Titolo originale | The New Pope |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA, Italia |
Regia di | Paolo Sorrentino |
Attori | Jude Law, Stefano Accorsi, Javier Cámara, Mark Ivanir, John Malkovich Silvio Orlando, Sharon Stone, Mitchell Mullen, J. David Hinze, Cécile De France, Massimo Ghini, Henry Goodman, Maurizio Lombardi, Francesca Cutolo. |
Uscita | lunedì 13 gennaio 2020 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,28 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 2 ottobre 2024
Paolo Sorrentino dirige una nuova serie tv ambientata nei corridoi del Vaticano. In Italia al Box Office The New Pope ha incassato nelle prime 4 settimane di programmazione 4,8 mila euro e 1,6 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Papa Pio XIII, ossia il primo pontefice americano Lenny Belardo, è in coma ormai da mesi, dopo il collasso avuto a Venezia e vari trapianti di cuore. Il cardinale Voiello, consigliato dall'astuto e misterioso Bauer, si lascia convincere a indire un Conclave per eleggere un nuovo Papa. Le elezioni non vanno però come si aspetta e per non cedere l'incarico a un suo nemico, finisce per affidarlo a un uomo inadeguato, che sarà per altro travolto dal potere. Urge quindi porre rimedio con un ulteriore nuovo Papa e l'unico candidato accettabile sembra essere Sir John Brannox, che nasconde però più di un segreto ed è segnato da un grande dolore. Come se non bastasse il Califfato minaccia una guerra santa e un gruppo di fedeli sta scivolando verso il fanatismo e l'idolatria di Pio XIII.
Per certi aspetti The New Pope interpreta la divisione nell'attuale Chiesa, inoltre propone una visione del clero guidato dalla tolleranza senza esagerare con l'accoglienza e da una modernità che non perda però il mistero.
Una visione insomma largamente condivisibile dove i due Papa di Sorrentino sono personaggi del tutto originali, che nulla hanno a che vedere con Bergoglio o Ratzinger. Al contrario di quei pochi che rimpiangono Papa Benedetto II, i fanatici di Pio XIII sono da subito dipinti con una minaccia palpabile. Cosa faranno quando Lenny si riprenderà? (Questa è una cosa ovvia e già presente nei trailer, quindi non lo si consideri uno spoiler)
La sinistra presenza di una sorta di setta di Lenny Belardo è presente fin dal principio di The New Pope e cresce di episodio in episodio, come una sottotrama destinata a un compimento, secondo le modalità della narrazione seriale, che questa volta sono applicate anziché rifiutate come in The Young Pope.
Probabilmente questo cambiamento è dovuto anche alla collaborazione alla scrittura di Stefano Bises, che sostituisce Stefano Rulli al fianco della solita coppia costituita da Paolo Sorrentino e Umberto Contarello. Bises, che da anni lavora su serie di lungo respiro, ha per lo meno aiutato a rendere il racconto più strutturato e meno ondivago del precedente, con un intrigo più compiuto. Il confronto tra i due Papa però si farà attendere, rimanendo nell'aria come qualcosa di ineluttabile, destinato ad arrivare nel momento più critico. La serie è dunque largamente sulle spalle di un ottimo John Malkovich nei panni di Sir John Brannox: di ricca famiglia inglese ha atteggiamenti dandy e una profonda tristezza, forse dovuta alla colpa per cui i genitori non gli rivolgono la parola da anni, mentre continuano a piangere lungamente il suo gemello, morto da ragazzo. Come Lenny ricordava i genitori che lo avevano lasciato, e che apparivano in vari flashback, così il gemello Adam riaffiora spesso tra le memorie di Brannox.
Il suo papato cerca la moderazione e vuole neutralizzare - senza però cacciare - i pedofili nella Chiesa, che deve essere pura e allo stesso tempo caritatevole. Sorrentino e gli altri autori danno un ruolo alle suore, che rivendicano diritti come anche le donne fuori dalla Chiesa. Sono capitanate dalla combattiva suor Lisette, ma la vera minaccia per Brannox e il cardinale Vioiello è un'altra: un trittico di corrotti che rappresentano gli affari, lo stato e il lato oscuro della Chiesa stessa, incarnato da un Cardinale con il volto di Massimo Ghini.
