Anno | 2021 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Damiano D'Innocenzo, Fabio D'Innocenzo |
Attori | Elio Germano, Astrid Casali, Sara Ciocca, Maurizio Lastrico, Carlotta Gamba Federica Pala, Filippo Dini, Massimo Wertmüller. |
Uscita | giovedì 13 gennaio 2022 |
Tag | Da vedere 2021 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,40 su 37 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 11 gennaio 2022
Una storia d'amore e come tutte le storie d'amore quindi un thriller. Il film ha ottenuto 2 candidature e vinto un premio ai Nastri d'Argento, 3 candidature a David di Donatello, In Italia al Box Office America Latina ha incassato 652 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Latina oggi. Massimo Sisti è un dentista molto professionale sia con i pazienti che con le sue collaboratrici. Ha una bella famiglia (moglie e due figlie che sono al centro della sua vita), una villa molto ampia e immersa nel silenzio. In definitiva è un uomo socialmente arrivato grazie al proprio senso del lavoro e della serietà. In questo contesto, in un giorno qualsiasi, Massimo scende nel suo grande scantinato in cui incontra l'assurdo.
I fratelli D'Innocenzo sanno fare cinema. Con questo assunto si intende sottolineare che gli Autori (e loro lo stanno, film dopo film, diventando) sono quelli che non si adagiano su schemi ripetibili ma si impegnano nello spiazzare non solo il pubblico ma anche se stessi.
In questo film, di cui non andrebbe conosciuta una riga in più di trama di quelle scritte sopra, continuano a perseguire il percorso iniziato con La terra dell'abbastanza in cui mettevano a nudo l'appiattimento delle coscienze per proseguire poi con il pluripremiato Favolacce al cui centro c'era un maschio alfa interpretato da Elio Germano.
Il quale torna per dare corpo (e fiato) a un personaggio opposto, tutto regolatezza e comportamenti socialmente accettati ed accettabili. L'attore gli dà fiato nel senso che il suo respiro, che diviene man mano sempre più teso, si amplifica rimanendo sempre auditivamente in primo piano mentre la macchina da presa ne esplora da distanza più che ravvicinata le espressioni. La cantina, che come la soffitta è un luogo deputato (e spesso scontato) dell'horror, qui assume la dimensione dell'interiorità, del lato nascosto e in ombra di una personalità apparentemente strutturata e non scalfibile.
Quello spazio fa parte di una casa che è emblema di uno status symbol, nonché di centro di affetti, nella quale possiamo osservare Massimo guardandolo da fuori, quasi che quelle vetrate lo potessero proteggere da quell'anima nera che, una volta emersa, non potrà consentirgli di fingere che non ci sia.
I D'Innocenzo partono dal buio di una coscienza per esplorare se vi sia la possibilità che una luce possa farvi breccia. Non danno però (come non hanno mai preteso di dare) delle risposte, chiedendo (ma anche qui non imponendo) ad ognuno una decodifica di una storia che ha l'innegabile pregio di suscitare reazioni, evitando quindi il maggiore pericolo di un'opera dell'ingegno: lasciare indifferenti.
Film claustrofobico, alienante, inquadrature aguzze, taglienti, dialoghi scarnificati all'estremo, primissimi piani invasivi, soffocanti, da apnea. Manca il respiro tra il non detto e il dettaglio, è un viaggio scomodo nella mente del protagonista, disgregata, dissociata, una discesa inesorabile e sconcertante, un tunnel nel quale si agogna di intravedere una luce.
Di Pacifico Arsenio America Latina, nell’opera cinematografica dei poeti D’Innocenzo, è ciò che meglio di ogni altro ne rappresenta la corrente "romantica". Epitome di tutta la loro fase attuale è la sublime visione/allucinazione del film che fonde medievale, gotico e futurista in un fantastico volo di fantasia, tra dettagli, squarci luminosi, un cromatismo [...] Vai alla recensione »
Anche questa volta i fratelli D’innocenzo hanno colpito e affondato. Questa è una storiaccia di una pseudo famiglia con padre malato, madre stupida, figlie innocenti e un contesto ambientale fuori tempo in un non luogo. Una storiaccia n. 2 ,a seguito della Favolaccia n. 1 ovvero il film precedente. Si chiarisce almeno così sembra, il tema narrativo dei film dei [...] Vai alla recensione »
Anche in questa recensione sarò di parte, già lo ammetto, ma sono una grande sostenitrice dei lavori dei fratelli D’Innocenzo e speravo vivamente di non rimanere delusa dal loro ultimo film. Grazie al cielo non è successo. Parto subito col dire che non ho trovato un singolo difetto a questo lavoro; probabilmente per la motivazione sopracitata.
