v.zera
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giovedì 4 giugno 2020
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imbarazzante
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Tentativo di affrontare un argomento molto importante realizzato senza coraggio e con risultati quanto meno compromissori. Debolissimo.
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howlingfantod
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venerdì 14 ottobre 2016
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un sorriso.. fuori dal garage
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Bertolucci si conferma maestro nello scandagliare le inquietudini giovanili in questo caso in un bellissimo film tratto dal romanzo di Ammanniti. Lui adolescente “problematico” e sorellastra tossica, così simili nelle proprie fragilità anche se con modalità diverse si ritrovano in un garage dove lui si è nascosto per sfuggire alla settimana bianca organizzata dalla scuola, fuggire da una madre oppressiva, fuggire dal mondo che lo intimorisce. A mano a mano, scontrandosi, con le loro debolezze e paure, con la loro rabbia che va ad affondare le sue radici in situazioni familiari disastrose e disastrate (la madre di lui si è risposata con il padre di lei e lei dice “lei me lo ha rubato”), si aprono come due gusci vuoti, ma con coraggio sembrano volerci dire pronti ad affrontare la vita con una reciproca promessa prima di separarsi e uscire dal garage: lui affronterà il mondo, con la possibilità di prendere qualche colpo quando capiterà, lei la finirà con la droga.
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Bertolucci si conferma maestro nello scandagliare le inquietudini giovanili in questo caso in un bellissimo film tratto dal romanzo di Ammanniti. Lui adolescente “problematico” e sorellastra tossica, così simili nelle proprie fragilità anche se con modalità diverse si ritrovano in un garage dove lui si è nascosto per sfuggire alla settimana bianca organizzata dalla scuola, fuggire da una madre oppressiva, fuggire dal mondo che lo intimorisce. A mano a mano, scontrandosi, con le loro debolezze e paure, con la loro rabbia che va ad affondare le sue radici in situazioni familiari disastrose e disastrate (la madre di lui si è risposata con il padre di lei e lei dice “lei me lo ha rubato”), si aprono come due gusci vuoti, ma con coraggio sembrano volerci dire pronti ad affrontare la vita con una reciproca promessa prima di separarsi e uscire dal garage: lui affronterà il mondo, con la possibilità di prendere qualche colpo quando capiterà, lei la finirà con la droga. Il finale è aperto, come in tutti i migliori film, come nella vita, il sorriso di lui sui titoli di coda lui lo abbiamo già visto in altre prove cinematografiche che affrontano tematiche di tale intensità e drammaticità, due esempi: Magnolia di P.T. Anderson e Film Blu di Kieslowski.
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dario
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lunedì 12 settembre 2016
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piatto
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SXcenografatocoi piedi e diretto altrettanto bene, questo film corona un po' il cinema di Bertolucci, un cinema compiacuto, falso barocco, presuntuoso e noioso. La storia in questione è piatta, straparlata senza una virgola, senza un accento. Un sentito dire riiportato con boria e superficialità. Volonterosi i ragazza e ottima fotografia.
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stefano capasso
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domenica 8 febbraio 2015
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il potenziale trasformativo della relazione
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Lorenzo è un adolescente inquieto, vive il suo mondo di fantasie e i conflitti con la madre e parte del mondo che lo circonda. Quando la scuola organizza una settimana bianca coglie l’occasione per ritagliarsi il suo spazio e viversi le sue fantasie: dice alla famiglia che parte e si organizza con viveri e libri per passare i 7 giorni da solo nella cantina del palazzo. Ma il suo progetto viene stravolto dall’arrivo di Olivia, sorellastra (hanno lo stesso padre) di dieci anni più grande. Olivia è tossicodipendente e ha deciso di affrontare la crisi di astinenza proprio chiedendo aiuto a Lorenzo. Se al principio il rapporto tra i due è caratterizzato da aggressività e rabbia col passare dei giorni le difficoltà affrontate insieme avvicinano i due giovani che ritrovando l’affetto si separano portando con loro nuove possibilità per il futuro.
