Anno | 2022 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Ucraina |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Antonio Lukich |
Attori | Amil Nasirov, Ramil Nasirov, Lyudmyla Sachenko, Anna Alsheva . |
MYmonetro | 3,47 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 7 settembre 2022
Due gemelli devono fare i conti con il padre in fin di vita. Affronteranno la situazione in maniera opposta.
CONSIGLIATO SÌ
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Ucraina. Due gemelli crescono sotto la guida della madre perché il padre, probabilmente implicato in attività non proprio legali, è scomparso. Quando arriva dal Consolato Ucraino in Lussemburgo la notizia che l'uomo è stato trovato ed è in fin di vita uno dei due, Kolya, lo vuole raggiungere perché è cresciuto aspettando questa occasione. L'altro, Vasily, lo ritiene un poco di buono e non ha alcun interesse nel rivederlo.
Un film che ci permette di conoscere un' Ucraina ante guerra e pertanto molto diversa da quella che le cronache ci hanno purtroppo presentato in questi mesi.
Non è facile sostenere i tempi giusti di una commedia amara riuscendo al contempo a delineare in modo brillante e con abbondanza di dettagli non solo due caratteri ma anche una società. È quello che riesce ad Antonio Lukich in un film in cui anche l'uso della voce narrante non risulta disturbante come invece spesso accade altrove. Forse perché, come è accaduto in diversi altri film della Mostra di Venezia numero 90, è presente un fondo di autobiografia dato che il padre del regista è morto lontano dal figlio dopo averlo incontrato poche volte perché continuamente in fuga. Likich si avvale dei due gemelli che si assomigliano fisicamente ma non potrebbero essere più diversi. Uno è un poliziotto in attesa di promozione con una giovane moglie che gli rimprovera la sua mancanza di aspirazioni. L'altro è un'autista d'autobus che si trova spesso, quasi anche senza volerlo, a camminare sul sottile filo dell'illegalità fino a quando accade una situazione che lo mette in guai che lui peggiora piuttosto che risolverli. Questo permette alla sceneggiatura di presentarci due mondi in parte contrapposti e non unificati da una madre che vede purtroppo in Kolya una copia del marito. Il Lussemburgo del titolo diventa un luogo quasi mitico in cui si può immaginare una vita diversa da quella quotidiana, un Eldorado in cui, per il figlio affezionato, chi se ne è andato ora vive (o sta lasciando questa terra) nell'abbondanza. È tristissimo dirlo ma il conflitto e l'aggressione dell'Ucraina stanno permettendo al pubblico di conoscere meglio una cinematografia che solo raramente riusciva a passare, nei festival, i confini nazionali. Possiamo così cercare di capire ancora meglio quel popolo grazie a film come questo che sono indubbiamente 'locali' (e quindi precisi nel descrivere quelle dinamiche sociali) ma anche universali. La domanda che qui ci si pone sull'attrazione che possono esercitare le figure parentali assenti tocca tutti quelli che la vivono o l'hanno vissuta. Non importa a quale latitudine.
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Antonio Lukic incarna un paio di "miracoli" del cinema ucraino contemporaneo. Innanzitutto fa commedie (e le fa bene), pur in un paese sottoposto ad un'occupazione militare, in cui si potrebbero ipotizzare i talenti creativi concentrati esclusivamente sulla pressante, tragica attualità: si ricordi il suo esordio nel lungometraggio di fiction My Thoughts Are Silent, in cui si delineava in modo ondivago [...] Vai alla recensione »