Io e te |
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Un film di Bernardo Bertolucci.
Con Jacopo Olmo Antinori, Tea Falco, Sonia Bergamasco, Pippo Delbono.
continua»
Drammatico,
durata 97 min.
- Italia 2012.
- Medusa
uscita giovedì 25 ottobre 2012.
MYMONETRO
Io e te
valutazione media:
3,30
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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NOI E BERTOLUCCI.di giugy3000Feedback: 5907 | altri commenti e recensioni di giugy3000 |
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venerdì 26 ottobre 2012 | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il grande regista di Parma ritorna dopo anni di silenzio con il suo sedicesimo lungometraggio ispirato al romanzo omonimo di Ammaniti del 2010, trascinando nel suo nuovo progetto due nuovi nomi nel cinema contemporaneo: Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco. Bertolucci decide di rendere sul grande schermo un libricino di sole centododici pagine ma densissime di emozioni, cogliendo l'occasione di parlare nuovamente del binomio che lo ha da sempre più interessato nel corso della sua carriera: quello fra anime di sesso opposto e dei tanti tipi d'amore che li possono legare, famigliare e non. L'"Io e te" di Lorenzo (il giovane protagonista quattordicenne) si forma e muta nel corso della vicenda, rendendo questo percorso di crescita il filo rosso della trama: da l'io-te che legava l'adolescente in modo morboso alla figura materna si passa ad un io singolo che decide di chiudersi nel bozzolo della sua solitudine ad un io che riscopre l'altro con l'arrivo della sua sorellastra più grande. Tu cerchi di nasconderti al mondo e anche nel buio di una cantina il mondo ti viene a scovare, tu tenti di isolarti costruendoti una realtà ideale in cui stare sette giorni e la vita ti bussa nonostante tutto alla porta, in tutto il suo bisogno d'amore, in tutta la sua struggente fragilità e brutalità. La carne sul fuoco anche in romanzo breve come questo è decisamente tanta ed è assolutamente lodevole che in essa un regista ritrovi la sua voglia di fare film dopo una brutta malattia e l'assenza dalla scene, anche perchè forse nessuno meglio di Bertolucci è mai stato tanto attratto dalla claustrophilia (ovvero l'amore per il chiuso). Quasi tutti i film del cineasta, da "Il piccolo Buddha" a "The Dreamers" esplorano un ambiente circoscritto in cui i protagonisti paiono vivere meglio che all'esterno, nella vita esposta, reale; poi però ecco che un personaggio ( o una cosa come la famosa pietra che infrange il vetro dell'appartamento di Theo, Isabelle e Matthew) irrompe in questo spazio chiuso per dar modo a quest'ultimi di ritrovarsi, o forse di perdersi nuovamente. Il periodo dell'età umana che fa da sfondo a questi cambiamenti è sempre l'adolescenza, che nel suo imperscrutabile modo di farci diventare adulti non ci fa più essere nè tanto piccoli nè troppo grandi. Se dovessi dunque fermarmi alla tematica presa in esame e alle tantissime similitudini che legano il modo di fare della scrittura di Ammaniti e del lavoro filmico di Bertolucci probabilmente non avrei altro da dire se non Chapeau! Se dovessi fermarmi alla resa filmica di un personaggio femminile davvero riuscito e vero, talmente vero che Bertolucci chiede a Tea Falco di prestare alla figura di Olivia tutti i suoi tratti della sua vita reale, lavori da fotografa inclusi e citazioni di mostre realmente avvenute per meglio calarsi nella parte, non direi davvero niente anche qui se non Chapeau! Purtroppo però debbo anche analizzare l'opera d'insieme di una storia che è tratta da un romanzo che mi è dalla prima lettura entrato nel cuore e nella mente, per la sua dolcissima volontà nel cullarmi in un mondo drammatico, in cui spesso il lieto fine non è permesso, o per meglio dire...non è per tutti. Bertolucci assimila il succo di "Io e te" ma non coglie lo spessore dei dettagli, delle mille sfaccettature di Lorenzo e di tutta una serie di personaggi di contorno (madre, portiere di casa e nonna) che anche se nel libro sono protagonisti di brevi episodi, non è ammissibile vengano tagliati o ridotti a poche battute. Il mondo di fuori ha determinato cosa e perchè Olivia e Lorenzo sono e nell'opera filmica tutto questo non viene minimamente preso in considerazione. Sono davvero troppe le "storpiature" (passatemi il termine!) alla vicenda scritta e nonostante sia conscia del difficilissimo compito che ha un regista mentre attua una trasposizione filmica da un'opera così conosciuta e letta, tralasciare i flashback della vita di Lorenzo, permettere ad un altro personaggio di invadere la cantina (cosa che non libro non è minimamente accettata) e non soffermarsi sulla fuga di Lorenzo mentre va a trovare (forse per l'ultima volta) la nonna malata non credo sia ammissibile e non credo sia giustificabile da esigenze di ritmo di copione. Lorenzo non salta una settimana bianca come gita scolastica, salta un invito mai avvenuto da parte della ragazza più bella della scuola ad andare a Cortina: questo particolare ha un'importanza cardine del quadro psicologico del giovane ed è riduttivo al massimo farla passare come "marachella" per disobbedire ai genitori. Quanto più possibile è sempre bene attenersi alla storia, al contesto e ai dialoghi che legano un film a un libro, a meno che ovvio non ci si ritrovi dinanzi al portar sullo schemo un'opera densa come "Guerra e pace". Un unico stravolgimento è stato invece molto apprezzato e a mio avviso necessario: la colonna sonora. Nel libro Ammaniti cita pezzi azzeccati ma fuori moda rispetto alla modernità che il regista vuol narrare (come "Ancora tu" di Battisti o "Montagne verdi" di Marcella Bella). La sequenza migliore della pellicola resta dunque a mio avviso questo ballo emozionante fra Olivia e Lorenzo sulle note di "Ragazzo solo, ragazza sola", versione italiana cantata da Mogol che riprende le note di "Space Oddity" di Bowie. Mette i brividi vedere che dall'irritazione/odio che Lorenzo prova per la sorella si arrivi a provare per lei un bene e un senso di protezione tale da non volerla più sfuggire dalla sue braccia. Un film cauto quindi, che osa solo raramente e mette la pelle d'oca solo raramente. Delusa?No. Estasiata?No.
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