evildevin87
|
sabato 12 ottobre 2013
|
eccelso
|
|
|
|
Premetto che non sono uno che ama tutti i film di Tarantino, quelli che mi sono piaciuti (e non poco) sono Pulp Fiction, Le Iene e i due Kill Bill. Questo suo omaggio al cinema western si va ad aggiungere a questa lista. Un film a cui non manca niente: una trama buona e scorrevole, personaggi pazzeschi (Dottor Schultz su tutti), dialoghi al vetriolo, belle citazioni... tutto. E una nota di merito va anche a Di Caprio nei panni del villane (Calvin J. Candie) per la prima volta nella sua carriera. Grandissima prova anche la sua, si riconferma un attore estremamente versatile e credibile. Qui poi Tarantino ha per la prima volta dato molta importanza alle ambientazioni e ai paesaggi, realizzando un'opera eccelsa anche a livello visivo.
[+]
Premetto che non sono uno che ama tutti i film di Tarantino, quelli che mi sono piaciuti (e non poco) sono Pulp Fiction, Le Iene e i due Kill Bill. Questo suo omaggio al cinema western si va ad aggiungere a questa lista. Un film a cui non manca niente: una trama buona e scorrevole, personaggi pazzeschi (Dottor Schultz su tutti), dialoghi al vetriolo, belle citazioni... tutto. E una nota di merito va anche a Di Caprio nei panni del villane (Calvin J. Candie) per la prima volta nella sua carriera. Grandissima prova anche la sua, si riconferma un attore estremamente versatile e credibile. Qui poi Tarantino ha per la prima volta dato molta importanza alle ambientazioni e ai paesaggi, realizzando un'opera eccelsa anche a livello visivo. Insomma, un film riuscito al 100%, che non fa pesare per niente le sue 2 ore e mezzo di durata. Forse sono di parte io, può darsi, ma in questo film non trovo un difetto che sia uno. Semplicemente perfetto. Grande papà Quentin, me tapino che ero pure scettico.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a evildevin87 »
[ - ] lascia un commento a evildevin87 »
|
|
d'accordo? |
|
madmax86
|
mercoledì 25 settembre 2013
|
omaggio allo spaghetti western in salsa tarantino
|
|
|
|
Alzi la mano chi, ascoltando la musica finale del film, non ha pensato a Terence Hill sdraiato sulla lettiga trascinata dal suo fedele cavallo....
Se siete un fan degli spaghetti western come me avrete fatto sicuramente fatica ad associare quella stupenda musica fischiettata alle scena finale di Django. Perchè, Quentin, perchè ?! Va bene offrire citazioni ma riprendere una canzone così famosa per il finale del film mi è apparso eccessivo e fuorviante.... lasciatemi stare TRINITA' !!!!!
Dopo questo breve incipit passiamo ad analizzare il film.
Tarantino grande fan degli spaghetti western ha voluto omaggiare tale fase brillante del cinema italiano assemblando un film western in cui rientra un pò tutto e il contrario di tutto.
[+]
Alzi la mano chi, ascoltando la musica finale del film, non ha pensato a Terence Hill sdraiato sulla lettiga trascinata dal suo fedele cavallo....
Se siete un fan degli spaghetti western come me avrete fatto sicuramente fatica ad associare quella stupenda musica fischiettata alle scena finale di Django. Perchè, Quentin, perchè ?! Va bene offrire citazioni ma riprendere una canzone così famosa per il finale del film mi è apparso eccessivo e fuorviante.... lasciatemi stare TRINITA' !!!!!
Dopo questo breve incipit passiamo ad analizzare il film.
Tarantino grande fan degli spaghetti western ha voluto omaggiare tale fase brillante del cinema italiano assemblando un film western in cui rientra un pò tutto e il contrario di tutto. Ecco.... ASSEMBLARE è la parola che calza a pennello per questo film perchè, se è vero che il titolo del film è ripreso dal film di Corbucci del 1966, che la musica principale del film è firmata dal grande Ennio Morricone, che alcune inquadrature in primo piano assomigliano a quelle di Sergio Leone, che c'è la presenza nel cast di Franco Nero (il vero Django) è altrettanto vero che le numerose scene splatter, la lunghezza e la bella fattura di alcuni dialoghi, la storia molto diversa dal Django di Corbucci, la frenetica sceneggiatura, rispecchia i canoni del film Tarantiniano.
