Titolo originale | Paterson |
Anno | 2016 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 113 minuti |
Regia di | Jim Jarmusch |
Attori | Adam Driver, Golshifteh Farahani, Kara Hayward, Sterling Jerins, Jared Gilman Luis Da Silva Jr., Frank Harts, Rizwan Manji, Jorge Vega, William Jackson Harper, Masatoshi Nagase. |
Uscita | giovedì 22 dicembre 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Cinema |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,49 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 9 aprile 2019
Una coppia di Paterson trascorre le giornate tra ambizioni sopite, voglia di cambiamenti e amore sussurrato. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, 1 candidatura a London Critics, In Italia al Box Office Paterson ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 604 mila euro e 27 euro nel primo weekend.
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Paterson vive a Paterson, New Jersey, con la moglie Laura e il cane Marvin. Ogni giorno guida l'autobus per le vie della città, ogni sera porta fuori il cane e beve una birra nel pub dell'isolato. Mentre la moglie colleziona progetti fantasiosi e fuori portata, e decora ininterrottamente la loro casa, Paterson appunta umilmente le sue poesie su un taccuino, che porta sempre con sé. Nei suoi versi si fondono la passione per William Carlos Williams, nativo di Paterson, Ginsberg, O'Hara, ma anche il suo orizzonte quotidiano. Proprio il dono di uno sguardo poetico sembra essere ciò che lo eleva da una routine di luoghi e azioni uguali a se stesse e sottilmente angoscianti.
Sono pochi davvero i film che trattano la poesia riuscendo a fare di essa la propria sostanza e questo lavoro di Jarmusch si colloca immediatamente tra i primi della lista. Tutt'altro che un film sulla poesia delle piccole cose, Paterson è, al contrario, un poema in sé, oltre che un viaggio nei meccanismi stessi della scrittura in versi e nel rapporto tra la parola e l'immagine, che chiama intrinsecamente in causa il cinema.
Il viaggio comincia da subito e dal nulla, da quel primo richiamo ai fiammiferi, protagonisti della più nota e banalizzata poesia d'amore prévertiana, per poi contemplare la sorpresa, elemento imprescindibile, che qui s'affaccia nell'apparizione della prima coppia di gemelli, generata da un sogno della moglie e trasformata in ripetizione, che punteggerà tutto il film. E poi il cane, la sua immagine reale e quella nel quadro, che ha attraversato un processo di interpretazione di astrazione eppure ne conserva, riconoscibilissima, la fisionomia. E l'ironia buona della lettera, per cui il nome del protagonista coincide con quello della città così come il nome dell'attore, Adam Driver, con quello del suo mestiere nel film.
Facendo dialogare con rimandi continui il mondo delle cose e quello delle parole, e usando sistematicamente la figura delll'anafora (anche qui, tanto nella ripetizione dei versi in voice over quanto nella ripetizione di situazioni e comportamenti) Jarmusch costruisce un'opera che prende senso nel suo insieme, e non nel singolo passo, per quanto riuscito.
Come Dante, citato non a caso, Paterson ci mostra ciò che vede durante la sua corsa, attraverso la città e l'esistenza, ci mette a parte degli stralci di conversazione che sente (bello il dialogo su Gaetano Bresci e la pena di morte affidato ai due protagonisti di Moonrise Kingdom, ancora in coppia, trasfigurati in anarchici neo romantici), degli incontri che fa, della natura irrompente del piccolo imprevisto.
Jarmusch non racconta qui la storia di un genio incompreso, tant'è vero che la poesia di una ragazzina incrociata per caso è buona quanto quelle del protagonista o quasi: racconta di un dono che ha il potere di cambiare ogni cosa, perché è il dono di uno sguardo particolare sul mondo.
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Non so se avete presente quelle stampe giapponesi, dai colori tenui, i segni evanescenti, che contengono silhuette snelle di barche, vulcani incappucciati di neve, peschi rosa pallido, fiori bianchi e violacei, nuvole soffici e stratificate. Un universo dove la ripetizione di un canone preciso si accoppia con minime variazioni di luogo, di composizione, di gradazioni cromatiche.