I D’Innocenzo scandagliano in modo sottile l’anima fragile di un uomo comune, servendosi di simbolismi e metafore. I registi realizzano un’opera ambigua e surreale affidando allo spettatore l’importantissimo compito di riempire l’opera con la propria sensibilità. La messa in scena è sublime. La regia regala delle sequenze indimenticabili che [...] Vai alla recensione »
Una splendida villa immersa nel verde lussureggiante di Latina e una famiglia che và d'amore e d'accordo,sono il perno principale attorno cui ruota l'esistenza del nostro protagonista.Un'esistenza in cui tutto sembra essere vissuto nella più assoluta normalità ed armonia,un'esistenza quasi perfetta.Massimo è un uomo per bene,riverente e rigoroso sia con [...] Vai alla recensione »
I fratelli D’Innocenzo proseguono il loro personale discorso sulla famiglia, (dopo l’ottimo esordio ne ‘La Terra dell’abbastanza’ e il controverso ‘Favolacce’), in un thriller origniale, dai risvolti psicologici, ambientato a Latina. Il protagonista è Massimo, interpretato magistralmente da un’ispiratissimo Elio Germano, attore ormai di riferimento [...] Vai alla recensione »
La prima mia recensione è stata censurata, vediamo con la seconda... Film inguardabile, a tratti stomachevole, inutile, noioso, senza senso logico. Le recensioni su questo film lo disegnano come un capolavoro... Mentre è una ciofeca ! Le recensioni negative vengono censurate.. Scandaloso..! Volete passare un paio d'ore di relax o svago? Scegliete un altro film !!
Ho visto il film spinto dalle ottime recensioni ma mi rendo conto di non avere le capacità per apprezzarlo. In sintesi andate a vederlo solo se volete vivere due ore nella mente di uno psicopatico.
Il mio giudizio è che è un film brutto con primi piani esagerati, dialoghi inesistenti, colonna sonora solo stridula. Non mi è piaciuto per niente. Non andrò mai più a vedere un film di questi registi (!sic) Anche la mia amica con la quale siamo stati al cinema è del mio stesso parere. Aprirei un dibattito con chi dice che questo film è da vedere "assolutamente si".
Il film America Latina dei fratelli D’Innocenzo viene dedicato, lo scopriamo alla fine, a Valentina Pedicini. Pensavo si trattasse di un rispettoso ricordo per una ragazzina ferita a morte da uno psicopatico nel fiore degli anni. Invece no, si tratta di una talentuosa regista ghermita giovane dalla morte, che in quanto tale, non guarda in faccia a nessuno.
di una noia mortale, basterebbe ascoltare la colonna sonora per uscire di corsa dal cinema.I registi sono convinti che inquadrare a lungo mezzi volti sia una figata..boh.Purtroppo devo dare una stella altrimenti non fa media. Comunque la sensazione principale che ho avuto è di essere preso per i fondelli.
I fratelli D'Innocenzo mortificano di nuovo il loro talento visivo con una sceneggiatura piatta ed elementare. Esaurite presto le cartucce da sparare, il film comincia ad avvitarsi su se stesso provocando un senso di noia e fastidio che le varie citazioni cinematografiche non servono ad attenuare. Di nuovo uno spiegone finale (come in Favolacce), svela la debolezza drammaturgica e rende  [...] Vai alla recensione »
UNO DEI FILM PIU' BRUTTI DEGLI ULTIMI 10 ANNI (SI SALVA SOLO L'INTERPRETAZIONE DI GERMANO).SI VIVE UN'ORA E MEZZO NELLA TESTA DI UNO PSICOPATICO, NULLA DI PIU'. MI PIACEREBBE SAPERE SE CHI HA SCRITTO CHE E' UN FILM "ASSOLUTAMENTE DA VEDERE" L'ABBIA VISTO. NE DUBITO FORTEMENTE
Lento, soporifero, mal recitato tranne la parte del protagonista, regia mediocre assolutamente tra i film peggiori che ho visto in vita mia (e ne ho visti veramente tanti) assolutamente sconsigliato
Il film America Latina dei fratelli D’Innocenzo viene dedicato, lo scopriamo alla fine, a Valentina Pedicini. Pensavo si trattasse di un rispettoso ricordo per una ragazzina ferita a morte da uno psicopatico nel fiore degli anni. Invece no, si tratta di una talentuosa regista ghermita giovane dalla morte, che in quanto tale, non guarda in faccia a nessuno.
Un dentista quarantenne benestante, sposato con una donna adorabile e padre di due splendide adolescenti, si trova una mattina nello scantinato della sua villa una ragazzina malmenata, legata e imbavagliata. Come è arrivata lì? Qualcuno sta usando casa sua? Qualcuno gli vuol male? E’ lui che soffre di amnesie? Di allucinazioni? Non si può andare subito alla polizia, ovvio. [...] Vai alla recensione »
Il film America Latina dei fratelli D’Innocenzo viene dedicato, lo scopriamo alla fine, a Valentina Pedicini. Pensavo si trattasse di un rispettoso ricordo per una ragazzina ferita a morte da uno psicopatico nel fiore degli anni. Invece no, si tratta di una talentuosa regista ghermita giovane dalla morte, che in quanto tale, non guarda in faccia a nessuno.
