Anno | 2013 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 83 minuti |
Regia di | Bruno Oliviero |
Attori | Silvio Orlando, Giuseppe Battiston, Sandra Ceccarelli, Alice Raffaelli, Renato Sarti Arianna Scommegna, Giorgia Senesi, Dafne Masin. |
Uscita | giovedì 29 agosto 2013 |
Distribuzione | Bim Distribuzione |
MYmonetro | 2,57 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 agosto 2013
Il documentarista Bruno Oliviero esordisce nella fiction con un noir che vede Silvio Orlando nei panni di un misterioso commissario di polizia. In Italia al Box Office La variabile umana ha incassato 161 mila euro .
CONSIGLIATO NÌ
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L'imprenditore Mario Ulrich viene trovato morto in casa dalla moglie, che chiama la polizia. Il caso è affidato all'ispettore Monaco, costretto a tornare all'azione dopo anni di reclusione volontaria seguiti alla morte della sua compagna. La stessa sera in questura finisce la figlia di Monaco, Linda, e la situazione si complica.
Tornare su Milano attraverso la via del "nero" che fu di Scerbanenco e Woolrich - citato in maniera semi-esplicita nel nome di uno dei personaggi - significa contemporaneamente confrontarsi con un modello ingombrante e con la distanza da esso della sensibilità odierna. Significa soprattutto sfidare gli stereotipi e trovare nuovi approcci, stilistici o tematici, per lasciare il segno o perire nell'anonimato provandoci.
Una sfida in salita per Bruno Oliviero, che sceglie la narrazione di genere per il debutto nella fiction dopo un'onorata carriera di documentarista, con interesse spiccato per fenomeni di mafia e terrorismo a Milano. È invece sotto l'occhio silente ma giudicante del Diamantone e dei nuovi grattacieli di Porta Nuova - su cui la macchina da presa indugia, almeno quanto il dolly si sofferma sulla chiazza di sangue lasciata da Ulrich - che va in scena l'ennesima parabola di decadenza e perversione, di immoralità eretta a sistema. Oliviero sceglie il profilo medio-basso, accompagnando il crescendo delle rivelazioni scoperte dal personaggio di Orlando, l'ispettore Monaco, e del loro effetto deflagrante, al punto di non disdegnare i meccanismi più arcaici del whodunit (il foglietto incastrato nella lavatrice, come - volutamente? - nel più scolastico degli script didattici). Oppure privilegiando il contrasto tra i silenzi interiori - di Monaco tra sé e sé, di Monaco con la figlia Linda - e la sovraesposizione coatta del caso che a Monaco viene affidato: scabroso, urlato e anche per questo maieutico per permettere al protagonista di "uscire", come vuole il suo dirigente, e liberare le emozioni represse.
Ma basta poco perché venga messo a nudo l'intento di Oliviero di usare il genere per raccontare quel che non si può raccontare, ossia le tensioni e aberrazioni che albergano in un nucleo familiare a brandelli; il gioco è scoperto, tanto negli isterismi di Linda (una Alice Raffaelli non all'altezza del difficile ruolo), che "nascondono" verità destinate a rimescolare le carte, quanto nella sottrazione di Orlando, intento ancora una volta a sfuggire alle pastoie da maschera comica per ingabbiarsi in stilemi anche più consunti. Neppure le musiche di Michael Stevens (Gran Torino) permettono a La variabile umana di riprendere quota, bensì acuiscono, con il loro rapporto di causa-effetto e la loro sistematicità emozionale, una sensazione imperante di normalizzazione, allontanando quella svolta attesa e alimentata dalle speranze riposte nel film ma infine ingabbiate, tra le maglie strette di una narrazione soggiogata dal genere nel vano tentativo di domarlo.