Paterson è il titolo del poema epico di William Carlos Williams, grande poeta americano. Ma è anche il nome di una piccola città del New Jersey e il nome del protagonista di questo film, a sua volta fan del libro di poesie di Williams e lui stesso poeta. Le coincidenze e i rimandi non sono un caso nell’ultima pellicola di Jim Jarmush. Pellicola che, pur nello stile minimalista e ironico a cui ci ha [...] Vai alla recensione »
La poesia è nelle piccole cose? O forse la poesia è ovunque, nel ciclico ripetersi della vita. Una settimana di Paterson (Adam Driver) e di Laura (l’iraniana Golshifteh Farahani). Lunedì, martedì, mercoledì… ogni giornata si ripropone simile, ma sempre leggermente diversa: la posizione dei due giovani sposi nel letto, il percorso a piedi verso il lavoro, [...] Vai alla recensione »
Il grande Giuseppe Turroni (un critico che si legge come si ammira un quadro) per parlare dei film amati, era solito associarli ad una voce poetica americana. Uno dei nomi ricorrenti era William Carlos Williams, autore del poema Paterson (e di altri scritti sublimi sul Nuovo Mondo presenti “Nelle vene dell’America) e nume tutelare di questo grande, grandissimo film di un autore, Jim [...] Vai alla recensione »
Una storia delicata, garbata, che ci riferisce come un’esistenza può essere goduta appieno senza inutili scossoni, come può essere assaporata fino in fondo se si ha il raro dono di ascoltare, osservare, avere la capacità di afferrare l’attimo e bloccare nella mente qualsiasi cosa ti circondi, senza fretta. La vita intellettuale di Paterson, non nasce – come molti [...] Vai alla recensione »
Questo film di Jarmusch si presta a due interpretazioni di segno opposto, entrambi non soddisfacenti. Secondo alcuni, è una geniale e provocatoria presa per i fondelli del velleitarismo artistico tipico di quella fetta della piccola borghesia transnazionale, vittima di una rapida acculturazione di massa, accelerata dal pressappochismo divulgativo dei mass media.
Paterson ripete ogni giorno lo stesso percorso, col suo vecchio autobus. E, alla fine, visto dall’alto, da quella prospettiva perpendicolare che lo sorprende a letto, il suo cammino assomiglia a un muoversi in tondo. Al fondo, c’è un senso di tristezza difficilmente digeribile, ben dipinto sul volto di Adam Driver. Addirittura di angoscia.
il film è girato nella tranquilla cittadina di Paterson nel New Jersey dove si ascolta ancora pulito il suono delle cascate. La pellicola del regista Jim Jarmusch racconta la storia dell'autista di autobus della linea "36" Paterson (Adam Driver) il quale conduce una vita regolare e abitudinaria. Va a piedi alla stazione degli autobus e quindi parte per le sue corse girando per [...] Vai alla recensione »
Ci parla del nostro bisogno di bellezza, il bel film di Jim Jarmusch, della possibilità che a ciascuno è data di cogliere un frammento di bellezza, una sua rifrazione, anche nei paesaggi desolati che attraversiamo ogni mattina, nelle nostre vite ordinarie, nei nostri ordinari mestieri, a patto di saper guardare con occhi diversi, ascoltare con attenzione partecipe.