Mai visto recensioni più fuorvianti ! Neppure le recensioni del pubblico sono veritiere si questo sito ! Davvero una delusione !Niente di questo film mi è piaciuto !Nulla che valga la minima pena di stare il tempo della proiezione a vederlo !No non sono un critico cinematografico e neppure un troglodita... Ho chiare e precise idee e non corrispondono con nessuna delle altre recensioni qui presenti.Film [...] Vai alla recensione »
Una trama affidata più all'acume dello spettatore che alla chiarezza di chi la propone. Come fosse un episodio di Montalbano, solamente la spiegazione finale scopre l'arcano e fornisce la verità di un racconto noioso, piatto e, per alcuni aspetti, improbabile. Nota positiva la recitazione di Elio Germano, ottima. Decisamente uno dei migliori attori cinematografici italiani [...] Vai alla recensione »
"America Latina ". Massimo è un dentista affermato, professionista benestante che vive con la sua famiglia in una villa bella ma isolata di Latina. Un giorno scendendo nella sua cantina fa un brutto ritrovamento. Da lì inizia un vorticoso crollo emotivo, esistenziale e di memoria. Il film ricorda molto "Parasite", film premio Oscar di qualche anno fa.
Un dentista quarantenne benestante, sposato con una donna adorabile e padre di due splendide adolescenti, si trova una mattina nello scantinato della sua villa una ragazzina malmenata, legata e imbavagliata. Come è arrivata lì? Qualcuno sta usando casa sua? Qualcuno gli vuol male? E’ lui che soffre di amnesie? Di allucinazioni? Non si può andare subito alla polizia, ovvio. [...] Vai alla recensione »
Il film inizia come un thriller di buona fattura. Un set up su una famiglia benestante di provincia. un uomo rispettabile. Poi la scoperta di una ragazza in cantina. Suspense. Ci si immagina chissà quali sviluppi, invece ci troviamo in una indagine nel buio della mente del proagonista, un Elio Germano sempre al massimo. Peccato che poi il film si perde in immagini estetizzanti che non portano [...] Vai alla recensione »
Un buon film dove emerge la grande interpretazione di Elio Germano. Trama che va da thriller a horror con implicazioni psicologiche forse troppo marcate. A volte il malessere è sottile prima di esplicitarsi. Purtroppo mi è sembrato un po' monocorde, nel senso che la trama ha percorso il filo dell'estraniamento graduale del protagonista fino al colpo di scena finale.
Che angoscia, e che noia! Non si abbandona la visione solo perché di vuol vedere come va a finire.
Questa volta no. Non mi trovo d'accordo con chi esalta i D'Innocenzo come autori di punta del cinema italiano, glissando sui macroscopici difetti di scrittura di un film che su questo fronte risulta davvero imbarazzante. Il cinema non è solo occhi e orecchie, che da America Latina escono (almeno in parte) gratificati. Un film è innanzitutto racconto, snodi, dialoghi.
La trama è incoerente, quello che dovrebbe essere il mistero si intuisce nei primi 20 minuti ( le tre donne sempre vestite di chiaro, la piscina in abbandono, il tutorial per imparare il pianoforte, le mazzate notturne che non svegliano nessuno, i dialoghi del cosiddetto protagonista ecc ecc ). Nota : Germano dovrebbe farsi doppiare o sottotitolare , sempre : farfuglia frasi a se stesso, recita in [...] Vai alla recensione »
Mi chiedo a chi serva fare un film del genere e a chi piaccia la sua visione. Una pira angoscia, nella noia di aspettare che succeda qualcosa, che giustifichi la fusione della fine del film.
mah...troppo poco approfondito il personaggio della bambina come è stata rapita o se è tutto nella mente del protagonista,come la famiglia inventata, il rapporto col padre causa del suo malessere,ma tra la verità e l'invenzione non è chiara la lettura,astrusa quindi la sceneggiatura, comunque degna di un thriller....alla fine cos'è la mente umana? un guazzabuglio [...] Vai alla recensione »
Meriterebbe 0 stelle. Film noioso e angosciante. Vuoto, lento. Non si riesce a salvare nulla. Avanguardia? Ma per carità. È solo cinema scadente.
B movie. Film che dice poco,approfondisce meno e non lascia nulla o quasi. Germano attore sfortunato, incappa quasi sempre in pellicole mediocri. Forse dovrebbe selezionare meglio.
