higuain
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martedì 15 febbraio 2022
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film eccezionale
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fabrizio friuli
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domenica 22 agosto 2021
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il grande western tarantiniano
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Lo schiavo di colore Django viene trovato e condotto alla salvezza da un cacciatore di taglie tedesco Dr. Schultz , con un passato da dentista, col tempo , Django diventa il suo " protetto " ed entrambi partono per un lungo viaggio, eliminando dei bersagli ricercati e l'obiettivo dominante consiste nel raggiungere la piantagione del crudele Calvin Candie , che detiene la moglie di Django. Nonostante il suo mentore sua stato ucciso , Django il libero salva la moglie e spazza via gli ultimi nemici rimasti , facendo esplodere l'oggetto abitazione del defunto Calvin Candie , con all'interno l'infido Steve , un servitore nero che funge da mentore per il nemico principale.
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Lo schiavo di colore Django viene trovato e condotto alla salvezza da un cacciatore di taglie tedesco Dr. Schultz , con un passato da dentista, col tempo , Django diventa il suo " protetto " ed entrambi partono per un lungo viaggio, eliminando dei bersagli ricercati e l'obiettivo dominante consiste nel raggiungere la piantagione del crudele Calvin Candie , che detiene la moglie di Django. Nonostante il suo mentore sua stato ucciso , Django il libero salva la moglie e spazza via gli ultimi nemici rimasti , facendo esplodere l'oggetto abitazione del defunto Calvin Candie , con all'interno l'infido Steve , un servitore nero che funge da mentore per il nemico principale.
Django Unchained è un omaggio allo spaghetti Western intitolato Django ( 1966 ) del regista Sergio Corbucci , e in una scena l' attore italiano Franco Nero prende parte ad un cameo nel corso dei 165 minuti che compongono l'intero lungometraggio dove viene rappresentata in maniera egregia l'America del Sud ( non l' America Meridionale ) consumata dal morbo del razzismo, ed oltre alle varie scene invase dalle sparatorie e dal sangue , sono presenti due scene di particolare rilevanza: la prima è la scena in cui uno schiavo di colore viene dilaniato ferocemente da un branco di cani , mentre i biechi bianchi osservano la scena , e il Dottor Schultz gira lo sguardo per non assistere a quella barbaria, ed ora è obbligatorio soffermarsi sulla seconda scena più importante del film, ovvero la scena madre : Quando Calvin Candie ( dopo aver scoperto l'inganno imbroglio grazie al fidato Steve ) obbliga i due protagonisti a rimanere seduti sul tavolo egli distrugge un bicchiere con la mano , e durante la " trattativa " egli procede con il discorso con la mano imbrattata di sangue, e tocca il viso della consorte di Django e minaccia di ucciderla davanti ai loro occhi se loro non la comprano offrendogli dodicimila dollari, in quella scena l' attore Leonardo di Caprio ha colpito un bicchiere tagliandosi realmente la mano , e nonostante l'incidente l' attore ha continuato ad indossare la maschera dell' antagonista dimostrando di essere un attore fenomenale che avrebbe dovuto aggiudicarsi l' Oscar per l' interpretazione, tuttavia , il premio lo ha vinto l' attore austriaco Christoph Waltz ( il dottor Schultz ) " rubandolo " all' attore emblematico del film . Tuttavia, ogni attore scelto dal geniale regista Quentin Tarantino ha saputo dimostrare il proprio talento, anche Jamie Foxx , l' attore che interpreta il protagonista Django . Oltre alle due scene citate , è possibile notare una lieve spruzzata di umorismo nella pellicola ( quando preparano la scorreria e quando Django si confronta con altri nemici ) , per esempio , quando incontra Steve per la prima volta, Django lo chiama Palla di Neve . Inoltre, sia la sceneggiatura che la regia garantiscono al western tarantiniano di essere il suo miglior film , probabilmente, esso riesce a superare uno dei suoi primi lungometraggi , ovvero Pulp Fiction ( 1994 ) ,ed anche le musiche che possono essere udite hanno dato un contributo non indifferente, come la colonna sonora del film Lo chiamavano Trinità, usata nella parte conclusiva del film , quando Django esce dalla tenuta dopo aver gambizzato Steve facendolo morire nell ' esplosione ( e lui dice a Django di essere un impertinente figlio di... boom , e la tenuta esplode ) .