LA VARIABILE UMANA disponibile in DVD o BluRay |
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Milano. L’ispettore Monaco (Silvio Orlando) è rintanato da tempo nel suo ufficio. Ha perso la moglie e rifiuta qualsiasi contatto umano. Alla strada, in compagna dell'amico poliziotto Levi (Giuseppe Battiston), preferisce le carte e i faldoni della sua scrivania. Un omicidio però lo costringe a rimettersi in gioco. Una notte, la stessa notte in cui Linda (Alice Raffaelli), sua figlia, sbandata, viene [...] Vai alla recensione »
(In collaborazione con Orietta Anibaldi) Oltre l'Antonioni della trilogia sulla Milano borghese, noios'e annoiata, affetta da un'incomunicabilità parallel'alla pochezza delle cose da dire. "L'avventura" (1960), "La notte" (1961) e "L'eclisse" (1962), col loro pedante didascalismo ch'era già maniera, vengono spazzate via da uno [...] Vai alla recensione »
...e la maschera non è quella di un noto e pregiudicato leader politico,bensí quella dolorosa e impassibile di Silvio Orlando, ispettore di polizia vedovo , che nemmeno riesce a perfezionare l'elaborazione del lutto, che viene precipitato nell'orrore più confuso e incomprensibile.Poco a poco si materializza , nella fine testa del detective,la ricostruzione di un mosaico [...] Vai alla recensione »
Milano. Un noto imprenditore viene assassinato e i sospetti si concentrano immediatamente sulla moglie. A indagare sul delicato caso viene richiamato in servizio attivo un ispettore che si è volontariamente messo da parte dopo la scomparsa della moglie. Il quadro si complica quando la figlia dell'ispettore viene arrestata. Il film gioca su diversi piani ma alla fine non riesce a trovare [...] Vai alla recensione »
Sì 50% No 50% Che si fa, che succede se la responsabile di un delitto è la propria figlia diciassettenne? L’ucciso è un imprenditore noto in città, un certo Ullrich, per il quale il prefetto esprime “stima [...] Vai alla recensione »
Film in cui si narra di un ispettore di polizia, interpretato da Silvio Orlando, notevolmente in crisi e disamorato dopo la morte della moglie e per il conseguente e difficile rapporto con la figlia, il quale deve svolgere l' indagine sull'omicidio di un uomo anziano, trovato morto in casa propria dalla moglie, al ritorno da una festa.
A. Pasterius: Un commento a “La variabile umana”, di Bruno Oliviero Sappiamo bene come le opere prime rappresentino sempre un grande problema per l’autore. Infatti l’apparizione nella realtà dell’oggetto creativo reificato porta con sé un coacervo di fattori drammaticamente contraddittori.
da amante di Silvio Orlando ho avuto tanto piacere nel vederlo in una prova che conferma e evidenzia le sue capacità, un film che gli da spazio (ringraziamo il regista) e ha avuto coraggio nel farlo. Alice Raffaelli può essere un volto che crescendo potrebbe dare molto, buca lo schermo con la sua presenza scenica, effettivamente traballa nella recitazione soprattutto nella seconda [...] Vai alla recensione »
un film che mi è piaciuto molto per la sua volontà non moralistica di raccontare un storia dove i personaggi si trovano ad affrontare momenti della vita di difficile accettazione, tra la negazione e la fatica dell' affrontare le scomodissime verità che li mettono alla prova. Silvio Orlando è una garanzia e riesce bene nella sua inedita interpretazione dell'ispettore [...] Vai alla recensione »
Sono andato a vedere questo film forte del fatto che ci recitassero attori con la A maiuscola ma purtroppo la bravura degli attori non può sostenere un film mediocre. Girato male, senza ritmo e soprattutto con una storia debole e non avvincente. Mi dispiace ma questo film non lo consiglio proprio . Alessandro
sig. sacchi, sistematicità emozionale, sensazione imperante di normalizzazione ... ma essere esperti critici comporta violentare l'italiano, forzarlo per apparire più intelligenti? ma montanelli scriveva allora in linguaggio troppo naif o elementare per farsi capire anche dalla casalinga di voghera? e "raccontare quel che non si può raccontare", perché [...] Vai alla recensione »
Silvio Orlando è bravo e io lo adoro almeno quanto detesto Battiston ma il film non decolla, mai. Lento, prevedibile e noiosissimo perde di vista il lato noir che dovrebbe tenere sveglio lo spettatore per concentrarsi sul rapporto padre figlia affossando la pellicola definitivamente. Orlando impersona il classico stereotipo dell'investigatore americano (manca solo l'alcool.