ATTENZIONE: SPOILER... Oh, beh, non che ci sia tanto da spoilerare: a parte i primi minuti del film il tutto si esaurisce nella scena del Germano che scopre la ragazzina nella sua cantina. Chiunque, a quel punto, sarebbe andato/a a chiamare Polizia e Croce Rossa. Lui no: lui vuol capire, investigare, scrutare. Non leva dalla condizione assurda e spietata di prigionia la giovane, no: la lascia [...] Vai alla recensione »
Massimo Sisti è un dentista di Latina con una bella villa, una famiglia, composta da due figlie e una moglie, e una vita tranquilla. Una sera scendendo nella cantina di casa si accorge che ad attenderlo c’è qualche cosa di assolutamente inatteso. Ancora Elio Germano e ancora, e come spesso gli capita, a farla da padrone nel ruolo di protagonista, per la seconda volta in [...] Vai alla recensione »
Film quasi insopportabile all'inizio: monotono , noioso, ripetitivo. Poi qualcosa progressivamente entra dentro di noi e diventiamo sempre più partecipi della discesa del protagonista nel buio della propria coscienza. La rappresentazione della follia è resa perfettamente dalla recitazione di Elio Germano che riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Considerato che i manicomi sono chiusi grazie al Dott.Basaglia, film da discutere, a mio parere, esclusivamente nei centri di Igiene Mentale. Ove sarebbe raccomandabile un ricovero per chi ha concepito il film.
"America Latina" è un film che lascia uno spettatore con un senso di confusione e curiosità. La cosa più notevole del film potrebbe essere la sua brevità. Se fosse durato di più, avrebbe potuto risultare eccessivamente angosciante e noioso. Il titolo stesso, "America Latina", rimane un mistero durante tutto il film poiché l'ambientazione e la trama sembrano disconnesse dalla regione geografica suggerita [...] Vai alla recensione »
I fratelli D'Innocenzo scelgono di dedicarsi interamente ai travagli e ai deliri psicologici del protagonista tralasciando completamente la critica sociale che tanto avevo ammirato nei due film precedenti. Ne esce comunque un film godibile e non troppo scontato in cui un bravo Elio Germano mette in mostra una sofferenza credibile. La desolazione dell'ambiente come specchio della solitudine. [...] Vai alla recensione »
Vedetelo al cinema, sul grande schermo, come ho fatto io (c'erano registi e attori in sala, che emozione) vi trasporterà in un'altra dimensione. Un film che fa paura, provoca terrore anche nelle scene più quiete perché l'atmosfera che crea è malata e malsana. C'è una piscina che è simbolo di tutto il film: qualcosa di calmo e di bello pronto [...] Vai alla recensione »
Visto alla prima di Venezia assieme al cast e agli attori... un film al cardiopalma, non ti lascia mai. E.Germano pazzesco, regia d'altri tempi
Ripensare giorni a un racconto, una scena, uno snodo, e cambiare ogni volta punto di vista, sguardo sulle cose. Questo fanno i grandi film e America Latina è uno di questi. In confronto Favolacce è una commedia ma fidatevi, vale la pena soffrire davanti allo schermo, davanti a UN ELIO GERMANO GIGANTESCO NELLA RECITAZIONE di un uomo che ha smarrito l'identità.
Complesso e ambiguo, somiglia più ad un opera visiva che a un film, dividerà di certo perché sfuggente e inadempiente ad alcune regole del cinema odierno, il cinema che Amo è anche questo
Elio Germano. Il nostro attore più grande ci regala una performance camaleontica e indimenticabile come il Joker di Phoenix. Ma senza trucco. E senza inganno, perché in america latina (il film) tutto ruota sul concetto di realistico, di plausibile, senza escamotage socio-politiche e pseudo intellettuale, perché la storia è tutta tra la testa e lo stomaco.
Attenzione, contiene spoiler, e tutta la produzione del film ha raccomandato la segretezza dell'opera. A ragione. Provo a spiegarvi perché. Cos'è il cinema? E cos'è il cinema italiano? Ce ne raccontano una parte i fratelli gemelli Damiano e Fabio D'innocenzo, che nemmeno trentenni sfornano in un anno due film che basterebbe a rendere qualsiasi filmografia ammirevole. [...] Vai alla recensione »
Se durasse di più sarebbe 10 su 10. Ho come la sensazione che potrebbero farci il remake in America con Leonardo di Caprio rasato come Elio Germano. Film della purezza di un diamante. Fiero di essere italiano
Visto in Sala Darsena, giudizio finale: molto poco splatter per fortuna, molto yuppy, molto sopralerighe, molto poetico, molto tutto…
Un thriller magnifico, etereo, che gioca col vero e il falso, il reale e l'immaginato
Già questo non mi è chiaro, tanto per cominciare. Dialettica, dicono. Vorrei capire, se c'è da capire. Film compiuto, perfetto, distillato per un cinema in purezza. Non vado oltre nella critica, superflua nel rigoglio dei commenti, rischiosa nel mio caso, con Favolacce mi fecero... nero. Il linguaggio mi intriga. L'espressione.