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mr.rizzus
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domenica 14 febbraio 2021
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spettacolare
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ennio
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mercoledì 11 novembre 2020
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e'' comunque pur sempre un tarantino
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Visto ieri sera in TV, era l'unica opera cinematografica di Tarantino che mi mancava. "Django unchained" in effetti non è la sua opera migliore, ma tre quarti del film sono ampiamente godibili, e riconoscibilissima è l'impronta del maestro. Però il film andava chiuso con la vicenda della compravendita in casa Candie. Ciò che segue è un finale di oltre mezz'ora che appesantisce tutto il film, ed è solo un pretesto per un spara-ammazza-tutti esagerato, che non raggiunge la plastica bellezza degli 88 folli di "Kill Bill" ma ricorda più film-fumetto come "John Wick".
Curiosa la somiglianza nell'ambientazione scenica e cronologica, ma anche nei dialoghi e nei ritmi, col successivo "The hateful eight", che a mio avviso è superiore a Django.
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Visto ieri sera in TV, era l'unica opera cinematografica di Tarantino che mi mancava. "Django unchained" in effetti non è la sua opera migliore, ma tre quarti del film sono ampiamente godibili, e riconoscibilissima è l'impronta del maestro. Però il film andava chiuso con la vicenda della compravendita in casa Candie. Ciò che segue è un finale di oltre mezz'ora che appesantisce tutto il film, ed è solo un pretesto per un spara-ammazza-tutti esagerato, che non raggiunge la plastica bellezza degli 88 folli di "Kill Bill" ma ricorda più film-fumetto come "John Wick".
Curiosa la somiglianza nell'ambientazione scenica e cronologica, ma anche nei dialoghi e nei ritmi, col successivo "The hateful eight", che a mio avviso è superiore a Django.
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carloalberto
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mercoledì 9 settembre 2020
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tarantino catartico
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Tardivamente, superati gli obbligati riferimenti cinefili e le dotte comparazioni con la filmografia dello stesso autore, non si può, rivedendo, a distanza di tempo, questo, conclamato dalle critiche e dalle folle, capolavoro, notare il senso di vuoto assoluto e l’appagamento totale che procura il film. Si è ottenuta la vendetta, questa volta sul perfido schiavista, ma è soltanto un’occasione, il pretesto per sfondare crani senza andare in galera e sentirsi giudici divini che ristorano senza appello le frustrazioni accumulate in ogni vita per le ingiustizie subite. La violenza, così contenuta in cinti legali e civili, ha la sua più efferata e cruda espressione esplosiva, e non a caso nella scena finale l’eroe usa la dinamite, con la carne ed il sangue che schizza via e che come ai primordi è unica incontrovertibile conferma della morte dell’odiato nemico, l’oppressore, il tiranno, il malefico presente nel passato di ognuno.
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Tardivamente, superati gli obbligati riferimenti cinefili e le dotte comparazioni con la filmografia dello stesso autore, non si può, rivedendo, a distanza di tempo, questo, conclamato dalle critiche e dalle folle, capolavoro, notare il senso di vuoto assoluto e l’appagamento totale che procura il film. Si è ottenuta la vendetta, questa volta sul perfido schiavista, ma è soltanto un’occasione, il pretesto per sfondare crani senza andare in galera e sentirsi giudici divini che ristorano senza appello le frustrazioni accumulate in ogni vita per le ingiustizie subite. La violenza, così contenuta in cinti legali e civili, ha la sua più efferata e cruda espressione esplosiva, e non a caso nella scena finale l’eroe usa la dinamite, con la carne ed il sangue che schizza via e che come ai primordi è unica incontrovertibile conferma della morte dell’odiato nemico, l’oppressore, il tiranno, il malefico presente nel passato di ognuno. Ora si può tornare placati tra le scartoffie o alle catene d’un lavoro qualsiasi, ai sorrisi fasulli ai buongiorno, prego, scusi, ma le pare. Se non fosse per il sarcasmo e l’autoironia, si potrebbe pensare che Tarantino si prenda sul serio. Fare cinema come fruirne, in questo caso, assolve a una funzione catartica. Si risparmia qualche seduta dallo psicoterapeuta e soprattutto sul set i morti si rialzano.
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martedì 8 settembre 2020
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ah i critici di oggi
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Innanzitutto bisognerebbe scrivere bene in italiano e invece il testo è infarcito di errori sintattici e di una perniciosa mancanza di coesione.Inoltre manca la narrazione di ciò che accade nel film. Insomma alla storia, e ai personaggi è dedicato circa un terzo del testo mentre nei restanti 2/3 si viene ammorbati dalle considerazioni personali dell'autrice, che francamente interessano molto poco. E così poco o nulla si sa del film mentre molto, troppo si sa di che cosa pensa l'autrice. Mah!