La presenza di villain così netti è un'altra novità, che conferisce alla serie una maggior chiarezza, ma pure una certa prevedibilità, anche perché il loro intrigo è risolto senza sorprese. Più interessante invece il ruolo di altre due donne: Esther, che rimase incinta per il "miracolo" di Pio XIII ma ora è sola e in difficoltà economiche, e Sofia Dubois, a capo del marketing della Santa Sede e guardata con affetto dal nuovo Papa. Sono interpretate da due attrici francesi che tornano da The Young Pope: Ludivine Sagnier e Cécile de France, a hanno quest'anno molto più peso nella storia. Il vero protagonista è però Silvio Orlando nei panni del Cardinale Voiello, che assume il ruolo di eminenza grigia e gestisce una crisi dopo l'altra.
Sorrentino, regista di tutti e nove gli episodi, rimane riconoscibilissimo fin dai titoli di testa, che nei primi episodi vedono suore di clausura ballare, sotto un enorme crocifisso al neon, il brano dance di Sofi Tukker "Good Time Girl". La sua macchina da presa si muove sempre sinuosa tra sale maestose e tableaux vivant a base di cardinali e fedeli in posa, ma la serie è meno estetizzante della precedente e con più sostanza. I dialoghi non mancano delle solite frasi effetto di Sorrentino e Contarello, con tanto di elucubrazioni sull'amore, sulla fede, sulla passione e chi più ne ha più ne metta, ma declinano pure psicologie con cui è molto più facile entrare in sintonia rispetto al "Papa giovane". Nonostante le novità e la minor originalità, la serie non dovrebbe scontentare i "fedeli" della precedente e potrebbe anche guadagnarne di nuovi.
Pio XIII è in coma. E dopo una parentesi tanto imprevedibile quanto misteriosa, il Segretario di Stato Voiello riesce nell’impresa di far salire al soglio pontificio Sir John Brannox, un aristocratico inglese moderato, affascinante e sofisticato che prende il nome di Giovanni Paolo III. Il nuovo Papa sembra perfetto, ma cela fragilità e segreti. E capisce subito che sarà difficile prendere il posto del carismatico Pio XIII: sospeso tra la vita e la morte Lenny Belardo è diventato un Santo e sono ormai migliaia i fedeli che lo idolatrano alimentando un contrasto tra i fondamentalismi.
La presentazione degli episodi 2 e 7 della nuova serie diretta da Paolo Sorrentino pur non consentendo, ovviamente, una valutazione esaustiva mostra già diversi elementi che rivelano, al contempo, continuità con la stagione precedente ma anche novità di scrittura e messa in scena.
Nelle note di regia Sorrentino scrive: “The New Pope esplora l’ambizione di due grandi Papi: essere dimenticati. Veri servi di Dio, hanno bisogno di sbiadire, per lasciar fiorire e brillare il nitore della fede e della pace. L’utopia della purezza. Questa è l’essenza della loro maestosa religiosità. L’ambizione del loro cammino.” Evitando il più possibile di fare spoiler si può dire che in questa nuova stagione Sorrentino, Contarello e Bises (alla sceneggiatura) sono consapevoli di non aver più bisogno di ‘stupire’ e, al contempo, sanno che il rischio di ripetersi o di non avere sufficiente materiale per proseguire è dietro l’angolo. Alla prova della visione emerge che non si trova traccia né di ripetizioni né di vuoti di ispirazione. Anzi, semmai il contrario. Si innestano tematiche sociali e politiche (immigrazione, jihad, sessualità in ambito ecclesiale) ma soprattutto ci si libera di alcuni barocchismi per dare spazio a uno sguardo nel profondo delle tematiche che toccano il rapporto tra umano e divino. Non è più il ruolo del Sommo Pontefice a dominare la scena ma il modo in cui ognuno si trova a confrontarsi con i grandi temi dell’esistenza.
Sorrentino non rinuncia a lavorare su spazi che spesso contribuiscono in modo determinante alla narrazione ma lo fa immergendovi i personaggi con un controllo assoluto che, proprio perché così totalizzante, fa emergere (si potrebbe dire ancor più che nella prima stagione) l’altissimo livello di partecipazione anche emotiva (nell’apparentemente ‘freddo’ Sorrentino). Lo sguardo, spesso tagliente e quasi chirurgico dei primi dieci episodi, ha lasciato spazio a un sentire che non teme di sciogliersi in commozione con la certezza che comunque la retorica non ha diritto di accesso nel Vaticano sorrentiniano.
