Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Gianni Amelio |
Attori | Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Sara Serraiocco, Leonardo Maltese, Anna Caterina Antonacci (I) Rita Bosello, Davide Vecchi, Maria Caleffi, Roberto Infurna, Valerio Binasco, Alberto Cracco, Jacopo Relucenti, Giuseppe Aiello, Emma Bonino, Ferruccio Braibanti, Gina Rovere, Elia Schilton, Giovanni Visentin, Mateo Zoni. |
Uscita | giovedì 8 settembre 2022 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,62 su 31 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 12 marzo 2023
La storia di Aldo Braibanti, l'omosessualità a processo nell'Italia degli anni Sessanta. Il film ha ottenuto 3 candidature ai Nastri d'Argento, 11 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office Il signore delle formiche ha incassato 1,7 milioni di euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Provincia di Piacenza, anni Sessanta. Aldo Braibanti è un intellettuale con un gran seguito tra i giovani, che frequentano la sua "factory" dove si recita, si creano installazioni artistiche, si scrivono poesie. Fra i suoi adepti c'è Riccardo, che sogna di essere apprezzato dal suo maestro ma che da lui riceve solo critiche. Un giorno Riccardo porta con sé il fratello Ettore, che ha scovato una di quelle formiche che Braibanti, anche mirmecologo, colleziona in una teca. E l'intellettuale dimostra subito gratitudine e stima verso quel ragazzo intelligente e gentile. Ma anche un'attrazione, presto reciprocata dal ragazzo, che gli costerà lalibertà e la carriera: perché Braibanti è anche un omosessuale dichiarato.
È sintomatico che la parola omosessuale compaia ne Il signore delle formiche solo dopo un'ora di racconto: un modo narrativamente appropriato per riprodurre il silenzio negazionista che ha circondato non solo il termine, ma l'esistenza stessa di una parte della popolazione italiana.
Contro Braibanti la madre di Ettore (nella realtà Giovanni Sanfratello, poiché questa storia è "liberamente ispirata a fatti avvenuti nell'Italia degli anni Sessanta") intenterà la prima (e unica) causa per plagio non su un'opera dell'ingegno ma su un essere umano. In realtà il processo, da parte della società italiana, era all'omosessualità, non rubricata come reato solo perché il codice italiano, scritto dal fascismo, non contemplava affatto la possibilità che un cittadino fosse men che virile.
Per contro Il signore delle formiche "fa causa" a quell'ipocrisia che ha costretto molti al silenzio e al sotterfugio, per non dire alla negazione della propria identità. E all'isolamento, alla "correzione" forzata: perché se a Braibanti è costata la gogna mediatica e la detenzione, a Sanfratello è valsa la chiusura in manicomio e una sfilza di elettroshock.
Gianni Amelio racconta questa storia scegliendo in parte la cifra del melodramma alla Douglas Sirk (basti notare la scelta musicale) contrastata dall'asciuttezza rigorosa delle interpretazioni dell'ottimo Luigi Lo Cascio e del sorprendente Leonardo Maltese, al suo esordio: come dire che mentre la società italiana si esibiva in un crescendo patetico e delirante da sceneggiata o da operetta, i due omosessuali protagonisti mantenevano quella sobrietà e quella dignità composta che caratterizzano chi sa di contrastare un'insensata ingiustizia.
Ed è fondamentalmente di quella ingiustizia che parla il film di Amelio, senza commettere l'errore di fare di Braibanti un santino (le scene in cui insegna ai suoi allievi lo dipingono come dispotico e arrogante, un Carmelo Bene prima maniera più che il Pasolini cui tanto assomiglia), e contestualizzando la sua battaglia all'interno di quella più grande anni Sessanta, della quale rivela anche le contraddizioni: un PCI più attento a conquistare seggi che a sposare le giuste cause, un immigrato dal sud omofobo e sciovinista, e così via.