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Lorenzo è un adolescente inquieto, vive il suo mondo di fantasie e i conflitti con la madre e parte del mondo che lo circonda. Quando la scuola organizza una settimana bianca coglie l’occasione per ritagliarsi il suo spazio e viversi le sue fantasie: dice alla famiglia che parte e si organizza con viveri e libri per passare i 7 giorni da solo nella cantina del palazzo. Ma il suo progetto viene stravolto dall’arrivo di Olivia, sorellastra (hanno lo stesso padre) di dieci anni più grande. Olivia è tossicodipendente e ha deciso di affrontare la crisi di astinenza proprio chiedendo aiuto a Lorenzo. Se al principio il rapporto tra i due è caratterizzato da aggressività e rabbia col passare dei giorni le difficoltà affrontate insieme avvicinano i due giovani che ritrovando l’affetto si separano portando con loro nuove possibilità per il futuro.
Bernardo Bertolucci lavora molto con la macchina da presa, sempre in movimento per offrire nuovi punti di vista nel racconto dell’evoluzione di un incontro. La narrazione della fuga in una cantina di due giovani che cercano di sfuggire al disagio e all’oppressione che il mondo intorno impone loro, è minuziosa, ed entra con grande efficacia nell’evoluzione continua delle emozioni dei due ragazzi.
Accade poco e allo stesso tempo lo scorrere delle dinamiche relazionali è avvincente. E racconta bene il potenziale trasformativo della relazione con l’altro.
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alessandro pascolini
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mercoledì 18 giugno 2014
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gabbie sociali e gabbie del corpo
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Bertolucci torna al cinema con questo adattamento al grande schermo di uno degli ultimi lavori di Niccolò Ammaniti,che collabora alla sceneggiatura.Lorenzo è un ragazzo alla soglia dell'adolescenza,ma con quasi tutte le caratteristiche di questo arco temporale nella sua personalità:distaccato,introverso,stralunato,diffidente,ma soprattutto con evidenti problemi di socializzazione,tanto da portarlo a visitare uno psicologo spinto dalla madre ultra-protettiva.Questa chiusura esterna si riflette nella sua decisione di saltare la settimana bianca di classe nascondendosi nello scantinato del suo condominio,creandosi un ecosistema personale e completamente adattato alla sua persona.
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Bertolucci torna al cinema con questo adattamento al grande schermo di uno degli ultimi lavori di Niccolò Ammaniti,che collabora alla sceneggiatura.Lorenzo è un ragazzo alla soglia dell'adolescenza,ma con quasi tutte le caratteristiche di questo arco temporale nella sua personalità:distaccato,introverso,stralunato,diffidente,ma soprattutto con evidenti problemi di socializzazione,tanto da portarlo a visitare uno psicologo spinto dalla madre ultra-protettiva.Questa chiusura esterna si riflette nella sua decisione di saltare la settimana bianca di classe nascondendosi nello scantinato del suo condominio,creandosi un ecosistema personale e completamente adattato alla sua persona.L'equilibrio perfetto da lui creato viene rotto dall'irruzione nel suo eremo della tempestosa sorellastra Olivia:spettro della ragazza solare,raggiante e spensierata che era,divorata dalla tossicodipendenza,che cerca di uscire dalla droga rintanandosi con lui.Nasce un rapporto in principio conflittuale,che però piano piano evolve in una vera amicizia,passando dall'astinenza e la lotta di Olivia all'ultima serata fatta di confessioni,balli e abbracci a lume di candela.I due ragazzi escono dalla loro caverna dopo essersi accresciuti e aiutati l'un l'altro,attingendo dalle loro personalità cosi diverse ma cosi vicine.
Il film ha il pregio di ricreare quasi fedelmente le emozioni e gli stati d'animo creati dalla lettura del racconto breve di Ammaniti.Il racconto ruota tutto attorno alla scelta dei due protagonisti di rintanarsi sottoterra per sfuggire a qualcosa:la società per Lorenzo,in cui si sente troppo stretto,oppresso,a tratti anche superiore ad essa,la tossicodipendenza per Olivia,gabbia mentale e prigione del corpo.Due persone cosi lontane però riescono ad aiutarsi a vicenda,in questo ballo di amore/odio,che sfocia in un bellissimo abbraccio finale,che lascia Lorenzo finalmente cresciuto,spinto dalle parole della combattiva Olivia,che non si piega a nulla."Sei grande oramai,comincia a vivere".
Putroppo il film in certi frangenti si perde in una semplicità e banalità forse eccessivi,a cui fanno da contrappeso le riprese e la fotografia sempre sublimi e con un tocco e uno stile unico;da annotare una colonna sonora quasi perfetta,che si sposa perfettamente con la caratterizzazione dei due ragazzi.Unica nota negativa:la scena finale veramente di pessima fattura,con un terribile close-up su Lorenzo,che rovina il pathos,e la troncatura del reale finale del libro,molto più tragico e dark.