Come in Kill Bill anche in Django la VENDETTA è la parola che risuona in tutto il film e che sinceramente rende piuttosto scontata la trama del film: L'uomo nero che da schiavo si ribella e diventa il paladino riuscendo a salvare la sua amata sposa dalle grinfie di un facoltoso, quanto crudele, proprietario terriero del Mississippi.
Il fatto è che Kill Bill era un capolavoro in cui la genialità di Tarantino ha raggiunto l'apice di creatività con scene che resteranno nella storia del cinema. Che alla fine morisse Bill era scontato… ma cavolo… l’ha fatto con stile !!! Django è un buon film ma che secondo me è relegato ad essere un bellissimo omaggio al cinema italiano da parte di Tarantino… nulla di più.
La sceneggiatura è bellissima e tipica tarantiniana: lunghi dialoghi ben congeniati alternate a scene adrenaliniche e mozzafiato. Mi piace molto il modo di scrivere di Tarantino tanto che cerco di ispirarmi a lui… Il problema è che il film ha 2 forti limiti: 1) il tema della Vendetta; 2) il tema della schiavitù, che non offrono a Tarantino l’opportunità di esprimere tutta la sua creatività cinefila. Il film sembra incanalato inesorabilmente verso un sentiero che porta inevitabilmente Django a salvare la sua principessa.
Bravi gli attori del film: Christoph Waltz e Samuel L. Jackson su tutti…. Di Caprio lo devono mettere in tutti i film, sarà anche bravo ma a me la sua presenza a volte mi disturba… soprattutto quando lo mettono a fare il ruolo del cattivo… postumi del Titanic.
In definitiva comunque il film è godibile anche se non è uno dei migliori di Tarantino. Da molti questo film è stato osannato… secondo me wester come "Lo chiamavano Trinità", "Per un pugno di dollari", "C’era una volta in America" ecc. sono capolavori inarrivabili che al giorno d’oggi possono essere tuttalpiù omaggiati come ha fatto Tarantino ma sicuramente non saranno scalzati ne oggi e ne mai da film come questo.
[-]
[+] non ho capito...
(di brian77)
[ - ] non ho capito...
|
|
[+] lascia un commento a madmax86 »
[ - ] lascia un commento a madmax86 »
|
|
d'accordo? |
|
giorpost
|
mercoledì 25 settembre 2013
|
tecnicamente perfetto,ma sorprende meno del solito
|
|
|
|
L’ ultima opera di Quentin Tarantino è un omaggio al quasi omonimo cult movie di Sergio Corbucci datato 1966, se non altro dal punto di vista del titolo e dell’ ambientazione (gli anni della schiavitù nel Sud degli USA). L’ idea nasce per riprendere il discorso spaghetti western bruscamente interrotto verso la fine degli anni ‘70, allorquando cominciarono a scarseggiare idee per ravvivare il genere, ma anche e forse soprattutto per trattare il dimenticato tema dello già citato schiavismo in vigore in quell’ era negli States. Ci prova il regista americano a farlo, con la sua solita verve e con tanti buoni propositi, ma vanno prese in considerazione tante sfaccettature per giudicare la sua settima opera (escluse partecipazioni, episodi di telefilm o collaborazioni non accreditate).
[+]
L’ ultima opera di Quentin Tarantino è un omaggio al quasi omonimo cult movie di Sergio Corbucci datato 1966, se non altro dal punto di vista del titolo e dell’ ambientazione (gli anni della schiavitù nel Sud degli USA). L’ idea nasce per riprendere il discorso spaghetti western bruscamente interrotto verso la fine degli anni ‘70, allorquando cominciarono a scarseggiare idee per ravvivare il genere, ma anche e forse soprattutto per trattare il dimenticato tema dello già citato schiavismo in vigore in quell’ era negli States. Ci prova il regista americano a farlo, con la sua solita verve e con tanti buoni propositi, ma vanno prese in considerazione tante sfaccettature per giudicare la sua settima opera (escluse partecipazioni, episodi di telefilm o collaborazioni non accreditate).