Quello fra Aldo ed Ettore resta "uno scambio semplice e luminoso" attraverso le ombre dell'Italietta provinciale (nella testa più che nei luoghi), un piccolo mondo antico color seppia cui fa da cartina di tornasole anche la lotta benintenzionata di due personaggi di finzione, il giornalista dell'Unità Ennio (forse in omaggio a un altro provinciale lucido, Flaiano) e sua cugina Graziella, militante del movimento studentesco. A Braibanti invece interessa mettere chi lo ascolta in crisi, spingere a scegliere autonomamente cosa sia bello e giusto, aprire al dubbio.
Amelio ha scelto due attori che si assomigliano "come due gocce d'acqua" perché sono la prosecuzione di un'identità sempiterna, con buona pace di chi pensa che l'omosessualità sia un vezzo dell'epoca moderna e non ci sia invece sempre stata, come sia sempre destinata ad esistere: che piaccia o meno. Così come ci sarà sempre la "necessità storica" di nascondere la propria essenza perché "deviante" rispetto ad una norma imposta. Ed ecco allora gli echi del processo ad Oscar Wilde e del delitto Pasolini, le ipocrisie all'interno del Grande partito operaio, le dichiarazioni imbarazzanti della politica contemporanea.
Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con l'accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie di devastanti elettroshock, perché "guarisse" da quell'influsso "diabolico". Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà era servito per mettere sotto accusa i "diversi" di ogni genere, i fuorilegge della norma. Prendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all'imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i sostenitori, e un'opinione pubblica per lo più distratta o indifferente. Solo un giornalista s'impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure.
IL SIGNORE DELLE FORMICHE disponibile in DVD o BluRay |
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“Certe cose sono sconvolgenti e inaccettabili alla comune coscienza. (…) Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili.” Pier Paolo Pasolini - Il Caos (1969) Ci sono storie [...] Vai alla recensione »
Aldo Braibanti è un personaggio ecclettico. Filosofo, poeta e mirmecologo: le formiche sono una delle sue tante passioni. Vive in una grande fattoria del piacentino frequentata da giovani adepti che recitano, scrivono poesie e godono di laboratori d’arte in un contesto piacevole di scambi culturali. Riccardo frequenta il luogo ed un giorno porta anche Ettore, suo fratello, appena maggiorenne. [...] Vai alla recensione »
Il regista Gianni Amelio lo conosciamo come un autore di cinema impegnato ,nel senso che affronta ,attraverso storie personali , un racconto più ampio che coinvolge la società e un tratto di storia del tempo e dei luoghi in cui si svolge la narrazione . Qui in questo film, si conferma il linguaggio narrativo del regista.
Cinque motivi per andare a vedere "Il signore delle formiche": - perché racconta un caso emblematico che potremmo illuderci di confinare in un modello sociale del passato, quando invece l'omosessualità resta tuttora un reato in una settantina di Paesi (in 12 dei quali punibile con la pena capitale) e fino al 1973 è stata considerata un "disordine mentale" [...] Vai alla recensione »
Giovanni Wetzl: Il signore delle formiche è quasi un capolavoro secondo me. Mi ha emozionato tantissimo e mi sono connesso con lo stile di Amelio. Fulvio Wetzl: Anche Elena, lo ha trovato stupendo e a volte straziante. Il pp in piano sequenza di cinque minuti di Ettore al processo, un apice del cinema, al livello del processo con cui inizia Una separazione.
Gianni Amelio porta sullo schermo la storia di Aldo Braibanti, un intellettuale che al termine degli anni Sessanta fu condannato per il plagio di Ettore, un giovane che frequentava la Torre, il centro culturale di Braibanti. L’intellettuale piacentino è interpretato bene da Luigi Lo Cascio, ma un plauso sicuramente al giovane Leonardo Maltese che interpreta Ettore.
