui si tratta di un'altra America, di un mondo lontano distanze siderali dalle angosce metropolitane [...] Vai alla recensione »