Premessa doverosa: il film dei gemelli D'innocenzo con protagonista assoluto (è in ogni scena) Elio Germano non è né una storia d'amore ne un thriller. Il poster e la stampa non ce la raccontano giusta. È un racconto imprendibile che saccheggia da Dracula, Old Boy, Il Sospetto. La domanda classica dei film americani del genere è 'cosa succederà?' [...] Vai alla recensione »
Il protagonista di America Latina è Massimo Sisti (interpretato da uno strabiliante Elio Germano), il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. ?All’apparenza la sua vita sembra perfetta: un lavoro di tutto rispetto, una grande villa e una famiglia che lo ama.?Ben presto, però, emergono tutte le sfumature di quella che capiamo essere una persona sensibile, fragile ed insicura.
Dopo il realismo del loro film d’esordio, La terra dell’abbastanza (guarda la video recensione), e dopo essersi avventurati nei sentieri di una fiaba nera come Favolacce (guarda la video recensione), Damiano e Fabio D’Innocenzo firmano la loro terza opera, America Latina, disponibile in streaming su CHILI - un film che ha il pregio di interrogarsi, e di mettersi in discussione, su molteplici piani di riflessione.
Massimo Sisti è un dentista estremamente professionale e cordiale. Vive in una grande villa con la moglie Alessandra e le due figlie, Ilenia e Laura. La sua sembra una vita tranquilla, perfettamente bilanciata tra la soddisfazione di una notevole carriera e l’amore per la sua famiglia. Proprio come sarebbe impossibile prevedere lo scoppio di una lampadina, Massimo non può immaginare quello che sta per succedere quando un giorno, nella cantina della sua bellissima casa, fa una scoperta sconcertante che stravolge la sua vita.
Nella locandina di America Latina, che invita all’interpretazione e stimola l’opinione, si potrebbe leggere un elemento sostanziale di ciò che il film vuole osservare: una rottura. Quando il protagonista scende in cantina, qualcosa nella sua mente si rompe, come una parete che si tinge di crepe e di fessure. Simile a uno squarcio che segna irrimediabilmente un vaso, quello che scava la mente del protagonista è uno strappo che fa emergere una personalità instabile e lacerata, sospesa tra due individualità che si allontanano l’una dall’altra. Massimo Sisti vede la sua immagine riflessa e sembra non riconoscerla, a tratti la ignora e arriva persino a disprezzarla. Su questo aspetto la regia agisce efficacemente sulla percezione del pubblico così come su quella del protagonista, in un gioco di specchi angosciante e opprimente.
La casa di Massimo, una villa appariscente che si eleva a simbolo di una vita agiata e benestante, cambia fin dalle sue fondamenta, arrivando a rappresentare ciò che più si avvicina alla coscienza del suo proprietario. Se esistono un soggiorno e una camera da letto, esiste anche un luogo, la cantina, nel quale dimora la parte più intimamente oscura e indecifrabile del protagonista, un territorio poco familiare e buio ma inevitabilmente vicino. Quello che il film mostra è una sorta di non luogo nel quale, come in una favola dell’orrore, ogni cosa non appare mai per quello che è realmente, dove anche la quotidianità resta sospesa tra sogno e realtà, tra tempo e spazio irreali e onirici, in un’interessante fusione di genere, principi e caratteristiche tecniche e artistiche.
Se in America Latina ad emergere è il tema del doppio, e ad apparire è il suo significato più psicologicamente intimo e destabilizzante, buona parte del merito è del protagonista, un Elio Germano perfetto interprete di un’instabilità crescente, capace di comunicare con le sensazioni del pubblico anche solo attraverso uno sguardo o un gesto. Buone anche le interpretazioni di Astrid Casali, di una giovanissima Sara Ciocca, di Massimo Wertmüller nei panni del padre di Massimo e di Maurizio Lastrico, fuori dai confini della commedia ma ugualmente a suo agio.
Una moglie e due figlie di splendente bellezza, la villa gigantesca stile narcotrafficante, uno studio dentistico dall' atmosfera celestiale, l' amico indebitato praticamente suo sosia e quel padre sprezzante che lo fa imprecare e piangere. L' odontoiatra Massimo Sisti (Elio Germano) sembra già sull' orlo dell' esaurimento nervoso quando trova qualcosa, o meglio qualcuno, di sconvolgente in cantina. [...] Vai alla recensione »
Proviamo a spostare la riflessione. E a evitare le secche tematiche della crisi dell'uomo e dello sbriciolamento del pensiero istituzionale. Mi pare che rispetto a La terra dell'abbastanza e Favolacce questo film alzi l'asticella estetica: finalmente l'iperformalismo di Damiano e Fabio D'Innocenzo si libera dell'argomento e trova il suo sfogo supremo.