Presentato all'ultima Mostra del cinema di Venezia Il Signore delle formiche di Gianni Amelio è un film complesso pur nella sua semplicità stilistica. Avrebbe meritato senz'altro qualche premio ma purtroppo viviamo un periodo storico in cui non è semplice esprimere un'idea fuori dal coro. Non è semplice parlare di questo meraviglioso film perché più discorsi narrativi si riproducono e sovrappongono [...] Vai alla recensione »
Il regista Gianni Amelio lo conosciamo come un autore di cinema impegnato ,nel senso che affronta ,attraverso storie personali , un racconto più ampio che coinvolge la società e un tratto di storia del tempo e dei luoghi in cui si svolge la narrazione . Qui in questo film, si conferma il linguaggio narrativo del regista.
Il film di Gianni Amelio stupisce e convince trovando l’equilibrio perfetto tra cronaca e romanzo. Come può un mirmecologo (studioso di formiche) attrarre la platea? Attraverso i fatti, le sentenze che ruotano attorno alla sua storia: l’apparente oggettività della massa spesso sfuocata o esclusa dalla ripresa, la quale mette invece in primo piano la soggettività, [...] Vai alla recensione »
(Da streetnews.it) Il film è liberamente ispirato alle vicende del cosiddetto “caso Braibanti”. Attorno alla figura di Aldo Braibanti, poeta e drammaturgo, mirmecologo (da cui il titolo), nonché ex partigiano, si raccoglie un centro di aggregazione culturale di giovani appassionati di teatro e di poesia. Tra di essi, Ettore Tagliaferri diventa il suo prediletto, [...] Vai alla recensione »
Gianni Amelio, da sempre regista in grado di proiettarci verso fatti storici di cronaca del nostro passato attraverso una personale e sensibile descrizione degli avvenimenti, questa volta focalizza l'attenzione sull'Italia della fine degli anni '60, periodo in cui l'omosessualità non solo era un tabù, ma anche, secondo il pensiero ricorrente dell'epoca, una vera e [...] Vai alla recensione »
"Il Signore delle formiche", di Gianni Amelio, è uno dei peggiori film visti a Venezia '22.Come da peccato quasi originario del cinema italiano dagli anni '90 in poi, sbrodola addosso allo spettatore una specie di mega fiction, di quelle che vanno in prima serata su Rai Uno, a competere con Don matteo.Quello che infastidisce è che pur avendo tra le mani un soggetto davvero importante, il caso Braibanti [...] Vai alla recensione »
Come direbbe l’ormai vecchio Quentin con la proverbiale rozzezza yankee che tuttavia s'apprezza per schiettezza, esistono 3 sottogeneri che vincono sempre i festival a prescindere: - Campi di concentramento nazisti - Povere donne abortiscono - &n [...] Vai alla recensione »
A proposito de Il signore delle formiche, di Gianni AmelioGiovanni Wetzl: Il signore delle formiche è quasi un capolavoro secondo me. Mi ha emozionato tantissimo e mi sono connesso con lo stile di Amelio. Fulvio Wetzl: Anche Elena, lo ha trovato stupendo e a volte straziante. Il pp in piano sequenza di cinque minuti di Ettore al processo, un apice del cinema, al livello del processo con cui inizia [...] Vai alla recensione »
Non male . Un po' troppi primi piani stretti nella prima parte e un po' poca dinamica di telecamere che ruotano sula scena. Pero' film discreto.
Amelio realizza un opera ispirata e ci trasmette bellezza autentica, quella verità profonda che l'intellettuale spiega al suo discepolo al cospetto di una scultura. Leonardo Maltese ha lineamenti puri e cesellati, gestualità aristocratica: a vederlo penso ad un attore indimenticabile come J.L. Trintignant. Lo Cascio era tra il pubblico, qui all' Ariston di Genova. Seratona.
Il film IL SIGNORE DELLE FORMICHE di Gianni Amelio mi ha fatto conoscere una storia a me ignota, pur della mia generazione. Mi ha particolarmente commosso la fugace immagine di Emma Bonino, a ricordarci che su questa terra non siamo tutti dei malandrini, che il partito radicale aveva difeso a spada tratta il professor Aldo Braibanti, omosessuale, contro l’accusa di plagio, fino ad ottenerne nel [...] Vai alla recensione »
Capita di vedere film e subito si capisce che non si potrà dimenticare. La storia di un professore, studioso di formiche e appassionato di cultura, arte, spettacolo si avvolge a quella di un giovane curioso, interessato alla pittura ed alla letteratura, in un crescendo di sentimenti prima di ammirazione, poi di attrazione reciproca e di amore.