Se vogliamo guardare il film da “tarantiniani” convinti, Django Unchained (USA, 2012) si colloca a metà della sua filmografia. Se lo guardiamo, invece, con gli occhi indiscreti di un semplice appassionato, allora assume i connotati di un lungometraggio tecnicamente perfetto e senza sbavature, godibilissimo ed a tratti divertente. Ma è questo il punto, ovvero quella dose di divertissement presente in un film assimilabile a commedia black, in certi passaggi addirittura comica o grottesca (per intenderci vedi i fratelli Coen). Stavolta sembra infatti che Quentin si sia divertito a girare, facendolo in modo spensierato, donando ai personaggi una caratterizzazione esclusiva e prestando (anche se meno del solito) attenzione ai dettagli, come gli enormi speroni sugli stivali di Billy Crash, ma anche con i suoi famigerati ed irripetibili dialoghi surreali.
Jamie Foxx fa il suo lavoro con regolarità e senza troppi fronzoli, Samuel L. Jackson offre una delle sue performance migliori (piazzando il personaggio di Stephen subito dietro il mitico Jules di Pulp Fiction), ma val la pena soffermarsi sui 2 attori che hanno dominato la scena, DiCaprio e Waltz. Il biondo italoamericano fa gli straordinari, entra efficacemente nel ruolo di un folle latifondista (proprietario di Candyland, immensa fortuna ereditata dal padre) che tratta gli schiavi con modalità a dir poco aberranti, seviziandoli, costringendoli ad uccidersi a vicenda e, quando non riescono nell’ intento, lasciandoli in pasto ai cani. Leo si cala nei panni di Calvin Candie in modo totalitario, bravo a sollecitare i palati fini con modi eleganti alternati a momenti di pazzia assoluta tipici di un cinico e sanguinario figlio di papà in salsa ottocentesca. Dal mio punto di vista questo ruolo sarebbe altresì calzato perfettamente al compianto Heath Ledger o magari ad un attore esperto ed attempato alla Jack Nicholson, ma DiCaprio recita comunque bene ed è abbastanza sciolto, fatta eccezione per quelle movenze degli arti superiori che richiamano ancora una volta ad un’ ispirazione vagamente “deniriana”, ma su quest’ aspetto qualcuno dovrebbe dirgli di desistere. Discorso a parte, ovviamente, merita l’ austriaco Cristoph Waltz, il quale non è più un outsider che deve conquistarsi pubblico, ma una certezza, un talento puro e raffinato che regala anche stavolta una maschera davvero irresistibile. Certo, a voler essere pignoli c’è da sottolineare che il suo personaggio in Django Unchained sembra un ‘estensione, a livello recitativo, del leggendario Colonnello Landa del precedente Bastardi senza gloria, operando una sorta di fusione con il Dr Schultz, essendoci alcuni tratti in comune come il tipico accento teutonico, i modi gentili e la spietatezza di fondo che rendono la prova straordinariamente efficace ed intellettualmente attraente anche in questo caso. E’ presente nel film, inoltre, un discreto numero di caratteristi che a vario titolo offrono prestazioni buone, compreso lo stesso (ingrassato) Tarantino che ritorna ad auto riprendersi come non accadeva dal ’94.
Film dunque godereccio e stilisticamente inattaccabile ma troppo lungo, troppo splatter in alcune sequenze (non compatibili con lo spaghetti western), sprovvisto di sequenze leggendarie e privo di sorprese: tutti gli eventi che si susseguono sono, in effetti, prevedibili. Il film nella seconda parte inizia ad avvitarsi su se stesso, volgendo verso un finale caratterizzato da un mix tra il pulp e la commedia che non sorprende e manca di quel tocco di magia che aveva contraddistinto tutti i film (chi più, chi meno) del geniaccio di Knoxville.