Un film semplice,che alla fine piace,ma che non convince pienamente,salvandosi solo grazie alla bravura dietro la macchina da presa di Bertolucci e alla sempre ottima scrittura di Ammaniti,condita da un realismo e dolcezza rara.Come si dice sempre in questi casi,forse meglio il libro.
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brando fioravanti
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lunedì 19 maggio 2014
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molto bello
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Un adolescente con dei problemi e una mamma oppressiva si rinchiude in cantina durante la gita scolastica in montagna. Inaspettatamente arriva la sorellastra più grande con il quale ha praticamente rotto i rapporti. La convivenza forzata è inizialmente difficile per entrambi ma poi arriverà quel amore fraterno che li aiuterà a superare i propri problemi. Un po' retorico, ma commovente. In momenti in cui il cinema italiano è in crisi il ritorno di Bertolucci è una benedizione
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mauridal
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giovedì 14 novembre 2013
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“quando sei qui con me , questa stanza non ha più
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“Quando sei qui con me , questa stanza non ha più pareti... O E TE , un film di Bernardo Bertolucci , dall'omonimo libro di Niccolò Ammanniti.
“Quando sei qui con me , questa stanza non ha più pareti...” . una celebre canzone degli anni ’60 di Gino Paoli, sembra il sottofondo di questa storia di ribellione e voglia di cambiamento, nell’età adolescenziale. Il libro di Ammanniti e il film di Bertolucci sono centrati sul tema della bufera di emozioni e sentimenti che investe i due personaggi principali, visti prima singolarmente , come Lorenzo , il ragazzo,protagonista, e Olivia la sorella tossica , che poi vedremo insieme per tutto il film.
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“Quando sei qui con me , questa stanza non ha più pareti... O E TE , un film di Bernardo Bertolucci , dall'omonimo libro di Niccolò Ammanniti.
“Quando sei qui con me , questa stanza non ha più pareti...” . una celebre canzone degli anni ’60 di Gino Paoli, sembra il sottofondo di questa storia di ribellione e voglia di cambiamento, nell’età adolescenziale. Il libro di Ammanniti e il film di Bertolucci sono centrati sul tema della bufera di emozioni e sentimenti che investe i due personaggi principali, visti prima singolarmente , come Lorenzo , il ragazzo,protagonista, e Olivia la sorella tossica , che poi vedremo insieme per tutto il film. Lorenzo , apre la storia , con la decisione di allontanarsi dalla sua realtà, dalla scuola, dai compagni e dalla famiglia, non partecipando al viaggio scolastico della settimana bianca, mentendo alla madre apprensiva , e invece rifugiandosi per tutta la settimana in cantina sotto casa sua, sparendo dalla circolazione. Ma sarà Olivia, una bella ragazza più grande di età che irrompe in cantina per interrompere il tentato isolamento di Lorenzo, Questa sparizione temporanea dal mondo, Lorenzo la prepara per tempo , organizzando diligentemente la dispensa , ossia comprando con i soldi sottratti al viaggio scolastico, tutte le provviste necessarie per sopravvivere una settimana da solo in questa cantina. Qui trova un vecchio frigo di fortuna , insieme ad un letto, ad un vecchio divano e altre cose, Questa cantina ripostiglio apparteneva ad una antica proprietaria della casa che ha venduto tutto al padre di Lorenzo,separato dalla madre, che invece vive su in casa nello stesso palazzo. Ovviamente Lorenzo riempirà il frigo di merendine , scatolette di tonno succhi di frutta, Nutella e coca-cola, tutto ciò che non trova e mangia con la madre a casa tutti i giorni. Da questo gesto, di autonomismo alimentare, inizia il percorso di liberazione di Lorenzo che avverrà tutto in questo microcosmo fisico e mentale che si è costruito apposta nella cantina bunker. Dunque Lorenzo interrompe il suo rapporto di collisione col mondo, chiudendosi in cantina. Nel secolo scorso, questa storia poteva essere una ricerca di sé in compagnia dei soli pensieri e al massimo di qualche lettura, ma nell’oggi tecnologico, un ragazzo non può anche in isolamento fare a meno di un note book, e del cellulare. Così in compagnia di questi due accessori Il ragazzo inizia ad assaggiare la libertà di azione, con i semplici gesti di mangiare, dormire , ascoltare