Capita di vedere film e subito si capisce che non si potrà dimenticare. La storia di un professore, studioso di formiche e appassionato di cultura, arte, spettacolo si avvolge a quella di un giovane curioso, interessato alla pittura ed alla letteratura, in un crescendo di sentimenti prima di ammirazione, poi di attrazione reciproca e di amore.
Film bellissimo. Complimenti agli attori. Bravissimo Leonardo Maltese al suo esordio sul grande schermo,a lui che è stato mio alunno al Liceo vorrei augurare tanto successo e ancora bravo.Film delicato , ben fatto , ottima la regia,ottima la recitazione.
Una storia che, se non fosse tristemente vera, sembrerebbe una metafora costruita ad arte. Il distacco e l'oggettività con cui il professore osserva le dinamiche sociali delle formiche rimanda alla ricostruzione dei rituali vuoti del processo, dei pranzi di famiglia, della provincia bigotta e benpensante. La fotografia, attenta ed accurata, suggerisce l'idea di altrettanti terrari, nella [...] Vai alla recensione »
Capita di vedere film e subito si capisce che non si potrà dimenticare. La storia di un professore, studioso di formiche e appassionato di cultura, arte, spettacolo si avvolge a quella di un giovane curioso, interessato alla pittura ed alla letteratura, in un crescendo di sentimenti prima di ammirazione, poi di attrazione reciproca e di amore.
Un film che fa della passione la sua arma vincente. Siamo davanti ad un'opera, ispirata a fatti realmente accaduti, scritta benissimo e realizzata meglio. Non è il caso di sprecare aggettivi per complimentarsi o frasi per descrivere l'interpretazione, la ragia e la realizzazione in generale. Davvero un bel film, anche senza Mastrandrea, Giallini, Leo, e senza parlare in romanesco.
Candidato al Leone d’Oro alla 79ª Mostra del Cinema di Venezia, Gianni Amelio segue una tormentata vicenda giudiziaria, nata da accuse divenute veri e propri pretesti per attaccare idee politiche e una relazione omosessuale. Braibanti si trova inviluppato in un processo mediatico di cui non riesce a cogliere alcun filo logico, al punto che al principio non tenta neppure di difendersi [.
Candidato al Leone d'Oro alla 79ª Mostra del cinema di Venezia, Gianni Amelio segue una tormentata vicenda giudiziaria nata da accuse divenute veri e propri pretesti per attaccare idee politiche e una relazione omosessuale. Continua su: www.streetnews.it/in-programmazione-nelle-sale-il-signore-delle-formiche/
( 4.5 ) Penso che sia una delle innumerevoli vicende che mi lasciano perplesso, nel rapporto di coppia io sono dell'idea che bisogna essere coetanei, oppure avere un massimo di 10 anni di differenza, oltre non mi sembra giusto. Secondo me il professore sbagliava, doveva frequentare un coetaneo. Ottimo nei cineforum con dibattito finale. Un film simile e " una donna [...] Vai alla recensione »
Il signore delle formiche è Aldo Braibanti, e il titolo dice di lui (e dello sguardo di Amelio su di lui, per lui) già tutto quello che gli occhi e il corpo di Luigi Lo Cascio racconteranno nello scorrere del film: un uomo devoto alla cura della fragilità naturale, privata, umanissima, un poeta mirmecologo anche capace di passioni furibonde e un intellettuale drammaturgo dotato di un metodo incendiario [...] Vai alla recensione »
