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Francamente ci andrei cauto sul considerare questo film di Moretti un capolavoro. Innanzitutto è il solito film nel film che si fa di solito quando si hanno poche idee nella sceneggiatura. Francamente dei grandi registi tipo Fellini che hanno per primo fatto ciò in completo disaccordo con l'allora neorealismo imperante francamente non ho visto traccia se non timidi sussulti e che in alcuni casi con la trovata del circo rimangono anche un pò troppo diretti come richiamo.
Meglio forse la novità del musicale che irrompe come un'autentica novità nella filmologia di Moretti densa sempre di un verbalismo spesso nevrotico e che in questo fim serve a dare un impronta di leggerezza e che è anche vita e piacere di vivere.
Sul resto, riferendomi al comunismo è inutile che mi dilungo, io non la penso come Moretti che è ancora parte attiva, seppur meno addolorato e disfatto come dimostrato con questo film, di una certa frangia radical chic che ancora, ahimè , non sa fare bene i conti con il passato 68 e rimane, ahimè, con in testa un'idea poco ragionevole, allora come oggi, di rivoluzione che non si è riusciti a far propria: e menomale perchè era e rimane un'idea poco ragionevole che non vale rilanciare oggi nemmeno sul piano dei sogni.
Se volessimo fare una storia con i se, dopo la crisi dell'impero sovietico,se si fosse andati oltre in un certo comunismo seppur libertario e senza un'adeguata ritirata, forse il paese ne avrebbe tratto grandi e inimmaginalbili svantaggi altro che marcia felice verso un futuro di prosperità e felicità.
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