musica, organizzarsi la vita, insomma vivendo , solo, e in piena autogestione. I tentativi di controllo della ignara madre attraverso le telefonate al cellulare , sono facilmente schivati, con marchiane menzogne, e tutto sembra procedere per il meglio. La maestria del Cinema di Bertolucci, si esprime in modo sublime in questo film, dove la sola storia è tratta da un romanzo di un autore come Ammanniti, particolarmente attratto da vicende di giovani chiusi in prigioni e antri da cui il corpo e la mente non possono uscire. Il tocco del maestro Bertolucci trasforma la storia, in una grande pièce di cinema teatro, dove proprio l’Antro diventa genius loci e quindi anche la topaia si trasforma in un luogo di libertà.Ed è proprio qui, a interrompere il percorso lineare di Lorenzo, che interviene il personaggio di Olivia , una sua sorellastra scappata via dalla casa , del comune padre, tempo addietro poiché odiava la madre di Lorenzo , nuova compagna del padre. Questa storia ha determinato un legame imperscrutabile tra i due che ha portato Olivia in crisi , ormai adulta e tossicodipendente a cercare aiuto tornando anni dopo nella antica casa del padre. E proprio qui in cantina troverà inaspettatamente Lorenzo, nascosto e rintanato. Il cinema alla maniera di Bertolucci, torna prepotente a raccontare una storia, che, racchiusa in uno spazio definito e angusto, poteva diventare di claustrofobia per chiunque, ma qui con la libertà delle immagini , diventa un rapporto umano di libertà e disperazione, tra due ragazzi che cercano di sfuggire ad una realtà ostile. Olivia in crisi di astinenza da eroina, resterà in cantina con Lorenzo, che l’accoglie riluttante , fintanto non le passerà la ‘rota’. Nel frattempo i due fratelli, trovano uno spazio di comunicazione libero da condizioni, dove Olivia , tossica sì , ma pienamente relazionata col mondo, chiederà a Lorenzo di abbandonare l’isolamento e la clausura mentale, perché, ” non si dimostra così di essere migliori” e Olivia promette di non drogarsi più all’ingenuo fratellino , che si appresta a concludere la sua vacanza in cantina per ritornare a casa dalla madre .Intanto le pareti della cantina come nella canzone, sono “crollate, e il cielo è entrato nella stanza” , per ridare un po’ di conforto ai due che nelle scene finali si saluteranno danzando abbracciati , per lasciarsi definitivamente su strade opposte.Lo stile , direi romantico-esistenziale di questo film , conferma la tesi di Bertolucci di tanti suoi film precedenti , sui rapporti umani tragici e solitari, claustrofobici e al contempo sconfinati, aperti all’amore , al sesso, in uno spazio indefinito. Il ballo, altro tema del linguaggio di Bertolucci, chiuderà questo bel film da vera Cinematografia d’Autore. mauridal.
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onufrio
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lunedì 15 luglio 2013
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io e te.. in cantina
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Tratto dall'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, Bertolucci ritorna alla regia, descrivendo ancora due giovani ragazzi (come in The Dreamers), stavolta alle prese con le loro rispettive solitudini. Trattasi di Lorenzo, 14enne, che decide di passare la settimana bianca con i compagni di classe in uno scantinato in totale solitudine e Olivia, la sua sorellastra 25enne,tormentata dalla droga, che per fatalità si ritrova nello stesso scantinato in cui Lorenzo "alloggia"; i due dopo un inizio non proprio idilliaco riusciranno a trascorrere una settimana in una sorta di convivenza forzata, ognuno per curare i suoi mali.. ne usciranno guariti? Se i due personaggi di The dreamers apparivano fuori luogo, i due ragazzi di Io e te sembrano reali, trasudano realtà e appaiono così come sono.
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van bellaveglien
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mercoledì 8 maggio 2013
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una vita complessa non fa un bel film!
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Premetto che non ho letto il libro di Ammaniti (e non mi interessa se il film sia tratto dal romanzo di un grande autore, non mi lascio influenzare così facilmente) .
Il film, già alla prima scena mi ha colpito (in senso negativo): ma siamo così arretrati tecnologicamente da poterci permettere solo telecamere che negli USA usavano 15 anni fa? Il mio televisore del 1980 in confronto sembra HD!