Comunemente si pensa che i poeti vivano con la testa fra le nuvole, in qualche empireo sperduto, lontano dalle insidie e dai problemi che offre questo mondo, abitato da persone che consumano le loro esistenze attraversando continuamente trilioni di molecole che si aprono al loro passaggio e che si richiudono alle loro spalle, sempre. Paterson guida tutti i giorni il suo autobus attraverso le [...] Vai alla recensione »
Non ci sono eventi eccezionali nella vita di Paterson (Adam Driver) che vive nella omonima cittadina del New Jersey. Si sveglia ogni mattina accanto a sua moglie che sogna di avere due gemelli o inventa un nuovo look per sé o per la casa alla ricerca di nuove illusioni creative; si reca al lavoro di autista di autobus di linea (e chi può guidare meglio di un driver?), che gli permette [...] Vai alla recensione »
È Lunedi e come ogni mattina Paterson si sveglia intorno alle 6:15 di mattina per andare a lavorare. Saluta sua moglie Laura, e poi si avvia col suo taccuino alla rimessa degli autobus di Paterson, New Jersey, dove prenderà l’autobus di linea che guiderà per il resto della giornata. Nei momenti di pausa trova momenti di ispirazione per scrivere sul suo taccuino poesie ispirate [...] Vai alla recensione »
' un fascino, quello di "Paddington", somerso e (s)fuggente. E tuttavia innegabile anche a giudizio di chi scrive, pur non considerandolo il capolavoro cui( ha) urla(to) certa critica. Solo i digiuni del cinema di Jarmusch possono ignorare come la poetica dell'assurdo abbia permeato il suo cinema, almeno - e dico almeno- fin dai tempi di "Taxisti [...] Vai alla recensione »
Paterson è un’opera che fa ringiovanire, un ritorno al cinema che riporta alle prime emozioni legate alla scoperta di Jim Jarmusch, al minimalismo poetico e alle coincidenze che danno identità a ogni giornata, al romanticismo che l’età adulta rende ancora più ricco di incertezze. Una settimana nella vita di Paterson, autista di autobus della [...] Vai alla recensione »
... che abbia mai visto. Incipit: una fotografia su un comodino accanto al letto. Un marines in alta uniforme pluridecorato. Solo questo sappiamo del passato di Paterson. Basta per capire il resto del film che prende la poesia come uno spunto fra i tanti (poteva benissimo essere la passione per la pittura o la fotografia) e ci racconta la reazione di un uomo che per dimenticare gli orrori [...] Vai alla recensione »
Del film dirò tre cose. La prima è che vorrei sapere come si chiama la doppiatrice che impresta la voce alla protagonista, ché vorrei chiederle se ha già impegni per la prossima vita. La seconda è che vorrei sapere dall'attrice protagonista se ha già preso impegni per la prossima vita. La terza cosa che dirò è una poesia. Ma attenzione, è una poesia che in questo film poetico sulla poesia non c'è. [...] Vai alla recensione »
Il tempo scandito da poesie che rappresentano la vita di tutti i giorni,tutto si colloca in una dimensione quasi surreale in un astrattismo ripetitivo di una persona qualunque,Paterson questo è il suo nome,così come è il nome della cittadina in cui vive,la sua vita è fatta di semplici gesti quotidiani,la sua calma rasenta l'immaginabile per chi vive in una città frenetica,è autista di un autobus,sua [...] Vai alla recensione »
Se si parla di routine e di ambizioni occorre dire che il regista Jìm Jarmusch nel suo ultimo film "Paterson" ha perfettamente reso l'idea, presentando la vita quotidiana e quanto mai abitudinaria e piatta del protagonista, un giovane autista di bus. Egli convive con una ragazza, ogni mattina si sveglia presto, alla stessa ora, per andare a lavorare e condurre il bus per la città di Paterson, dove [...] Vai alla recensione »
L'immoralità del cane Marvin, la creatività bulimica di Laura, gli amici pacifici e abitudinari del bar, la guida gentile dell'autobus, l'ascolto sincero di una poetessa bambina, l'incontro magico con lo sconosciuto giapponese innamorato di poesia: la vita di Paterson a Paterson è quella di una creatura innamorata del tempo umano.
Il primo elemento che salta all'occhio, è sicuramente la sceneggiatura entusiasmante. A lunghi tratti, è il tipico film di Jarmush, se non per alcune sequenze. Un ottimo Adam Diver e una stupenda Golshifteh Farahani, che spiccano tra tutte le interpretazioni del 2016. La struttura del film è estremamente coinvolgente, la fotografia e la regia si sposano in maniera molto [...] Vai alla recensione »
Se le intenzioni del regista erano quelle di esaltare la bellezza delle piccole cose, guardando la vita del protagonista e le sue poesie questo messaggio non mi è arrivato. Non mi ha trasmesso nessuna emozione e in alcuni momenti le poesie mi sembrtavano banali. Per tutto il film mi aspetto che si sviluppi una storia, ma non succede niente .