Gianni Amelio porta all'attenzione del grande pubblico la vicenda di Aldo Braibanti (già al centro di un documentario di Palmese e Giardina di due anni fa), drammaturgo e poeta condannato negli anni 60 per aver plagiato un giovane studente. Un'accusa che, nella sua vaghezza (il reato di plagio verrà abrogato nel 1981 proprio per la sua indeterminatezza), nasconde il vero nodo della faccenda (l'omosessualità [...] Vai alla recensione »
Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore. Il drammaturgo, poeta e mirmecologo (esperto di formiche) Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione per plagio, accusato di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico [...] Vai alla recensione »
Oscar Wilde forse è il più famoso, ma non è l'unico omosessuale ad aver sofferto per un sistema legale arcaico. Ambientato negli anni sessanta, il film di Gianni Amelio riscopre la storia di Aldo Braibanti, intellettuale italiano finito in prigione a causa della relazione consensuale con uno studente più giovane di lui. Un capitolo vergognoso della storia italiana rappresentato in modo elegante e straziante [...] Vai alla recensione »
Già vincitore del Leone d'Oro nel 1998 con Cosi ridevano e regista del controverso, poco riuscito Hammamet (2020), Gianni Amelio torna sul grande schermo raccontando una storia apparentemente lontana nel tempo ma capace di riflettere una parte importante del nostro passato che a tratti non sembra così distante. Nel precedente Hammamet dietro alla storia degli ultimi sei mesi di vita dei uno dei leader [...] Vai alla recensione »
Ricostruzione del caso Braibanti, vergogna giudiziaria degli anni Sessanta. Quando un intellettuale omosessuale, mirmecologo e teatrante, fu processato per plagio dalla famiglia di un ragazzo di Piacenza con il quale si era trasferito a vivere a Roma e che finirà rintronato dagli elettroshock. Tutto vero, tranne il personaggio inventato di Elio Germano, un giornalista dell'Unità che si appassiona al [...] Vai alla recensione »
Carmelo Bene lo considerava un «genio straordinario», Pasolini «un mite nel senso più puro»; lui, da parte sua, non si sentiva «né un mostro né un martire». Se la sua storia, pressoché dimenticata, torna a fare rumore, il merito è di Gianni Amelio: che tira fuori dai faldoni impolverati della cattiva coscienza nazionale la vicenda emblematica di Aldo Braibanti (da Fiorenzuola, studi al Romagnosi di [...] Vai alla recensione »
Roma, 1964. Omosessuale. Non esisteva nemmeno la parola. E se non esiste la parola non è definito "il problema" che la legge dovrebbe coprire: o meglio, "il problema" c'è, ma bisogna dargli un altro contorno, perché la legge possa afferrarlo e neutralizzarlo. Plagio. Aldo Braibanti avrebbe, secondo l'accusa del processo istruito a suo carico quell'anno, soggiogato psicologicamente due giovani, che [...] Vai alla recensione »
Nel 1968, Aldo Braibanti, poeta, drammaturgo, docente, schivo e innovatore, amico di Pasolini, Piergiorgio Bellocchio, Carmelo Bene, Sylvano Bussotti, fu condannato a nove anni di carcere (ridotti poi a due per i suoi meriti partigiani), dopo un processo durato quattro anni. Imputazione: plagio, cioè «sottomissione morale e fisica di una persona più giovane».