In ogni caso, un 7 e mezzo è d’ obbligo in quanto i 165 minuti scorrono serenamente, donandoci stile e la solita ottima fotografia del grande Robert Richardson, col quale Tarantino ha ormai stretto un forte sodalizio.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giorpost »
[ - ] lascia un commento a giorpost »
|
|
d'accordo? |
|
stefano bruzzone
|
martedì 24 settembre 2013
|
perfetto
|
|
|
|
la critica ha sottolineato che Django manca di sperimentazione come in passato Tarantino ha sempre fatto nei suoi films. io invece trovo che questo sia la consacrazione di una maturità cinematografica di Tarantino che pur mantenendo il suo stile fatto di dialoghi infiniti e cervelli spappolati sui muri, questa volta scava in profondità affrontando argomenti storici e drammatici con una sottile ironia quasi a sdrammatizzare la tragedia che sta narrando. divertente, violento, commovente Django è a mio avviso il miglior film di Tarantino il quale, come sempre, spreme e "tortura" i suoi attori ai massimi tirando fuori dal cilindro un Waltz da oscar e divertentissimo, un Di Caprio assolutamente stre-pi-to-so e il solito Jackson sempre all'altezza qualunque parte gli venga data e qualche chicca come una comparsata di Franco Nero e una parte a Don Johnson.
[+]
la critica ha sottolineato che Django manca di sperimentazione come in passato Tarantino ha sempre fatto nei suoi films. io invece trovo che questo sia la consacrazione di una maturità cinematografica di Tarantino che pur mantenendo il suo stile fatto di dialoghi infiniti e cervelli spappolati sui muri, questa volta scava in profondità affrontando argomenti storici e drammatici con una sottile ironia quasi a sdrammatizzare la tragedia che sta narrando. divertente, violento, commovente Django è a mio avviso il miglior film di Tarantino il quale, come sempre, spreme e "tortura" i suoi attori ai massimi tirando fuori dal cilindro un Waltz da oscar e divertentissimo, un Di Caprio assolutamente stre-pi-to-so e il solito Jackson sempre all'altezza qualunque parte gli venga data e qualche chicca come una comparsata di Franco Nero e una parte a Don Johnson. forse il meno convincente è proprio Django, ovvero J.Foxx ma il film è talmente perfetto in tutto che la cosa passa in secondo piano. come al solito regia strepitosa e musiche scelte e composte (c'e' lo zampino del grande Morricone e la voce strepitosa di Elisa) su misura. mettetevi comodi perchè per 184 minuti, praticamente 2 films al prezzo di uno, non riuscirete a parlare con nessuno.
Voto: 9
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano bruzzone »
[ - ] lascia un commento a stefano bruzzone »
|
|
d'accordo? |
|
gianni lucini
|
venerdì 20 settembre 2013
|
nuovo e antico affascina il pubblico
|
|
|
|
Ho aspettato un anno per scrivere due righe sull'ennesimo strepitoso film di Quentin Tarantino. Ho voluto rivederlo più d'una volta nel tempo non tanto per la pellicola, che mi piace moltissimo, ma per la...sala. Ogni volta l'effetto è lo stesso, con il pubblico diviso in due parti distinte. Da un lato ci sono quelli, tantissimi e prevalentemente giovani, che non si perderebbero per nessuna ragione un film di Tarantino e che guardano "Django Unchained" proprio per quella ragione. Dall'altro lato (o mescolati, non importa) ci stanno quelli (prevalentemente attempati) che sottolineano ogni scena con una analoga già vista in un western all'italiana.