Continuare sulla falsariga della prima serie sarebbe stato senz'altro inaccettabile per un grande creativo come Sorrentino, ma questa serie non ha una chiave di lettura, e si trascina in modo stanco, noioso e molto ripetitivo. Sempre spettacolare la coreografia, sembra di stare in una rivista patinata di arredi, l'unica cosa che salverei. Ben altro spessore avevano i personaggi della prima [...] Vai alla recensione »
Nel 2001 ho visto il primo film di Paolo Sorrentino, “ L’uomo in più”. Per me fu una rivelazione anche se aveva incastrato due storie in un solo film per paura che fosse il primo e ultimo. Raccontava la storia intrecciata di Antonio Pisapia, un calciatore come Di Bartolomei (della Roma) e Tony Pisapia, un cantante caduto in disgrazia.
Siamo alle prime 4 puntate, è arrivato anche Manson, ci sono spunti interessanti, ma. Rispetto alla prima stagione, si enfatizzano troppo i vizi del clero, talmente tanto da risultare quasi fastidioso per la continua ripetitività; il sesso è troppo presente, quando basterebbe un accenno che vale mille immagini. Anche la fotografia, troppo enfatizzata assieme alla voglia di stupire [...] Vai alla recensione »
E' praticamente un assioma: anche la più riuscita tra le serie TV non "spacca" mai oltre la prima stagione: ad ogni annata si vola sempre più basso, trascinati dall'abitudine o dalla mancanza di progettualità. Sorrentino non fa eccezione e ci consegna un'inutile seconda stagione di "The young pope" all'insegna dell'improvvisazione, del cazzeggio [...] Vai alla recensione »
Un prodotto appena passabile recitato benissimo da un cast di grandissimi attori(su tutti svetta come per la prima serie Silvio Orlando). Serie televisiva lenta,vuota e infarcita di scene di sesso e scenografie molto belle che tengono alta l'attenzione dello spettatore medio. Si enfatizza troppo sui vizietti del clero e molte cose che vengono narrate non hanno niente a che fare con la chiesa stessa [...] Vai alla recensione »
La prima serie mi era piaciuta. Questa invece nonostante non sia religiosa e cattolica, mi disturba vedere molte scene che reputo inutili. Cosa vuol dimostrare Sorrentino con i balletti di suore "stile lapdance o palo" ? e questo voler mostrare ovunque nudita' e sesso? . Sembra che voglia stupire il pubblico con parti di cui basterebbe un accenno per far capire [...] Vai alla recensione »
Sorprendente e stupefacente la sensazione che mi risulta alla fine dei titoli di coda, degli episodi di New Pope proiettati in anteprima nei cinema dopo la presentazione a Venezia .Prevale anche una dose di sconcerto nella visione netta e chiara di Sorrentino nel considerare il clero e la chiesa cattolica un coacervo di figure al limite dell’umano , ma non intese come [...] Vai alla recensione »
Tre anni dopo aver presentato i primi due episodi di The Young Pope, Paolo Sorrentino è tornato alla Mostra del Cinema di Venezia con il secondo e il settimo episodio del seguito The New Pope. Una scelta sicuramente bizzarra, che fa seguito alla presentazione di Too Old to Die Young al Festival di Cannes, dove Refn svelò gli episodi 4 e 5, ma che ovviamente anche in questo caso risulta ampiamente giustifica [...] Vai alla recensione »
Di sicuro c'è solo che non è morto: Pio XIII (Jude Law), caduto in coma irreversibile alla fine della serie di Sky-Tv in The Young Pope di Paolo Sorrentino (2016), ha restaurato la fede cattolica senza riguardi per alcuno. La Curia, convinta di manipolarlo, gli si è solo formalmente allineata, subendo come un affronto che egli continuasse l'opera di Papa Pacelli.
Cosa stiamo vedendo? E, soprattutto, dove? In tempi di serialità complessa, schermi dislocati e abbonamenti personalizzati a sempre nuove piattaforme sembra proprio che queste due domande restino irrinunciabili per iniziare ogni ragionamento sui prodotti audiovisivi che ci circondano. Ecco allora: siamo al Lido di Venezia, quinto giorno della Mostra e stiamo vedendo due puntate in anteprima (precisamente [...] Vai alla recensione »