Che immagine ci rimane alla fine di America Latina? Probabilmente, anche per via del poster, quella di un testa, di un cranio rasato osservato così tanto e così vicino da assumere tutt'altri connotati fino ad assomigliare quasi a un pianeta galleggiante. Una testa-mondo, frutto, come abbiamo accennato, di una sfigurazione dell'immagine, del suo corrompersi nello stravolgimento della prospettiva, che [...] Vai alla recensione »
"America Latina", terzo lungometraggio dei gemelli D'Innocenzo, dopo essere stato presentato in anteprima al Festival di Venezia, è in questi giorni nei cinema italiani. L'attesa pellicola racconta la cupa storia di Massimo (interpretato da Elio Germano), un affermato dentista destinato a scoprire un oscuro segreto celato nei sotterranei di casa sua, a Latina.
Una villa lussuosa ed eccentrica in mezzo al niente delle paludi pontine, una famiglia perfetta, tutta luce e pacata felicità, un segreto terribile nascosto in cantina e forse rimosso, di certo difficile da giustificare, anche solo da comprendere. E al centro di questo labirinto Massimo Sisti (Elio Germano), dentista sorridente e gentile, occhi buoni e mani pacate che cercano invano di suonare il pianoforte [...] Vai alla recensione »
Ci sono registi che non si fidano di noi spettatori. Che ci trattano come bambini. Che ci suggeriscono in continuazione non solo dove e cosa guardare ma anche cosa pensare. Che ci spiegano ogni minimo dettaglio dei loro film nel timore che da soli non siamo in grado di capire cosa volevano dire. Ce ne sono altri, invece, che ci trattano da adulti. Non ci dicono cosa dobbiamo guardare o pensare.
È impegnativo, il soggetto di America Latina (Italia e Francia, 2021, 90'). Al loro terzo lungometraggio, i trentatreenni Damiano e Fabio D' Innocenzo scelgono di raccontare una storia tutta interiore, che nasce e si sviluppa nella mente e nell' ombra di un personaggio. Dentista affermato - così suggerisce la splendida villa in cui abita con moglie e due figlie -, Massimo (Elio Germano) ha una certa [...] Vai alla recensione »
"America Latina" è il terzo film dei fratelli D'Innocenzo, dopo "La terra dell'abbastanza" (2018) e "Favolacce" (2020). Anche questo, come i precedenti, è girato alle porte di una città, ora Latina, prima Roma. La periferia sembra ai D'Innocenzo il luogo adeguato per registrare le pulsioni degli uomini d'oggi. Il punto da cui partono dei cerchi concentrici, che stringono al collo la società.
Poi dicono che i critici non servono più a niente: nel caso di Damiano e Fabio D' Innocenzo hanno coltivato tanto bene l' orgoglio e l' autostima dei registi gemelli che i giovanotti, alla prima battuta contraria, hanno reagito malissimo. Lo scambio di insulti è avvenuto su Twitter, dove le parole vagano in libertà. I gemelli registi sono andati giù pesanti, visto e considerato che fanno un mestiere [...] Vai alla recensione »
Dentista, con moglie e due figlie giovani, Massimo Sisti vive una vita apparentemente tranquilla. Finché un giorno scende nello scantinato della sua villa e scopre l'orrore. Fabio e Damiano D'Innocenzo stanno costruendo un loro percorso autoriale, di cui "La terra dell'abbastanza" e "Favolacce" hanno rappresentato i primi passi. Qui con "America latina", in concorso allo scorso festival di Venezia, [...] Vai alla recensione »
America latina è il terzo lungometraggio dei gemelli D' Innocenzo, astri nascenti del cinema italiano che lo hanno presentato in concorso all' ultima Mostra di Venezia ricevendo molte lodi e zero tituli. Tutto normale se non fosse per l' increscioso alterco sviluppatosi tra il più caliente della coppia e un recensore attivo su Instagram aspramente avverso: di qui nasce la raddoppiata responsabilità [...] Vai alla recensione »
Una silenziosa provincia, una grigia routine: tutto è sfumato, anche il dramma, nella vita di Massimo divisa fra ambulatorio odontoiatrico (è un dentista affermato con uno studio all'avanguardia) e famiglia, la sera al bar a conversare conl'amico di sempre, ubriacarsi e cercarsi una vita parallela, di fantasia, una via di fuga. Magari nella follia. La sua vita cambia a seguito di una scoperta inquietante [...] Vai alla recensione »
Dove può arrivare la perdita d'identità successiva alla ricerca di un modello vincente, performante, lo spiega bene "America Latina", già in concorso a Venezia 78, che i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo firmano dopo il successo di "Favolacce". Ancora una famiglia sullo sfondo, ma questa volta il protagonista è un uomo: Elio Germano, infatti, veste i panni di Massimo Sisti, titolare di uno studio [...] Vai alla recensione »