Due è il numero che fa funzionare Paterson (uomo). Due il numero dentro Paterson (la cittadina). Due la cifra del film Paterson, dove ci sono un io, un noi e un noi due. Come in greco: il duale. La terza via che Jim Jarmusch inscrive anche nel numero dell’autobus guidato da Paterson (Adam Driver): 23. La linea ventitré, quella del protagonista del film, quella con cui scarrozza [...] Vai alla recensione »
Solidarietà a chi ha stroncato Paterson ovvero a chi non si è divertito, si è annoiato, ha reagito a fumosità intellettualistiche. Poco male, nuocciono di più ad un film criptico e fin tropp denso come questo, lodi sperticate ed entusiasmi inconsulti. Disorientano e distolgono dall'andare a vederlo specie se si nutrono pregiudizi negativi su un autore come [...] Vai alla recensione »
Una moglie strampalata e creativa che ama alla follia, un bulldog che ama un po' meno, l' autobus 23 che guida ogni mattina a partire dalle 7.35 nella tranquilla cittadina di Paterson, New Jersey: le giornate di Paterson scorrono sempre uguali. Ma l'autista riesce a evadere da questa serrata routine (fortunatamente per lui, altrimenti probabilmente impazzirebbe) grazie alle poesie che si [...] Vai alla recensione »
Il film Paterson potrebbe essere considerato un tributo alla poesia e al suo potere taumaturgico. A Paterson, una piccola cittadina del New Jersey, vive una giovane coppia dove lui fa l’autista di autobus comunale e lei ama dipingere di bianco e nero, tessuti, dolci, vestiti, chitarra, tende e quant’altro le capiti sottomano. Lui scrive poesie e i pochi momenti di pausa nel lavoro li passa [...] Vai alla recensione »
Pur essendo un seriale frequentatore di sale cinematografiche, non ero a conoscenza di una nuova catalogazione di film: il genere poetico. "Paterson", il film di Jim Jarmusch, è un film di genere Poetico, così almeno c'è scritto nella locandina del distributore del film Cinema S.r.l. De Paolis. In pratica il signor Jarmusch, che ha già fatto il regista, il [...] Vai alla recensione »
Paterson è un lavoro delicato sull' emersione della creatività. Non è un film per tutti, ma essenzialmente per umanisti. L'ermergere dell'impulso creativo, che non sente obblighi, non trova ostacoli, oltrepassa la distruzione, attraversa i problemi del reggere la quotidianeità e l'abitudine. Che bello un film cosi' gentile, senza nemmeno un eccesso, [...] Vai alla recensione »
la quotidianità è rassicurante ma al cinema si chiede qualche piccolo evento, qualche fatto: l'unico gravissimo è la distruzione del libretto segreto delle poesie del protagonista da parte di Marvin il cane di casa. Stupisce l'abbondanza di frasi stereotipate, di luoghi comuni, una sceneggiatura di cose solite. unica piccola novità la poesiola della bambina incontrata per caso da Paterson che mette [...] Vai alla recensione »
mah,è uno di quei film nei quali ti chiedi se succederà qualcosa oppure "dovrà succedere qualcosa" poi arriva la fine ed è come l'inizio,per il resto "beato chi si accontenta"........
Vado totalmente controcorrente, forse non ho colto la poesia o non mi ha colpito. Paterson è una pellicola lenta fino all'esasperazione, dove non accade quasi nulla per due ore, con troppe scene ripetute. Non ci ho trovato nulla di intellettuale o di minimamente interessante. Per quanto mi riguarda la stroncatura è veramente pesante.
Non riesco a capire le critiche entusiastiche per questo film! È un qualcosa di inspiegabile. Film iterativo di una noia assoluta che non trasmette alcun messaggio. Silenzi e azioni ripetitive servono per farlo passare come un film di autore. Ma se Jarmush è un regista allora lo sono anch' io. Una vera presa di giro per il pubblico ed appare comprensibile il danno di pellicole di [...] Vai alla recensione »
Mi verrebbe da liquidarlo con una sola definizione "americano". Americane le poesiole (quella dei fiammiferi fa pensare a uno scherzo). Americana la provincia. Americana la banalità della coppia. Americano il teatrino delle aspirazioni piccolo borghesi. Americana l'assenza totale di ogni riferimento classista. Americano il nome del cane che alla fine dimostra di essere l'unico [...] Vai alla recensione »
La inviterei a chiedersi perché giornali, riviste e televisioni stanno parlando di questo film, tutti positivamente, e perché questo portale sul quale ha scritto il suo sarcastico giudizio lo abbia giudicato DA VEDERE. Temo che lei non lo abbia capito bene bene fino in fondo. Non basta essere "un seriale frequentatore di sale cinematografiche" come dichiara di essere, per cogliere [...] Vai alla recensione »
Noioso, inutilmente lungo, da sbadiglio. Non vedevo l'ora che finisse.. Se potete, evitatelo. Non merita i nostri soldi.
film insulso e senza senso....davvero brutto....non me l'aspettavo da jarmusch.