[+]
Ho aspettato un anno per scrivere due righe sull'ennesimo strepitoso film di Quentin Tarantino. Ho voluto rivederlo più d'una volta nel tempo non tanto per la pellicola, che mi piace moltissimo, ma per la...sala. Ogni volta l'effetto è lo stesso, con il pubblico diviso in due parti distinte. Da un lato ci sono quelli, tantissimi e prevalentemente giovani, che non si perderebbero per nessuna ragione un film di Tarantino e che guardano "Django Unchained" proprio per quella ragione. Dall'altro lato (o mescolati, non importa) ci stanno quelli (prevalentemente attempati) che sottolineano ogni scena con una analoga già vista in un western all'italiana. Questi ultimi hanno l'aspetto dei risorti, di chi da tempo aspettava di potersi entusiasmare di nuovo per qualcosa che sembrava scomparso dall'orizzonte, come il western all'italiana. Proprio nell'analisi di questi due tipi di pubblico sta la riuscita del film di Tarantino, capace di attirare generazioni diverse e di appassionarle a un racconto nuovo e antico al tempo stesso.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a gianni lucini »
[ - ] lascia un commento a gianni lucini »
|
|
d'accordo? |
|
no_data
|
venerdì 20 settembre 2013
|
un film che e' soprattutto grande spettacolo.
|
|
|
|
Ogni volta che esce un film di un regista celebrato come Q. Tarantino volano i giudizi piu' disparati: prevale soprattutto l'esaltazione cinefilica, il film sarebbe l'essenza del Cinema, il suo creatore uno dei massimi demiurghi di Hollywood. Ebbene, di fronte a "Django unchained" dobbiamo una volta di piu' affermare la forte personalita' del regista, che pur partendo dal "revival" del cinema alla S. Leone, lo "spaghetti western" per intenderci, riesce ad uscire dal puro prodotto di genere per riunire stimoli ed influssi che sembravano sepolti. Intanto il "plot" si basa su una "story" semplice ed efficace: e' il viaggio di Django, schiavo nero liberato, e del dr.
[+]
Ogni volta che esce un film di un regista celebrato come Q. Tarantino volano i giudizi piu' disparati: prevale soprattutto l'esaltazione cinefilica, il film sarebbe l'essenza del Cinema, il suo creatore uno dei massimi demiurghi di Hollywood. Ebbene, di fronte a "Django unchained" dobbiamo una volta di piu' affermare la forte personalita' del regista, che pur partendo dal "revival" del cinema alla S. Leone, lo "spaghetti western" per intenderci, riesce ad uscire dal puro prodotto di genere per riunire stimoli ed influssi che sembravano sepolti. Intanto il "plot" si basa su una "story" semplice ed efficace: e' il viaggio di Django, schiavo nero liberato, e del dr. Schultz, la cui nuova occupazione risulta quella del "cacciatore di taglie". I virtuosismi tecnici della fotografia tolgono peso alla vicenda, e trasportano i personaggi su un piano quasi surreale. Nella seconda parte il film si basa sulla "love story" tra Django e la schiava negra che aveva per partner, l'ambientazione e' la casa di campagna - frontoni di villa sudista che rammentano il Palladio - del negriero dove la donna viene venduta, in robuste sequenze che rammentano l'Altman di GOSFORD PARK. Altra influenza di cui Tarantino risente e' lo Spielberg del film dedicato all'affrancamento della gente di colore, IL COLORE VIOLA. Nelle scene di scatenate sparatorie, come scrive G. King in "La nuova Hollywood", si riscontra "il tratto distintivo di Rodriguez", con cui Tarantino spesse volte collabora. Reminiscenze e contaminazioni che il regista, coadiuvato da efficacissimi attori - memorabile il negriero sadico in cui L. Di Caprio puo' quasi risalire al suo protagonista di GANGS OF NEW YORK di Scorsese - riesce comunque a fondere in uno spettacolo rutilante e di grossa pregnanza visiva.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a no_data »
[ - ] lascia un commento a no_data »
|
|
d'accordo? |
|
peter71
|
domenica 15 settembre 2013
|
lo cerco e non lo trovo
|
|
|
|
Concordo pienamente con la recensione di Marianna Cappi."Sono quelli che Tarantino ha realizzato in passato e, purtroppo, da qualche tempo, non fabbrica più." E anche io che l'ho adorato non lo trovo più.Questo Django mi sembra un insieme di situazioni ultra paradossali gestite in modo egregio da grandissimi attori.Sembra un film fatto da uno che cerca di imitare Tarantino.Spero solo che il grande regista sia sovrappensiero.Che stia pensando al suo prossimo capolavoro.Intanto lo ringrazio per avermi fatto riscoprire il vero Django...è increbile, questi vecchi film sembrano capolavori senza tempo confrontati con quelli moderni.