I due gemelli romani Damiano e Fabio D'Innocenzo, classe 1988, confezionano con "America latina" una storia fosca, desolata, ma sempre affascinante come i precedenti e premiati "La terra dell'abbastanza" e "Favolacce" (Orso d'argento a Berlino). Non è facile riassumere la storia, sia perché costruita sul filo di un continuo scambio di piani (tra realtà e allucinazione, tra cronaca e inconscio), sia [...] Vai alla recensione »
In una provincia di Latina talmente anonima che la dimentichi guardandola (tra bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità tropicale), va in scena la traiettoria umana di Massimo Sisti, un dentista affermato, con attitudine professionale ed onesta, brutta villa e bella famiglia. Un giorno scende nella cantina di casa e l'assurdo si insinua nella sua vita, rendendola un delirio popolato da presenze [...] Vai alla recensione »
Ha fatto discutere già prima di uscire America Latina, il terzo lungometraggio dei gemelli Fabio e Damiano D'Innocenzo, dal 13 gennaio nelle sale per Vision Distribution. E, al netto di eccessi e (anche gravi) scivoloni nella selva oscura dei social media, non è affatto un brutto segno. Ben venga, infatti, un cinema che non mette d'accordo tutti, magari per un azzardo in più sul piano stilistico o [...] Vai alla recensione »
« America Latina è un film sulla luce e per osservarla abbiamo scelto un punto di vista privilegiato, l' oscurità». Così i fratelli Damiano e Fabio D' Innocenzo definiscono la loro opera terza, affidata alla impressionante interpretazione di Elio Germano nei panni di Massimo Sisti, affermato dentista e amorevole padre di famiglia. Nonostante il pessimo rapporto con il genitore, che non perde occasione [...] Vai alla recensione »
A Latina, un dentista (il quasi sempre presente in scena Elio Germano), dalla vita apparentemente idilliaca con villa, moglie, due figlie e una birretta settimanale con l'amico del cuore, si ritrova in un incubo. Nella sua cantina è infatti rinchiuso un segreto, del quale lui non ricorda nulla. Amnesia? Allucinazione? Ci sono mistero e ambiguità nella terza opera dei fratelli D'Innocenzo, ma il thriller [...] Vai alla recensione »
Un'altra favolaccia dei d'Innocenzo, con villa-perno e disturbo allucinatorio: un dentista, una famiglia se c'è, e un prigioniero in cantina. Una delle vie possibili per abitare l'invisibile di una mente dissociata, nelle conseguenze tragiche. Nonostante il talento audiovisivo espressionista (drammaturgia dell'io), a volte compiaciuto, la fiducia dello spettatore frana quando il confine tra reale, [...] Vai alla recensione »
Nel titolo del film dei fratelli D' Innocenzo America Latina si trova già qualche indizio: «America» come luogo dove avvengono misteriosi ed efferati fatti di cronaca e «Latina» una delle città e province italiane più disastrate tanto occupare posti molto in basso nella classifica generale secondo tutti i parametri, dall' ambiente alla qualità della vita.
I fratelli D' Innocenzo sono tra i nomi più forti emersi nel nostro cinema nell' ultimo decennio. Da La terra dell' abbastanza a Favolacce , la loro forza di scrittura e di sguardo li ha affermati nei festival internazionali. È come se in questo film i registi depurassero i temi centrali del loro cinema (anzi forse il tema fondamentale: le difficoltà, la violenza, la tragedia dell' essere maschi) isolandoli [...] Vai alla recensione »
Tra i nomi che, negli ultimi anni, maggiormente hanno attirato l'attenzione all'interno del panorama cinematografico nostrano, vi sono indubbiamente i fratelli Fabio e Damiano D'Innocenzo, i quali, dopo un convincente esordio nel 2018 con La Terra dell'Abbastanza, alla Berlinale 2020 si sono aggiudicati addirittura il premio alla miglior sceneggiatura per Favolacce.
(Attenzione: spoiler). Alla Mostra di Venezia 2021 sono stati loro, il colpo di scena. Due giovani autori etichettati come post pasoliniani, come cantori di borgata, come indagatori del reale sociale, e un film che, in queste caselle, non ci entra per nulla. Delusione diffusa. Condanna. Eppure, il film con cui i fratelli sono stati consacrati, Favolacce, era il racconto di un narratore inaffidabile, [...] Vai alla recensione »
Non è facile, nel 2021, dire qualcosa di davvero nuovo o interessante in un settore inflazionato come quello del biopic sportivo. Il compito di Reinaldo Marcus Green - già regista degli apprezzati Joe Bell e Monsters and Men - era tuttavia in qualche modo agevolato: questo perché il soggetto di Una famiglia vincente - King Richard è sì il racconto di un'epopea sportiva, ma anche e soprattutto un dramma [...] Vai alla recensione »
I fratelli D'Innocenzo, probabilmente la realtà registica più interessante uscita in Italia negli ultimi cinque anni, sfoggiano il loro talento in modo coinvolgente, anche se, stavolta, non aprono nuovi orizzonti. America Latina è un thriller psicologico tagliente che offre a Elio Germano l'ennesima possibilità di brillare in un ruolo e in un'interpretazione viscerale.