Fu il primo e ultimo processo per plagio mai svolto in Italia, quello intentato negli anni '60 ad Aldo Braibanti, scrittore, poeta e drammaturgo, segnò un punto di svolta nella cultura e nella storia giuridica del nostro Paese rispetto al tema dell'omosessualità. Il regista Gianni Amelio (Hammamet, 2020) ha voluto dare al caso Braibanti forma narrativa sul grande schermo con un film, Il signore delle [...] Vai alla recensione »
È pieno di porte, soglie e sbarre, Il signore delle formiche di Gianni Amelio. Porte che si chiudono, porte che nascondono, sbarre che recludono. Lo spazio scenico è ingombro di ostacoli, di interdetti, di architetture della coercizione, a significare e comunicare che il mondo messo in scena dal film è un mondo dominato dalla proibizione. Proibito amare fuori dalle regole imposte dal conformismo [...] Vai alla recensione »
Italia, fine anni Sessanta. Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti viene condannano a nove anni di reclusione con l'accusa di plagio, ovvero di essersi approfittato fisicamente e psicologicamente di un suo studente e amico da poco maggiorenne. Due anni dopo "Hammamet", Amelio si confronta nuovamente con la storia d'Italia, riportando alla memoria un angosciante fatto di cronaca che affonda le radici [...] Vai alla recensione »
Gianni Amelio non ama i critici che lo criticano, lo sanno tutti. E non dimentica. Corriamo il rischio: gli spettatori sono in calo, non servono altre delusioni. A chi può interessare un film con un uomo giovane e uno meno che si scambiano intense occhiate recitando poesie? Non sono i due maschi, neppure gli sguardi intensi, forse neppure le poesie, benché mediocri e scritte su foglietti ripiegati. [...] Vai alla recensione »
De Il signore delle formiche, in concorso alla 79ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, si vorrebbe dire il meglio possibile, perché il suo regista, Gianni Amelio, ha un posto indiscusso nella storia del cinema italiano moderno e perché l'oggetto del racconto è un'orrenda vicenda giudiziaria che apre uno spaccato esemplare sull'arretratezza culturale dell'Italia del dopoguerra: [...] Vai alla recensione »
Nel cinema di un autore necessario come Gianni Amelio ricorrono spesso dei fili conduttori tematici, dall'infanzia, agli scontri-incontri generazionali tra adulti e non, divisi a volte da differenze d'età, culturali, o sociali, ma uniti dai sentimenti, dalle passioni, da una profondità emotiva che ne identifica la forza, lo status umano. Ed in questa direzione non si discosta l'ultimo suo lavoro, "Il [...] Vai alla recensione »
«Un fatto ignobile. Uno dei tanti petali di questo fiore marcito che è l'Italia» scrive Carmelo Bene a proposito di Aldo Braibanti e continua: «Fu condannato a undici anni, (in realtà sono nove, nda) per un reato mai tirato in ballo fino ad allora. Il plagio. Per giunta ai danni di un maggiorenne... Tutto è plagio, che scoperta! Qualunque soggetto pensante e parlante è quotidianamente sottoposto a [...] Vai alla recensione »
Si poteva dire mirmecologo, studioso delle formiche, ma non omosessuale, per cui si usava la formula borghese "invertito" nel processo su Aldo Braibanti, intellettuale, teatrante off, poeta ed ex partigiano. E sarà questa la sua salvezza per la riduzione della pena: arrestato il 5 dicembre 1967 è condannato il 14 luglio '68 dalla corte d'Assise di Roma a 9 anni (poi ridotti a 4 in appello) per il reato [...] Vai alla recensione »
In uscita nelle sale in contemporanea con la presentazione al Lido, Il signore della formiche di Gianni Amelio riapre un capitolo, «ignobile» lo definì Carmelo Bene, della nostra storia di cui, proprio grazie al film, dopo anni di oblio ora molto si riparla. Ed è un bene, perché il caso di Aldo Braibanti - condannato a nove anni di reclusione con l'assurda accusa di plagio nei confronti del ventitreenne [...] Vai alla recensione »
Amelio torna in Concorso (qui vinse con lo splendido Così ridevano nel 1998) dopo l'ottima doppietta La tenerezza (2017) e Hammamet (2020). Il signore delle formiche è un dramma storico di intelligente freddezza, come il protagonista azzimato che odia la prosa sdolcinata di De Amicis, ama Nietzsche e dice degli esuberanti gay romani: «Non sono come loro ma sono anche come loro».
Aldo Braibanti -poeta, drammaturgo, mirmecologo, ex partigiano, ex dirigente comunista -fu condannato per plagio nel '68, dopo un processo che divenne un caso nell'Italia bigotta degli anni Sessanta. Il cosiddetto "plagio" riguardava l'amore fra Braibanti e un suo giovane allievo, consenziente e maggiorenne. Questa la storia. Nel film di Gianni Amelio Il signore delle formiche le scene del processo [...] Vai alla recensione »
La reincarnazione del demonio, come si scrisse allora. Il caso Braibanti ci porta, a ritroso, in un Italia bigotta, spaventata ma ancora in grado di puntare i piedi davanti al mutare dei costumi. Siamo alla fine degli anni Sessanta e con l'accusa di plagio mossa all'intellettuale ed entomologo si mette sotto processo l'omosessualità, intesa come principio corruttivo.