|
|
[+] lascia un commento a peter71 »
[ - ] lascia un commento a peter71 »
|
|
d'accordo? |
|
williamdionisi
|
mercoledì 11 settembre 2013
|
film incredibile !!!
|
|
|
|
America, anno 1830 circa, la schiavitù è ancora esistente e il Dr. King Schultz è passato dalla professione di dentista a quella di cacciatore di taglie.
Non conosce però le facce dei fratelli Brittle (la cui taglia per la loro testa è molto alta), di conseguenza libera Django (che aveva lavorato per i Brittle) dalla schiavitù, in cambio del suo aiuto per trovare quei uomini.
Dopo un inverno ricco di caccia e di guadagni, tra i due nascerà un vero rapporto e insieme cercheranno di andare a liberare Broomhillda, fidanzata di Django, anche lei ridotta in schiavitù presso la reggia del ricco Candie (interpretato dal come al solito eccezionale DiCaprio).
[+]
America, anno 1830 circa, la schiavitù è ancora esistente e il Dr. King Schultz è passato dalla professione di dentista a quella di cacciatore di taglie.
Non conosce però le facce dei fratelli Brittle (la cui taglia per la loro testa è molto alta), di conseguenza libera Django (che aveva lavorato per i Brittle) dalla schiavitù, in cambio del suo aiuto per trovare quei uomini.
Dopo un inverno ricco di caccia e di guadagni, tra i due nascerà un vero rapporto e insieme cercheranno di andare a liberare Broomhillda, fidanzata di Django, anche lei ridotta in schiavitù presso la reggia del ricco Candie (interpretato dal come al solito eccezionale DiCaprio)...
In conclusione si tratta di un western fantastico, magistralmente diretto dal premio Oscar miglior regia Quentin Tarantino, attori superlativi (Jamie Foxx ottimo e Christoph Waltz premiato con l'Oscar di miglior attore non protagonista) e una colonna sonora perfetta.
Lo consiglio vivamente a tutti!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a williamdionisi »
[ - ] lascia un commento a williamdionisi »
|
|
d'accordo? |
|
borghij
|
lunedì 9 settembre 2013
|
omaggio a bud spencer e terence hill.
|
|
|
|
Sono stato deluso dal film, solita carneficina, soliti ammazzamenti senza senso, splatter.
Ammiro però la recitazione, sicuramente curata.
ma ne abbiamo già visti così, in confronto a bud spencer e terence hill (di cui alla fine tarantino ha fatto un tributo, col cavallo)
e ai loro western questo non è nulla.
|
|
[+] lascia un commento a borghij »
[ - ] lascia un commento a borghij »
|
|
d'accordo? |
|
biso 93
|
mercoledì 4 settembre 2013
|
il nuovo western!!
|
|
|
|
Davvero un ottimo film, ironico, violento....in tutti i sensi. Oltre a ciò Tarantino si dimostra un ottimo autore, capace di rinnovare un genere, lasciando i caratterigenerali a cui riesce ad abbinare qualcosa di
nuovo....musiche....linguaggio....aggeggi particolari...abiti, occhiali che siano.....curato nei particolari....ogni battuta e sguardo degli attori ha un suo perché. Dal punto di vista della recitativo nn si possono avere obbiezzioni...a partire da waltz ( meraviglioso interprete) per arrivare al vecchio Samuel o al talentuoso di Caprio......non manca proprio niente....buona visione!!!!
|
|
[+] lascia un commento a biso 93 »
[ - ] lascia un commento a biso 93 »
|
|
d'accordo? |
|
|