Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia, Svizzera |
Durata | 132 minuti |
Al cinema | 6 sale cinematografiche |
Regia di | Costanza Quatriglio |
Uscita | giovedì 18 aprile 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 16 aprile 2024
La regista apre la casa dove è cresciuta per un viaggio nella memoria del padre, grande giornalista.
CONSIGLIATO SÌ
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Nel gennaio 2022 la regista Costanza Quatriglio decide di donare l'immenso archivio paterno alla Biblioteca della Regione Sicilia, il che comporta un lungo lavoro di catalogazione di libri, articoli, fotografie, filmini, registrazioni e oggetti d'arte appartenuti a suo padre, lo scrittore e giornalista Giuseppe Quatriglio, che aveva viaggiato in tutto il mondo venendo in contatto con Marlene Dietrich e Winston Churchill, Cary Grant e Luchino Visconti, Leonardo Sciascia e Audrey Hepburn, Enrico Fermi e Ingrid Bergman, Charlton Heston e Carlo Levi, Renato Guttuso e Jean-Paul Sartre, nonché testimoniato eventi epocali come il terremoto del Belice o la divisione apparentemente insanabile sancita dal muro di Berlino. Quatriglio padre conservava tutto ciò che riguardava la sua vita professionale e personale, riempendo fino all'orlo la casa-mondo di Palermo in cui la regista è cresciuta. E nel mettere ordine fra le sue cose sua figlia confermerà di avere molto in comune con lui, non ultimo l'amore per il cinema.
Il cassetto segreto del titolo è quello in cui solo Costanza Quatriglio ha potuto mettere mano "a tempo debito" per rendere omaggio ad un padre straordinario, ma anche per dare un senso al dolore di quel distacco: attraverso tutta la narrazione percepiamo l'amore di una figlia per un genitore che non c'è più e che tanto ha rappresentato.
La camera a mano della regista è inquieta, impaziente, ad un certo punto soccombe al senso di vertigine di fronte alla magnitudine di ciò che ha davanti, e all'immensità di ciò che ha perso. La sua catalogazione minuziosa, quasi ossessiva (come lo era la volontà paterna di archiviare ogni cosa) è anche un excursus attraverso decenni di Storia a rischio di scomparsa, se non verrà ricordata attraverso materiali come quelli raccolti dal padre e filmati dalla figlia, nella comune "vocazione di dare corpo alle parole con le immagini".
La voce di Costanza Quatriglio e la sua immagine, ritratta dal padre e poi autofilmata nella contemporaneità con la collaborazione della direttrice della fotografia Sabrina Varani, attraversano questo fiume di vita e di cultura, entrando e uscendo dalle stanze insieme al padre in sequenze girate fra il 2010 e il 2011, e poi inseguendo la vita contenuta ancora in quei libri, quegli articoli, quelle interviste registrate e filmate su supporti fragili che hanno in comune la caducità, ma che si offrono ancora generosamente all'ascolto. È una scatola magica, questo film che cerca di contenere l'universo in un abbraccio, proprio mentre la regista deve imporsi "l'arte del separare e del distinguere", così difficile quando "devi decidere cosa tenere e cosa lasciar andare" per sempre, anche se non vuoi. Costanza Quatriglio cerca di "sistemare le cose che non si possono dire", ed è il gesto di una figlia che rende immortale la casa del padre proprio mentre si sforza di svuotarla.
È immenso e certosino il lavoro di ricerca e tessitura di questo arazzo infinito che cuce insieme le immagini (il montaggio è di Letizia Caudullo con l'assistenza di Debora Domizi) lasciando loro solo lo spazio indispensabile, senza indugiare, spesso a ritmo di musica (di Giovanni Di Giandomenico e con una scelta di brani ardita, a corredo e a contrasto). Ed è proprio lo spazio a farsi strada a poco a poco, rifiutando la morte per aprirsi e allargarsi a nuove possibilità di vita. Il risultato non è polveroso ma magnetico e in continua mutazione, perfetto per ricordare un uomo cui sarebbe piaciuto che la matematica fosse un'opinione, invece che una sentenza irrefutabile.
Il passato e il futuro, il pubblico e il privato, la vita di un uomo e la Storia di mezzo secolo. Tanto ha trovato Costanza Quatriglio aprendo Il cassetto segreto di suo padre Giuseppe, intellettuale, giornalista e scrittore, visceralmente connesso alla propria Sicilia, ma anche intimamente cosmopolita, testimone e reporter del mondo in divenire. L'immenso archivio di scritti, fotografie, bobine, [...] Vai alla recensione »
Quatriglio, un nome dell'alta nobiltà culturale siciliana, come Leonardo Sciascia, Ignazio Buttitta, Renato Guttuso, fantasmi evocati dalla regista di L'isola e Terramatta, usciti dal cassetto segreto e dall'immenso archivio del padre. Giuseppe Quatriglio (1922-2017) è stato un grande giornalista, a 21 anni nella redazione del "Giornale di Sicilia", inviato in tutto il mondo, scrittore, critico d'arte [...] Vai alla recensione »
Un ampio documentario dedicato con grande ammirazione e amore da una figlia, Costanza Quatriglio, al proprio padre. Giovanni Quatriglio era nato nel 1922 in Sicilia e sempre è rimasto molto affezionato alla sua amatissima terra, anche se fin da subito dopo la seconda guerra mondiale ha iniziato a viaggiare per il mondo, prima negli Stati Uniti con una borsa di studio in giornalismo, poi, iniziata [...] Vai alla recensione »
Guardare il mondo significa anche osservare la forma che assume attraverso le persone che quel mondo hanno contribuito a farcelo vedere. Costanza Quatriglio lo sa bene e per mettere alla prova questa consapevolezza sceglie la strada maestra, quella offerta dal confronto col padre. Che nel caso specifico è anche un padre importante come Giuseppe Quatriglio e si traduce nella storia di un giornalista, [...] Vai alla recensione »
Forse la chiave di lettura più illuminante per ricostruire il percorso di Costanza Quatriglio attraverso le carte nei cassetti segreti del padre Giuseppe, storica firma del Giornale di Sicilia, corrispondente di viaggio, animatore culturale palermitano e amico di poeti, scrittori, artisti, da Sciascia a Guttuso, è nell'immagine del cosiddetto Cretto di Alberto Burri a Gibellina, che la regista visita [...] Vai alla recensione »