Anno 1968. Il mondo sta conoscendo rivolgimenti di ogni tipo. Il panorama sta cambiando sotto ogni cielo. Soprattutto i giovani mettono in discussione tutto quel che sino a quel momento era stato dogma intoccabile. Contro ogni logica sia dei tempi che del buon senso, di solito sempre invocato dai benpensanti, in Italia si concluse un processo grottesco che condannò Aldo Braibanti a nove anni di reclusione [...] Vai alla recensione »
Di casa al Festival, dove è stato in giuria e dove ha vinto un Leone d'Oro nel 1998 (con «Così ridevano») e l'Osella per la miglior regia nel 1994 (con «Lamerica»), Gianni Amelio vi torna in competizione con «Il signore delle formiche». Lo fa puntando l'obbiettivo sul processo che nei tardi anni '60 vide condannato per plagio Aldo Braibanti, che fu drammaturgo, poeta e mirmecologo (cioè studioso delle [...] Vai alla recensione »
Arriva anche il quarto film italiano in Concorso, "Il signore delle formiche" di Gianni Amelio sul caso Braibanti, già oggetto di un documentario di poco tempo fa a firma Carmen Giardina e Massimiliano Palmese. Il film racconta la condanna nel 1968 a 9 anni, poi ridotti a 6 e infine scontati ulteriormente perché partigiano, di Aldo Braibanti, intellettuale, scrittore e drammaturgo piacentino, con l'accusa [...] Vai alla recensione »
Aldo Braibanti fu anche mirmecologo, cioè un entomologo che studia le formiche. Per questo il nuovo film di Gianni Amelio, in concorso alla Mostra, si chiama "Il signore delle formiche": titolo allusivo e un po' misterioso per raccontare un caso giudiziario che ancora pesa come un macigno sulla coscienza nazionale. "Liberamente ispirato a fatti accaduti negli anni Sessanta" si legge sui titoli di testa, [...] Vai alla recensione »
Per arrivare a una sintesi critica al termine della visione de Il signore delle formiche, tredicesimo lungometraggio per il cinema di Gianni Amelio - meriterebbe un approfondimento a parte il suo lavoro per la televisione, iniziati nel 1970 con i "Programmi sperimentali" della RAI -, è necessario affrontare il film da due prospettive diverse, così lontane tra loro da poter risultare quasi opposte. Vai alla recensione »
"La tenerezza, tenerezza è detta, se tenerezza cose nuove dètta". Sono versi di Sandro Penna, che Gianni Amelio citava per la seconda volta in un suo titolo. Il film era La tenerezza, del 2017. Sono trascorsi cinque anni, ma lo spirito e quel "cose nuove dètta" restano immutati. Oggi siamo arrivati a Il signore delle formiche, passando dall'anima lacerata del nostro Paese, da Hammamet.
Un caso di cronaca mostrato come un torbido noir. Sono le stesse atmosfere che attraversano il cinema di Gianni Amelio quando emerge, sottotraccia, la violenza dei poteri dello Stato come in Porte aperte. Sotto certi aspetti, i due film sono quasi speculari. In Porte aperte Tommaso Scalia chiede di essere fucilato così come in Il signore delle formiche Braibanti dice che non c'è niente da cui si deve [...] Vai alla recensione »
Al Lido oggi è il giorno de Il signore delle formiche di Gianni Amelio, film italiano in concorso che vede protagonisti Luigi Lo Cascio ed Elio Germano. L'opera ricostruisce il caso Braibanti, vale a dire la vicenda che negli Anni 60 vide imputato del reato di plagio un professore di cui si intendeva processare in qualche modo l'omosessualità. Termine, quest'ultimo, che all'epoca non veniva neanche [...] Vai alla recensione »