I dialoghi poi mi trasmettevano un senso di nervosismo tale che avrei voluto pestare il mio vicino di poltrona: perché secondo il 99% delle persone far dire "c*zzo" o "fanc*lo" equivale a creare un discorso giovanile? Ma davvero l'ideale comune è quello che i giovani stiano tutto il giorno ad offendersi a vicenda?
Ci sono poi scene spinte al limite.
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Premetto che non ho letto il libro di Ammaniti (e non mi interessa se il film sia tratto dal romanzo di un grande autore, non mi lascio influenzare così facilmente) .
Il film, già alla prima scena mi ha colpito (in senso negativo): ma siamo così arretrati tecnologicamente da poterci permettere solo telecamere che negli USA usavano 15 anni fa? Il mio televisore del 1980 in confronto sembra HD!
I dialoghi poi mi trasmettevano un senso di nervosismo tale che avrei voluto pestare il mio vicino di poltrona: perché secondo il 99% delle persone far dire "c*zzo" o "fanc*lo" equivale a creare un discorso giovanile? Ma davvero l'ideale comune è quello che i giovani stiano tutto il giorno ad offendersi a vicenda?
Ci sono poi scene spinte al limite... coincidenze su coincidenze...
Un'altra cosa che proprio non ho sopportato è stato quando Lorenzo chiede alla sorellastra di non drogarsi più... "si, si, te lo prometto" e circa 2 minuti dopo si compra dell'altra droga. MA PERCHE'? Cosa ti insegna il film? Che se menti, ti droghi, non segui le regole passi un bel weekend in compagnia della tua sorella drogata che per la droga si sente una merd* però continua a drogarsi? A chi è rivolto questo film? A cosa serve?
E per finire un tocco di classe finale... SPOILER
Lorenzo e Olivia si salutano in mezzo alla strada (una macchina che li investe no?), Olivia torna a drogarsi e Lorenzo passa avanti ad un pullman in movimento dandoti l'impressione che sia stato investito (EVVIVA!)... e invece no, eccolo che ricompare dietro all'autobus. Infine: FERMO IMMAGINE DEL BEL FACCIONE DI LORENZO COME NEI MIGLIORI TELEFILM AMERICANI DEGLI ANNI 60/70...
E poi mi chiedo perché il film italiano è in crisi...
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[+] telecamere di 15 anni fa?
(di brando fioravanti)
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pensierocivile
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giovedì 21 marzo 2013
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anche solo per una canzone
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Due ragazzi e Bertolucci, non vi è altro in IO E TE, ma nonostante tutto non è poco. Sembrerebbe una storia esile, debole, troppo semplice e minimale, invece ti resta dentro. Bertolucci lascia poco campo alle scelte che portano il protagonista e sua "sorella" a confinarsi nello spazio angusto della cantina, ci sono motivazioni, forse banali per un adolescente, forse più gravi per una donna ormai adulta, ma sono in secondo piano, perché il senso per consegnarsi alla vita è riuscire a crescere. E magicamente i due riescono a crescere nell'arco di una settimana, fondamentale per lui che "segando" la settimana bianca della scuola, finalmente riesce a relazionarsi con qualcuno, a dialogare e anche ad aprirsi con un essere alieno, distante e all'apparenza anche più dannoso della fuga; essenziale per lei che inizia a disintossicarsi fra crisi di pianto, crolli nervosi e lunghe dormite.
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Due ragazzi e Bertolucci, non vi è altro in IO E TE, ma nonostante tutto non è poco. Sembrerebbe una storia esile, debole, troppo semplice e minimale, invece ti resta dentro. Bertolucci lascia poco campo alle scelte che portano il protagonista e sua "sorella" a confinarsi nello spazio angusto della cantina, ci sono motivazioni, forse banali per un adolescente, forse più gravi per una donna ormai adulta, ma sono in secondo piano, perché il senso per consegnarsi alla vita è riuscire a crescere. E magicamente i due riescono a crescere nell'arco di una settimana, fondamentale per lui che "segando" la settimana bianca della scuola, finalmente riesce a relazionarsi con qualcuno, a dialogare e anche ad aprirsi con un essere alieno, distante e all'apparenza anche più dannoso della fuga; essenziale per lei che inizia a disintossicarsi fra crisi di pianto, crolli nervosi e lunghe dormite. Le due realtà si ricostruiscono, forse non cambierà nulla, perché si dovrà tornare a fare i conti con la quotidianità e con la droga, ma quella settimana ha generato qualcosa, foss'anche una semplice canzone per ricordarla.
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