Paterson è il nome del protagonista del film Paterson è il nome della città in cui vive Paterson è il titolo del film Paterson è un uomo comune Paterson è una città di provincia Paterson è un piccolo film Ogni giorno di Paterson sembra uguale al precedente Ogni giorno [...] Vai alla recensione »
Ripetitivo ossesionante lentissimo e deludente. Senza un lampo o una battuta la cosa simpatica è il dominio del bianco e nero di lei assolutamente abulico lui e il migliore in campo il cane Marvin, l'unico a salvarsi da un naufragio !
...e apprezzo il fatto che, con una certa ironia, riesci in effetti a "stroncare" film altrove votati benissimo. Non sono un pensionato, ma nemmeno giovanissimo, quindi faccio fatica anch'io a trattenermi: se un film acclamato non mi entusiasma, soprattutto se penso a un certo cinemo dello scorso secolo (!), non dico che è una schifezza ma di certo non mi trattengo dal criticarlo. Atte [...] Vai alla recensione »
Va bene l'elogio del trovare la bellezza nelle piccole cose della quotidianità ma qui non succede proprio nulla e di poesia sinceramente se ne vede poca. Non c'è un guitto, un sussulto alla momotonia od un aneddoto divertente che strappi il velo alla sottile disperazione che pervade il protagonista. Il rapporto di coppia pessimo, la compagna centrata solo su se stessa, affiatamento [...] Vai alla recensione »
Voto 2,5. Serata gelida, sala discretamente piena, tutti over 50 anche maleducati, ma si sa che la maleducazione non ha età. Commedia melodrammatica, film leggero, poetico, carino, piatto, poco da dire anche dopo film, uno stralcio di settimana di vita quotidiana, fortunatamente tranquilla, nulla di che, sicuramente ci sta di meglio ma anche di peggio, azzeccato Adam Driver.
La semplice forza delle cose vere, autentiche, buone per raccontare un nulla che in verità è il tutto.
Dal posto di guida di un autobus Paterson attraversa Paterson, la sua città (dove nacque Williams Carlos Wiliams, a cui si ispirano i versi). Fatti e persone, l'amore per la moglie e l'amore per la vita, lo ispirano. Limite, ma anche caratteristica, del film è ovviamente la fiducia nell'osservazione contemplativa, solidale al mondo, come motore di efficace poesia.
Sette giorni nella vita di un uomo di nome Paterson (Adam Driver), come la piccola e un po' cadente città del New Jersey in cui vive e lavora come conducente d'autobus. Sette giorni (più uno) in cui sembra che non succeda niente e invece succede di tutto. Anche perché l'essenziale non accade fuori, nella città, ma dentro lo stesso Paterson. Che tra un viaggio e l'altro elabora e annota su un taccuino [...] Vai alla recensione »
Paterson è il capoluogo della contea di Passaic nello Stato del New Jersey; ma è pure il titolo di un famoso poema in cinque volumi di William Carlos Williams, il famoso modernista americano che pur natio della vicina Rutherford fece di Paterson il suo «luogo» di poesia: in quanto paesaggio, in quanto memoria, in quanto coscienza collettiva. Analogamente nel film di Jim Jarmusch, il titolo Paterson [...] Vai alla recensione »
Paterson (Driver, perfetto), autista di bus, vive a Paterson, città che ha dato i natali a vari poeti. Infatti, anche lui si diletta a scrivere dei versi su un taccuino, che poi legge alla sua compagna Laura, donna piena di progetti. Alla sera, passeggia con il suo cane Marvin fino al medesimo bar. Ogni giorno. Il mondo, però, ha i suoi piccoli imprevisti.
Apprezzatissimo all'ultimo Festival! Di Cannes e raccomandato dai summit cinefili, «Paterson» ci convince più da! punto di vista degli intenti che al dunque del giudizio critico. Vale a dire che la raffinata filigrana filmica con cui Jarmush avvolge un'anonima routine esistenziale in un'anonima città si percepisce appieno, ma non entra nel cuore e anzi via via sfiorisce nell'opacità dei gesti, i pensieri [...] Vai alla recensione »