Uno dei volti più rappresentativi del cinema d'autore italiano contemporaneo, Silvio Orlando è un attore versatile che si attiene sempre a una recitazione sobria e misurata, pur plasmando la propria personalità a seconda del personaggio che deve interpretare. La presenza del suo nome nel cast di un film assicura qualità di sceneggiatura; ripercorrendo la carriera dell'attore, poche sono le pellicole non riuscite, molti i successi che raggiungono non solo un pubblico colto ma anche quello più popolare che ama tanto i suoi insicuri personaggi presi dalla quotidianità.
I suoi debutti tra teatro, tv e cinema
Esordisce nel teatro napoletano dei primi anni Ottanta e inizia a lavorare anche in tv, ma è Gabriele Salvatores a offrirgli le migliori occasioni sul palcoscenico e a portarlo poi al cinema, con un piccolo ruolo in Kamikazen - Ultima notte a Milano (1987). Sul grande schermo si rivela in Il portaborse di Daniele Luchetti, dove interpreta un professore idealista contrapposto al politico corrotto Nanni Moretti. Per la regia di quest'ultimo recita spesso in ruoli minori ma sempre ben caratterizzati da essere strepitosi (è anche se stesso in Aprile).
La sua carriera decolla con La scuola
Dopo La settimana della sfinge (1990) e Arriva la bufera (1992) di Luchetti, ritorna in La scuola (1995) diretto dallo stesso regista, dove interpreta uno dei ruoli più conosciuti, un disilluso professore di liceo della periferia romana che ama i suoi studenti più delle beghe burocratiche, prototipo di tanti piccoli uomini tutt'altro che affascinanti e perfetti, ma positivi nel loro rapporto con il mondo. Straordinario in Ferie d'agosto (1996) di Paolo Virzì, dove è il marito di una nervosa Laura Morante, genitori di una famiglia di sinistra che si ritrova a condividere le vacanze con dei vicini più volgari e sbruffoni, di un'altra classe sociale.
Da un ruolo all'altro
Orlando è un ottimo interprete di vizi e virtù dell'uomo medio e affronta bene un altro strampalato insegnante in Auguri professore (1997) di Riccardo Milani, per poi arrivare ad incarnare anche il caso estremo di un dentista alle prese con una storia d'amore impossibile nel bellissimo Un'altra vita (1992) di Carlo Mazzacurati, autore con il quale lavorerà anche in Vesna va veloce (1996) con Antonio Albanese e Tereza Zajickova.
Dopo la fortunata quanto surreale esperienza de I magi randagi, film diretto da Sergio Citti, con l'ipocondriaco egoista di Fuori dal mondo (1999) di Giuseppe Piccioni, cerca di evadere dai soliti ruoli di "simpatico", in direzione di personaggi più ambigui, spesso più interessanti (il padre di Preferisco il rumore del mare di Mimmo Calopresti è l'esempio migliore della versatilità recitativa di Orlando). Sa essere anche esplicitamente sgradevole in Luce dei miei occhi, seconda collaborazione con Piccioni al fianco di Luigi Lo Cascio e Sandra Ceccarelli.
Il sodalizio con Nanni Moretti
Con il nuovo millennio si apre per l'attore un periodo fortunato che colleziona successi uno dietro l'altro: è un paziente dello psicanalista Nanni Moretti (con il quale aveva già lavorato in passato in Palombella rossa e Aprile) nel lacerante La stanza del figlio, film vincitore della Palma d'oro a Cannes 2001, è nell'ottimo El Alamein (2002) di Enzo Monteleone che racconta la tragica vicenda della disfatta dell'esercito italiano durante la seconda guerra mondiale, è nel lussuoso, alto nelle scenografie ma anche nei contenuti, Il Consiglio d'Egitto (2002) di Emidio Greco e si inserisce nel mondo operaio ne Il posto dell'anima (2003) di Riccardo Milani.
Ma la vera rivelazione è ne Il caimano (2006) diretto dall'amico Moretti, con il quale ha costruito negli anni un sodalizio artistico importante che ha dato il giusto tono, in questo caso, alla figura di un produttore in crisi che, dopo alcuni successi trash che portano il titolo di Cata-ratte o Stivaloni sporconi, si ritrova ad affrontare la realizzazione di un film provocatorio e importante, incentrato sulla politica dell'Innominabile Berlusconi. Nel 2008 è nuovamente sul set di Antonello Grimaldi (che lo aveva già diretto nel corale Il cielo è sempre più blu, 1996) per la trasposizione cinematografica di un romanzo di Sandro Veronesi, che porta l'omonimo titolo di Caos calmo, dove affianca Moretti in una storia intensa ed emozionante che, nel raccontare l'elaborazione di un lutto, crea un bellissimo omaggio alla vita.
Con il film di Avati trionfa a Venezia
Grazie alla straordinaria interpretazione che offre nel film di Pupi Avati Il papà di Giovanna, nel 2008 vince la Coppa Volpi come Miglior Attore alla Mostra del Cinema di Venezia.
I lavori più recenti
Nel 2009 è tra i protagonisti del corale Ex di Fausto Brizzi, dove interpreta un ruolo di un giudice divorzista. Nel 2010 lo ritroviamo invece a battibeccarsi con Luciana Littizzetto in Genitori & Figli :) Agitare bene prima dell'uso di Giovanni Veronesi e nei panni del regista inconcludente Gianni Dubois, protagonista de La passione di Carlo Mazzacurati, pellicola presentata in concorso alla 67. Mostra del Cinema di Venezia. L'anno successivo è il protagonista della commedia Missione di Pace, nel quale recita nuovamente al fianco di Alba Rohrwacher ed è diretto da Francesco Lagi. Seguono poi, tutti nel 2013, La variabile umana, Un castello in Italia e La sedia della felicità, ultimo lavoro del regista Carlo Mazzacurati.
In seguito sarà l'idealista sindaco di un paesino sperduto della Lucania in Un paese quasi perfetto di Massimo Gaudioso. Nel 2020 è al cinema nel film Lacci di Daniele Luchetti, mentre nel 2021 è diretto da Roberto Andò ne Il bambino nascosto e da Leonardo di Costanzo in Ariaferma, film grazie al quale conquista il David di Donatello come miglior attore protagonista. Nel 2022 è invece uno dei protagonisti del film corale di Paolo Virzì Siccità e nel 2023 è diretto da Nanni Moretti ne Il sol dell'avvenire. L'anno successivo è diretto da Virzì in Un altro Ferragosto e nel 2024 è in Parthenope di Sorrentino.