Che si fa, che succede se la responsabile di un delitto è la propria figlia diciassettenne? L’ucciso è un imprenditore noto in città, un certo Ullrich, per il quale il prefetto esprime “stima e affetto”, come si conviene ai morti importanti da parte di cariche importanti (ogni riferimento alla nostra società è puramente casuale), uno “molto [...] Vai alla recensione »
Ho un dubbio: ma in Italia un film senza Silvio Orlando o Toni Servillo si può fare? Comunque, La Variabile Umana mi è piaciuto proprio pochino: regia piatta, montaggio vorrei ma non posso, un'attrice non all'altezza in un ruolo chiave, una trama che non si sviluppa mai. Non c'è una risoluzione reale, l'indagine ha una svolta solo grazie a un'improbabile coincidenza; in tutto questo magma, in cui [...] Vai alla recensione »
non sono un tecnico cinematografico, m posso dire che il film mi è piaciuto molto sopratutto nelle interpretazioni dei due attori principali. il critico che ha scritto la recensione non so quale film abbia visto, poichè basta notare che il foglietto non può essere stato lasciato per caso nella lavatrice (come si ipotizza nella critica) poichè si sarebbe ritrovato nel cestello, e non nel filtro.
battiston decisamente poco sfruttatopeccato data la "stazza" dell'attore che reputo il migliore insieme a toni servillo del cinema italiano, per il resto film che non lascia nulla dal finale dubbioso,la storia è simile a molti altri noir nulla di fatto....
Peccato non sfruttare la presenza di un bravo attore come Silvio Orlando . Film molto noioso , scontato ( ma non doveva essere un giallo con un finale a sorpresa ? ) . Il regista sembra realizzare un documentario e si crogiola in un esercizio di riprese ad effetto . E' stato una grande delusione . L' attrice che interpreta la figlia , credo al suo debutto , e' meglio che cambi mestiiere !
Il film lo trovo appena sufficiente. Sono molte curiose le immagini che a volte si sovrappongono, belle anche le musiche e bravissimi gli attori. La storia che dovrebbe essere un giallo e per di più che mette a nudo le ombre di una Milano bene non riesce completamente a colpire nel segno lasciando lo spettatore un pò nell'attesa e un pò quasi nella noia.
Un noir con delle idee mal sviluppate e soffocate forse da un budget troppo basso. il difficile rapporto padre/figlia, su cui si impernia tutto il racconto, é reso bene e Orlando é bravo a trasferire imbarazzo allo spettatore, ma nel proseguio, quando si svela il colpevole dell'omicidio, si perde di realismo e a tratti si sfocia nel non plausibile e forzato.
tra discreto e ottimo. Difficile essere profeti inpatria quando la critica è al soldo del cinema americano. Un bel film in una sala vuota.
non sono un'esperta di critica cinematografica,ma so cosa mi piace.come sempre,mi piacciono le storie,e questa è ben raccontata.la trama è scritta e riscritta ovunque,ma questa volta le recensioni critiche valgono davvero poco.non riesco a concordare nemmeno col regista,quando dice che sulla carta il protagonista non doveva ispirare simpatia !bisogna essere giovani,ed inesperti,e mancanti di empatia,e [...] Vai alla recensione »
Un film girato malissimo, pretenzioso, noioso, sconnesso, con sequenze lunghissime che vorrebbero essere riflessive ma sono solo terribilmente barbose. Vi segnalo particolarmente la lunga inquadratura dei pesci sulla tendina della doccia, se qualcuno ne ha capito il senso apprezzerei moltissimo una spiegazione. Da tempo non mi annoiavo tanto al cinema, e quello che è peggio il film ha avuto anche [...] Vai alla recensione »
Francamente non si capisce come un film del genere possa uscire in quasi cento sale, seppure nel desolante panorama di fine agosto... Due fantastici attori come Orlando e Battiston paiono imbarazzati, annoiati e persi, l'esordiente Raffaelli è visivamente efficace e conturbante ma totalmente abbandonata a se stessa sulla recitazione, la regia è fastidiosamente pretenziosa, vacua, [...] Vai alla recensione »
Raffazzonato, approssimativo, amatoriale. Com'è possibile fare film dele genre in Italia?PO Prorpio brutto.