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cinephilo
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martedì 16 luglio 2019
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il peggior film di tarantino
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Amo i film e lo stile di Tarantino e sono convinto che anche i suoi peggiori film non scendano mai sotto la sufficienza. Beh qui è un Tarantino al suo peggio, film a mio avviso carico di scene forzate (finale compreso) e, stranamente per un film di tarantino, scelta della colonna sonora mai azzeccata in ogni momento del film. Molto fumo, pochissimo arrosto. Voto : 6 -
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theforumplayer
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giovedì 6 giugno 2019
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comunque comunque comunque così così
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rimescolamento solito e b movie niente di nuovo; il sound e paesi comuque
e nonostante il pasticcione narratorio all'inizio sono il meglio del film,
x 6 lunghi se non più di minuti sembrava un genere così così,
e sembra surreale che holliwood da fabbrica per lo spettacolo, sia
quasi diventato una fabbrica, il valore di conseguenza delle
persone frankestaneizzate quale che fosse, potrebbe essere dei
(non)convocati da big filmaker e esibirsi dunque in film ( : così e di holiwwod.
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rmarci 05
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sabato 11 maggio 2019
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western impeccabile in perfetto stile tarantiniano
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Quentin Tarantino si approccia per la prima volta allo spaghetti-western, omaggiando i grandi nomi del genere quali Sergio Leone e Sergio Corbucci. Tuttavia, nonostante il film sia un esplicito omaggio a Django con Franco Nero, ha pochi elementi in comune con quest'ultimo e rappresenta un'ulteriore evoluzione nel cinema del regista, in cui il tema della vendetta e della famiglia, già presente in Kill Bill, si fonde abilmente ad una satirica riflessione sulla schiavitù in America prima della Guerra di Secessione, che si collega inevitabilmente al presente per il clima di ignorante intolleranza ed ingiustificato razzismo di cui è pervaso costantemente il film. La storia, a tratti eccessivamente beffarda, è raccontata in perfetto stile Tarantiniano, attraverso dialoghi geniali, alcuni personaggi caratterizzati molto bene, scene memorabili e l'immancabile violenza, che nel finale scade in un'inutile carneficina sinceramente ridicola, forse l'unica scena veramente brutta della pellicola.
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Quentin Tarantino si approccia per la prima volta allo spaghetti-western, omaggiando i grandi nomi del genere quali Sergio Leone e Sergio Corbucci. Tuttavia, nonostante il film sia un esplicito omaggio a Django con Franco Nero, ha pochi elementi in comune con quest'ultimo e rappresenta un'ulteriore evoluzione nel cinema del regista, in cui il tema della vendetta e della famiglia, già presente in Kill Bill, si fonde abilmente ad una satirica riflessione sulla schiavitù in America prima della Guerra di Secessione, che si collega inevitabilmente al presente per il clima di ignorante intolleranza ed ingiustificato razzismo di cui è pervaso costantemente il film. La storia, a tratti eccessivamente beffarda, è raccontata in perfetto stile Tarantiniano, attraverso dialoghi geniali, alcuni personaggi caratterizzati molto bene, scene memorabili e l'immancabile violenza, che nel finale scade in un'inutile carneficina sinceramente ridicola, forse l'unica scena veramente brutta della pellicola. Il regista decide di non puntare sul fascino visivo, comunque degno di nota, ma sul contenuto, in quello che è il suo film più impegnato al livello politico e sociale. L'interpretazione più memorabile è quella di L. DiCaprio, che dà vita ad un personaggio che nasconde, sotto la finta eleganza e compostezza, un profondo odio razziale di indicibile cattiveria. Christoph Waltz ha un grande talento, ma spesso dà l'idea di interpretare la versione buona di Hans Landa (Bastardi senza gloria), ripetendo sé stesso. Da vedere, anche se non tra i più geniali di Tarantino. 3 stelle e mezzo su 5.
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fabio
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venerdì 29 marzo 2019
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tarantino fa centro con stile
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Un Tarantino inspirato mette giù un western di tutto rispetto: merito innanzitutto della sceneggiatura e dei dialoghi azzeccati; la regia è visionaria quanto basta e la colonna sonora calza a pennello.
Insomma tutto è curato bene: come fa chi ama quello che sta facendo e si diverte a farlo.
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