A quasi due anni dall'acclamatissimo Favolacce, i fanciulli-prodigio Damiano e Fabio D'Innocenzo riemergono dall'oscurità della sala con una cronaca nera dai contorni surreali. Nel bene e nel male, America Latina ha già lasciato il segno: basta aprire Google e picchiettare la tastiera per essere investiti da un tripudio di commenti, invettive, pareri ululati da svariate testate.
Sono un case study, i D'Innocenzo: per come han giocato con la stampa, definiti next big thing, rivestiti da Gucci, addobbati d'una profondità che non hanno, non vogliono, ma lasciano comunicare. Autori dell'industria di oggi (marketing incluso). America Latina, accolto dalla stampa con fare deluso dal non riconoscerli (sono loro, il colpo di scena), è un film elementare, di superficie, basato su una [...] Vai alla recensione »
Un'altra favolaccia sulle colpe implicite dell'esistere da uomini su questa terra affamata di sazietà: Damiano e Fabio D'Innocenzo non mollano la presa e anche con America Latina (ultimo italiano in Concorso a Venezia 78) insistono sulla periferia del vivere, sui confini estremi della quotidianità, i margini di una forma di coscienza estrema, l'epidermide di una consapevolezza profonda che si traduce [...] Vai alla recensione »
Quinto e ultimo film italiano in Concorso, la terza opera dei fratelli d'Innocenzo sembra segnare, se non un vero e proprio passo indietro, almeno una pausa nel processo identificativo di una autorialità che resta coerente, ma che rispetto ai lavori precedenti si colloca su un piano di solipsistica elaborazione di un personaggio squilibrato, che forse ha compiuto azioni criminali e che vive costantemente [...] Vai alla recensione »
Misterioso è l' aggettivo che più ha accompagnato l' arrivo alla Mostra del cinema di Venezia di America Latina dei Fratelli D' Innocenzo. È stata diffusa una sola immagine della testa del protagonista sotto la doccia, niente trailer, niente sinossi, nessuna proiezione prima del festival per la stampa diversamente dagli altri quattro film italiani in concorso, niente di niente a parte la locandina [...] Vai alla recensione »
Damiano e Fabio D'Innocenzo hanno un pedigree da campioni. Sono passati solo tre anni da quel "La Terra dell'Abbastanza" che fece dei due - allora trentenni (sono gemelli) - la nuova promessa del nostro cinema. Nel 2020, con "Favolacce", è arrivato l'Orso d'argento per la sceneggiatura a Berlino. L'approdo a Venezia in concorso con "America Latina", quinto e ultimo titolo della pattuglia italiana, [...] Vai alla recensione »
L'edificio dell'immaginario dei fratelli D'Innocenzo è costruito su stanze che non necessariamente hanno bisogno di essere annodate strette al cinema: le raccolte di fotografie e poesie o script di gioventù, più tutta la cura riposta nei mille rivoli della propria lucidissima auto-rappresentazione, con una consapevolezza molto contemporanea (come ad esempio la fumosa comunicazione fatta intorno a [...] Vai alla recensione »
Dopo La terra dell'abbastanza (2018) e Favolacce (2020), i fratelli Damiano e Fabio D'Innocenzo portano l'opera terza, America Latina, in Concorso a Venezia. Di Favolacce, premiato per la sceneggiatura a Berlino, ritrovano Elio Germano, stavolta assoluto protagonista. Nella Latina contemporanea, incarna il dentista Massimo Sisti, professionale e gentile, l'amata moglie Alessandra e le figlie adorate [...] Vai alla recensione »
America Latina, terzo lungometraggio in tre anni e mezzo per i gemelli Damiano e Fabio D'Innocenzo, approda in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia quando oramai la kermesse lagunare si sta avvicinando al momento del commiato. Un momento a suo modo privilegiato, perché permette già di trarre delle seppur fugaci considerazioni sul lavoro compiuto dal comitato di selezione.
Parte con una nota spiritosa "America Latina", quinto e ultimo film italiano in gara qui alla Mostra. La tonante sigla musicale della Universal viene suonata con uno zufolo da pastori, e alla proiezione parecchi sorridono. Ma dura poco l'allegria. Perché i due gemelli romani Damiano e Fabio D'Innocenzo, classe 1988, confezionano una storia ancora più fosca e desolata di quanto fatto con "La terra dell'abbas [...] Vai alla recensione »
America Latina dei fratelli D'Innocenzo, quinto film italiano in concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, è il titolo di punta tra quelli presentati oggi al Lido. Alla loro terza opera i gemelli di Tor Bella Monaca scelgono di nuovo come protagonista Elio Germano e ambientano la storia nella zona sud, un tempo paludosa, della Capitale. Qui vive, in una villa isolata, Massimo Sisti (un [...] Vai alla recensione »